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sabato 25 agosto 2012
Ilva dove i bambini giocano sui prati contaminati
Ilva, dove i bambini giocano nei prati contaminati DON NINO BROSCI: “SONO ANNI CHE IL SINDACO PARLA DI BONIFICA, MA NON È STATO FATTO NULLA” Il parroco: “Non possiamo tenere tutti chiusi in casa con 40 gradi all’ombra” di M. Luisa Mastrogiovanni Il Fatto quotidiano Il camino 312 dell’Ilva è una sentinella cupa sull’ex piazza Masaccio, ora piazza Morti per il lavoro. Lì, in pieno quartiere Tamburi i bambini continuano a giocare. Le “zone a verde” che i bambini non potrebbero calpestare, perché contaminati da pcb e tallio, secondo l’ordinanza del 18 agosto firmata dal sindaco di Taranto Ezio Stefàno, in realtà sono fazzoletti di terra brulla. Ma è l’unico spazio per giocare e non vi r inunciano. Nella parrocchia S. Francesco De Geronimo, don Nino Borsci, direttore della Caritas diocesana, controlla con sguardo paterno che 26 scalmanati non si facciano male. Sono le 20.30 e i due campetti da calcetto a cinque e quello di calcetto a tre sono tutti occupati. Sembra che facciano apposta a cadere, per cercare ristoro sull’erba fresca: “La nostra erbetta è stata appena sostituita, è sicura. Non penso sia inquinata. E poi basta una pioggia per lavare tutto”. Quindi i bambini giocano, don Nino? “E che cosa devono fare i bambini se non giocare. Non possiamo mica tenerli chiusi in casa con 40 gradi all’o m b ra ”. C’è un progetto per la sostituzione della terra di tutte le aree verdi, perché è inquinata. Dunque non si può più calpestare. “Qui i bambini continueranno a giocare. E poi quanto ci vuole a cambiare un fazzoletto di terra? Non c’è villa Borghese qui. La verità è che sono anni che il sindaco parla di questa bonifica. Anche io ho partecipato a delle riunioni. Ma non è stato fatto nulla”. Da quando è in piedi il progetto da 10 milioni per la bonifica delle aree verdi di Tamburi, quella del 18 agosto è la seconda ordinanza, fotocopia di quella di due anni fa. Da allora i bambini non hanno mai smesso di giocare tra la terra contaminata, gli abitanti ad andare avanti con le loro abitudini. Un’o rd i - nanza inapplicata. Come quella recente. La bonifica di quell’area infatti, a distanza di due anni dall’av - vio dell’iter del progetto, è ancora bloccata, perché le competenze e i pareri vengono rimbalzati tra la Regione e l’Istituto superiore di sanità. Pare che entro l’anno i lavori dovrebbero essere sbloccati, ma intanto anche l’ultima ordinanza è inapplicata. “Come si fa a dire ad un bambino: ‘leggi l’ordinanza e non andare a g iocare”, dice Paola D’andria, presidente della Lail di Taranto. “Non serve l’ordinanza, continua, serve eliminare la fonte d’inquinamento. I bambini giocheranno, non possono far altro”. Giocano tra la polvere e la terra. E tra pochi giorni suonerà la campanella delle scuole. Tutte hanno aree verdi all’inter no e una, la scuola Gabelli, frequentata da circa 250 bambini tra le materne e le elementari, ha un intero parco giochi. È praticamente impossibile che i bambini, entrando a scuola, non mettano piede nelle aiuole del parco. Ed è quello che accadrà, dice l’ex presidente della circoscrizione Tamburi Egidio Di Totaro, con tutti gli altri istituti comprensivi. La scuola Giambattista Vico, frequentata da circa 800 bambini dai 2 agli 11 anni, il Deledda, con 250 alunni, la scuola Ugo De Caroli, coi suoi 600 piccoli allievi. Questa scuole è circondata dalle collinette artificiali che anni fa furono realizzate come barriera naturale proprio contro le polveri e i fumi dell’Ilva. E ora si trova minacciata anche da ciò che avrebbe dovuto proteggerla. Su quelle collinette i bambini ci giocano, lasciandosi rotolare giù. “Dovremmo evacuare Tamburi, dice di Totaro. Chi può impedire ad un bambino di inseguire la palla in un’aiuola? E poi: dovremmo anche smetterla di coltivare vasi sui terrazzi, perché anche quella terra è contaminata”. Gli abitanti di Tamburi passano in rassegna le strade interessate dall’ordinanza. Per loro, è impossibile rispettarla: via Lisippo è un’a re a adiacente al cimitero. Non si può non passare da lì per andare a trovare i defunti. Su via mar Piccolo c’è una scarpata verde che degrada verso la ferrovia Taranto-Brindisi. I bambini lì giocano perché c’è spazio e si sentono liberi. È un terreno con una forte pendenza e per questo si presta a mille monellerie. Impossibile strapparli da lì, quando non hanno altro spazio se non la strada per giocare. In via Manzoni poi ci sono 40 palazzine circondate da aiuole e poi da via Deledda a via Foscolo, fino a via Verdi, Via Bonarroti e via Volta. Questo è Tamburi, dove vivono 20mila abitanti che per l’o rd i n a n - za di Stefàno non possono neanche portare a passeggio il loro cane. Per Biagio De Marzo, presidente di Alta marea, “Sono interventi estemporanei, senza un coordinamento né una programmazione”. Paola d’Andria usa un’iperbole: “Per essere sicuri che la terra non sia contaminata dovremmo cementificare tutto”.
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