In un articolo di Latina Oggi si parla dei problemi dei centri commerciali e della continua crisi degli stessi anche in provincia di Latina. Tra l'altro “Il commercio secondo tutte le ultime analisi sui flussi di denaro sospetti ha rappresentato la miglior forma di riciclaggio di denaro sporco, anche in provincia di Latina, secondo solo all’edilizia che ha visto uno sviluppo eccezionale ma entrata a sua volta nel tunnel della crisi con lottizzazioni inutili e invendute”. Si parla anche del prossimo centro commerciale previsto nel comune di Pontinia. Proposto da una società srl con un capitale di 10 mila euro e che promette di “regalare” al comune di Pontinia 1 milione e mila euro. Due domande rimaste finora senza risposte: 1) perchè una società privata (in questi tempi di forti crisi) regalerebbe al comune un importo così consistente? Per avere cosa in cambio? 2) come fa una società che ha un capitale sociale così ridotto (il minimo di legge) a regalare un tale importo? Dove trova i finanziamenti per questo regalo e per realizzare un investimento dichiarato di 40 milioni di euro?. Giorgio Libralato
Latina Oggi 21 agosto 2011
IL viatico non è dei migliori.
Una valanga di debiti che travolge la più importante catena di supermercati presente in provincia può incidere sulle scelte che riguardano i nuovi centri commerciali e che in provincia spuntano un po’ ovunque al posto dei vecchi siti industriali.
Il prossimo è più importante è il centro che sorgerà (non a breve) dalle ceneri dell’ex stabilimento Mira Lanza ma iniziative analoghe sono in atto a Sabaudia, peraltro da parte di una società già finita nel mirino della magistratura.
Il commercio secondo tutte le ultime analisi sui flussi di denaro sospetti ha rappresentato la miglior forma di riciclaggio di denaro sporco, anche in provincia di Latina, secondo solo all’edilizia che ha visto uno sviluppo eccezionale ma entrata a sua volta nel tunnel della crisi con lottizzazioni inutili e invendute. Su dove sta andando il commercio si erano interrogati i sindacati appena sei mesi fa, dopo la pubblicazione dei dati sulla cassa integrazione che a febbraio, per la prima volta, avevano interessato in maniera massiccia anche le aziende del comparto commerciale. Fino a quel momento i numeri non erano stati scoraggianti, ma c’è da dire che molti dei lavoratori del commercio non hanno contratti che danno diritto agli ammortizzatori sociali e questa loro condizione ha a lungo mascherato la dinamica delle interruzioni contrattuali che sono seguite alle chiusure di punti vendita sia medi che piccoli. La crisi più importante ha investito l’azienda Pacifico, storica catena di supermercati in città che da oltre un anno è alle prese con una complessa operazione di risanamento e rilancio.
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