Valerio Ceva Grimaldi Terra 6 settembre 2011
IL CASO. Una galleria di 300 metri nel cuore dell’isola «per ridurre il rischio frane» e far circolare auto e camion «in sicurezza». Costo: 5 milioni di euro. Il geologo Caniparoli: «Scelta sbagliata».
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Ventotene imbocca il tunnel
L'idea di costruire un tunnel sotterraneo di trecento metri in un’isola lunga meno di 3 chilometri e con soli 700 abitanti, fragilissima perchè composta di tufo, già potrebbe sembrare un azzardo. Ma a Ventotene il progetto non solo è realtà, ma è anche prossimo alla fase esecutiva. Scoprire poi che il bando pubblicato il 22 agosto dal Comune prevede per l’opera una spesa di 4.825.148,56 euro di fondi trasferiti dalla Regione Lazio (delibera 815 del 22 ottobre 2009) lascia ancora più perplessi. Solo un anno fa la tragedia delle due ragazzine, Sara Panuccio e Francesca Colonnello, colpite a morte da una frana mentre erano sulla spiaggia a giocare con le compagne di classe. E allora, «per ridurre il rischio frana» è necessario costruire un tunnel sotterraneo. Così auto, camion e veicoli potranno circolare «in sicurezza». Nel bando agostano è scritto infatti che «il Comune di Ventotene intende realizzare un nuovo collegamento al centro abitato dal porto nuovo evitando il transito veicolare attraverso le banchine del porto romano e le strade del borgo storico.
Il nuovo collegamento si articolerà interamente in galleria, di cui una parte da realizzarsi attraverso la perforazione di un tratto di costa classificato a rischio frana». La galleria sarà in parte in parte scavata (circa 65 metri) e in parte artificiale (circa 120 metri). Colpo di genio o impresa con troppi rischi? «Ho conosciuto Ventotene nel 1968», spiega a Terra il geologo Riccardo Caniparoli, esperto di dissesto idrogeologico, «e va detto che l’isola negli ultimi 40 anni è stata presa d’assalto durante i periodi estivi da una quantità di turisti superiore alla “capacità di carico del territorio”. Questo si traduce, per l’ambiente e per i suoi fragili equilibri, in maggior consumo di suolo, acqua, aria, energia e prodotti alimentari. Quanto al tunnel, con questa scelta l’amministrazione comunale, oltre a riconoscere che l’attuale collegamento viario tra il molo commerciale del porto e l’abitato non è mai stato a norma di legge, dimostra di voler risolvere il “problema frane” con vecchie logiche di cementificazione del territorio e con opere inutili allo scopo e dannose per l’ambiente».
Il bando comunale propone di realizzare, oltre alla galleria, anche pali, micropali e diaframmi in cemento armato (lavori valutati a base d’asta in € 1.200.000,00) e lavori edili per € 2.460.352,70. Una spesa che si poteva evitare? «La scelta metodologica di approccio al problema non sembra la più idonea, sia in termini di compatibilità strutturale delle opere previste con la tipologia delle rocce e dei terreni interessati e sia in termini di interazione tra le opere progettate e l’evoluzione della dinamica degli equilibri ambientali. Le opere previste verrebbero realizzate, peraltro, su di una piccola isola di notevole pregio naturalistico, scientifico ed archeologico. Non sarebbe stato più logico e qualificante per l’Amministrazione indire un “Concorso internazionale di idee per la progettazione di un sistema di collegamento del centro abitato al porto nuovo e la rimozione del rischio frana con tecnologie innovative e rispettose dell’ambiente”?». Secondo l’esperto, puntare dritti alla soluzione monstre della galleria è stato un errore.
Ma alternative ce n’erano? «Eccome! è assurdo oggi pensare di sviluppare una zona turistica che per struttura e vocazione dovrebbe essere fruibile tutta a piedi o con mini taxi elettrici o con impianti su cremagliera o su cavi. Ed invece si pensa sempre a favorire il trasporto su gomma. Ci sono posti dell’Italia visitati dai turisti proprio perché raggiungibili solo con il battello o la ferrovia. Ad esempio, all’interno dei Comuni delle Cinque terre in Liguria (ognuno molto più grande di Ventotene) si transita solo a piedi e le merci sono trasportate con mini veicoli elettrici, teleferiche e cremagliere. Un altro esempio? L’isola di Alicudi: è anch’essa tutta pedonale. Ma anche quest’isola è molto frequentata ed apprezzata per la sua caratteristica». Contro il tunnel di Ventotene si sono schierati in tanti, cittadini, ecologisti, Wwf.
L’ultimo crollo sull’isola, senza conseguenze a cose e persone, è avvenuto il 17 agosto scorso in zona Fontanelle. Al momento sono in corso numerosi lavori di consolidamento dei costoni di tufo. «Pensare di favorire lo sviluppo omologando i luoghi vuol dire distruggere il territorio ed il turismo. Nelle città si realizzano isole pedonali, mentre qui si vuole incrementare la circolazione di auto e camion. Bella scelta di sviluppo e di riqualificazione del territorio!». Un minibus elettrico, piccolo e leggero, costa 250mila euro. Un’alternativa quindi ci sarebbe. Chissà che non sia troppo tardi.
Quell’idea folle di un tunnel a Ventotene
Inviato da Redazione il Mar, 08/02/2011 - 16:42 in tunnel Ventotente Ambiente
Bruno Panuccio
LA DENUNCIA. In merito all’approvazione del Consiglio comunale di Ventotene dei giorni scorsi del progetto di realizzare un tunnel di circa 300 metri per collegare il porto al centro del paese ho deciso di pubblicare questa nota, ero dubbioso se stavolta rimanere in silenzio per non apparire il solito critico mosso da rancori personali, dato che il 20 aprile scorso nel crollo di Cala Rossano hanno perso la vita mia figlia Sara e la sua amica Francesca oltre a ferire gravemente Athena.
In merito all’approvazione del Consiglio comunale di Ventotene dei giorni scorsi del progetto di realizzare un tunnel di circa 300 metri per collegare il porto al centro del paese ho deciso di pubblicare questa nota, ero dubbioso se stavolta rimanere in silenzio per non apparire il solito critico mosso da rancori personali, dato che il 20 aprile scorso nel crollo di Cala Rossano hanno perso la vita mia figlia Sara e la sua amica Francesca oltre a ferire gravemente Athena. In molti punti di questo mio scritto mi troverà costretto a ribadire concetti già espressi precedentemente , ma ciò mi è d’obbligo per la conoscenza di quanti mi leggono per la prima volta.
Ventotene è il più piccolo comune dell’ Italia centrale con il suo km. 1.5 quadrato di territorio, il che significa che percorrerlo a piedi da un punto all’altro equivale al massimo ad una modesta passeggiata. Ed allora a che serve quest’opera faraonica? In tutte le piccole isole del Mediterraneo vige il divieto di introdurre automobili, se non con permessi limitati a veicoli per disabili, ecc. , qui invece il sindaco Giuseppe Assenso ha motivato le ragioni di tale opera nel venire incontro alla richiesta dei turisti che, secondo lui, necessitano del loro personale mezzo di trasporto. Per andare dove?
Non bisogna dimenticare che la quasi totalità dell’isola è interdetta a causa della franosità della stessa. Il sindaco stesso è stato rinviato a giudizio per l’omicidio di cui sopra, insieme al suo degno responsabile dell’ufficio tecnico Pasquale Romano ed altre tre persone, oltre ciò il Comune è fonte di indagine da parte della Corte dei Conti per bilanci a dir poco anomali. Da anni la gestione dello stesso ha fatto in modo che Ventotene abbia uno dei tassi d’abusivismo più alti dell’intera nazione (2 case su 3 risultano non censite), il cemento è stato il volano economico di sostegno a ditte, tra le quali pare qualcuna in odore di camorra, sempre prescelte e quasi sempre le stesse per lavori che sotto la denominazione di somma urgenza non han dovuto fare la trafila di gare d’appalto.
Oggi si parla di un costo stimato di circa 6 milioni di euro, i quali con varianti in corso d’opera potrebbero raddoppiarsi: è il solito e vecchio discorso di quali interessi ci siano dietro la voce lavori pubblici. L’assessore all’Ambiente non ha trovato di meglio che astenersi al momento della votazione, il suo atteggiamento da Ponzio Pilato è a dir poco irritante: a tutt’ oggi non ha espresso pubblicamente il suo parere su ciò per cui viene stipendiato. In qualsiasi paese civile un’amministrazione del genere sarebbe destituita all’istante, qui invece nessuna voce autorevole li disturba, fatta eccezione per il capogruppo dei Verdi alla Regione Lazio Angelo Bonelli, e glie ne rendo merito, il quale ha presentato un’interrogazione a vari organi preposti al controllo superiore, per verificare se ci siano i presupposti per fermare tale scempio.
Speriamo riesca ad ottenere risultati. Concludo dicendo che Ventotene ha imboccato il tunnel della vergogna civile e molti suoi concittadini, non tutti, ne sono gli artefici con il loro omertoso appoggio ad una giunta che ha nel comportamento criminoso il suo fare quotidiano. Il vostro autolesionismo denota che non avete nessun amore per quella che una volta era definita la “Perla del Mediterraneo” ed oggi viene ribattezzata “l’isola del cemento e del malaffare”.
Ventotene imbocca il tunnel
Inviato da Redazione il Mer, 02/02/2011 - 16:16 in Lazio territorio tunnel Ventotene Ambiente
Alessandro Polinori (Terra Lazio)
LA DENUNCIA. Il Consiglio comunale ha approvato il progetto per la realizzazione di una galleria sull’isola.
Sappiamo bene quanto in Italia la valorizzazione delle risorse naturali e delle bellezze paesaggistiche non rientri tra le priorità degli amministratori, più impegnati a deturpare il territorio con mega opere, inutili quanto costose. Naturalmente il Lazio non fa eccezione ed è notizia di queste ore l’approvazione di un incredibile progetto riguardante la splendida isola di Ventotene, in provincia di Latina. L’isola, posta a metà della rotta che unisce Ponza a Ischia, è la più piccola isola abitata dell’arcipelago delle isole ponziane e, con il suo 1,54 km2 di territorio, rappresenta il comune più piccolo dell’Italia centrale.
Per le sue caratteristiche ambientali e floro-faunistiche Ventotene, insieme alla limitrofa e più piccola Santo Stefano, è interessata dalla presenza di un’Area marina protetta e di una Riserva naturale statale, nonché da un’area Zps (Zona a protezione speciale) e da un Sic (Sito di importanza comunitaria). In tale contesto, giovedì scorso il Consiglio Comunale di Ventotene ha approvato il progetto per la realizzazione di un tunnel, dal costo di 6 milioni di euro, da scavare nel tufo, per far arrivare automobili e camion dal Porto Nuovo, dove sbarcano i traghetti, fino al centro del paese, allo scopo (dicono loro) di «ridurre il traffico e tutelare il porto romano, dove attualmente transitano le auto».
L’incredibile proposta ha subito sollevato le proteste di numerosi abitanti dell’isola e degli ambientalisti, preoccupati per l’altissimo impatto ambientale che potrà avere una simile opera su un territorio dalle dimensioni estremamente limitate, già aggredito da un diffuso abusivismo edilizio e dalle caratteristiche geologiche molto particolari, basti ricordare che l’isola è stata recentemente teatro di una tragedia provocata da una frana che ha causato la morte di due giovani studentesse ed a seguito della quale buona parte del territorio isolano, compresi i luoghi turistici più importanti, sono tutt’ora interdetti al pubblico.
Per non parlare dell’impatto che tale intervento, atto a favorire ulteriormente le automobili, potrà avere sulla principale risorsa economica dell’isola, rappresentata da quel turismo che, in tutto il mondo, è alla ricerca di ambienti incontaminati e che preferirebbe quindi poter vivere Ventotene in maniera ecologica e non assediata da traffico e trafori. A tal proposito il Capogruppo dei Verdi alla Regione Lazio Angelo Bonelli ha presentato un’interrogazione rivolta al presidente della Giunta Regionale, all’assessore all’Ambiente ed allo Sviluppo sostenibile ed all’assessore alle Politiche del Territorio ed all’Urbanistica chiedendo un loro intervento per verificare la legittimità del progetto, alla luce delle norme e dei vincoli di tutela ambientale e paesistica vigenti a salvaguardia dell’isola, nonché la reale utilità dello stesso, considerata la limitata superficie e la fragilità territoriale dell’area.
Si riuscirà ad evitare l’ennesimo Requiem per una delle più belle isole del Mediterraneo?
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