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sabato 25 agosto 2012
discarica dopo Malagrotta monti dell'Ortaccio?
Dopo Malagrotta, di nuovo Malagrotta PER LA DISCARICA DI ROMA SCELTO IL SITO MONTI ALL’ORTACCIO, VICINO AL VECCHIO. E SEMPRE DI CERRONI di Tommaso Rodano Il fatto quotidiano D opo Malagrotta, di nuovo Malagrotta. Quando sarà chiusa una delle più grandi e longeve discariche d’Europa, tutti i rifiuti di Roma e Vaticano saranno portati poche centinaia di metri più in là, nella stessa zona che per oltre t re n t ’anni ha sopportato inquinamento e puzza. Il sito che raccoglierà l’eredità dell’“ottavo colle” di Roma si chiama Monti dell’O rtaccio. L’area è sempre la Valle Galeria, periferia ovest della Capitale. Il proprietario del terreno, neanche a dirlo, è l’avvocato Manlio Cerroni, padrone della megadiscarica e intoccabile monopolista dei rifiuti capitolini da diversi decenni. L’annuncio è giunto ieri dal commissario per l’e m e rgenza rifiuti di Roma, Goffredo Sottile. Secondo l’ex prefetto, si tratta del “sito più idoneo per ospitare la nuova discarica provvisor ia”, ma ha riconosciuto che si è trattato di una decisione “dettata dall’u rgenza”. Un’“ur genza” ch e dura almeno dalla scorsa estate, quando la governatrice del Lazio Renata Polverini ha sancito l’i m m inente e improrogabile chiusura di Malagrotta. Ai tempi la città fu tappezzata dai manifesti del Pdl che rivendicavano il merito della fine dell’ecomostro: “Dopo 35 anni chiude Malagrotta. Grazie ad Alemanno e Polverini”. DODICI mesi dopo, Malagrotta è ancora l’unica valvola di sfogo della “monnezza” di Roma. I suoi cancelli rimarranno aperti almeno fino al 31 dicembre 2012, giorno in cui scade l’ennesima ultima proroga. Nel frattempo sulla Regione Lazio pende la scure di una procedura d’infrazione aperta dall’Unione europea per lo smaltimento di rifiuti non trattati: Bruxelles ha minacciato di portare la questione alla Corte di giustizia. Nel corso dell’anno né il governo Berlusconi, né quello Monti, né la giunta regionale, provinciale e capitolina, né l’ex commissario ad hoc Alfonso Pecoraro, sono riusciti a trovare un’alternativa valida all’“ ottavo colle”. Mentre la raccolta differenziata di Roma ha continuato a languire attorno al 24 percento, i nomi dei siti che avrebbero dovuto ospitare la nuova discarica si sono rincorsi in un balletto infruttuoso: prima Fiumicino, poi Quadro Alto a Riano, Corcolle (vicino a Villa Adriana), poi di nuovo Riano (Pian dell’Olmo), per non citarne altri circolati anche solo per pochi giorni. In ogni singolo territorio minacciato sono spuntati combattivi comitati di protesta, che hanno contribuito a smontare le scelte delle istituzioni (spesso campate in aria). SE LA DECISIONE di Sottile dovesse essere confermata (Alemanno, Polverini e Zingaretti si dichiarano contrari), la “monnezza” ro - mana tornerebbe a pochi passi da Malagrotta, in un territorio deturpato da trentasei anni di spazzatura, da una raffineria, un gassificatore e un inceneritore di rifiuti ospedalieri. Un’area in cui le ricerche di Arpa e Ispra hanno documentato un inquinamento gravissimo delle falde acquifere e i cittadini, esausti, hanno denunciato un’incidenza sospetta delle malattie tumorali. Soprattutto, l’immondizia tornerebbe dal suo d o m i nu s , Manlio Cerroni. Tagliarlo fuori, nonostante gli annunci di sindaco e governatrice, sembra impossibile. L’av - vocato tiene pronti i suoi terreni da sempre. Sapeva che prima o poi la politica sarebbe tornata a bussare. La scorsa estate aveva mostrato i Monti dell’Ortaccio alle telecamere di “P re s a d i re t t a ”: “La discarica è come una locanda, non è mica l’Excelsior” - aveva detto -. “Ma se non hai i soldi da qualche parte devi pure mangiare e dormire ”. Rifiuti romani senza pace La discarica di Malagrotta sostituita da Monte all’O r t a c c i o. Sopra Manlio Cerroni. Sotto: Gianni Alemanno (LAPRESSE/ANSA/DLM)
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