Esplosione in sito nucleare http://www.repubblica.it/esteri/2011/09/12/news/centrale_francia-21553391/?ref=HRER3-1
Un morto e 4 feriti in Francia
L'incidente è avvenuto per un incendio all'interno di un sito di stoccaggio di rifiuti radioattivi. La zona si trova a 242 chilometri in linea d'aria da Ventimiglia, 257 da Torino, 342 da Genova. Per il governo, la commissione energia atomica e l'Asn: "non c'è fuga radioattiva o chimica all'esterno dell'impianto"
Il sito nucleare di Marcoule
PARIGI - Alle 11:45 locali, c'è stata un'esplosione nel forno di un sito nucleare a Marcoule (FOTO 1 http://www.repubblica.it/esteri/2011/09/12/foto/marcoule_il_sito_nucleare-21556799/1/- VIDEO 2 http://tv.repubblica.it/mondo/francia-esplosione-in-centrale-nucleare/75895/74257), nella regione del Gard a sud della Francia (MAPPA 3 http://tv.repubblica.it/mondo/francia-esplosione-in-centrale-nucleare/75895/74257). L'incidente è avvenuto a causa di un incendio all'interno di un sito di stoccaggio di rifiuti radioattivi. L'esplosione ha causato un morto e quattro feriti, di cui uno "molto grave" trasferito in elicottero all'ospedale di Montpellier. Il corpo della vittima è stato trovato carbonizzato. Le altre persone sono state invece ricoverate all'ospedale di Bagnols-sur-Ceze. Il bilancio è stato confermato dall'ente nazionale per l'energia elettrica, Edf, mentre i vigili del fuoco hanno eretto un perimetro di sicurezza intorno alla zona. Secondo un portavoce di Edf: "Si tratta di un incidente industriale, non un incidente nucleare". L'Aiea, agenzia internazionale per l'energia atomica, ha comunque attivato il proprio centro per le emergenze.
L'esplosione è avvenuta nel sito Centraco della società Socodei, controllata del gruppo Edf, a Codolet, un comune francese di 558 abitanti che si trova nel dipartimento del Gard nella regione della Linguadoca-Rossiglione. "In questo momento - ha affermato il funzionario - non vi è rilascio verso l'esterno". Fonti del commissariato per l'agenzia atomica hanno confermato: "Al momento non c'è stato un travaso all'esterno di materiale radioattivo" e la stessa cosa ha comunicato ufficialmente il governo francese. "Secondo le prime informazioni, si tratta di un'esplosione di una fornace per la fusione di scorie radioattive metalliche di attività debole e molto debole", ha scritto in una nota l'Asn, l'autorità per la sicurezza nucleare francese, confermando che l'incidente non ha causato alcuna fuga radioattiva o chimica all'esterno dell'impianto. "L'incendio scoppiato dopo l'esplosione è sotto controllo", ha aggiunto Edf e il ministero dell'Interno ha confermato: non è prevista nessuna evacuazione né isolamento di lavoratori della centrale dove è avvenuto l'incidente.
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Il forno esploso oggi - non distante da Avignone e Nimes -, si trova a 242 chilometri in linea d'aria da Ventimiglia, 257 da Torino 6, 342 da Genova, dove è stata allertata la Protezione civile su tutto il territorio della regione Liguria. Il dipartimento della Protezione civile nazionale è in contatto con l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) per monitorare e verificare gli eventuali rischi per l'Italia. I vigili del fuoco hanno una rete di rilevamento della radioattività pronta a segnalare anomalie.
L'impianto in cui è avvenuta l'esplosione è utilizzato per il trattamento di scorie ma non sono presenti reattori. Nella centrale, filiale della società Socodei e Edf, viene prodotto il Mox, un combustibile nucleare che contiene uranio miscelato a plutonio proveniente dalle armi atomiche. Ma l'eslosione non è avvenuta nella centrale, il sito fa infatti parte del più ampio centro nucleare Marcoule, un'istallazione industriale gestita da Areva e dal Cea, e prima centrale nucleare francese. Nella zona di Marcoule furono costruiti i reattori nucleari a uso militare per le ricerche destinate alla costruzione della bomba atomica francese. Il titolo di Edf, quotato alla borsa 7 di Parigi, è arrivato a perdere il 6% dopo la diffusione delle prime notizie sullo scoppio.
L'incidente avvenuto nel sito nucleare di Marcoule "non riguarda sicuramente la centrale nucleare", ha detto l'esperto Emilio Santoro, dell'Enea. "L'esplosione - ha aggiunto - è avvenuta in un impianto per il ritrattamento del combustibile". Non è chiaro, al momento, se si tratti di un forno per estrarre l'umidità dal combustibile oppure di un impianto nel quale vengono fusi o vetrificati i metalli a bassa attività. "La causa dell'incidente al momento non è nota", ha osservato Santoro. "Probabilmente si è trattato di un effetto prodotto da una cattiva gestione o dall'anomalia all'interno di un forno".
"Siamo molto preoccupati", ha detto Angelo Bonelli, presidente dei Verdi. Il nucleare, prosegue, è "un'energia insicura e pericolosa che mette a rischio la salute e il futuro delle popolazioni che vivono intorno alle centrali: è necessario avviare una battaglia per bandire il nucleare dall'Europa con un grande referendum europeo". Adesso, spiega, "ci aspettiamo che siano resi pubblici i dettagli di quanto è accaduto perché dalle informazioni in nostro possesso nel sito di Marcoule è presente, oltre a tre reattori gas-grafite simili a quello di Latina, un reattore autofertilizzante Phoenix da cui si ricava il plutonio per le bombe nucleari che ha avuto in passato diversi incidenti e dove è presente sodio radioattivo infiammabile a contatto con l'aria".
(12 settembre 2011)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/12/francia-esplode-forno-di-una-centrale-nucleare-pericolo-radioattivo/156919/
Francia: esplode forno in un sito nucleare
“Non ci sono fughe radioattive” Scoppia un forno nello stabilimento che produce combustibile nucleare a Marcoule, vicino Nimes. Un morto e quattro feriti. Il sito si trova a circa 242 chilometri da Ventimiglia, a 257 da Torino e a 342 da Genova. Un portavoce della Cea, il commissariato per l’energia atomica, precisa: "Nessuna fuoriuscita radioattiva si è verificata al momento"La Francia ha temuto oggi l’allarme nucleare. C’è stata questa mattina un’esplosione nel sito nucleare di Marcoule, poco distante da Nimes. Un uomo è morto e 4 sono i feriti. La polizia francese ha fatto sapere che non c’è rischio di contaminazione. Un portavoce della Cea, il commissariato per l’energia atomica, precisa che: “Nessuna fuoriuscita radioattiva si è verificata al momento a seguito dell’incidente nel sito francese di Marcoule”. Fino a quando nel pomeriggoio è arrivata la rassicurazione da parte dell’Agenzia francese per la Sicurezza del Nucleare (Asn): “L’incidente causato da un’esplosione in un sito nucleare nel sud-est della Francia è chiuso”. “Questo incidente non implica rischio radiologico, né – continua la nota – necessità di protezione per la popolazione”.
L’impianto di Marcoule è utilizzato per il trattamento di scorie, ma non sono presenti reattori. Wikipedia riporta come a “Marcoule furono costruiti i reattori nucleari a uso militare per le ricerche destinate alla costruzione della bomba atomica francese”.
Nello stabilimento (una filiale di Edf), viene prodotto il Mox, un combustibile nucleare che contiene uranio miscelato a plutonio proveniente dalle armi atomiche. Il sito di Marcoule si trova a 242 km in linea d’aria da Ventimiglia, 257 da Torino, 342 da Genova.
La Protezione civile italiana sta comunque monitorando quelli che possono essere gli eventuali rischi per il nostro Paese. Impegnati, insieme alla Protezione Civile, anche l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e i vigili del fuoco. Il capo della Protezione civile nazionale, Franco Gabrielli, precisa che “nella malaugurata circostanza che si possano verificare fughe radioattive, sarebbero comunque ridotte, perché – continua – non fuoriuscite dal reattore della centrale”. I vigili del fuoco hanno una rete di rilevamento della radioattività attiva sul territorio nazionale, pronta a segnalare anomalie.
Intanto Cecile Duflot, leader del partito ambientalista francese Europe Ecologie-Les Verts, chiede al governo di Parigi “la più grande trasparenza, in tempo reale, sulla situazione e le conseguenze ambientali e sanitarie”. Inoltre i verdi transalpini denunciano che l’area dell’incidente al deposito di Marcoule risulta “offuscata” su Google Earth così come accade per i “siti militari”.
http://www.terranews.it/news/2011/09/esplosione-nel-sito-delle-scorie-muore-un-uomo-quattro-i-feriti
Dina Galano
FRANCIA. Fiamme nella centrale di Marcoule nel Sud del Paese. Le autorità: «Coinvolto un forno per la fusione dei rifiuti metallici a debole radioattività». I Verdi: «Referendum europeo anti atomo».
Nella tarda mattinata di ieri è esplosa parte di un impianto di trattamento di scorie radioattive nel Sud della Francia, a poco più di 200 chilometri di distanza dal confine italiano. Il forno che smaltisce i rifiuti appartiene al complesso nucleare di Marcoule, il più antico dell’”armata nucleare” francese. L’incidente, in cui è deceduto un lavoratore rimasto carbonizzato e altri quattro sono stati gravemente feriti, ha risvegliato di un colpo l’incubo nucleare nel cuore del Vecchio continente.
Secondo le prime informazioni fornite dall’Autorità di sicurezza nucleare francese «l’esplosione ha riguardato un forno per la fusione dei rifiuti metallici a debole e debolissima radioattività». Non ci sarebbero rischi di dispersione di radioattività, come si è affrettato a rassicurare il Commissariato per l’energia atomica, Cea; nessun pericolo di contaminazione anche secondo il ministero dell’Interno francese che ha scelto di non procedere alla prevista evacuazione né all’isolamento dei lavoratori della centrale. Il governo di Parigi ha optato per una incondizionata linea difensiva, senza tuttavia riuscire a fornire elementi a supporto di quella tranquillità.
Il Centro per il trattamento delle scorie porta l’acronimo “Centraco”, nel Comune di Codolet, è gestito dalla società Socodei, una filiale dell’Edf che ha immediatamente reagito alla notizia ridimensionando l’evento alla stregua di «incidente di tipo industriale e non nucleare». Ciononostante, l’impianto dismette scorie radioattive di tipo metallico e combustibili nucleari e ne ricava altre fonti energetiche; qui viene prodotto il Mox, un derivato nucleare che contiene uranio miscelato a plutonio proveniente dalle armi atomiche. A dimostrazione dell’intensa attività del polo energetico della regione del Gard, basta ricordare che nella struttura “madre” di Marcoule furono costruiti anche i reattori a uso militare utilizzati per le ricerche destinate alla costruzione della bomba atomica francese e che, in seguito, il Cea ha messo a punto proprio in questi stabilimenti la filiera dei reattori a grafite-gas su cui iniziò lo sfruttamento civile dell’energia nucleare in Francia.
Una fonte governativa, sentita dal quotidiano nazionale Le Monde, avrebbe suggerito che la causa dello scoppio del forno sia da rubricare come «errore umano». Thyerry Charles, direttore del settore sicurezza dell’Irsn, Istituto per la protezione radiologica e la sicurezza nucleare, avrebbe invece parlato di «una fuga di acqua che, reagendo con il metallo in fusione, avrebbe provocato questo tipo di reazione». Certo è che tutte le autorità francesi interpellate confermano che l’esplosione non è arrivata a danneggiare la struttura e che all’esterno i livelli di radioattività sono nella norma.
Ne sono meno convinti i verdi di Europe-ecologie che, per bocca del segretario nazionale Cecile Duflot, pretendono dal governo «massima trasparenza e informazione sulla situazione e le conseguenze ambientali e sanitarie» dell’incidente. Stessa richiesta è stata avanzata anche dalle istituzioni e dalle associazioni ambientaliste italiane, tra cui Legambiente che ha parlato di «ennesima dimostrazione che la filiera nucleare non è né trasparente né sicura».
Ha tremato dallo spavento tutta l’Italia occidentale e le rassicurazioni francesi non sembrano aver varcato con efficacia le Alpi. «La corretta esigenza di non alimentare allarmismi non deve diventare colpevole incuranza sui possibili effetti sul nostro territorio», ha reagito la consigliera di Sel Monica Cerutti in Regione Liguria mentre il sindaco di Torino, Piero Fassino, si è affidato al lavoro della Protezione civile «in contatto permanente con Vigili del fuoco, Arpa per monitorare eventuali conseguenze». Duro l’intervento dei Verdi italiani che con il lader Angelo Bonelli hanno voluto rilanciare «la battaglia per bandire il nucleare nel Vecchio Continente attraverso un grande referendum europeo».
D’altronde, ancora non si conoscono i risultati degli stress test decisi in seguito al disastro di Fukushima e che hanno interessato 58 strutture francesi, tra cui proprio gli impianti di ritrattamento e laboratori di ricerca del Cea. A sei mesi e un giorno dall’incidente giapponese, il pericolo nucleare si è solo avvicinato.
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