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lunedì 10 gennaio 2011
il lavoro è una questione ideologica?
il 2011 è cominciato in modo anomalo, osservando Pontinia dal punto di vista politico e amministrativo. Si parla poco delle prossime elezioni per il rinnovo del consiglio comunale, che forse si terranno alla fine di maggio. Soprattutto si parla molto poco di programmi (anzi nessuno dei probabili candidati e partiti si è espresso finora), ne parlano solo alcune associazioni. Ancora meno nessuno pare abbia voglia fare un bilancio per l'anno passato e una previsione per l'anno in corso (sempre dal punto di visto amministrativo). Eppure ci sono state sentenze importanti, riunioni, commissioni, avvenimenti. Si parla di crisi o di emergenza alimentare, economica, agricola, del lavoro, scuola, servizi pubblici (trasporti per esempio), rifiuti, energetici, della gestione dell'acqua. Si terranno (sicuramente a giugno perchè il governo cercherà come sempre di boicottarli) alcuni quesiti referendari: l'acqua, il nucleare, il legittimo impedimento. In questa situazione c'è ancora qualche retrogado (ammesso che sia in buona fede) che parla di ambiente come di questione “ideologica”. Eppure pur non superando il 20% nella raccolta differenziata il comune di Pontinia risparmia 100 mila euro l'anno in discarica. Ci sono comuni (anche nella nostra provincia) che arrivano al 60%, alcune città arrivano anche all'80%, aumentando posti di lavoro e riducendo i costi. Idem per l'energia naturale e rinnovabile che potrebbero dare (tra raccolta differenziata ed energia naturale e rinnovabile) oltre 3 mila posti di lavoro (in provincia). Ricreando economia vera. Senza parlare del fattore salute e vivibilità. Economia e posti di lavoro non sono certo una questione “ideologica”. A Pontinia siamo arrivati a 26 progetti in contrasto al territorio (1 a turbogas, 3 a biomasse, 22 impianti fotovoltaici in zona rurale per oltre 200 ha sottratti all'agricoltura, per oltre 550 MW), mentre basterebbe coprire il 10% del territorio del PRG nei centri abitati per soddisfare l'esigenza elettrica a consumo domestico. E si creerebbero centinaia di nuovi posti lavoro l'anno. La domanda a questo punto è: meglio avere qualche centinaia di posti di lavoro oppure qualche decina?
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