Dal quotidiano La Provincia. Pensavo che chi va ad amministrare avesse rispetto delle Istituzioni. Mai avrei pensato o temuto che si arrivasse a pensare (e nemmeno a proporrere) addirittura uno sponsor sulle divise della Polizia Locale (o Vigili Urbani). Non credevo si potesse arrivare a svendere l'immagine. Magari a qualcuno che non paga le tasse oppure le paga in modo ridotto. Oppure da chi ottiene agevolazioni perchè lavora in nero. Pensavo, allo stesso modo, che i soldi dovessero arrivare equamente dal contributo di tutti, a seconda della capacità. Come prevede la Costituzione. Credevo che fosse un obbligo delle Istituzioni proteggere le classi più deboli e investire nel modo migliore ciò che a noi costa sacrifici pesanti. Pensavo che chi si propone ad amministrare desse l'esempio. Per esempio se infrange la normativa sulla pubblicità elettorale, oltre a chiedere pubblicamente scusa, pagasse quanto dovuto. Non che imponesse alle associazioni i tagli. Occorre distinguere. Sull'articolo richiamato Lanzidei cita testualmente a proposito delle sponsorizzazioni “ e anche per le divise dei vigili urbani”. Anch'io sono favorevole alle sponsorizzazioni, però alcuni aspetti vanno salvaguardati, alcuni limiti introdotti. Ci sono da decenni esempi virtuosi come quello della Cassa Rurale e Artigiana che da sempre contribuisce per le opere pubbliche e per la scuola, la società, la cultura. Ma anche alcune associazioni come il coordinamento di queste nell'epoca buia e nefasta della destra. Come fa appunto la Nemesis da anni. Come ha fatto la squadra di ciclismo che dal 1996 ha dato in beneficenza molto di più di quanto ha ricevuto dal comune come contributo. Però il senso dell'intervento era un altro: prima di pensare alle sponsorizzazioni occorre far pagare chi deve. Per esempio chi ha affisso la pubblicità elettorale al di fuori degli spazi consentiti e dovrebbe per questo pagare il relativo contributo. Chi ha largheggiato in maniera poco consona alla realtà difficile per la comunità dovrebbe dare l'esempio. Prima di imporre agli altri i tagli. Soprattutto al sociale. Poi c'è un altro obbligo di legge (mentre la sponsorizzazione è un optional): quello di far pagare le tasse in modo equo e non duro con i deboli e debole con i forti.
Il discorso è che si tiene sempre di più all'apparenza, la sponsorizzazione, che io definirei la privatizzazione dell'immagine dei servizi o opere pubbliche, è l'importante esempio di come la politica pontiniana è decisamente fuori dalla realtà, dal presente, dalla situazione che ci sta avvolgendo sempre di più, fino a soffocarci. Altrimenti non si spenderebbero 24 mila euro di illuminazione natalizia! L'apparenza rende così l'uomo del ventunesimo secolo pigro nell'agire, ma forte nell'apparire egocentrico con chi non vuole apparire ma solo vivere nel presente. Obiezione grideranno i commercianti! Le luci le abbiamo pagate noi! Bene allora facciamoci due conti: 100 euro a commerciante. Quanti commercianti ci sono a pontinia? Se dividiamo 24mila euro diviso 100 euro, il risultato è 240! Due sono i risultati, o Pontinia è diventata una big city del commercio, o il comune ha contribuito alle luminarie. Quindi anche noi cittadini contrari allo spreco di energia per illuminare a festa un periodo diventato sterile e materiale! Inoltre se si pensa che le luci sono costate 24 mila euro per circa 60 giorni, quanto ci costa quella annua per illuminare la città?
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