Andrea Palladino Terra 6/9/2011
INCHIESTA. Le fiamme attaccano il Parco nazionale a Sabaudia, in provincia di Latina. Intanto una società con sede a Madeira sta costruendo un centro commerciale a ridosso dei boschi.
Fiamme e cemento. è una vera tenaglia quella che assedia il parco nazionale del Circeo, una delle principali zone di conservazione della macchia mediterranea, inserita all’interno del comune di Sabaudia, in provincia di Latina. Una zona ad alta tensione quella del sud pontino, dove la presenza degli interessi speculativi è ormai consolidata da tempo.
L’ultimo episodio è della scorsa settimana, quando diversi inneschi sono stati trovati sul passaggio principale del parco. Trappole incendiarie artigianali, ma realizzate da mani molto esperte, in un contesto paesaggistico oggi sotto attacco da più fronti. Come quello del cemento, che lambisce la zona protetta, con progetti di grandi centri commerciali ormai avviati, pronti per essere aperti, con negozi, uffici e residenze a pochi metri dall’ingresso del parco. è il caso di una costruzione promossa dalla società Cogefid SA con sede nella zona franca dell’isola Madeira, in Portogallo, che ha ricevuto un nulla osta anche dalla stessa struttura del Parco del Circeo, dopo una serie di ricorsi al Tar di Latina vinti uno dopo l’altro. Secondo i dati riportati in una relazione dell’11 maggio del 2009, il complesso in via di realizzazione davanti al centro visitatori dell’area protetta – in via Carlo Alberto – è composto da tre palazzine, per un ingombro complessivo di oltre 40mila metri cubi.
Seguire il filo della proprietà di questa società non è semplice. Dai registri della camera di commercio della zona franca portoghese appaiono il nome di Giovanni Catania, con la carica di amministratore. Quest’ultimo è in realtà uno dei manager della società di consulenza aziendale Axcent Management, con sede nella stessa isola di Madeira. Un gruppo che si occupa in sostanza della gestione fiduciaria delle società italiane che hanno scelto questo porto franco come sede sociale, usufruendo della discrezione e dei vantaggi di «pianificazione fiscale», come spiega Giovanni Catania. Terra lo ha contattato negli uffici che ospitano la sede legale della Cogefid, per cercare di capire chi sono i reali investitori interessati del complesso di fronte al Parco del Circeo: «Io non sono autorizzato a dire i nomi dei soci – spiega Catania – anche se vi assicuro che non abbiamo nulla da nascondere. I soci hanno regolarmente denunciato le loro quote nelle rispettive dichiarazioni dei redditi in Italia e per le autorità è molto semplice poter ricostruire la proprietà della Cogefid». La gentilezza del manager della Cogefid lo aiuta nel suo complesso lavoro, basato sulla riservatezza: «Ma se vuole sapere di più – prosegue – deve contattare uno degli amministratori italiani, Gervasio D’Ambrini a Latina. Lui le potrà dire sicuramente più di me, che sono subentrato nella gestione solo da poco».
Secondo il quotidiano Latina Oggi la direzione distrettuale antimafia di Roma si starebbe interessando a questo cantiere. I primi di agosto alcuni tecnici del Parco nazionale del Circeo sarebbero stati ascoltati da procura antimafia di Roma, secondo quanto riferito da Latina Oggi. L’esistenza di un’inchiesta è smentita dall’amministratore della Cogefid Giovanni Catania: «Qui non abbiamo ricevuto nulla – spiega da Madeira – nessuna rogatoria o avviso. Non sappiamo nulla in merito. Stiamo però valutando, anche dal punto di vista legale, tutte le notizie uscite sul nostro conto».
Gervasio D’Ambrini – raggiunto telefonicamente – mantiene il riserbo sui soci: «Sono famiglie di Sabaudia, faccia una visura alla camera di commercio e avrà i nomi». In realtà i nomi registrati presso le banche dati si riferiscono solo ai «preposti alla sede secondaria», ovvero alla succursale italiana della Cogefid. Si tratta di Claudio Cortese, Sergio Gaspare Cortese e Adriano Cortese, tutti residenti a Sabaudia. Nelle visure italiane non appaiono i soci, ovvero i nomi di chi materialmente detiene le quote societarie della Cogefid Sa, società anonima con sede a Madeira. «In ogni caso le dico – prosegue D’Ambrini – che la scelta del Portogallo non deriva da benefici fiscali. Potete verificare: tutti i soldi sono sempre transitati sui conti italiani». Nessun parola sui reali proprietari: «Mi chiami domani, così posso chiedere l’autorizzazione. Noi non abbiamo nulla da nascondere».
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