LA DIPENDENTE ERA STATA ALLONTANATA SEI ANNI FA. IL TRIBUNALE DEL LAVORO DISPONE UN MAXI RISARCIMENTO
Licenziamento illegittimo Comune condannato a riassumere un’assistente sociale
ASSISTENTE sociale licenziata sei anni fa reintegrata dal giudice del lavoro. Il Comune dovrà pagare tutti gli arretrati.
Dopo la sentenza della Corte dei Conti che ha condannato dieci amministratori comunali a risarcire 830 mila euro al Comune per danni erariali, questa volta ad inguaiare l’amministrazione del sindaco Eligio Tombolillo è la sentenza del tribunale di Latina - sezione lavoro - nella persona del dottor Roberto Bonanni, che ha dichiarato «il diritto di M.A. ad essere assunta dal Comune di Pontinia a tempo pieno e indeterminato quale appartenente alla categoria ‘D’, profilo professionale assistente sociale a far data dal 6 luglio del 2004, con condanna del Comune medesimo al pagamento di tutte le retribuzioni maturate dal giorno del diritto all’assunzione all’effettivo inquadramento della ricorrente nell’organico del Comune, detratto quanto percepito in forza del contratto di lavoro a tempo determinato in data 18 aprile 2006». Nel dispositivo della sentenza la ricorrente, difesa dall’avvocato Ermanno Le Foche, deduce di essere vincitrice del concorso pubblico per titoli ed esami ad un posto di assistente sociale indetto dal Comune di Pontinia in data nel luglio del 2004. L’aprile successivo aveva firmato un contratto di lavoro a tempo pieno indeterminato con il Comune, contratto successivamente dichiarato nullo dal segretario comunale con provvedimento del maggio del 2005. In materia di lavoro pubblico contrattualizzato, la suprema Corte ha stabilito che al bando di concorso di nuovo personale va riconosciuta la duplice natura giuridica di provvedimento amministrativo e di atto negoziale, in quanto proposta al pubblico sia pure condizionata all’espletamento della procedura concorsuale e all’approvazione della graduatoria da cui discende il diritto all’assunzione del partecipante. Ne consegue
che, in caso di mancata assunzione, va riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni.
Questi per M.A. si calcolano in oltre 130 mila euro. Il Comune è stato anche condannato al pagamento delle spese del giudizio pari a 2.350 euro. Antonella Subiaco
Latina Oggi 8/10/2011
Liberi e Forti,
RispondiEliminaper questa cifra di risarcimento, si deve interessare un'altr volta la Corte dei Conti, non è giusto che cittadini debbono pagare quello che persone incapaci hanno fatto.
Chi è il responsabile deve pagare.
grazie della segnalazione saluti
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