I vari articoli nell'ultimo periodo sul tema dei rifiuti continuano ad evidenziare la mancanza di dialogo tra i soggetti istituzionali (i comuni, la provincia, la regione, il ministero dell'ambiente e la comunità europea). Tra solleciti, richieste inascoltate, ricorsi amministrativi rimane la raccolta differenziata a livelli troppo bassi e non certo degni di un paese che vuole diventare civile ed evoluto. Completamente trascurato l'evidente guadagno che avremmo dalla differenziata: risparmio energetico, della materia prima, vari elementi che potrebbero essere riciclati, nuove attività connesse al recupero e al riciclo, riduzione dell'inquinamento e migliaia di posti di lavoro per la differenziata. Oltre al risparmio per gli stessi enti e quindi per i cittadini alle prese a volte con bollette “mostruose”. E' incredibile che per aspetti di questa rilevanza per l'interesse pubblico e il bene comune (senza contare la riduzione del costo sociale che avremmo con la diminuzione di malattie, morti, spese sanitarie) gli enti ed esso deputati agiscono l'uno contro l'altro. O per lo meno questa è la sensazione che viene diffusa da questo atteggiamento. Anzi la situazione che, se era di emergenza negli anni '80 figuriamoci cosa può essere diventata oggi, della discarica di Borgo Montello è preoccupante alla prese con l'inquinamento certificato, con la presenza di fusti tossici, con le eco mafie. Anche qui, come titola oggi un quotidiano:
“A fari spenti sui rifiuti “(di Tony Ortoleva Latina Oggi ) tra processi da celebrare e scavi da effettuare. E questa situazione di mancata decisione, quindi mancata programmazione sembra andare dritta verso un inutile e dannoso, oltre che antieconomico, inceneritore. Lo stesso articolo sopra citato si chiede come mai il presidente della provincia di Latina non convochi i sindaci per concordare una via di uscita. Senza contare, aggiungo, che la comunità europea potrebbe sempre ribadire che i rifiuti non trattati oppure non provenienti da comuni dove la differenziata non supera il 50% della differenziata (la maggioranza dei comuni pontini, Latina compresa) non può più conferire in discarica. Forse si vuole creare una situazione peggiore (ammesso sia possibile) di quella attuale? A quale scopo? Nell'interesse di chi?
Tratto da Latina Oggi del 13 aprile 2012:
“APPENA una settimana fa la Regione Lazio ha scongiurato, con una nota, il rischio emergenza per la provincia di Latina nella gestione dei rifiuti. Da allora, però, nulla è accaduto relativamente alla questione degli impianti e della gestione all’interno dell’ambito ottimale. Il presidente della Provincia Cusani continua a rimandare qualsiasi convocazione dei sindaci per affrontare l’argomento.
NIENTE conferenza dei sindaci sul caso rifiuti. Da giorni si rincorre la voce secondo cui il presidente della Provincia Armando Cusani è pronto a convocare i primi cittadini dei comuni pontini per affrontare assieme a loro le questioni relative al caso rifiuti.
Nemmeno il rischio emergenza ha accelerato i tempi.
Dunque la situazione resta fossilizzata a prima di Pasqua, quando una nota della Regione Lazio (dopo lunga insistenza del Comune di Latina) ha sì escluso una chiusura della discarica di Montello e il conseguente rischio caos, ma ha lasciato intatta la situazione di generale confusione relativa alla gestione del ciclo, alle fasi intermedie e alla chiusura dello stesso.”
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