Latina Oggi 9 dicembre 2011
«Ma come si fa a fare
un’ordinanza retroattiva?
Mi vengono a imporre di
non seminare il mais nello
stesso posto prima di tre
anni: e se io ho seminato
tutto il mio terreno a granturco
nella stagione passata,
adesso che
faccio? Sono
costretto ad
andarlo a
comprare. E
per favorire
chi?».
Danilo Calvani
è incazzato
nero, come
al solito,
ma riesce difficile
dargli
torto. Tanto
più riesce di
difficile comp
r e n s i o n e
anche questa
trovata della
classificazione dei terreni
in zona focolaio e zona tampone
, la prima soggetta a
una rotazione triennale
della coltura di mais e la
seconda a una rotazione
biennale. Le due diverse
zone spesso confinano e
fanno parte di un stesso
territorio comunale; se il
pericolo è quello di infestare
l’agro pontino, tanto valeva
sospendere la coltura
comunque e dovunque.
«Non staremo fermi a fare
da spettatori
alla nostra
definitiva rovina
- minaccia
ancora
C a l va n i -
Abbiamo gli
strumenti fit
o s a n i t a r i
per combattere
anche la
d ia br o ti ca e
siamo consapevoli
che
non possiamo
permetterci
il lusso
di farci distruggere
i
raccolti da un coleottero.
Con questa storia delle
emergenze, a cominciare
dalla lingua blu di vent’an -
ni fa, ci hanno rovinato la
vita. Adesso basta. Fateci
lavorare » .
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