NO AL RITORNO NUCLEARE PREVISTO DAL NUOVO PIANO ENERGETICO NAZIONALE
NO AL DEPOSITO NAZIONALE DI SCORIE A LATINA
SI ALLO SVILUPPO DELLE ENERGIE RINNOVABILI, ALL'INNOVAZIONE TECNOLOGICA, AL MIGLIORAMENTO DELL'EFFICIENZA ENERGETICA
I Presidenti dei circoli Legambiente di Sabaudia e Latina: “l'energia atomica non è la risposta ai cambiamenti climatici, alle esigenze del Paese, alla crisi economica e occupazione e alle aspettative del territorio pontino.
Latina non vuole il ritorno al nucleare e non può ospitare il deposito nazionale di scorie radioattive!!
Contro queste scelte l'opposizione di Legambiente sarà durissima”
Un deciso no al nucleare, senza se e senza ma. È forte l'appello no-nuke lanciato quest'oggi dal Circolo Larus di Sabaudia e Arcobaleno di Latina di Legambiente durante il blitz effettuato all'ex centrale di Borgo Sabotino di fronte alla quale si sono ritrovati decine di attivisti e oppositori del ritorno a questa dannosa ed inutile fonte di energia.
Con l'approvazione della Legge Sviluppo n.99 del luglio 2009 e con il Decreto Legislativo n.31 del 15 febbraio 2010 si è ufficialmente tornato a parlare di ritorno del nucleare in Italia: il nuovo piano energetico nazionale prevede, infatti, che il nostro paese si doti entro il 2020 di una quota del 25% del proprio fabbisogno di energia elettrica prodotta dall'atomo. Un ammontare pari a 13.000 MW. Questo significherà che varranno dislocate sul territorio nazionale non meno di 8 centrali nucleari quattro delle quale dovrebbero essere realizzate da Enel in partnership con Edf Electricité de France con una tecnologia nota con il nome EPR.
“L'energia dell'atomo non aiuterà il nostro Paese a risolvere i suoi problemi energetici – dichiarano Alessandro Loreti, presidente del Circolo Arcobaleno di Latina e Marco Omizzolo, presidente del Circolo Larus di Sabaudia e coordinatore provinciale dei circoli di Legambiente – perché incapace di garantire il rispetto degli accordi sul clima, l'abbassamento della bolletta energetica e di ridurre la dipendenza dall'estero per l'approvvigionamento delle materie prime da importare. Inoltre, il reattore EPR (di terza generazione avanzata e non di quarta) non ha risolto nessuno dei problemi noti da decenni, quali la produzione e lo smaltimento delle scorie che rimangono radioattive anche per decine di migliaia di anni, l'approvvigionamento di uranio le cui riserve si esauriranno entro qualche decennio e i rischi legati alla proliferazione di armi nucleari e di obiettivi sensibili del terrorismo globale. La sicurezza di tale tipo di reattore, inoltre, è ancora del tutto insufficiente tanto che in tutto il mondo (dal Sud Africa, al Canada agli Stati Uniti) vengono ritirate importanti commesse. Nel nostro Paese, in controtendenza, complici anche spot ingannevoli che osserviamo in questi giorni alla tv, si continua a sponsorizzare il nucleare senza neanche tener conto delle volontà espresse dai cittadini italiani nei tre referendum del 1986 ed impugnando le leggi che alcune Regioni hanno emanato per contrastare la scelta governativa.
Particolarmente significativo, dunque, il luogo scelto per il blitz – continuano i rappresentanti di Legambiente – in quanto, nonostante il Governo glissi sui siti che l'Agenzia per la sicurezza nucleare dovrebbe individuare per la localizzazione delle 8–9 centrali, è possibile ipotizzare ed individuare, come ha fatto la Legambiente, quali saranno le comunità a cui verrà “appioppato” il fantasmagorico “bidone nucleare”. Latina ed il sito di Borgo Sabotino sono sempre in lista. Ma il territorio ha già dato, in termini di sacrifici ambientali e di vite umane: ricordiamo che nel reattore della centrale di Borgo Sabotino sono presenti ancora 2.000 tonnellate di grafite altamente radioattiva! E questa è solo la premessa affinché si faccia, del sito, il deposito nazionale delle scorie radioattive, arrivando ad ospitare, a partire dal 2025, i rifiuti nucleari di terza categoria (quelli più pericolosi).
Ricordiamo inoltre che il nuovo piano per il decommissioning prevede il 2040 come data di conclusione di tutta la procedura e ciò solo se effettivamente il Paese riuscirà ad individuare un deposito unico di stoccaggio delle scorie di terza categoria capace di contenerle per periodi lunghissimi.. centinaia di anni!! Resta assurdo comunque che per l'energia prodotta fino al 1987 (anno di chiusura della centrale) si debbano continuare a spendere ingenti somme di denaro fino al 2040. Ogni anno il decommissioning costa alle casse pubbliche non meno di 2 milioni di euro. Soldi che provengono dalla componente A2 della bolletta che ogni bimestre le famiglie pagano al gestore della rete elettrica. Ecco la grande bufala del nucleare!!
Chiediamo pertanto al governo un'inversione di rotta, puntando ad uno sviluppo delle energie rinnovabili e in modo particolare sul sole di cui l'Italia non difetta certamente quanto a disponibilità, incentivando la ricerca nei settori dell'innovazione tecnologica e puntando ad un miglioramento dell'efficienza energetica, alle amministrazioni locali, oltre a formali dichiarazioni di contrarietà, di mettere in campo azioni politiche e atti che contrastino il ritorno del nucleare a Latina e alla cittadinanza di sostenere questa battaglia con determinazione”.
L'opposizione della Legambiente al ritorno del nucleare in Italia, a Latina in particolare, e alla destinazione del deposito costruito (di cui alleghiamo foto) a borgo Sabotino a deposito nazionale permanente delle scorie nucleari sarà, come sempre è stato, radicale, netta, durissima.
I direttivi dei circoli Legambiente Larus Sabaudia e Arcobaleno Latina
www.youtube.com/legambientelarus - video del blitz
http://www.flickr.com/photos/laruslegambiente/sets/72157625650819045/ - foto del blitz
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