In materia di energia diverse inchieste hanno smascherato le numerose truffe, imbrogli, danni alla salute, mancanza di informazione o informazione truffa.
Questa sera dopo la puntata di domenica scorsa sulla Finmeccanica (che poi ha originato inchieste e scandalo su tutti i giornali) c'è quella di stasera sui Rai3 di “Report” che vi invito a seguire sui falsi certificati verdi.
Chi segue quello che scrivo (non solo gli organi di informazione che, tranne qualche eccezione, non ne hanno parlato) ricorderà l'ennesima sanzione UE verso l'Italia, la Regione Lazio e la società proponente la centrale a turbogas a Pontinia, sempre in materia energetica (vedere richiamo alla fine).
I “casi di mala energia” non si contano più, oltre a Chernobyl sono decine ogni anno gli incidenti nucleari nascosti dall'informazione, così come le mistificazioni sui danni e gli effetti.
Come dimostrato anche nel video “rifiuti l'incubo del nucleare” trasmesso al cineforum domenica 14 novembre con quanto succede in Francia dove sono coinvolte le aziende che dovrebbero costruire le centrali nucleari in Italia.
In Italia le truffe e la mancanza di informazione vanno dalle notizie sul nucleare, sugli incidenti e le emissioni (vedere il video sul Garigliano, la Chernobyl italiana), la mancanza dei dati epidemiologici sulla centrale di Sabotino (perché negare la verità? Perché non viene comunicata nemmeno ai medici?).
Si passa poi alle centrali molto di moda in questo periodo, dagli inceneritori con le emissioni di nanoparticelle, diossine, alle turbogas (ancora nanoparticelle), alle biomasse (diossine, benzene, benzo(a)pirene, nanoparticelle) che qualcuno che, a voler essere buoni, propina e propone senza conoscerne gli effetti devastanti.
Sul progetto della turbogas di Pontinia ci sono errori eclatanti in termini geologici, tecnici, di sicurezza (sia verso le popolazioni che verso gli stessi lavoratori), antincendio, per non parlare delle emissioni.
Senza contare tutti gli sbagli evidenziati dal Parco Nazionale del Circeo, dalla Provincia di Latina, dalla Regione Lazio oltre ad un elenco interminabile del comune di Pontinia, tutti mai smentiti.
Per il progetto della centrale a biomasse di Pontinia (a parte tutti gli errori evidenziati con la conseguente bocciatura del progetto) vale l'inchiesta sulle truffa della centrale analoga di Bando d'Argenta (stessi tecnici, stessa società originaria proponente).
Oltre a bruciare rifiuti speciali, tossici e nocivi c'era il taroccamento degli strumenti di controllo.
In questa settimana l'inchiesta della presunta ennesima truffa di un'altra centrale a biomasse, quella della società Scotti.
Richiamo a proposito di Regione Lazio e la società proponente la centrale a turbogas nel comune di Pontinia sono state sanzionate dalla UE.
(Tribunale di primo grado delle Comunità europee (Prima Sezione), 8/9/2009 n. T-303/05 -
Sospesa l'erogazione da parte della R. Lazio di aiuti pubblici all'AceaElectrabel fino a quando l'Italia non avrà fornito la prova che l'aiuto dichiarato illegittimo ed incompatibile con una precedente decisione non sia stato restituito dall'Aceaspa. Sebbene l'aiuto di Stato all'investimento, finalizzato alla riduzione delle emissioni di gas serra da parte dell'AceaElectrabel (una joint venture creata dalla Acea spa, ex azienda municipalizzata del settore energetico di Roma, e dall'Electrabel SA) per la costruzione di una rete di teleriscaldamento e la costruzione di una nuova centrale, sia legittimo, deve essere confermata la decisione della Commissione del 16 marzo 2005, 2006/598/CE, che ha sospeso il versamento degli aiuti a causa del mancato rimborso di altri aiuti pubblici (esenzioni fiscali e prestiti agevolati) concessi in favore di imprese di servizi pubblici a prevalente capitale pubblico e dunque anche all'Acea e dichiarati illegittimi con una decisione del 5 giugno 2002 ed imponendo il recupero degli importi eventualmente erogati (contro tale decisione l'Acea ha proposto ricorso dinanzi al Tribunale di Primo grado, che si è concluso con una sentenza di rigetto dell'11 giugno 2009), fino a quando l'Italia non avrà fornito la prova che l'aiuto dichiarato illegittimo ed incompatibile non sia stato restituito dall'Acea spa. ).
Pontinia 28 novembre 2010 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
www.report.rai.it
Ammonterebbe a più di 500 milioni di euro la truffa ai danni dello Stato italiano operata con il meccanismo dei falsi certificati d'origine che accompagnano dal 2001 l'importazione dell'energia elettrica dall'estero d. ”Noi importiamo energia ed è quasi tutta certificata di garanzia fonte rinnovabile, che invece rinnovabile non è” e’ quanto ha confessato Stefano Saglia, sottosegretario del Ministero per lo Sviluppo economico a Report
Pontinia (LT) dall'ambiente, alla difesa dei diritti civili e sociali, dalla politica alla tecnica. Si riportano stralciriportandone autori. Nota: qualora si ritenga la pubblicazione (o i commenti) siano lesivi o notizie superate si prega di comunicarlo con mail giorgio.libralato@gmail.com e saranno rimossi. Oppure allo stesso modo si può esercitare il diritto di replica. Qualora si ritenga che una pubblicazione o parte di essa ledano i diritti di copyright o di autore saranno rimossi
domenica 28 novembre 2010
mostra di giovani artisti a Pontinia
presso il Porticato del corso, dalle 15 alle 23 l'associazione "IL QUADRATO" presenta la mostra dei giovani artisti:
Capuccio, De Santis, Cotterli, Bravi.
Fonte Il Territorio
Capuccio, De Santis, Cotterli, Bravi.
Fonte Il Territorio
sabato 27 novembre 2010
ti affido un amico
Per consultare le foto dei cuccioli che si possono prendere in affido
http://www.comune.pontinia.lt.it/ev/images/affido%20amico.pdf
http://www.comune.pontinia.lt.it/ev/images/affido%20amico.pdf
telefonata del premier in diretta e replica di Maroni
Telefonata in diretta del Premier al nostro blog:
"smentita la dichiarazione attribuita al presidente del consiglio che il problema dei rifiuti a Napoli che sarà risolto in 3 giorni. Smentita pure la previsione che ne servono 10. In attesa della prossima smentita ne servono 15"
Replica del ministro dell'interno:
"i rifiuti della Sorgente di Fontana di Muro non verranno smaltiti al nord. Negato che abbiano mai (i rifiuti) contattato la Lega"
"smentita la dichiarazione attribuita al presidente del consiglio che il problema dei rifiuti a Napoli che sarà risolto in 3 giorni. Smentita pure la previsione che ne servono 10. In attesa della prossima smentita ne servono 15"
Replica del ministro dell'interno:
"i rifiuti della Sorgente di Fontana di Muro non verranno smaltiti al nord. Negato che abbiano mai (i rifiuti) contattato la Lega"
giovedì 25 novembre 2010
Gomorra e Gaimer 422 teatro Fellini 26 novembre
Venerdì 26 novembre alle ore 20.30, in piazza Indipendenza a Pontinia,
Teatro Fellini, continua il cinedocuforum con la proiezione del film
“Gomorra” (regia di Matteo Garrone) tratto dal libro omonimo di
Saviano. A seguire l'esibizione dei “Gaimer 422” e il dibattito.
Poi il 5 dicembre, alle ore 18, la proiezione di “Terra Madre” con la
regia di Ermanno Olmi e lunedi 27 dicembre “Surplus”.
Il programma dovrebbe continuare, secondo la disponibilità del Teatro,
con la proiezione girata in provincia di Latina sulla quinta mafia, e
la proiezione sulla gestione pubblica dell'acqua.
Come sempre l'ingresso è gratuito.
Film Gomorra (http://www.cinemaitaliano.info/gomorra )
Regia: Matteo Garrone
Anno di produzione: 2008
Durata: 135'
Tipologia: lungometraggio
Genere: criminalità/drammatico/sociale
Paese: Italia
Produzione: Fandango; in collaborazione con Rai Cinema,Sky Cinema
Formato di proiezione: 35mm, colore
Ufficio Stampa: Fandango Press Office / 01 Ufficio Stampa
Vendite Estere: Fandango
Titolo originale: Gomorra
Sinossi: Potere, soldi e sangue. Questi sono i “valori” con i quali
gli abitanti della provincia di Napoli e Caserta, devono scontrarsi
ogni giorno.
Quasi sempre non puoi scegliere, quasi sempre sei costretto a obbedire
alle regole del Sistema, la Camorra, e solo i più fortunati possono
pensare di condurre una vita “normale”.
Cinque vicende s’intrecciano in questo paesaggio violento, un mondo
spietato, apparentemente lontano dalla realtà, ma ben radicato nella
nostra terra.
Don Ciro è il sottomarino. Paga le famiglie dei detenuti affiliati al
suo clan, che comanda incontrastato il territorio. Scaltro, discreto,
svolge il suo compito senza mai immischiarsi. Ma quando questo potere
si sfalda non sa più da chi deve prendere ordini e deve pensare alla
propria sopravvivenza.
Totò ha tredici anni e non vede l’ora di diventare grande...(continua)
Ambientazione: Napoli
Libro da cui è tratto il film "Gomorra":
"Gomorra. Viaggio nell'Impero Economico e nel Sogno di Dominio della Camorra"
di Roberto Saviano, 331 pp, Mondadori, collana Strade Blu, 2006
Un libro che racconta il potere della camorra, la sua affermazione
economica e finanziaria, e la sua potenza militare, la sua metamorfosi
in comitato d'affari. Una scrittura in prima persona fatta dal luogo
degli agguati, nei negozi e nelle fabbriche dei clan, raccogliendo
testimonianze e leggende. La storia parte dalla guerra di
Secondigliano, dall'ascesa del gruppo Di Lauro al conflitto interno
che ha generato 80 morti in poco più di un mese... (continua)
I Gaimer 422 sono una band nata da un evento d'arte
estemporaneo(Invasion Art Pontinia 22 Maggio 2010). Sono il frutto di
una sperimentazione. Travolti dalla fluidità degli eventi e della
libera espressione. Suonano strumenti tipici del rock e
dell'elettronica(chitarra, basso, batteria, sintetizzatori, computer,
theremin). Il loro mood oscilla tra atmosfere calme e ritmiche
incalzanti. Il ruolo centrale delle loro composizioni è
l'improvvisazione, che si accompagna alla voce narrante di Valerio
Vittori, che nel caso di venerdì 26 Novembre sera reciterà brani
estrapolati dal romanzo di Saviano: Gomorra. Per la componente
elettronica della band c'è Alessandro Tomei in arte Alektron, mentre
Fabio cucculelli si dedica alle chitarre imprigionate da effetti
elettronici e analogici, Gianpaolo Danieli al basso e Andrea di Toppa
alla chitarra e cori equilibriano la con la sezione ritmica. La band
crede nel gruppo aperto, infatti in recenti esecuzioni ha suonato con
noi anche Cristian Lombardi alla batteria e percussioni.
Teatro Fellini, continua il cinedocuforum con la proiezione del film
“Gomorra” (regia di Matteo Garrone) tratto dal libro omonimo di
Saviano. A seguire l'esibizione dei “Gaimer 422” e il dibattito.
Poi il 5 dicembre, alle ore 18, la proiezione di “Terra Madre” con la
regia di Ermanno Olmi e lunedi 27 dicembre “Surplus”.
Il programma dovrebbe continuare, secondo la disponibilità del Teatro,
con la proiezione girata in provincia di Latina sulla quinta mafia, e
la proiezione sulla gestione pubblica dell'acqua.
Come sempre l'ingresso è gratuito.
Film Gomorra (http://www.cinemaitaliano.info/gomorra )
Regia: Matteo Garrone
Anno di produzione: 2008
Durata: 135'
Tipologia: lungometraggio
Genere: criminalità/drammatico/sociale
Paese: Italia
Produzione: Fandango; in collaborazione con Rai Cinema,Sky Cinema
Formato di proiezione: 35mm, colore
Ufficio Stampa: Fandango Press Office / 01 Ufficio Stampa
Vendite Estere: Fandango
Titolo originale: Gomorra
Sinossi: Potere, soldi e sangue. Questi sono i “valori” con i quali
gli abitanti della provincia di Napoli e Caserta, devono scontrarsi
ogni giorno.
Quasi sempre non puoi scegliere, quasi sempre sei costretto a obbedire
alle regole del Sistema, la Camorra, e solo i più fortunati possono
pensare di condurre una vita “normale”.
Cinque vicende s’intrecciano in questo paesaggio violento, un mondo
spietato, apparentemente lontano dalla realtà, ma ben radicato nella
nostra terra.
Don Ciro è il sottomarino. Paga le famiglie dei detenuti affiliati al
suo clan, che comanda incontrastato il territorio. Scaltro, discreto,
svolge il suo compito senza mai immischiarsi. Ma quando questo potere
si sfalda non sa più da chi deve prendere ordini e deve pensare alla
propria sopravvivenza.
Totò ha tredici anni e non vede l’ora di diventare grande...(continua)
Ambientazione: Napoli
Libro da cui è tratto il film "Gomorra":
"Gomorra. Viaggio nell'Impero Economico e nel Sogno di Dominio della Camorra"
di Roberto Saviano, 331 pp, Mondadori, collana Strade Blu, 2006
Un libro che racconta il potere della camorra, la sua affermazione
economica e finanziaria, e la sua potenza militare, la sua metamorfosi
in comitato d'affari. Una scrittura in prima persona fatta dal luogo
degli agguati, nei negozi e nelle fabbriche dei clan, raccogliendo
testimonianze e leggende. La storia parte dalla guerra di
Secondigliano, dall'ascesa del gruppo Di Lauro al conflitto interno
che ha generato 80 morti in poco più di un mese... (continua)
I Gaimer 422 sono una band nata da un evento d'arte
estemporaneo(Invasion Art Pontinia 22 Maggio 2010). Sono il frutto di
una sperimentazione. Travolti dalla fluidità degli eventi e della
libera espressione. Suonano strumenti tipici del rock e
dell'elettronica(chitarra, basso, batteria, sintetizzatori, computer,
theremin). Il loro mood oscilla tra atmosfere calme e ritmiche
incalzanti. Il ruolo centrale delle loro composizioni è
l'improvvisazione, che si accompagna alla voce narrante di Valerio
Vittori, che nel caso di venerdì 26 Novembre sera reciterà brani
estrapolati dal romanzo di Saviano: Gomorra. Per la componente
elettronica della band c'è Alessandro Tomei in arte Alektron, mentre
Fabio cucculelli si dedica alle chitarre imprigionate da effetti
elettronici e analogici, Gianpaolo Danieli al basso e Andrea di Toppa
alla chitarra e cori equilibriano la con la sezione ritmica. La band
crede nel gruppo aperto, infatti in recenti esecuzioni ha suonato con
noi anche Cristian Lombardi alla batteria e percussioni.
mobilitazione contro la violenza delle donne
VIOLENZA ALLE DONNE
Un nastro bianco contro la paura
Ad uccidere sono mariti e fidanzati
Una grande mobilitazione per la Giornata mondiale contro gli abusi sul mondo femminile. Un impegno che durerà 16 giorni fino al 10 dicembre nella Giornata dei diritti umani. L'obiettivo è raccogliere 8.000 firme al giorno, tante quante sono le bambine sottoposte quotidianamente alle mutilazioni genitali nel mondo, Un problema che riguarda anche 500.000 donne e ragazze in Europa
di EMANUELA STELLA
ROMA - Donne uccise - quasi sempre da mariti e compagni - ma anche picchiate, stuprate e sottoposte a mutilazioni genitali. E' pensando a loro che l'assemblea generale delle Nazioni Unite, nel 1999, ha indicato nel 25 novembre la giornata in cui ci si mobilita (indossando un nastrino bianco sul bavero della giacca) contro quella che il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, ha definito "la violazione dei diritti umani più vergognosa. Essa non conosce confini né geografia, cultura, povertà o ricchezza. Fintanto che continuerà, non potremo pretendere di aver compiuto dei reali progressi verso l'uguaglianza, lo sviluppo e la pace".
Sedici giorni di impegno. Il 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, è stato scelto per ricordare il brutale assassinio delle tre sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana, ordinato nel 1961 dal dittatore Rafael Trujillo. Governi, amministrazioni locali e Ong hanno messo in campo iniziative che segnano l'avvio di una mobilitazione di 16 giorni contro la violenza di genere e che culmineranno il 10 dicembre nella Giornata dei diritti umani.
130 milioni di vittime. In Italia Amnesty International 1 lega questa giornata alla campagna contro le mutilazioni genitali femminili in Italia, in Europa e nel mondo, sostenuta da Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità, ed Emma Bonino, vice presidente del senato. L'obiettivo è raccogliere 8.000 firme al giorno, tante quante sono le bambine che rischiano di subire mutilazioni dei genitali femminili nel mondo, pari a 3 milioni l'anno, per chiamare la Commissione e il Parlamento europeo a definire una strategia complessiva. Sono 130 milioni nel mondo le donne che hanno subito tali pratiche, diffuse in 28 paesi dell'Africa subsahariana e in alcuni paesi asiatici e del Medio Oriente. Il problema riguarda anche 500.000 donne e ragazze in Europa: Amnesty stima che siano 180.000 le bambine residenti in Europa che rischiano di subire questa pratica. La raccolta di firme 2.
Fenomeno in crescita. Aumentano i "femminicidi" in Italia e il primato è del Nord. L'ultima è Emiliana Femiano, 25 anni, uccisa dall'ex fidanzato domenica scorsa. Nel 2010 sono già 115 le donne ammazzate, stando a un'indagine della Casa delle donne di Bologna 3, che definisce le vittime "donne uccise in quanto tali". I femminicidi erano stati 101 nel 2006, 107 nel 2007, 112 nel 2008, 119 nel 2009. Responsabili i mariti nel 36% dei casi, i conviventi o i partner nel 18%, gli ex compagni nel 9%, i parenti nel 13%. Per lo più italiane le vittime (70,8%) e gli assassini (76%). Secondo l'indagine, dal 2006 al 2009 le donne uccise sono state 439. L'allarme si focalizza sulla violenza domestica, perché le relazioni familiari e tra i sessi risultano essere quelle più "rischiose" per la donna.
Quando si dice "No" alla subalternità. La violenza si scatena quasi sempre quando le donne cercano di sottrarsi al tradizionale ruolo di sottomissione, quando vogliono porre fine a un rapporto o quando vogliono la separazione. La gelosia è una delle principali cause di morte, e i femminicidi sono più numerosi al nord che al sud (49% contro 24%), probabilmente perché al nord le donne sono più emancipate. Nel 64% dei casi l'aggressione avviene nella casa della vittima, il luogo che dovrebbe essere più sicuro e dove invece la vita della donna è maggiormente in pericolo.
Centri antiviolenza a rischio. I tagli previsti dalla legge di stabilità per le organizzazione di volontariato, mettono a repentaglio i centri antiviolenza. Ma i tagli dei fondi agli enti locali, costringono alla chiusura numerosi luoghi concretamente idonei a offrire accoglienza e assistenza alla donna abusata, maltrattata, in fuga da un compagno manesco. È la denuncia della onlus Dire-Donne 4 in rete contro la violenza, che raccoglie 58 centri sul territorio nazionale. Ha cessato l'attività in questi giorni il centro di Cosenza, stessa sorte per quello pugliese di Polignano a Mare, mentre anche quello di Lugo (Ravenna) è in stato di crisi e a fatica riesce, con il contributo volontario delle operatrici, a compiere le sue attività. "Il Governo a parole fa politiche per donne, come il Piano antiviolenza della Carfagna che noi per primi abbiamo voluto, o come la legge anti-stalking, ma nei fatti non ci sono politiche stabili e finanziamenti certi e quindi molti centri sono costretti a chiudere", denuncia Elisa Ercoli, responsabile del centro per le donne vittime di tratta di Roma.
Migliaia le richieste d'aiuto. Sono 13.587 le donne che si sono rivolte nel 2009 a un centro antiviolenza (il 14,2% in più rispetto all'anno precedente): di queste il 67% sono italiane. Le donne ospitate sono state 576 (con 514 minori) a fronte di una capienza massima di 393 posti letto. "Questa politica miope non capisce che i centri antiviolenza costituiscono un investimento non solo sociale ma anche economico del paese, perché una donna accolta in un centro costa sette volte meno rispetto al caso in cui venga assistita dai servizi sociali", hanno sostenuto le operatrici della Dire.
Iniziative concrete. L'Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda) e il Fatebenefratelli, in collaborazione con l'Associazione italiana medici di famiglia 5, hanno redatto un vademecum destinato agli operatori sanitari per riconoscere le vittime di violenza domestica e intervenire ai primi segnali. Il vademecum 6 è scaricabile online e viene distribuito nei 67 ospedali lombardi "amici della donna" premiati con i Bollini rosa di Onda. Una campagna contro lo stalking è stata lanciata dalla Regione Lombardia: promossa da Telefono donna 7, prevede spot tv e radio e cartelloni, con l'obiettivo di far emergere dalla dimensione privata un problema che è sociale, affiancando le donne nella denuncia e fornendo assistenza psicologica e legale.
"L'indifferenza è violenza". Numerose le iniziative locali: cartoline con lo slogan "Anche l'indifferenza è violenza" vengono distribuite sul territorio fiorentino in mercati, scuole, stazioni ferroviarie, insieme al tradizionale fiocco bianco simbolo della giornata, mentre i panifici del vicentino distribuiranno sacchetti con la scritta "Per molte donne la violenza è pane quotidiano, aiutaci ad aiutarti". Sui sacchetti sono indicati recapiti telefonici e mail ai quali le donne vittime di violenza possono rivolgersi. "Non è un paese per donne" 8 è invece lo slogan scelto da una rete di associazioni di Bari per celebrare la giornata contro la violenza.
Le femministe romane. Legano la giornata del 25 novembre alla protesta contro la proposta di legge regionale sui consultori, "che mira a chiudere quelli pubblici spostando i soldi su quelli privati", come scrive Il paese delle donne on line (che dà appuntamento per un presidio davanti alla sede della Regione Lazio). A Roma, al cinema Anica (viale Regina Margherita 286), si incontrano personaggi della musica e del cinema come Fiorella Mannoia e Serena Autieri, per dire basta alla violenza e per ricordare il diritto di sentirsi "Libere di essere" 9. La manifestazione ha il sostegno dell'Assessorato alle politiche sociali di Roma Capitale, guidato da Sveva Belviso.
"Difesa in Rosa". è il titolo dell'iniziativa, patrocinata dalla Commissione delle Elette del Comune di Roma 10, che coinvolgerà gratuitamente donne di tutte le età. Le lezioni di autodifesa si svolgeranno sabato 27 e domenica 28 al Centro Area di via Mendola e saranno tenute dall'Associazione Police Friends. Moltissime le pagine Facebook dedicate alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne (si schiera anche Second Life 11).
(25 novembre 2010)
http://www.repubblica.it/solidarieta/volontariato/2010/11/25/news/un_nastro_bianco_contro_la_paura_ad_uccidere_sono_mariti_e_fidanzati-9487242/
Un nastro bianco contro la paura
Ad uccidere sono mariti e fidanzati
Una grande mobilitazione per la Giornata mondiale contro gli abusi sul mondo femminile. Un impegno che durerà 16 giorni fino al 10 dicembre nella Giornata dei diritti umani. L'obiettivo è raccogliere 8.000 firme al giorno, tante quante sono le bambine sottoposte quotidianamente alle mutilazioni genitali nel mondo, Un problema che riguarda anche 500.000 donne e ragazze in Europa
di EMANUELA STELLA
ROMA - Donne uccise - quasi sempre da mariti e compagni - ma anche picchiate, stuprate e sottoposte a mutilazioni genitali. E' pensando a loro che l'assemblea generale delle Nazioni Unite, nel 1999, ha indicato nel 25 novembre la giornata in cui ci si mobilita (indossando un nastrino bianco sul bavero della giacca) contro quella che il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, ha definito "la violazione dei diritti umani più vergognosa. Essa non conosce confini né geografia, cultura, povertà o ricchezza. Fintanto che continuerà, non potremo pretendere di aver compiuto dei reali progressi verso l'uguaglianza, lo sviluppo e la pace".
Sedici giorni di impegno. Il 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, è stato scelto per ricordare il brutale assassinio delle tre sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana, ordinato nel 1961 dal dittatore Rafael Trujillo. Governi, amministrazioni locali e Ong hanno messo in campo iniziative che segnano l'avvio di una mobilitazione di 16 giorni contro la violenza di genere e che culmineranno il 10 dicembre nella Giornata dei diritti umani.
130 milioni di vittime. In Italia Amnesty International 1 lega questa giornata alla campagna contro le mutilazioni genitali femminili in Italia, in Europa e nel mondo, sostenuta da Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità, ed Emma Bonino, vice presidente del senato. L'obiettivo è raccogliere 8.000 firme al giorno, tante quante sono le bambine che rischiano di subire mutilazioni dei genitali femminili nel mondo, pari a 3 milioni l'anno, per chiamare la Commissione e il Parlamento europeo a definire una strategia complessiva. Sono 130 milioni nel mondo le donne che hanno subito tali pratiche, diffuse in 28 paesi dell'Africa subsahariana e in alcuni paesi asiatici e del Medio Oriente. Il problema riguarda anche 500.000 donne e ragazze in Europa: Amnesty stima che siano 180.000 le bambine residenti in Europa che rischiano di subire questa pratica. La raccolta di firme 2.
Fenomeno in crescita. Aumentano i "femminicidi" in Italia e il primato è del Nord. L'ultima è Emiliana Femiano, 25 anni, uccisa dall'ex fidanzato domenica scorsa. Nel 2010 sono già 115 le donne ammazzate, stando a un'indagine della Casa delle donne di Bologna 3, che definisce le vittime "donne uccise in quanto tali". I femminicidi erano stati 101 nel 2006, 107 nel 2007, 112 nel 2008, 119 nel 2009. Responsabili i mariti nel 36% dei casi, i conviventi o i partner nel 18%, gli ex compagni nel 9%, i parenti nel 13%. Per lo più italiane le vittime (70,8%) e gli assassini (76%). Secondo l'indagine, dal 2006 al 2009 le donne uccise sono state 439. L'allarme si focalizza sulla violenza domestica, perché le relazioni familiari e tra i sessi risultano essere quelle più "rischiose" per la donna.
Quando si dice "No" alla subalternità. La violenza si scatena quasi sempre quando le donne cercano di sottrarsi al tradizionale ruolo di sottomissione, quando vogliono porre fine a un rapporto o quando vogliono la separazione. La gelosia è una delle principali cause di morte, e i femminicidi sono più numerosi al nord che al sud (49% contro 24%), probabilmente perché al nord le donne sono più emancipate. Nel 64% dei casi l'aggressione avviene nella casa della vittima, il luogo che dovrebbe essere più sicuro e dove invece la vita della donna è maggiormente in pericolo.
Centri antiviolenza a rischio. I tagli previsti dalla legge di stabilità per le organizzazione di volontariato, mettono a repentaglio i centri antiviolenza. Ma i tagli dei fondi agli enti locali, costringono alla chiusura numerosi luoghi concretamente idonei a offrire accoglienza e assistenza alla donna abusata, maltrattata, in fuga da un compagno manesco. È la denuncia della onlus Dire-Donne 4 in rete contro la violenza, che raccoglie 58 centri sul territorio nazionale. Ha cessato l'attività in questi giorni il centro di Cosenza, stessa sorte per quello pugliese di Polignano a Mare, mentre anche quello di Lugo (Ravenna) è in stato di crisi e a fatica riesce, con il contributo volontario delle operatrici, a compiere le sue attività. "Il Governo a parole fa politiche per donne, come il Piano antiviolenza della Carfagna che noi per primi abbiamo voluto, o come la legge anti-stalking, ma nei fatti non ci sono politiche stabili e finanziamenti certi e quindi molti centri sono costretti a chiudere", denuncia Elisa Ercoli, responsabile del centro per le donne vittime di tratta di Roma.
Migliaia le richieste d'aiuto. Sono 13.587 le donne che si sono rivolte nel 2009 a un centro antiviolenza (il 14,2% in più rispetto all'anno precedente): di queste il 67% sono italiane. Le donne ospitate sono state 576 (con 514 minori) a fronte di una capienza massima di 393 posti letto. "Questa politica miope non capisce che i centri antiviolenza costituiscono un investimento non solo sociale ma anche economico del paese, perché una donna accolta in un centro costa sette volte meno rispetto al caso in cui venga assistita dai servizi sociali", hanno sostenuto le operatrici della Dire.
Iniziative concrete. L'Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda) e il Fatebenefratelli, in collaborazione con l'Associazione italiana medici di famiglia 5, hanno redatto un vademecum destinato agli operatori sanitari per riconoscere le vittime di violenza domestica e intervenire ai primi segnali. Il vademecum 6 è scaricabile online e viene distribuito nei 67 ospedali lombardi "amici della donna" premiati con i Bollini rosa di Onda. Una campagna contro lo stalking è stata lanciata dalla Regione Lombardia: promossa da Telefono donna 7, prevede spot tv e radio e cartelloni, con l'obiettivo di far emergere dalla dimensione privata un problema che è sociale, affiancando le donne nella denuncia e fornendo assistenza psicologica e legale.
"L'indifferenza è violenza". Numerose le iniziative locali: cartoline con lo slogan "Anche l'indifferenza è violenza" vengono distribuite sul territorio fiorentino in mercati, scuole, stazioni ferroviarie, insieme al tradizionale fiocco bianco simbolo della giornata, mentre i panifici del vicentino distribuiranno sacchetti con la scritta "Per molte donne la violenza è pane quotidiano, aiutaci ad aiutarti". Sui sacchetti sono indicati recapiti telefonici e mail ai quali le donne vittime di violenza possono rivolgersi. "Non è un paese per donne" 8 è invece lo slogan scelto da una rete di associazioni di Bari per celebrare la giornata contro la violenza.
Le femministe romane. Legano la giornata del 25 novembre alla protesta contro la proposta di legge regionale sui consultori, "che mira a chiudere quelli pubblici spostando i soldi su quelli privati", come scrive Il paese delle donne on line (che dà appuntamento per un presidio davanti alla sede della Regione Lazio). A Roma, al cinema Anica (viale Regina Margherita 286), si incontrano personaggi della musica e del cinema come Fiorella Mannoia e Serena Autieri, per dire basta alla violenza e per ricordare il diritto di sentirsi "Libere di essere" 9. La manifestazione ha il sostegno dell'Assessorato alle politiche sociali di Roma Capitale, guidato da Sveva Belviso.
"Difesa in Rosa". è il titolo dell'iniziativa, patrocinata dalla Commissione delle Elette del Comune di Roma 10, che coinvolgerà gratuitamente donne di tutte le età. Le lezioni di autodifesa si svolgeranno sabato 27 e domenica 28 al Centro Area di via Mendola e saranno tenute dall'Associazione Police Friends. Moltissime le pagine Facebook dedicate alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne (si schiera anche Second Life 11).
(25 novembre 2010)
http://www.repubblica.it/solidarieta/volontariato/2010/11/25/news/un_nastro_bianco_contro_la_paura_ad_uccidere_sono_mariti_e_fidanzati-9487242/
mercoledì 24 novembre 2010
arsenico e acqua
Pontinia è uno dei 128 comuni italiani
(http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/10_novembre_22/arsenico-e-vecchi-acquedotti-ue-boccia-fulloni-1804217682750.shtml)
che rischiano la chiusura dell'acquedotto pubblico per aver richiesto (non certo il comune, ma l'Italia) la deroga sui limiti della quantità di arsenico nell'acqua.
Ovviamente le responsabilità non sono del sindaco, ma eventualmente della società privata che gestisce (o dovrebbe) il servizio.
Quando si è diffusa la notizia, non certo per fonte del governo, tanto meno del TG1, neppure del gestore privato, ho riproposto la richiesta per conoscere i dati sulle analisi.
Esami che dovrebbero essere di routine e, considerata l'importanza, diffusi a prescindere dalla richiesta.
Nel passato ci è stato detto che questi limiti erano rispettati (quali però quelli in deroga oppure quelli che garantiscono la salute pubblica?) ma senza dati oggettivi (percentuali, periodicità degli
esami, punti di prelievo, ecc.).
Quando avevo avanzato in precedenza la domanda, pubblicata dai quotidiani locali, le persone avevano chiesto informazioni in merito.
Le risposte anzichè rassicurare hanno allarmato maggiormente i cittadini perchè imprecise con l'effetto di raddoppiare la vendita di acqua minerale in bottiglia.
La mancanza di chiarezza e di risposte immediate su un fatto che dovrebbe essere pubblico e accessibile a tutti, aumenta il timore delle persone.
Di seguito alcune informazioni sull'arsenico.
Giorgio Libralato
http://www.acquabenecomune.org/aprilia/article.php3?id_article=4408
La storia
L’Arsenico, simbolo chimico As, è un elemento molto diffuso e presente nella struttura geologica terrestre.
L’Arsenico è un semimetallo o metalloide in quanto possiede proprietà intermedie tra quelle dei metalli e quelle dei non metalli.
Da sempre conosciuto per il suo potere venefico, è usato come componente di leghe metalliche e del vetro; viene impiegato anche nella realizzazione di semiconduttori ed è stato utilizzato per lungo tempo in alcuni tipi di preparazioni per il legno.
Fin dai tempi di Ippocrate, è stato impiegato in preparazioni per la cura di diverse malattie: in epoca pre-antibiotica se ne ricorda l’uso nel trattamento della sifilide.
Nel 2000, la FDA ( Food and Drug Administration) ha approvato un composto: il triossido di Arsenico, per il trattamento della leucemia promielocitica acuta.
Il problema ambientale
In epoca industriale la presenza dell’Arsenico nell’ambiente è stata notevolmente incrementata dalla combustione del carbone e di altri combustibili di derivazione fossile.
Centrali elettriche alimentate a carbone, a gas, ad olio combustibile e a biomasse, fonderie, cementifici, traffico veicolare ed aereo, incenerimento dei rifiuti e l’uso di pesticidi e fitofarmaci in agricoltura, hanno contribuito e contribuiscono alla diffusione di questo elemento nell’aria, nei terreni e nelle acque.
La centrale riconvertita a carbone di Torre Valdaliga Nord a Civitavecchia e quella ad olio combustibile di Montalto di Castro, contribuiscono notevolmente con le loro emissioni all’aumento del quantitativo di Arsenico nell’aria e quindi per ricaduta anche nel territorio dell’Alto Lazio.
Inoltre gli sversamenti illegali di rifiuti tossici e la contaminazione di corpi idrici con percolato, proveniente da discariche non a norma o del tutto abusive di rifiuti anche tossici, possono incrementare la presenza di Arsenico nei terreni e nelle falde acquifere.
Questa immissione e diffusione nell’ambiente dell’Arsenico altera gli ecosistemi e contamina la catena alimentare.
Gli esseri umani possono essere esposti all’Arsenico principalmente attraverso l’assunzione di acqua, dove esso è presente in forma inorganica: sia come Arsenico trivalente (As III) che Arsenico pentavalente (As V), ma anche tramite l’aria, le bevande, gli alimenti (principalmente con l’assunzione di pesce, molluschi, crostacei, carne, pollame, alghe e derivati, cereali e derivati, riso e derivati,
verdure).
L’esposizione delle persone all’Arsenico può avvenire anche durante comuni attività come il lavarsi e il nuotare.
Il territorio dell’Alto Lazio, a causa della sua origine geologica, presenta acque sotterranee e superficiali utilizzate per consumo umano con concentrazioni elevate di Arsenico, Fluoro e Vanadio che superano i limiti previsti dalle vigenti disposizioni di legge e gli obiettivi di qualità indicati per le acque potabili.
Gli effetti sulla salute derivanti dell’esposizione cronica all’Arsenico Le problematiche sanitarie e ambientali determinate dall’arsenico sono ben note e sono costante oggetto di studi e ricerche; sul sito on-line di una delle più importanti biblioteche mediche internazionali “PubMed” (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/), digitando “arsenic
drinking water” sono presenti, al novembre 2010, ben 1592
pubblicazioni scientifiche.
L’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (I.A.R.C.)
(http://monographs.iarc.fr/ENG/Classification/index.php) classifica
l’Arsenico come elemento cancerogeno certo di classe 1 e lo pone in
diretta correlazione con molte patologie oncologiche e in particolare
con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute.
L’esposizione ad Arsenico attraverso l’acqua destinata a consumo umano
è stata associata anche a cancro del fegato e del colon. Gli effetti
dell’Arsenico sull’epigenoma cellulare potrebbero spiegare i
meccanismi di cancerogenicità di questo elemento e questi effetti
avvalorano la tesi che anche dosi ridottissime di Arsenico possono
esercitare effetti negativi sulla salute.
L’azione cancerogena e pro-cancerogena dell’Arsenico come di altri
metalli è stata finora indagata essenzialmente in ambito
tossicologico, privilegiando lo studio dei meccanismi genotossici
(mutageni) diretti e indiretti (produzione di radicali liberi).
E’ importante sottolineare come la cancerogenesi da Arsenico e da
metalli in genere rappresenti invece un esempio ideale per introdurre
i nuovi modelli “epigenetici” di cancerogenesi, basati
sull’esposizione continua a quantità minimali di agenti
epi-genotossici, in grado di indurre in varie popolazioni cellulari
uno stato di stress genomico persistente e, per questa via, una
condizione di flogosi cronica, con progressiva attivazione di
specifiche pathways cellulari, favorenti la trasformazione del tessuto
in senso neoplastico.
L’ipotesi più accreditata è che l’Arsenico possa agire come promotore
tumorale attraverso la produzione di ROS (Radicali liberi
dell’Ossigeno) e l’attivazione e/o ipersecrezione di citochine
pro-infiammatorie e fattori di crescita.
Tuttavia, l’Arsenico potrebbe esercitare la sua azione cancerogena
anche attraverso meccanismi epigenetici, che determinano
ipometilazione del DNA (la deplezione di gruppi metilici potrebbe
essere dovuta al fatto che l’Arsenico deve essere continuamente
metilato).
I possibili meccanismi di cancerogenicità comprendono: genotossicità
diretta, stress ossidativo,
co-cancerogenesi, inibizione dei sistemi di riparazione del DNA, la
promozione della proliferazione cellulare, ma anche alterazioni della
trasduzione del segnale e alterata metilazione del DNA.
L’assunzione cronica di Arsenico è indicata inoltre da numerosissimi
studi scientifici anche quale responsabile di patologie
cardiovascolari (in particolare della “malattia del piede nero -black
foot disease-“ per compromissione della vascolarizzazione periferica,
infarto del miocardio, ictus, coronaropatie etc.); patologie
neurologiche e neurocomportamentali; diabete di tipo 2; lesioni
cutanee (iperpigmentazione ed ipopigmentazione, cheratosi, melanosi);
disturbi respiratori; disturbi della sfera riproduttiva e malattie
ematologiche.
E’ importante considerare che nel metabolismo dell’Arsenico e quindi
nel rischio di malattia da esposizione all’Arsenico, gioca un ruolo
importante anche la diversa suscettibilità individuale determinata
dalla presenza di particolari polimorfismi che codificano enzimi
coinvolti nel processo di metilazione dell’Arsenico.
Un aspetto emergente e sempre più studiato della tossicità
dell’Arsenico è inoltre quello relativo alla sua azione quale
Endocrine Disruptor (EDCs), termine corrispondente all’italiano
interferente endocrino (IE).
Gli interferenti endocrini (IE) sono un gruppo eterogeneo di sostanze
e miscele di sostanze che interferiscono sul normale funzionamento del
sistema endocrino umano e su quello di molteplici organismi quali:
pesci, foche, uccelli, rettili, anfibi, primati e persino
invertebrati.
L’azione di interferenza endocrina può determinare un aumento o una
riduzione della quantità di ormone prodotta e della sua attività
metabolica e un’azione appunto d’interferenza tra l’ormone e il legame
con i suoi recettori.
Gli interferenti endocrini dotati di potenzialità mimetiche e in grado
di interagire con recettori di membrana e nucleari e, quindi,
direttamente o indirettamente, con i (co)fattori di trascrizione,
modificando l’espressione genica e, nel lungo termine, l’assetto
(epi)genetico di cellule, tessuti, organismi, ecosistemi.
E’ stata dimostrata l’associazione significativa tra l’esposizione ad
elevati valori di Arsenico inorganico e diabete di tipo 2; studi
sperimentali hanno mostrato che l’Arsenico è in grado di inibire la
produzione e secrezione dell’insulina e la tolleranza al glucosio,
nonché di modificare l’attività del recettore nucleare per i
glucocorticoidi.
Altri studi evidenziano come l’esposizione all’Arsenico durante la
gravidanza (questo elemento attraversa la barriera placentare) può
causare dei cambiamenti nell’espressione genica del feto che possono
determinare la comparsa di gravi patologie, anche di tipo
neurocognitivo, nel corso della vita e anche a decenni di distanza
dall’esposizione materna.
E’inoltre estremamente importante considerare la possibile interazione
e sinergia tra le diverse sostanze tossiche e cancerogene che oltre
all’arsenico possono essere riscontrate nell’acqua.
Il Vanadio, il Selenio, il Fluoro, i metalli pesanti ed elementi
radioattivi, i pesticidi, i fitofarmaci, le diossine, i sottoprodotti
della disinfezione dell’acqua per clorazione, batteri, virus,
parassiti, alghe e le microcistine prodotte da particolari tipi di
alghe e cianobatteri (come nel caso del Plankthotrix rubescens,detto
anche alga rossa, presente nel lago di Vico) etc.; tutti questi
elementi possono determinare rischio e danno alla salute con
molteplici meccanismi di interazione ed amplificazione diversi da
quello della sola e semplice sommazione.
Le vigenti disposizioni di legge
Il Decreto legislativo n. 31 del 2 febbraio 2001
( http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/Testi/01031dl.htm)
,modificato e integrato con successivo D.Lgs. 27/02, disciplina la
qualità delle acque potabili destinate al consumo umano garantendone
la salubrità e la pulizia. Questo decreto legge, in recepimento della
Direttiva europea 98/83/CE, dal dicembre 2003 ha abbassato il limite
previsto per l’Arsenico nelle acque potabili da 50 a 10 μg/l
(microgrammi/litro), proprio in considerazione della sua
cancerogenicità e dell’evidente rischio per la salute umana.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) fornisce chiare
indicazioni riguardo alla tossicità dell’arsenico nelle acque potabili
ed indica come accettabile e solo in via transitoria, il valore da 1 a
10 microgrammi/litro di Arsenico nelle acque destinate a consumo umano
mentre auspica valori tra lo 0 e i 5 microgrammi/litro come obiettivo
realistico, in considerazione delle attuali problematiche di
dearsenificazione e dell’incertezza relativa al rischio per la salute
umana determinato da esposizioni anche a bassissime concentrazioni di
questo elemento
(http://www.who.int/water_sanitation_health/dwq/gdwq3rev/en/index.html)
.
In Italia le acque di alcune regioni: Lombardia, Toscana, Lazio,
Sardegna, Campania e Trentino presentano elevati valori di Arsenico.
La Regione Lazio sin dal 2003 ha continuamente fatto ricorso
all’istituto della deroga, tuttora vigente, che ha innalzato il limite
previsto dal D. Lgs. 31/2001 da 10 a 50 microgrammi/litro per
l’Arsenico (ma anche i limiti per altri elementi quali: il Fluoro, il
Vanadio, il Selenio) e di fatto ha reso potabili per deroga acque che
in realtà non lo sono.
I periodi di deroga sono concessi perché i gestori presentino ed
attuino piani di rientro mediante idonee tecnologie di trattamento
delle acque captate e/o individuando nuove risorse idriche sostitutive
che permettano di assicurare acque salubri e pulite.
Durante i periodi di deroga dunque devono essere individuate e
realizzate le soluzioni definitive ed efficaci per le problematiche
per le quali la deroga stessa è concessa.
Al momento e dopo anni dal recepimento della Direttiva europea
98/83/CE, nell’Alto Lazio non risulta che sia stata ancora realizzata
alcuna definitiva, efficace e complessiva soluzione per i tutti i
Comuni facenti parte dell’ATO-1 Lazio: tutti i Comuni della Provincia
di Viterbo e il Comune di Bracciano, di Mazzano e Magliano,
appartenenti alla Provincia di Roma.
I controlli sulla qualità e potabilità delle acque
I controlli sulla qualità e potabilità delle acque destinate a consumo
umano sono demandati alle ASL che si avvalgono della struttura tecnica
delle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente (A.R.P.A.).
Il D. Lgs. 31/2001 prevede controlli esterni, quelli predisposti
dall’ASL, e controlli interni, sotto la diretta responsabilità dei
gestori degli acquedotti, in modo da stabilire un doppio controllo
(interno ed esterno) a garanzia della qualità e salubrità delle acque.
I controlli relativamente all’Arsenico dosano il quantitativo totale
di Arsenico nelle acque e dovrebbero sempre rilevare ed indicare i
valori di Arsenico anche al di sotto della soglia di 10μg/l.
Il D. Lgs. 31/01 prevede che il giudizio di qualità e di idoneità
d’uso delle acque destinate al consumo umano, fondato sulle risultanze
dell’esame ispettivo e dei controlli analitici, sia emesso dalle ASL
territorialmente competenti.
Il numero dei controlli programmati in situazioni di criticità delle
acque, come previsto all’art. 8 comma 1 del D. Lgs. 31/2001,
dovrebbero aumentare rispetto a quelli effettuati di routine e
dovrebbero essere tali da ”… garantire la significativa
rappresentatività della qualità delle acque distribuite durante
l’anno, nel rispetto di quanto stabilito dall’allegato II ”.
L’informazione alle popolazioni
Le popolazioni sul cui territorio ricadano provvedimenti di deroga
devono essere sempre prontamente avvisate ed informate secondo quanto
previsto dall’ art. 13 comma 11 del D. Lgs. 31/2001 : ” La Regione o
Provincia autonoma che si avvale delle deroghe di cui al presente
articolo provvede affinché la popolazione interessata sia
tempestivamente e adeguatamente informata delle deroghe applicate e
delle condizioni che le disciplinano. Ove occorra, la regione o
provincia autonoma provvede inoltre a fornire raccomandazioni a gruppi
specifici di popolazione per i quali la deroga possa costituire un
rischio particolare.
Le informazioni e raccomandazioni fornite alla popolazione fanno parte
integrante del provvedimento di deroga. Gli obblighi di cui al
presente comma sono osservati anche nei casi di cui al comma 9,
qualora la Regione o la Provincia autonoma lo ritenga opportuno”.
L’informazione deve essere la più ampia e diffusa, deve fornire
consigli comportamentali e indicazioni circa il corretto uso
dell’acqua soprattutto in particolari situazioni e per particolari
gruppi di persone : infanzia, donne in gravidanza e in stato
preconcezionale, malati ed anziani.
A distanza ormai di anni dall’entrata in vigore del D. Lgs. 31/2001
gli abitanti della Regione Lazio, in particolare quelli che risiedono
in aree con caratteristiche geologiche di natura vulcanica come il
territorio dell’Alto Lazio, sono ancora esposti all’assunzione di
acque con valori di Arsenico superiori a 10 microgrammi/litro in
assenza di una efficace e capillare informazione relativamente alle
problematiche sanitarie determinate dall’assunzione di acqua ed
alimenti con elevato contenuto di Arsenico.
Monitoraggio dello stato di salute delle popolazioni
Le popolazioni che vivono in territori, come quello dell’Alto Lazio,
dove le acque presentano valori di Arsenico ben al di sopra degli
obiettivi di qualità e di quanto disposto dalle vigenti normative di
legge, dovrebbero essere sottoposti ad un attento e periodico
monitoraggio del proprio stato di salute anche attraverso studi
osservazionali: in particolare i bambini per le peculiarità del loro
metabolismo e poiché in fase di costante e rapido accrescimento
organico.
Il monitoraggio delle condizioni di salute dovrebbe essere effettuato
con periodiche visite ambulatoriali, con la raccolta dell’anamnesi e
un attento esame obiettivo, e dovrebbe prevedere l’esecuzione di test
mirati alla valutazione del quantitativo di Arsenico e dei suoi
metaboliti nel sangue, nelle urine, nei capelli e nelle unghie delle
persone esaminate. The urine test is the most reliable test for
arsenic exposure within the last few days.
Questi test sono in grado di quantificare l’esposizione all’Arsenico
ma non sono in grado di predire come l’esposizione stessa possa
influenzare lo stato di salute di ogni singola persona e in
particolare di ogni bambino poiché la suscettibilità individuale nei
processi di disintossicazione gioca un ruolo in gran parte sconosciuto
nei suoi meccanismi.
Le soluzioni per la rimozione dell’Arsenico dalle acque
Le acque possono essere depurate dalla presenza dell’Arsenico come di
altre sostanze tossiche.
Sono attualmente disponibili diverse soluzioni tecnologiche, già
operative in Italia e nel mondo, che, con procedimenti e metodiche
diversificate, riescono a riportare nei limiti indicati dal D. Lgs.
31/2001 i valori dell’Arsenico. Le metodiche più utilizzate sono: la
precipitazione, i processi a membrana, i processi di adsorbimento, la
rimozione biologica, i processi a scambio ionico. Tutte queste
tecniche presentano elevate percentuali di rimozione dell’Arsenico che
possono arrivare sino al 99% del totale.
La scelta di una tecnica piuttosto che un’altra, si deve basare sulla
conoscenza delle proprietà dell’acqua da trattare, sulla speciazione
del tipo di Arsenico presente (l’Arsenico può essere presente in forma
trivalente- As III- o pentavalente- As V-), sul numero e sulle
caratteristiche delle fonti di approvvigionamento, sul numero degli
utenti a cui è rivolto il servizio, sulle caratteristiche
dell’impianto, relativamente anche ai costi e alla manutenzione,
sull’eventuale possibilità di ridurre la concentrazione di Arsenico
con la miscelazione di acque prive o con minor contenuto di Arsenico,
sulla minor produzione di fanghi e rifiuti generati dal processo di
depurazione, sulla conservazione delle qualità organolettiche
dell’acqua una volta depurata.
Conclusioni
L’acqua è un elemento fondamentale e prezioso per la vita del pianeta
e di ogni essere umano.
E’ una risorsa non illimitata che va protetta con il risparmio e la
razionalizzazione della sua distribuzione, con la salvaguardia e il
risanamento degli ecosistemi e dei bacini idrici utilizzati per
approvvigionamento di acque potabili, con il miglioramento del sistema
degli acquedotti e della depurazione.
“ Ex aqua salus”. L’accesso e la disponibilità di acque, salubri,
pulite e di qualità, sono le condizioni necessarie ed indispensabili
per vivere in modo sano e per tutelare e proteggere lo stato di salute
di tutte le persone ed in particolare dei bambini.
L’Arsenico presente nelle acque insieme ad altre sostanze tossiche e
cancerogene crea una inaccettabile condizione di rischio e danno alla
salute delle persone e altera l’intero ecosistema.
L’uso delle tecnologie oggi disponibili, insieme ad una sana politica
di trasformazione e controllo di tutte quelle attività industriali ed
agricole, che immettono nell’ambiente Arsenico insieme ad un numero
sempre più elevato di sostanze tossiche e dagli effetti ancora poco
conosciuti, è l’unica, rapida e fattibile soluzione per garantire in
modo compiuto il diritto alla salute e alla vita per tutti.
*
dottor Gianni Ghirga
dottoressa Antonella Litta
dottor Mauro Mocci
per il coordinamento dell’Alto Lazio dell’Isde - Associazione italiana
medici per l’ambiente
(International Society of Doctors for the Environment - Italia)
(http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/10_novembre_22/arsenico-e-vecchi-acquedotti-ue-boccia-fulloni-1804217682750.shtml)
che rischiano la chiusura dell'acquedotto pubblico per aver richiesto (non certo il comune, ma l'Italia) la deroga sui limiti della quantità di arsenico nell'acqua.
Ovviamente le responsabilità non sono del sindaco, ma eventualmente della società privata che gestisce (o dovrebbe) il servizio.
Quando si è diffusa la notizia, non certo per fonte del governo, tanto meno del TG1, neppure del gestore privato, ho riproposto la richiesta per conoscere i dati sulle analisi.
Esami che dovrebbero essere di routine e, considerata l'importanza, diffusi a prescindere dalla richiesta.
Nel passato ci è stato detto che questi limiti erano rispettati (quali però quelli in deroga oppure quelli che garantiscono la salute pubblica?) ma senza dati oggettivi (percentuali, periodicità degli
esami, punti di prelievo, ecc.).
Quando avevo avanzato in precedenza la domanda, pubblicata dai quotidiani locali, le persone avevano chiesto informazioni in merito.
Le risposte anzichè rassicurare hanno allarmato maggiormente i cittadini perchè imprecise con l'effetto di raddoppiare la vendita di acqua minerale in bottiglia.
La mancanza di chiarezza e di risposte immediate su un fatto che dovrebbe essere pubblico e accessibile a tutti, aumenta il timore delle persone.
Di seguito alcune informazioni sull'arsenico.
Giorgio Libralato
http://www.acquabenecomune.org/aprilia/article.php3?id_article=4408
La storia
L’Arsenico, simbolo chimico As, è un elemento molto diffuso e presente nella struttura geologica terrestre.
L’Arsenico è un semimetallo o metalloide in quanto possiede proprietà intermedie tra quelle dei metalli e quelle dei non metalli.
Da sempre conosciuto per il suo potere venefico, è usato come componente di leghe metalliche e del vetro; viene impiegato anche nella realizzazione di semiconduttori ed è stato utilizzato per lungo tempo in alcuni tipi di preparazioni per il legno.
Fin dai tempi di Ippocrate, è stato impiegato in preparazioni per la cura di diverse malattie: in epoca pre-antibiotica se ne ricorda l’uso nel trattamento della sifilide.
Nel 2000, la FDA ( Food and Drug Administration) ha approvato un composto: il triossido di Arsenico, per il trattamento della leucemia promielocitica acuta.
Il problema ambientale
In epoca industriale la presenza dell’Arsenico nell’ambiente è stata notevolmente incrementata dalla combustione del carbone e di altri combustibili di derivazione fossile.
Centrali elettriche alimentate a carbone, a gas, ad olio combustibile e a biomasse, fonderie, cementifici, traffico veicolare ed aereo, incenerimento dei rifiuti e l’uso di pesticidi e fitofarmaci in agricoltura, hanno contribuito e contribuiscono alla diffusione di questo elemento nell’aria, nei terreni e nelle acque.
La centrale riconvertita a carbone di Torre Valdaliga Nord a Civitavecchia e quella ad olio combustibile di Montalto di Castro, contribuiscono notevolmente con le loro emissioni all’aumento del quantitativo di Arsenico nell’aria e quindi per ricaduta anche nel territorio dell’Alto Lazio.
Inoltre gli sversamenti illegali di rifiuti tossici e la contaminazione di corpi idrici con percolato, proveniente da discariche non a norma o del tutto abusive di rifiuti anche tossici, possono incrementare la presenza di Arsenico nei terreni e nelle falde acquifere.
Questa immissione e diffusione nell’ambiente dell’Arsenico altera gli ecosistemi e contamina la catena alimentare.
Gli esseri umani possono essere esposti all’Arsenico principalmente attraverso l’assunzione di acqua, dove esso è presente in forma inorganica: sia come Arsenico trivalente (As III) che Arsenico pentavalente (As V), ma anche tramite l’aria, le bevande, gli alimenti (principalmente con l’assunzione di pesce, molluschi, crostacei, carne, pollame, alghe e derivati, cereali e derivati, riso e derivati,
verdure).
L’esposizione delle persone all’Arsenico può avvenire anche durante comuni attività come il lavarsi e il nuotare.
Il territorio dell’Alto Lazio, a causa della sua origine geologica, presenta acque sotterranee e superficiali utilizzate per consumo umano con concentrazioni elevate di Arsenico, Fluoro e Vanadio che superano i limiti previsti dalle vigenti disposizioni di legge e gli obiettivi di qualità indicati per le acque potabili.
Gli effetti sulla salute derivanti dell’esposizione cronica all’Arsenico Le problematiche sanitarie e ambientali determinate dall’arsenico sono ben note e sono costante oggetto di studi e ricerche; sul sito on-line di una delle più importanti biblioteche mediche internazionali “PubMed” (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/), digitando “arsenic
drinking water” sono presenti, al novembre 2010, ben 1592
pubblicazioni scientifiche.
L’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (I.A.R.C.)
(http://monographs.iarc.fr/ENG/Classification/index.php) classifica
l’Arsenico come elemento cancerogeno certo di classe 1 e lo pone in
diretta correlazione con molte patologie oncologiche e in particolare
con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute.
L’esposizione ad Arsenico attraverso l’acqua destinata a consumo umano
è stata associata anche a cancro del fegato e del colon. Gli effetti
dell’Arsenico sull’epigenoma cellulare potrebbero spiegare i
meccanismi di cancerogenicità di questo elemento e questi effetti
avvalorano la tesi che anche dosi ridottissime di Arsenico possono
esercitare effetti negativi sulla salute.
L’azione cancerogena e pro-cancerogena dell’Arsenico come di altri
metalli è stata finora indagata essenzialmente in ambito
tossicologico, privilegiando lo studio dei meccanismi genotossici
(mutageni) diretti e indiretti (produzione di radicali liberi).
E’ importante sottolineare come la cancerogenesi da Arsenico e da
metalli in genere rappresenti invece un esempio ideale per introdurre
i nuovi modelli “epigenetici” di cancerogenesi, basati
sull’esposizione continua a quantità minimali di agenti
epi-genotossici, in grado di indurre in varie popolazioni cellulari
uno stato di stress genomico persistente e, per questa via, una
condizione di flogosi cronica, con progressiva attivazione di
specifiche pathways cellulari, favorenti la trasformazione del tessuto
in senso neoplastico.
L’ipotesi più accreditata è che l’Arsenico possa agire come promotore
tumorale attraverso la produzione di ROS (Radicali liberi
dell’Ossigeno) e l’attivazione e/o ipersecrezione di citochine
pro-infiammatorie e fattori di crescita.
Tuttavia, l’Arsenico potrebbe esercitare la sua azione cancerogena
anche attraverso meccanismi epigenetici, che determinano
ipometilazione del DNA (la deplezione di gruppi metilici potrebbe
essere dovuta al fatto che l’Arsenico deve essere continuamente
metilato).
I possibili meccanismi di cancerogenicità comprendono: genotossicità
diretta, stress ossidativo,
co-cancerogenesi, inibizione dei sistemi di riparazione del DNA, la
promozione della proliferazione cellulare, ma anche alterazioni della
trasduzione del segnale e alterata metilazione del DNA.
L’assunzione cronica di Arsenico è indicata inoltre da numerosissimi
studi scientifici anche quale responsabile di patologie
cardiovascolari (in particolare della “malattia del piede nero -black
foot disease-“ per compromissione della vascolarizzazione periferica,
infarto del miocardio, ictus, coronaropatie etc.); patologie
neurologiche e neurocomportamentali; diabete di tipo 2; lesioni
cutanee (iperpigmentazione ed ipopigmentazione, cheratosi, melanosi);
disturbi respiratori; disturbi della sfera riproduttiva e malattie
ematologiche.
E’ importante considerare che nel metabolismo dell’Arsenico e quindi
nel rischio di malattia da esposizione all’Arsenico, gioca un ruolo
importante anche la diversa suscettibilità individuale determinata
dalla presenza di particolari polimorfismi che codificano enzimi
coinvolti nel processo di metilazione dell’Arsenico.
Un aspetto emergente e sempre più studiato della tossicità
dell’Arsenico è inoltre quello relativo alla sua azione quale
Endocrine Disruptor (EDCs), termine corrispondente all’italiano
interferente endocrino (IE).
Gli interferenti endocrini (IE) sono un gruppo eterogeneo di sostanze
e miscele di sostanze che interferiscono sul normale funzionamento del
sistema endocrino umano e su quello di molteplici organismi quali:
pesci, foche, uccelli, rettili, anfibi, primati e persino
invertebrati.
L’azione di interferenza endocrina può determinare un aumento o una
riduzione della quantità di ormone prodotta e della sua attività
metabolica e un’azione appunto d’interferenza tra l’ormone e il legame
con i suoi recettori.
Gli interferenti endocrini dotati di potenzialità mimetiche e in grado
di interagire con recettori di membrana e nucleari e, quindi,
direttamente o indirettamente, con i (co)fattori di trascrizione,
modificando l’espressione genica e, nel lungo termine, l’assetto
(epi)genetico di cellule, tessuti, organismi, ecosistemi.
E’ stata dimostrata l’associazione significativa tra l’esposizione ad
elevati valori di Arsenico inorganico e diabete di tipo 2; studi
sperimentali hanno mostrato che l’Arsenico è in grado di inibire la
produzione e secrezione dell’insulina e la tolleranza al glucosio,
nonché di modificare l’attività del recettore nucleare per i
glucocorticoidi.
Altri studi evidenziano come l’esposizione all’Arsenico durante la
gravidanza (questo elemento attraversa la barriera placentare) può
causare dei cambiamenti nell’espressione genica del feto che possono
determinare la comparsa di gravi patologie, anche di tipo
neurocognitivo, nel corso della vita e anche a decenni di distanza
dall’esposizione materna.
E’inoltre estremamente importante considerare la possibile interazione
e sinergia tra le diverse sostanze tossiche e cancerogene che oltre
all’arsenico possono essere riscontrate nell’acqua.
Il Vanadio, il Selenio, il Fluoro, i metalli pesanti ed elementi
radioattivi, i pesticidi, i fitofarmaci, le diossine, i sottoprodotti
della disinfezione dell’acqua per clorazione, batteri, virus,
parassiti, alghe e le microcistine prodotte da particolari tipi di
alghe e cianobatteri (come nel caso del Plankthotrix rubescens,detto
anche alga rossa, presente nel lago di Vico) etc.; tutti questi
elementi possono determinare rischio e danno alla salute con
molteplici meccanismi di interazione ed amplificazione diversi da
quello della sola e semplice sommazione.
Le vigenti disposizioni di legge
Il Decreto legislativo n. 31 del 2 febbraio 2001
( http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/Testi/01031dl.htm)
,modificato e integrato con successivo D.Lgs. 27/02, disciplina la
qualità delle acque potabili destinate al consumo umano garantendone
la salubrità e la pulizia. Questo decreto legge, in recepimento della
Direttiva europea 98/83/CE, dal dicembre 2003 ha abbassato il limite
previsto per l’Arsenico nelle acque potabili da 50 a 10 μg/l
(microgrammi/litro), proprio in considerazione della sua
cancerogenicità e dell’evidente rischio per la salute umana.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) fornisce chiare
indicazioni riguardo alla tossicità dell’arsenico nelle acque potabili
ed indica come accettabile e solo in via transitoria, il valore da 1 a
10 microgrammi/litro di Arsenico nelle acque destinate a consumo umano
mentre auspica valori tra lo 0 e i 5 microgrammi/litro come obiettivo
realistico, in considerazione delle attuali problematiche di
dearsenificazione e dell’incertezza relativa al rischio per la salute
umana determinato da esposizioni anche a bassissime concentrazioni di
questo elemento
(http://www.who.int/water_sanitation_health/dwq/gdwq3rev/en/index.html)
.
In Italia le acque di alcune regioni: Lombardia, Toscana, Lazio,
Sardegna, Campania e Trentino presentano elevati valori di Arsenico.
La Regione Lazio sin dal 2003 ha continuamente fatto ricorso
all’istituto della deroga, tuttora vigente, che ha innalzato il limite
previsto dal D. Lgs. 31/2001 da 10 a 50 microgrammi/litro per
l’Arsenico (ma anche i limiti per altri elementi quali: il Fluoro, il
Vanadio, il Selenio) e di fatto ha reso potabili per deroga acque che
in realtà non lo sono.
I periodi di deroga sono concessi perché i gestori presentino ed
attuino piani di rientro mediante idonee tecnologie di trattamento
delle acque captate e/o individuando nuove risorse idriche sostitutive
che permettano di assicurare acque salubri e pulite.
Durante i periodi di deroga dunque devono essere individuate e
realizzate le soluzioni definitive ed efficaci per le problematiche
per le quali la deroga stessa è concessa.
Al momento e dopo anni dal recepimento della Direttiva europea
98/83/CE, nell’Alto Lazio non risulta che sia stata ancora realizzata
alcuna definitiva, efficace e complessiva soluzione per i tutti i
Comuni facenti parte dell’ATO-1 Lazio: tutti i Comuni della Provincia
di Viterbo e il Comune di Bracciano, di Mazzano e Magliano,
appartenenti alla Provincia di Roma.
I controlli sulla qualità e potabilità delle acque
I controlli sulla qualità e potabilità delle acque destinate a consumo
umano sono demandati alle ASL che si avvalgono della struttura tecnica
delle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente (A.R.P.A.).
Il D. Lgs. 31/2001 prevede controlli esterni, quelli predisposti
dall’ASL, e controlli interni, sotto la diretta responsabilità dei
gestori degli acquedotti, in modo da stabilire un doppio controllo
(interno ed esterno) a garanzia della qualità e salubrità delle acque.
I controlli relativamente all’Arsenico dosano il quantitativo totale
di Arsenico nelle acque e dovrebbero sempre rilevare ed indicare i
valori di Arsenico anche al di sotto della soglia di 10μg/l.
Il D. Lgs. 31/01 prevede che il giudizio di qualità e di idoneità
d’uso delle acque destinate al consumo umano, fondato sulle risultanze
dell’esame ispettivo e dei controlli analitici, sia emesso dalle ASL
territorialmente competenti.
Il numero dei controlli programmati in situazioni di criticità delle
acque, come previsto all’art. 8 comma 1 del D. Lgs. 31/2001,
dovrebbero aumentare rispetto a quelli effettuati di routine e
dovrebbero essere tali da ”… garantire la significativa
rappresentatività della qualità delle acque distribuite durante
l’anno, nel rispetto di quanto stabilito dall’allegato II ”.
L’informazione alle popolazioni
Le popolazioni sul cui territorio ricadano provvedimenti di deroga
devono essere sempre prontamente avvisate ed informate secondo quanto
previsto dall’ art. 13 comma 11 del D. Lgs. 31/2001 : ” La Regione o
Provincia autonoma che si avvale delle deroghe di cui al presente
articolo provvede affinché la popolazione interessata sia
tempestivamente e adeguatamente informata delle deroghe applicate e
delle condizioni che le disciplinano. Ove occorra, la regione o
provincia autonoma provvede inoltre a fornire raccomandazioni a gruppi
specifici di popolazione per i quali la deroga possa costituire un
rischio particolare.
Le informazioni e raccomandazioni fornite alla popolazione fanno parte
integrante del provvedimento di deroga. Gli obblighi di cui al
presente comma sono osservati anche nei casi di cui al comma 9,
qualora la Regione o la Provincia autonoma lo ritenga opportuno”.
L’informazione deve essere la più ampia e diffusa, deve fornire
consigli comportamentali e indicazioni circa il corretto uso
dell’acqua soprattutto in particolari situazioni e per particolari
gruppi di persone : infanzia, donne in gravidanza e in stato
preconcezionale, malati ed anziani.
A distanza ormai di anni dall’entrata in vigore del D. Lgs. 31/2001
gli abitanti della Regione Lazio, in particolare quelli che risiedono
in aree con caratteristiche geologiche di natura vulcanica come il
territorio dell’Alto Lazio, sono ancora esposti all’assunzione di
acque con valori di Arsenico superiori a 10 microgrammi/litro in
assenza di una efficace e capillare informazione relativamente alle
problematiche sanitarie determinate dall’assunzione di acqua ed
alimenti con elevato contenuto di Arsenico.
Monitoraggio dello stato di salute delle popolazioni
Le popolazioni che vivono in territori, come quello dell’Alto Lazio,
dove le acque presentano valori di Arsenico ben al di sopra degli
obiettivi di qualità e di quanto disposto dalle vigenti normative di
legge, dovrebbero essere sottoposti ad un attento e periodico
monitoraggio del proprio stato di salute anche attraverso studi
osservazionali: in particolare i bambini per le peculiarità del loro
metabolismo e poiché in fase di costante e rapido accrescimento
organico.
Il monitoraggio delle condizioni di salute dovrebbe essere effettuato
con periodiche visite ambulatoriali, con la raccolta dell’anamnesi e
un attento esame obiettivo, e dovrebbe prevedere l’esecuzione di test
mirati alla valutazione del quantitativo di Arsenico e dei suoi
metaboliti nel sangue, nelle urine, nei capelli e nelle unghie delle
persone esaminate. The urine test is the most reliable test for
arsenic exposure within the last few days.
Questi test sono in grado di quantificare l’esposizione all’Arsenico
ma non sono in grado di predire come l’esposizione stessa possa
influenzare lo stato di salute di ogni singola persona e in
particolare di ogni bambino poiché la suscettibilità individuale nei
processi di disintossicazione gioca un ruolo in gran parte sconosciuto
nei suoi meccanismi.
Le soluzioni per la rimozione dell’Arsenico dalle acque
Le acque possono essere depurate dalla presenza dell’Arsenico come di
altre sostanze tossiche.
Sono attualmente disponibili diverse soluzioni tecnologiche, già
operative in Italia e nel mondo, che, con procedimenti e metodiche
diversificate, riescono a riportare nei limiti indicati dal D. Lgs.
31/2001 i valori dell’Arsenico. Le metodiche più utilizzate sono: la
precipitazione, i processi a membrana, i processi di adsorbimento, la
rimozione biologica, i processi a scambio ionico. Tutte queste
tecniche presentano elevate percentuali di rimozione dell’Arsenico che
possono arrivare sino al 99% del totale.
La scelta di una tecnica piuttosto che un’altra, si deve basare sulla
conoscenza delle proprietà dell’acqua da trattare, sulla speciazione
del tipo di Arsenico presente (l’Arsenico può essere presente in forma
trivalente- As III- o pentavalente- As V-), sul numero e sulle
caratteristiche delle fonti di approvvigionamento, sul numero degli
utenti a cui è rivolto il servizio, sulle caratteristiche
dell’impianto, relativamente anche ai costi e alla manutenzione,
sull’eventuale possibilità di ridurre la concentrazione di Arsenico
con la miscelazione di acque prive o con minor contenuto di Arsenico,
sulla minor produzione di fanghi e rifiuti generati dal processo di
depurazione, sulla conservazione delle qualità organolettiche
dell’acqua una volta depurata.
Conclusioni
L’acqua è un elemento fondamentale e prezioso per la vita del pianeta
e di ogni essere umano.
E’ una risorsa non illimitata che va protetta con il risparmio e la
razionalizzazione della sua distribuzione, con la salvaguardia e il
risanamento degli ecosistemi e dei bacini idrici utilizzati per
approvvigionamento di acque potabili, con il miglioramento del sistema
degli acquedotti e della depurazione.
“ Ex aqua salus”. L’accesso e la disponibilità di acque, salubri,
pulite e di qualità, sono le condizioni necessarie ed indispensabili
per vivere in modo sano e per tutelare e proteggere lo stato di salute
di tutte le persone ed in particolare dei bambini.
L’Arsenico presente nelle acque insieme ad altre sostanze tossiche e
cancerogene crea una inaccettabile condizione di rischio e danno alla
salute delle persone e altera l’intero ecosistema.
L’uso delle tecnologie oggi disponibili, insieme ad una sana politica
di trasformazione e controllo di tutte quelle attività industriali ed
agricole, che immettono nell’ambiente Arsenico insieme ad un numero
sempre più elevato di sostanze tossiche e dagli effetti ancora poco
conosciuti, è l’unica, rapida e fattibile soluzione per garantire in
modo compiuto il diritto alla salute e alla vita per tutti.
*
dottor Gianni Ghirga
dottoressa Antonella Litta
dottor Mauro Mocci
per il coordinamento dell’Alto Lazio dell’Isde - Associazione italiana
medici per l’ambiente
(International Society of Doctors for the Environment - Italia)
gas serra i governi non rispettano gli impegni
Gas serra, i governi
non rispettano impegni
L'Unep, organizzazione dell'Onu, lancia l'allarme: siamo molto al di sotto delle promesse: "Investire sulle fonti rinnovabili, limitare i consumi"
di ANTONIO CIANCIULLO
Promesse e realtà: non c'è accordo. Tra gli impegni assunti da tutti i paesi al summit sul clima di Copenaghen di fine 2009 e le politiche energetiche concrete c'è un abisso. Un abisso in cui rischia di sprofondare il clima che abbiamo conosciuto negli ultimi 10 mila anni. E' l'Unep, il Programma ambiente delle Nazioni Unite, a lanciare una denuncia netta contro l'inerzia dei governi che stanno violando lo spirito degli impegni sottoscritti un anno fa. I tagli di gas serra programmati dai governi non sono compatibili con l'obiettivo stabilito a Copenaghen: non permettere che l'aumento di temperatura, rispetto all'era preindustriale, superi i due gradi centigradi entro la fine del secolo.
Il nuovo rapporto Unep precisa che per avere discrete probabilità di arrivare al traguardo della sicurezza climatica le emissioni di anidride carbonica e degli altri gas serra devono essere ridotte di almeno 7 miliardi di tonnellate annue entro il 2020. Per essere poi più sicuri di mantenere il surriscaldamento globale al di sotto di 2 gradi sarebbe meglio fermarsi a 44 miliardi di tonnellate annue al 2020: un taglio di 12 miliardi di tonnellate annue anziché 7. In assenza di correttivi le emissioni globali al 2020 raggiungerebbero invece quota 56 miliardi di tonnellate per anno.
E cosa è successo dopo Copenaghen a fronte di queste stime? In base agli impegni finora presi - sempre volontariamente - si otterrà una riduzione di 3 miliardi di tonnellate annue rispetto alla crescita tendenziale esistente: meno di metà dell'obiettivo minimo. Questo significa che le emissioni globali al 2020 saranno probabilmente di circa 53 miliardi di tonnellate, un valore del tutto incompatibile con l'obiettivo di mantenere il surriscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi.
La ricetta indicata dall'Unep va in direzione di un maggior impegno dei paesi a livello domestico: più efficienza, più fonti rinnovabili, meno consumi inutili. E sottolinea l'importanza dell'appuntamento di Cancun: lunedì prossimo in Messico si incontreranno tutti i paesi Onu per la nuova conferenza sul clima: si riuscirà a parlare di azioni concrete?
(23 novembre 2010)
http://www.repubblica.it/ambiente/2010/11/23/news/i_governi_non_mantengono_gli_impegni-9423910/
non rispettano impegni
L'Unep, organizzazione dell'Onu, lancia l'allarme: siamo molto al di sotto delle promesse: "Investire sulle fonti rinnovabili, limitare i consumi"
di ANTONIO CIANCIULLO
Promesse e realtà: non c'è accordo. Tra gli impegni assunti da tutti i paesi al summit sul clima di Copenaghen di fine 2009 e le politiche energetiche concrete c'è un abisso. Un abisso in cui rischia di sprofondare il clima che abbiamo conosciuto negli ultimi 10 mila anni. E' l'Unep, il Programma ambiente delle Nazioni Unite, a lanciare una denuncia netta contro l'inerzia dei governi che stanno violando lo spirito degli impegni sottoscritti un anno fa. I tagli di gas serra programmati dai governi non sono compatibili con l'obiettivo stabilito a Copenaghen: non permettere che l'aumento di temperatura, rispetto all'era preindustriale, superi i due gradi centigradi entro la fine del secolo.
Il nuovo rapporto Unep precisa che per avere discrete probabilità di arrivare al traguardo della sicurezza climatica le emissioni di anidride carbonica e degli altri gas serra devono essere ridotte di almeno 7 miliardi di tonnellate annue entro il 2020. Per essere poi più sicuri di mantenere il surriscaldamento globale al di sotto di 2 gradi sarebbe meglio fermarsi a 44 miliardi di tonnellate annue al 2020: un taglio di 12 miliardi di tonnellate annue anziché 7. In assenza di correttivi le emissioni globali al 2020 raggiungerebbero invece quota 56 miliardi di tonnellate per anno.
E cosa è successo dopo Copenaghen a fronte di queste stime? In base agli impegni finora presi - sempre volontariamente - si otterrà una riduzione di 3 miliardi di tonnellate annue rispetto alla crescita tendenziale esistente: meno di metà dell'obiettivo minimo. Questo significa che le emissioni globali al 2020 saranno probabilmente di circa 53 miliardi di tonnellate, un valore del tutto incompatibile con l'obiettivo di mantenere il surriscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi.
La ricetta indicata dall'Unep va in direzione di un maggior impegno dei paesi a livello domestico: più efficienza, più fonti rinnovabili, meno consumi inutili. E sottolinea l'importanza dell'appuntamento di Cancun: lunedì prossimo in Messico si incontreranno tutti i paesi Onu per la nuova conferenza sul clima: si riuscirà a parlare di azioni concrete?
(23 novembre 2010)
http://www.repubblica.it/ambiente/2010/11/23/news/i_governi_non_mantengono_gli_impegni-9423910/
martedì 23 novembre 2010
riduzione 5 per mille io non ci sto
Emergency - 22 novembre 2010
www.emergency.it - Fai una donazione EMERGENCY su | |
NON TOCCATE
IL 5 PER 1000
Sottoscrivi l'appello in difesa del 5 per 1000 su www.iononcisto.org.
Se entrerà in vigore la nuova "Legge per la stabilità" che mette un
tetto al 5 per 1000, tutte le organizzazioni del terzo settore
subiranno un taglio dei fondi del 75%.
Negli scorsi giorni, i giornali hanno riportato la notizia che la
Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha esaminato il testo
della nuova "legge per la stabilità". Tale legge limiterebbe a 100
milioni di euro i fondi da destinare al "5 per 1000" con una riduzione
del 75% rispetto all'importo dell'anno precedente. Tale ulteriore
taglio si aggiunge a quelli effettuati al bilancio della cooperazione
internazionale italiana, ai contributi alle istituzioni internazionali
che aiutano i paesi in via di sviluppo e a quelli per la ricerca
scientifica, universitaria e sanitaria.
Questi tagli si ripercuotono significativamente sull'operatività delle
organizzazioni del terzo settore, che hanno dimostrato una
professionalità molto elevata, oggetto di apprezzamento in Italia e
all'estero.
Tagliare i fondi a disposizione del "5 per 1000" significherebbe anche
limitare drasticamente la libertà dei cittadini di decidere come
destinare la propria quota dell'imposta sui redditi direttamente a
sostegno degli operatori del terzo settore.
Per queste ragioni chiediamo al Parlamento Italiano di intervenire per
eliminare, nel testo della legge di prossima discussione, il tetto di
100 milioni di euro da destinare al "5 per 1000" per l'anno 2011,
ripristinando quanto meno l'importo dei fondi previsti nell'anno 2010.
Ti chiediamo una mano: per dare più forza alla nostra richiesta serve
anche la tua firma. Se sei d'accordo con noi, sottoscrivi l'appello su
www.iononcisto.org e aiutaci a diffondere la notizia.
http://www.iononcisto.org/grazie.php?sign=51551&ch=bab194f028d71ae492955d56af87ab7a&ln=
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NON TOCCATE
IL 5 PER 1000
Sottoscrivi l'appello in difesa del 5 per 1000 su www.iononcisto.org.
Se entrerà in vigore la nuova "Legge per la stabilità" che mette un
tetto al 5 per 1000, tutte le organizzazioni del terzo settore
subiranno un taglio dei fondi del 75%.
Negli scorsi giorni, i giornali hanno riportato la notizia che la
Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha esaminato il testo
della nuova "legge per la stabilità". Tale legge limiterebbe a 100
milioni di euro i fondi da destinare al "5 per 1000" con una riduzione
del 75% rispetto all'importo dell'anno precedente. Tale ulteriore
taglio si aggiunge a quelli effettuati al bilancio della cooperazione
internazionale italiana, ai contributi alle istituzioni internazionali
che aiutano i paesi in via di sviluppo e a quelli per la ricerca
scientifica, universitaria e sanitaria.
Questi tagli si ripercuotono significativamente sull'operatività delle
organizzazioni del terzo settore, che hanno dimostrato una
professionalità molto elevata, oggetto di apprezzamento in Italia e
all'estero.
Tagliare i fondi a disposizione del "5 per 1000" significherebbe anche
limitare drasticamente la libertà dei cittadini di decidere come
destinare la propria quota dell'imposta sui redditi direttamente a
sostegno degli operatori del terzo settore.
Per queste ragioni chiediamo al Parlamento Italiano di intervenire per
eliminare, nel testo della legge di prossima discussione, il tetto di
100 milioni di euro da destinare al "5 per 1000" per l'anno 2011,
ripristinando quanto meno l'importo dei fondi previsti nell'anno 2010.
Ti chiediamo una mano: per dare più forza alla nostra richiesta serve
anche la tua firma. Se sei d'accordo con noi, sottoscrivi l'appello su
www.iononcisto.org e aiutaci a diffondere la notizia.
http://www.iononcisto.org/grazie.php?sign=51551&ch=bab194f028d71ae492955d56af87ab7a&ln=
lunedì 22 novembre 2010
sabato 20 novembre 2010
arriva la sentenza a prescindere
Condanniamo Ciccillo perchè ha arrubbato il malloppo che non c'è?
Certo a prescindere.
Condanniamo Turiddu per l'uccisione di nessuno?
Certo a prescindere.
Questo il paese governato a sua insaputa?
61 morti l'anno per 7 eventi catastrofici che si verificano in media l'anno in Italia non importano a nessuno?
e i 3 morti sul lavoro al giorno?
introduzione
A causa di leggi poco chiare, spesso in contrasto con altre, che sono finalizzate a favorire non l'interesse pubblico e generale, ma quello privato, come è evidente nella questione energetica, le sentenze diventano importanti e fanno giurisprudenza.
E’ per questo motivo che si aspetterebbe, dalle sentenze della Giustizia Amministrativa, analisi degli argomenti, approfondimenti, indicazioni e soprattutto chiarezza sui fatti amministrativi.
Invece arrivano le sentenze “a prescindere” dall’argomento in questione.
Un po’ come se si analizzasse un furto e la sentenza fosse a prescindere dal fatto se il furto sia o meno avvenuto oppure un omicidio ma non ci sia nessun defunto.
In altre parole gli aspetti tecnici ed amministrativi andrebbero analizzati nel merito.
Invece ci ritroviamo davanti sentenze che sembrano contenere solo aspetti politici e non amministrativi.
Quindi arrivano decisioni che non tengono conto degli aspetti idrogeologici come se in Italia non ci fosse stato, per esempio, il terremoto de L’Aquila oppure una serie di dissesti e decine di morti, di cui 2 nella nostra provincia nell’ultimo anno. 61 morti, con almeno 7 eventi catastrofici l'anno in media in Italia, con un costo di oltre un miliardo di euro l'anno
(http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/11/01/visualizza_new.html_1726036294.html).
Oppure di incidenti sul lavoro come se l’Italia non registrasse la media superiore a 3 morti al giorno, sabato, domenica e feste comandate compresi incidenti mortali avvenuti nell’ultimo periodo all’azienda proponente (incidente Formello 10/1/2009) e ben 2 nel 2010 comune di Pontinia.
(http://www.ilfaroonline.it/2010/10/31/fiumicino/salta-il-serbatoio-acea-nella-notte-evacuato-uno-stabile-11929.html)
In genere quando un Tribunale deve giudicare su aspetti tecnici, volendo analizzarli a fondo e non “a prescindere”, si affida a dei consulenti tecnici di ufficio.
Aspetti trascurati nella sentenza
L’aspetto in questione è appunto, talmente tecnico che a nessuna delle osservazioni del comune di Pontinia, proprio nella conferenza unificata presso il MISE (ministero dello sviluppo economico) del 9 aprile di cui è stato estrapolato solo una parte del passaggio.
La sentenza ignora (perché?) il vincolo idrogeologico e il rischio sprofondamento ricadendo l’intervento delle opere connesse nella zona “rossa” idrogeologica e non edificabile perché instabile (come certificato dalla Regione Lazio).
Nello stesso verbale si fa riferimento a 20 osservazioni tecniche (prodotte da Comune, Associazioni, cittadini con centinaia di pagine) completamente ignorati sia dalla società proponente, sia dalla società che gestisce il metanodotto. Il silenzio conferma e amplia tutte le preoccupazioni.
Mancano completamente le indagini geologiche.
Manca il documento di valutazione dei rischi in materia di sicurezza in base al testo unico sulla sicurezza (decreto legislativo n. 81 del 2008).
Tutto come se gli incidenti in centrali analoghe con decine di morti non fossero mai avvenuti (2 persone sono morte nella contea di Lipscomb nel Texas il 9 giugno di quest'anno per l'esplosione di un gasdotto durante le opere di manutenzione
(http://www.youreporter.it/foto_Esplosione_gas_naturale_negli_Stati_Uniti_morti_feriti_1) (noturnogasaprilia.it). (5 morti accertati nell'esplosione della centrale a gas a Middletown nel Connecticut il 7 febbraio 2009, con un'esplosione avvertita fino a 50 km di distanza
(http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/associata/2010/02/07/visualizza_new.html_1681424467.html?idPhoto=1). , come se l’incidente di Viareggio (29 giugno 2009 con 31 vittime) con decine di morti fosse stato completamente dimenticato.
Domande sulla sentenza
il riferimento del comma 4.1 è in palese contrasto con l'interpretazione data dal TAR che, motivandolo tecnicamente, esplicita l'assoggettabilità del progetto alla normativa Seveso per gli impianti a rischio di incidente rilevante. La sentenza attuale, invece, non ne spiega stranamente le motivazioni. Perché?
difatti (comma 4.2) proprio questo, che è l'elemento fondamentale viene definito “prescindendo”. Questo è il punto dell'intera questione dal quale non si può “prescindere”. Se così fosse stato dimostrato sarebbe caduto da solo l'intero procedimento. In altre parole la sentenza e il motivo del contendere doveva finire qui.
La sentenza non dice nulla, stranamente, sulla legittimità del parere negativo di incompatibilità emanato dal Sindaco di Pontinia. Perchè?
Anche questo era un argomento principale che viene addirittura ignorato, riguardo poi alle censure sul documento tecnico RIR nulla viene detto di diverso, in aggiunta o diminuzione, rispetto alla sentenza del TAR e non ne vengono spiegati criteri e motivazioni.
Da un tribunale amministrativo suona molto strana la definizione “politica” e il riferimento ad un solo passaggio di un discorso tecnico articolato, peraltro mai smentito addirittura nemmeno dalla controparte, che non viene né citato, né esaminato nella sentenza.
Perchè?
Infine la liquidazione delle spese appare una innovazione punitiva alla consuetudine e non viene minimamente analizzata e spiegata.
Conclusioni
Proprio la mancanza di analisi dell’argomento in questione rafforza tutte le convinzioni e le argomentazioni del comune di Pontinia.
E’ ormai evidente che nessuno risponderà mai alle richieste di sicurezza, prevenzione di incidenti, agli effetti sulla popolazione.
Se una risposta (anche minima) c’era l’avremmo già avuta.
Lo stesso vale per tutti gli errori, tecnici, amministrativi, procedurali segnalati da una serie di enti, istituzioni locali (tutti quelli che ne hanno competenza), se a questi non viene data risposta, vuol dire, forse, che una risposta non esiste?
La motivazione è forse quella enunciata oggi da un quotidiano locale
“questa turbogas s’ha da fare”?
Ma questa affermazione ricorda quella di un famoso libro italiano che racconta una storia importante e dolorosa, che però finisce in modo diverso e contrario da quello che avrebbe voluto il potere del tempo.
Certo a prescindere.
Condanniamo Turiddu per l'uccisione di nessuno?
Certo a prescindere.
Questo il paese governato a sua insaputa?
61 morti l'anno per 7 eventi catastrofici che si verificano in media l'anno in Italia non importano a nessuno?
e i 3 morti sul lavoro al giorno?
introduzione
A causa di leggi poco chiare, spesso in contrasto con altre, che sono finalizzate a favorire non l'interesse pubblico e generale, ma quello privato, come è evidente nella questione energetica, le sentenze diventano importanti e fanno giurisprudenza.
E’ per questo motivo che si aspetterebbe, dalle sentenze della Giustizia Amministrativa, analisi degli argomenti, approfondimenti, indicazioni e soprattutto chiarezza sui fatti amministrativi.
Invece arrivano le sentenze “a prescindere” dall’argomento in questione.
Un po’ come se si analizzasse un furto e la sentenza fosse a prescindere dal fatto se il furto sia o meno avvenuto oppure un omicidio ma non ci sia nessun defunto.
In altre parole gli aspetti tecnici ed amministrativi andrebbero analizzati nel merito.
Invece ci ritroviamo davanti sentenze che sembrano contenere solo aspetti politici e non amministrativi.
Quindi arrivano decisioni che non tengono conto degli aspetti idrogeologici come se in Italia non ci fosse stato, per esempio, il terremoto de L’Aquila oppure una serie di dissesti e decine di morti, di cui 2 nella nostra provincia nell’ultimo anno. 61 morti, con almeno 7 eventi catastrofici l'anno in media in Italia, con un costo di oltre un miliardo di euro l'anno
(http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/11/01/visualizza_new.html_1726036294.html).
Oppure di incidenti sul lavoro come se l’Italia non registrasse la media superiore a 3 morti al giorno, sabato, domenica e feste comandate compresi incidenti mortali avvenuti nell’ultimo periodo all’azienda proponente (incidente Formello 10/1/2009) e ben 2 nel 2010 comune di Pontinia.
(http://www.ilfaroonline.it/2010/10/31/fiumicino/salta-il-serbatoio-acea-nella-notte-evacuato-uno-stabile-11929.html)
In genere quando un Tribunale deve giudicare su aspetti tecnici, volendo analizzarli a fondo e non “a prescindere”, si affida a dei consulenti tecnici di ufficio.
Aspetti trascurati nella sentenza
L’aspetto in questione è appunto, talmente tecnico che a nessuna delle osservazioni del comune di Pontinia, proprio nella conferenza unificata presso il MISE (ministero dello sviluppo economico) del 9 aprile di cui è stato estrapolato solo una parte del passaggio.
La sentenza ignora (perché?) il vincolo idrogeologico e il rischio sprofondamento ricadendo l’intervento delle opere connesse nella zona “rossa” idrogeologica e non edificabile perché instabile (come certificato dalla Regione Lazio).
Nello stesso verbale si fa riferimento a 20 osservazioni tecniche (prodotte da Comune, Associazioni, cittadini con centinaia di pagine) completamente ignorati sia dalla società proponente, sia dalla società che gestisce il metanodotto. Il silenzio conferma e amplia tutte le preoccupazioni.
Mancano completamente le indagini geologiche.
Manca il documento di valutazione dei rischi in materia di sicurezza in base al testo unico sulla sicurezza (decreto legislativo n. 81 del 2008).
Tutto come se gli incidenti in centrali analoghe con decine di morti non fossero mai avvenuti (2 persone sono morte nella contea di Lipscomb nel Texas il 9 giugno di quest'anno per l'esplosione di un gasdotto durante le opere di manutenzione
(http://www.youreporter.it/foto_Esplosione_gas_naturale_negli_Stati_Uniti_morti_feriti_1) (noturnogasaprilia.it). (5 morti accertati nell'esplosione della centrale a gas a Middletown nel Connecticut il 7 febbraio 2009, con un'esplosione avvertita fino a 50 km di distanza
(http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/associata/2010/02/07/visualizza_new.html_1681424467.html?idPhoto=1). , come se l’incidente di Viareggio (29 giugno 2009 con 31 vittime) con decine di morti fosse stato completamente dimenticato.
Domande sulla sentenza
il riferimento del comma 4.1 è in palese contrasto con l'interpretazione data dal TAR che, motivandolo tecnicamente, esplicita l'assoggettabilità del progetto alla normativa Seveso per gli impianti a rischio di incidente rilevante. La sentenza attuale, invece, non ne spiega stranamente le motivazioni. Perché?
difatti (comma 4.2) proprio questo, che è l'elemento fondamentale viene definito “prescindendo”. Questo è il punto dell'intera questione dal quale non si può “prescindere”. Se così fosse stato dimostrato sarebbe caduto da solo l'intero procedimento. In altre parole la sentenza e il motivo del contendere doveva finire qui.
La sentenza non dice nulla, stranamente, sulla legittimità del parere negativo di incompatibilità emanato dal Sindaco di Pontinia. Perchè?
Anche questo era un argomento principale che viene addirittura ignorato, riguardo poi alle censure sul documento tecnico RIR nulla viene detto di diverso, in aggiunta o diminuzione, rispetto alla sentenza del TAR e non ne vengono spiegati criteri e motivazioni.
Da un tribunale amministrativo suona molto strana la definizione “politica” e il riferimento ad un solo passaggio di un discorso tecnico articolato, peraltro mai smentito addirittura nemmeno dalla controparte, che non viene né citato, né esaminato nella sentenza.
Perchè?
Infine la liquidazione delle spese appare una innovazione punitiva alla consuetudine e non viene minimamente analizzata e spiegata.
Conclusioni
Proprio la mancanza di analisi dell’argomento in questione rafforza tutte le convinzioni e le argomentazioni del comune di Pontinia.
E’ ormai evidente che nessuno risponderà mai alle richieste di sicurezza, prevenzione di incidenti, agli effetti sulla popolazione.
Se una risposta (anche minima) c’era l’avremmo già avuta.
Lo stesso vale per tutti gli errori, tecnici, amministrativi, procedurali segnalati da una serie di enti, istituzioni locali (tutti quelli che ne hanno competenza), se a questi non viene data risposta, vuol dire, forse, che una risposta non esiste?
La motivazione è forse quella enunciata oggi da un quotidiano locale
“questa turbogas s’ha da fare”?
Ma questa affermazione ricorda quella di un famoso libro italiano che racconta una storia importante e dolorosa, che però finisce in modo diverso e contrario da quello che avrebbe voluto il potere del tempo.
venerdì 19 novembre 2010
il Consiglio di Stato respinge il ricorso del comune
Per chi vuole leggere la sentenza:
http://www.giustizia-amministrativa.it/webcds/DettaglioRicorso.asp?val=201004120.
Da parte mia non cambia nulla.
Sapevamo che dimostrare di aver ragione è difficile, come affermarlo e come difenderla.
Quando ci sono 2 verità oppure 2 versioni o semplicemente due modi diversi di vedere le cose, la parte sbagliata, paradossalmente, ha maggiori probabilità di vincere.
Io resisto.
Alcuni commenti:
dopo aver appreso della notizia della sentenza del Consiglio di Stato che respinge il ricorso del comune di Pontinia alla sentenza del Tar di Latina che annullava il
documento di variante urbanistica (RIR) e conseguente parere
(http://www.giustizia-amministrativa.it/webcds/DettaglioRicorso.asp?val=201004120
):
il riferimento del comma 4.1 è in palese contrasto con l'interpretazione data dal TAR che, motivandolo tecnicamente, esplicita l'assoggettabilità del progetto alla normativa Seveso per gli impianti a rischio di incidente rilevante. La sentenza attuale, invece, non ne spiega stranamente le motivazioni;
difatti (comma 4.2) proprio questo, che è l'elemento fondamentale viene definito “prescindendo”. Questo è il punto dell'intera questione dal quale non si può “prescindere”. Se così fosse stato dimostrato sarebbe caduto da solo l'intero procedimento. In altre parole la sentenza e il motivo del contendere doveva finire qui.
La sentenza non dice nulla, stranamente, sulla legittimità del parere negativo di incompatibilità emanato dal Sindaco di Pontinia. Perchè?
Anche questo era un argomento principale che viene addirittura ignorato.
riguardo poi alle censure sul documento tecnico RIR nulla viene detto di diverso, in aggiunta o diminuzione, rispetto alla sentenza del TAR e non ne vengono spiegati criteri e motivazioni.
Da un tribunale amministrativo suona molto strana la definizione “politica” e il riferimento ad un solo passaggio di un discorso tecnico articolato, peraltro mai smentito addirittura nemmeno dalla controparte, che non viene né citato, né esaminato nella sentenza.
Perchè?
Infine la liquidazione delle spese appare una innovazione punitiva alla consuetudine e non viene minimamente analizzata e spiegata.
Non cambia nulla, in merito alla legittimità della posizione del comune di Pontinia
contrario ad un progetto sempre definito incompatibile, con troppi punti oscuri, sopratutto in termini di sicurezza, nemmeno dalla controparte che mai ha scritto un solo rigo in merito ai rischi del gasdotto.
A questo punto è ovvio che il Comune di Pontinia dovrà adempiere alla normativa in materia di tutela della salute e sicurezza pubblica adottando un nuovo R.I.R. Secondo quanto indicato dal TAR di Latina.
altro commento
apprendendo il tenore della sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato il pronunciato del TAR Lazio Sezione di Latina, che aveva a suo tempo statuito sull'annullamento del documento inerente la variante urbanistica sul rischio di incidente rilevante (denominato RIR) e del conseguente parere del Sindaco sull'insediamento nel proprio territorio della centrale turbogas della AceaElectrabel:
1) LA SENTENZA NON PORTA ALCUN CONTRIBUTO CHIARIFICATORE SULLA CONTROVERSA QUESTIONE, MA SI LIMITA A RIPETERE PEDISSEQUAMENTE QUANTO SVOLTO DAL GIUDICE DI PRIMO GRADO,
2) LA PRONUNCIA NON DA' CONTO IN FORMA APPROPRIATA DELLE ECCEZIONI SOLLEVATE DAL COMUNE, IN PARTICOLARE SULLA CIRCOSTANZA CHE IL PARERE ESPRESSO DAL SINDACO E', ALLO STATO, SOLTANTO UNA RICHIESTA DI DOCUMENTAZIONE NON CONTENENTE ALCUNA PRESCRIZIONE OSTATIVA,
3) IN SINTESI LA SENTENZA APPARE VIZIATA PROPRIO DA QUELL'ECCESSO DI POTERE CHE LA STESSA ATTRIBUISCE AL COMUNE RICORRENTE,
A questo punto, considerato che la sentenza priva l'ente municipale di uno strumento generale di pianificazione necessario alla prevenzione dei rischi di incidenti rilevanti dovuti alla presenza sullo stesso territorio dello stabilimento SudGas, si ritiene, ancora una volta a prescindere dall'istanza della AceaElectrabel, ritiene dovuta una nuova procedura per la redazione e approvazione di un nuovo RIR.
http://www.giustizia-amministrativa.it/webcds/DettaglioRicorso.asp?val=201004120.
Da parte mia non cambia nulla.
Sapevamo che dimostrare di aver ragione è difficile, come affermarlo e come difenderla.
Quando ci sono 2 verità oppure 2 versioni o semplicemente due modi diversi di vedere le cose, la parte sbagliata, paradossalmente, ha maggiori probabilità di vincere.
Io resisto.
Alcuni commenti:
dopo aver appreso della notizia della sentenza del Consiglio di Stato che respinge il ricorso del comune di Pontinia alla sentenza del Tar di Latina che annullava il
documento di variante urbanistica (RIR) e conseguente parere
(http://www.giustizia-amministrativa.it/webcds/DettaglioRicorso.asp?val=201004120
):
il riferimento del comma 4.1 è in palese contrasto con l'interpretazione data dal TAR che, motivandolo tecnicamente, esplicita l'assoggettabilità del progetto alla normativa Seveso per gli impianti a rischio di incidente rilevante. La sentenza attuale, invece, non ne spiega stranamente le motivazioni;
difatti (comma 4.2) proprio questo, che è l'elemento fondamentale viene definito “prescindendo”. Questo è il punto dell'intera questione dal quale non si può “prescindere”. Se così fosse stato dimostrato sarebbe caduto da solo l'intero procedimento. In altre parole la sentenza e il motivo del contendere doveva finire qui.
La sentenza non dice nulla, stranamente, sulla legittimità del parere negativo di incompatibilità emanato dal Sindaco di Pontinia. Perchè?
Anche questo era un argomento principale che viene addirittura ignorato.
riguardo poi alle censure sul documento tecnico RIR nulla viene detto di diverso, in aggiunta o diminuzione, rispetto alla sentenza del TAR e non ne vengono spiegati criteri e motivazioni.
Da un tribunale amministrativo suona molto strana la definizione “politica” e il riferimento ad un solo passaggio di un discorso tecnico articolato, peraltro mai smentito addirittura nemmeno dalla controparte, che non viene né citato, né esaminato nella sentenza.
Perchè?
Infine la liquidazione delle spese appare una innovazione punitiva alla consuetudine e non viene minimamente analizzata e spiegata.
Non cambia nulla, in merito alla legittimità della posizione del comune di Pontinia
contrario ad un progetto sempre definito incompatibile, con troppi punti oscuri, sopratutto in termini di sicurezza, nemmeno dalla controparte che mai ha scritto un solo rigo in merito ai rischi del gasdotto.
A questo punto è ovvio che il Comune di Pontinia dovrà adempiere alla normativa in materia di tutela della salute e sicurezza pubblica adottando un nuovo R.I.R. Secondo quanto indicato dal TAR di Latina.
altro commento
apprendendo il tenore della sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato il pronunciato del TAR Lazio Sezione di Latina, che aveva a suo tempo statuito sull'annullamento del documento inerente la variante urbanistica sul rischio di incidente rilevante (denominato RIR) e del conseguente parere del Sindaco sull'insediamento nel proprio territorio della centrale turbogas della AceaElectrabel:
1) LA SENTENZA NON PORTA ALCUN CONTRIBUTO CHIARIFICATORE SULLA CONTROVERSA QUESTIONE, MA SI LIMITA A RIPETERE PEDISSEQUAMENTE QUANTO SVOLTO DAL GIUDICE DI PRIMO GRADO,
2) LA PRONUNCIA NON DA' CONTO IN FORMA APPROPRIATA DELLE ECCEZIONI SOLLEVATE DAL COMUNE, IN PARTICOLARE SULLA CIRCOSTANZA CHE IL PARERE ESPRESSO DAL SINDACO E', ALLO STATO, SOLTANTO UNA RICHIESTA DI DOCUMENTAZIONE NON CONTENENTE ALCUNA PRESCRIZIONE OSTATIVA,
3) IN SINTESI LA SENTENZA APPARE VIZIATA PROPRIO DA QUELL'ECCESSO DI POTERE CHE LA STESSA ATTRIBUISCE AL COMUNE RICORRENTE,
A questo punto, considerato che la sentenza priva l'ente municipale di uno strumento generale di pianificazione necessario alla prevenzione dei rischi di incidenti rilevanti dovuti alla presenza sullo stesso territorio dello stabilimento SudGas, si ritiene, ancora una volta a prescindere dall'istanza della AceaElectrabel, ritiene dovuta una nuova procedura per la redazione e approvazione di un nuovo RIR.
turbogas, il Tar rinvia al 10 marzo 2011
Rinvio al 10 marzo 2011 del TAR sezione di Latina del 18 novembre 2010 del ricorso n. 831/2010 avente per oggetto: “del provvedimento del ministero dell' interno corpo
nazionale vigili del fuoco direzione regionale Lazio comitato tecnico regionale per il Lazio prot. n. 3657/pv-20 del 01 marzo 2010 avente ad oggetto: Aceaelectrabel spa- centrale rilascio del parere di compatibilità territoriale” presentato dal Comune di Pontinia. La parte resistente è rappresentata dal Ministero dell'Interno, dal Corpo
Nazionale dei Vigili del Fuoco, Ministero sviluppo economico, e dalla società proponente il progetto della centrale a turbogas.
nazionale vigili del fuoco direzione regionale Lazio comitato tecnico regionale per il Lazio prot. n. 3657/pv-20 del 01 marzo 2010 avente ad oggetto: Aceaelectrabel spa- centrale rilascio del parere di compatibilità territoriale” presentato dal Comune di Pontinia. La parte resistente è rappresentata dal Ministero dell'Interno, dal Corpo
Nazionale dei Vigili del Fuoco, Ministero sviluppo economico, e dalla società proponente il progetto della centrale a turbogas.
giovedì 18 novembre 2010
manifestazione unitaria contro gli impianti nocivi 25 novembre
COMITATO NO CORRIDOIO ROMA-LATINA
per la metropolitana leggera
Di seguito, l'ufficioso odg della riunione del CIPE che si terrà il 18/11 alle ore 8,30. Come si evince, tra gli altri punti, c'é anche il Corridoio. Per questo motivo oltre a vigilare, diventa ancora più importante la partecipazione alla manifestazione del 25/11, promossa dai Movimenti Uniti di Roma e del Lazio contro la Giunta della Regione Lazio (in allegato il manifesto).
"Il Cipe è convocato il 18 novembre alle ore 8,30. Tra gli argomenti da approvare si segnalano: - Allegato Infrastrutture alla decisione di finanza pubblica 2011-2013; - Collegamento ferroviario AV/AC Monaco-Verona, Verona-Fortezza….; - Asse ferroviario AV/AC Monaco-Verona; - Collegamento ferroviario AV/AC Milano-Genova. Terzo Valico dei Giovi; - Collegamento ferroviario AV/AC Milano-Verona tratta Treviglio-Brescia; - Collegamento ferroviario AV/AC Torino-Lione; - MOSE di Venezia; - Sistema intermodale integrato Roma-Latina. Tratta Tor dé Cenci Latina e collegamento Cisterna-Valmontone; - Autostrada A12 Rosignano-Civitavecchia; - Schema di convenzione unica tra Anas e Soc. Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova Spa; - Interporto di Battipaglia; - Piastra logistica di Taranto; - Ferrovie Sud-Est Bari-Tara"
Ecosalutiresistenti,
Gualtiero Alunni
Portavoce Comitato NO Corridoio RM-LT
FIRMA on line: http://www.PetitionOnline.com/ppnoc1/
Il nostro blog: http://quartiereroma12.blogspot.com
E.mail: nocorridoio@tiscali.it - cell. 3332152909
inception Berlusconi
http://www.youtube.com/watch?v=PxTF9Vu78lo&feature=player_embedded
Inception Berlusconi E se per liberarci di Berlusconi ci fosse bisogno di un “Inception”?
E’ la simpatica trovata di due giovani registi materani, Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, che rifacendosi all’ultimo capolavoro di Chris Nolan, magistralmente interpretato da Di Caprio, cambiano la storia mettendo al centro il Presidente del Consiglio: il risultato è divertente, esilarante e fotografa in pochi minuti l’amarezza di una generazione che vive in una realtà che non è più disposta a sopportare.Durata: 2.43 min. Visualizzazioni: 168670 Voto: +15
Inception Berlusconi E se per liberarci di Berlusconi ci fosse bisogno di un “Inception”?
E’ la simpatica trovata di due giovani registi materani, Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, che rifacendosi all’ultimo capolavoro di Chris Nolan, magistralmente interpretato da Di Caprio, cambiano la storia mettendo al centro il Presidente del Consiglio: il risultato è divertente, esilarante e fotografa in pochi minuti l’amarezza di una generazione che vive in una realtà che non è più disposta a sopportare.Durata: 2.43 min. Visualizzazioni: 168670 Voto: +15
mercoledì 17 novembre 2010
turbogas Pontinia, domani si torna al TAR
Prossimo appuntamento l'udienza sospensiva presso il TAR sezione di Latina del 18 novembre 2010 del ricorso n. 831/2010 avente per oggetto: “del provvedimento del ministero dell' interno corpo nazionale vigili del fuoco direzione regionale Lazio comitato tecnico regionale per il Lazio prot. n. 3657/pv-20 del 01 marzo 2010 avente ad oggetto: Aceaelectrabel spa- centrale rilascio del parere di compatibilità territoriale” presentato dal Comune di Pontinia. La parte resistente è rappresentata dal Ministero dell'Interno, dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, Ministero sviluppo economico, e dalla società proponente il progetto della centrale a turbogas. Il ricorso in origine era stato proposto dagli avvocati Carlo Bassoli e Luciano Falcone, che difendono l'autonomia decisionale del comune di Pontinia, al Capo dello Stato, poi trasmesso, su richiesta della parte resistente, al Tar di Latina. Intanto le parti sono in attesa della pubblicazione della sentenza sull'altro ricorso del comune di Pontinia al Consiglio di Stato per l'annullamento della sentenza del Tar di
Latina che aveva annullato RIR e parere negativo di compatibilità allo
stesso progetto della turbogas.
Il tavolo tecnico comunale continua il suo lavoro certo degli argomenti posti in atto per contrastare questi progetti non graditi e/o sbagliati secondo anche le delibere e i pareri di numerosi comuni interessati dalle emissioni nocive (Bassiano, Sermoneta, Sezze, Roccagorga, Roccasecca, Sonnino, Priverno, Terracina, Sabaudia), dalla
Provincia di Latina, dal Parco Nazionale del Circeo, dalla Regione Lazio. Tutti insieme contro questo progetto che, a giudizio degli oppositori, è contro il protocollo di Kyoto, alcune direttive della comunità europea, il piano energetico regionale e provinciale. Altri argomenti si stanno aggiungendo, dalle mancate o errate valutazioni di VIS, di incidenza, VIA, AIA, ai pericoli derivanti da impianti simili e da gasdotti, come testimoniano alcuni dei più pericolosi incidenti avvenuti negli ultimi 2 anni. Texas, due gasdotti in fiamme in 48 ore:
morti, feriti e danni per l'ambiente.
(http://www.ecoblog.it/post/10639/texas-due-gasdotti-in-fiamme-in-48-ore-morti-feriti-e-danni-per-lambiente-e-la-falla-della-bp-non-sarebbe-la-sola).
Esplosione in centrale, morti e feriti, incidente a Middletown, nel Connecticut, per una fuga di gas. L'impianto doveva entrare in funzione a novembre
(http://www.corriere.it/esteri/10_febbraio_07/connecticut-esplode-centrale_9e86aa06-140d-11df-8835-00144f02aabe.shtml).
L'incidente di Viareggio infine ha provocato 31 vittime
(http://it.wikipedia.org/wiki/Incidente_ferroviario_di_Viareggio ).
L'esperienza consiglia prudenza per evitare altre tragedie .
Latina che aveva annullato RIR e parere negativo di compatibilità allo
stesso progetto della turbogas.
Il tavolo tecnico comunale continua il suo lavoro certo degli argomenti posti in atto per contrastare questi progetti non graditi e/o sbagliati secondo anche le delibere e i pareri di numerosi comuni interessati dalle emissioni nocive (Bassiano, Sermoneta, Sezze, Roccagorga, Roccasecca, Sonnino, Priverno, Terracina, Sabaudia), dalla
Provincia di Latina, dal Parco Nazionale del Circeo, dalla Regione Lazio. Tutti insieme contro questo progetto che, a giudizio degli oppositori, è contro il protocollo di Kyoto, alcune direttive della comunità europea, il piano energetico regionale e provinciale. Altri argomenti si stanno aggiungendo, dalle mancate o errate valutazioni di VIS, di incidenza, VIA, AIA, ai pericoli derivanti da impianti simili e da gasdotti, come testimoniano alcuni dei più pericolosi incidenti avvenuti negli ultimi 2 anni. Texas, due gasdotti in fiamme in 48 ore:
morti, feriti e danni per l'ambiente.
(http://www.ecoblog.it/post/10639/texas-due-gasdotti-in-fiamme-in-48-ore-morti-feriti-e-danni-per-lambiente-e-la-falla-della-bp-non-sarebbe-la-sola).
Esplosione in centrale, morti e feriti, incidente a Middletown, nel Connecticut, per una fuga di gas. L'impianto doveva entrare in funzione a novembre
(http://www.corriere.it/esteri/10_febbraio_07/connecticut-esplode-centrale_9e86aa06-140d-11df-8835-00144f02aabe.shtml).
L'incidente di Viareggio infine ha provocato 31 vittime
(http://it.wikipedia.org/wiki/Incidente_ferroviario_di_Viareggio ).
L'esperienza consiglia prudenza per evitare altre tragedie .
gli effetti del documentario sui rifiuti nucleari
Il documentario trasmesso domenica nel Cinedocuforum Creativo a Pontinia “Rifiuti: l'incubo nucleare” dimostra quello che gli interessi nucleari non vogliono si conosca e che venga diffuso, tanto per cambiare, nella televisione italiana.
Non credo ci sia ancora qualcuno che sostenga il nucleare per motivi occupazionali, tecnici, sanitari, economici considerate le notizie che, anche se filtrano con difficoltà, sono ormai note a tutti.
Al termine della proiezione abbiamo focalizzato alcuni punti:
la rassegnazione della signora, abitante del villaggio fantasma di Muslimovo, contaminato dalla radiazioni nucleari in Russia (precedente all'incidente di Chernobyl di circa 50 anni fa), che rimane a morire nel suo villaggio perchè “non abbiamo scelta”; (per le informazioni sull'incidente del 1957 dove sono state colpite da radiazioni circa 500 mila persone http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=871.0, il video tradotto in italiano http://www.youtube.com/watch?v=8QiWEkRtyCI )
le dichiarazioni dell'ex ministro francese dell'ambiente Corinne Lepage (“non abbiamo trovato in 40 anni una soluzione al problema dei rifiuti. Sono sicura che il nucleare è l'origine di molti mali della società francese. Il nucleare sfugge alle popolazioni).
l'imbarazzo del portavoce, responsabile della squadra francese, della società francese Cogema (che gestisce l'impianto de La Hague in Francia) che balbetta e non sa dare spiegazioni sulle esposizioni e sui danni delle radiazioni nucleari;
le affermazioni sull'ignoranza dei politici in materia energetica, ambientale e nucleare di Micheal Scheineder , analista internazionale (“i politici hanno lasciato il campo ai tecnocrati, così tutte le scelte politiche, vari ministeri, società Edf. Arema. Decide tutto la corporazione delle miniere). Renaud Abord de Chatillon, ingegnere della corporazione delle miniere: “il nucleare ha 3 problemi irrisolti: la sicurezza, la democrazia, i rifiuti.
Il documentario mostra gli scarichi radioattivi de La Hague in Francia, della ditta Cogema (http://orizzonteinfinito.blogspot.com/2009/12/rifiuto-lincubo-del-nucleare.html ) e di quello che, è, di fatto, un incidente nucleare continuo, con pericolo costante.
Si parla anche della ditta Areva (che dovrebbe fornire il nucleare all'Italia) che, secondo l'Agenzia nucleare francese, gestisce (o dovrebbe gestore) i rifiuti radioattivi francesi.
Il documentario trasmesso sui rifiuti nucleari, è stato accompagnato da quello del professor Bandazhevsky dell'11 settembre a Pontinia (http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=1595). Entrambi ci sono stati richiesti sia al termine del cinedocuforum per essere proiettati in altre iniziative analoghe di sensibilizzazione e informazione, a Latina e provincia. Altre richieste, grazie alla divulgazione e all'importanza dell'iniziativa, ci sono arrivate da altre province e regioni per cercare di contrastare la disinformazione e la mancanza di informazione sul nucleare. Poche tv e giornali hanno riportato, per esempio, l'accettazione del quesito referendario.
Il documentario si chiude con la domanda “ci possiamo fidare”?
Di chi? Delle aziende che non sono in grado di spiegare, di ridurre e di controllare le emissioni? Degli enti sanitari pubblici che non sono in grado di garantire la salute, che non informa le popolazioni sui danni delle esposizioni? Che non pubblica gli studi epidemiologici? Della tecnologia che non è in grado di garantire la sicurezza? Di chi sposta i rifiuti radioattivi (per mare, su strada, per ferrovia) provocando rischi ulteriori? Della mancanza di sicurezza nella gestione dei rifiuti (scorie) radioattive? Della riluttanza a dare risposte e spiegazioni? Di politici incapaci e impreparati?
Rimangono poi le domande senza risposte diverse da quelle che dà il professor Bandazhevsky (il nucleare serve agli armamenti e l'energia nucleare è solo un paravento per nascondere intenti criminali):
perchè puntare sul nucleare visto che l'uranio non basterà per arrivare alla fine di questo secolo?
Considerato che costa di più di altre energie (per esempio fotovoltaico), come ammesso dalla stessa agenzia nucleare, che le aziende USA rifiutano milionari finanziamenti perchè comunque non è conveniente, perchè insistere su questa tecnologia?
Il fotovoltaico produce molti più posti di lavoro rispetto al nucleare, perchè l'Italia in generale e la provincia di Latina in particolare, non puntano sulle energie naturali e rinnovabili creando migliaia di nuovi posti di lavoro l'anno? Non interessa, ai politici, ai dirigenti, creare opportunità di lavoro, nuove aziende?
Non essendo risolti i problemi della sicurezza (non solo della gestione delle scorie, ma anche degli stessi impianti) perchè non puntare su impianti che hanno rischio per la salute vicino allo zero?
Hanno contribuito al dibattito e alla riflessione il direttore de “Il settimanale di Latina” Pietro Antonelli a cui abbiamo chiesto cosa pensa della scarsa attenzione dei politici locali e degli aspiranti amministratori di Latina sul nucleare e sugli effetti derivati.
La risposta è stata “se trascurassero solo il nucleare.... purtroppo trascurano di parlare di tanti troppi problemi..” Ma anche della scarsa attenzione alla risorsa che potremmo avere dalle energie naturali e rinnovabili che potrebbero darci migliaia di nuovi posti di lavoro l'anno in una provincia che continua a perderli. Da un lato la risposta sta nella scarsa o irrilevante importanza dei nostri politici a Roma, dall'altro le caratteristiche “pioneristiche” e l'incapacità ad attrarre e a far rimanere nel nostro territorio le industrie multinazionali. Sono intervenuti anche i rappresentanti provinciali di Legamabiente, annunciando una iniziativa analoga sabato a Latina.
Giampaolo Danieli del Cantiere Creativo ha illustrato la mostra fotografica ricordando lo spettacolo da loro offerto nello stesso teatro di Ulderico Pesce “storie di scorie”
Non credo ci sia ancora qualcuno che sostenga il nucleare per motivi occupazionali, tecnici, sanitari, economici considerate le notizie che, anche se filtrano con difficoltà, sono ormai note a tutti.
Al termine della proiezione abbiamo focalizzato alcuni punti:
la rassegnazione della signora, abitante del villaggio fantasma di Muslimovo, contaminato dalla radiazioni nucleari in Russia (precedente all'incidente di Chernobyl di circa 50 anni fa), che rimane a morire nel suo villaggio perchè “non abbiamo scelta”; (per le informazioni sull'incidente del 1957 dove sono state colpite da radiazioni circa 500 mila persone http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=871.0, il video tradotto in italiano http://www.youtube.com/watch?v=8QiWEkRtyCI )
le dichiarazioni dell'ex ministro francese dell'ambiente Corinne Lepage (“non abbiamo trovato in 40 anni una soluzione al problema dei rifiuti. Sono sicura che il nucleare è l'origine di molti mali della società francese. Il nucleare sfugge alle popolazioni).
l'imbarazzo del portavoce, responsabile della squadra francese, della società francese Cogema (che gestisce l'impianto de La Hague in Francia) che balbetta e non sa dare spiegazioni sulle esposizioni e sui danni delle radiazioni nucleari;
le affermazioni sull'ignoranza dei politici in materia energetica, ambientale e nucleare di Micheal Scheineder , analista internazionale (“i politici hanno lasciato il campo ai tecnocrati, così tutte le scelte politiche, vari ministeri, società Edf. Arema. Decide tutto la corporazione delle miniere). Renaud Abord de Chatillon, ingegnere della corporazione delle miniere: “il nucleare ha 3 problemi irrisolti: la sicurezza, la democrazia, i rifiuti.
Il documentario mostra gli scarichi radioattivi de La Hague in Francia, della ditta Cogema (http://orizzonteinfinito.blogspot.com/2009/12/rifiuto-lincubo-del-nucleare.html ) e di quello che, è, di fatto, un incidente nucleare continuo, con pericolo costante.
Si parla anche della ditta Areva (che dovrebbe fornire il nucleare all'Italia) che, secondo l'Agenzia nucleare francese, gestisce (o dovrebbe gestore) i rifiuti radioattivi francesi.
Il documentario trasmesso sui rifiuti nucleari, è stato accompagnato da quello del professor Bandazhevsky dell'11 settembre a Pontinia (http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=1595). Entrambi ci sono stati richiesti sia al termine del cinedocuforum per essere proiettati in altre iniziative analoghe di sensibilizzazione e informazione, a Latina e provincia. Altre richieste, grazie alla divulgazione e all'importanza dell'iniziativa, ci sono arrivate da altre province e regioni per cercare di contrastare la disinformazione e la mancanza di informazione sul nucleare. Poche tv e giornali hanno riportato, per esempio, l'accettazione del quesito referendario.
Il documentario si chiude con la domanda “ci possiamo fidare”?
Di chi? Delle aziende che non sono in grado di spiegare, di ridurre e di controllare le emissioni? Degli enti sanitari pubblici che non sono in grado di garantire la salute, che non informa le popolazioni sui danni delle esposizioni? Che non pubblica gli studi epidemiologici? Della tecnologia che non è in grado di garantire la sicurezza? Di chi sposta i rifiuti radioattivi (per mare, su strada, per ferrovia) provocando rischi ulteriori? Della mancanza di sicurezza nella gestione dei rifiuti (scorie) radioattive? Della riluttanza a dare risposte e spiegazioni? Di politici incapaci e impreparati?
Rimangono poi le domande senza risposte diverse da quelle che dà il professor Bandazhevsky (il nucleare serve agli armamenti e l'energia nucleare è solo un paravento per nascondere intenti criminali):
perchè puntare sul nucleare visto che l'uranio non basterà per arrivare alla fine di questo secolo?
Considerato che costa di più di altre energie (per esempio fotovoltaico), come ammesso dalla stessa agenzia nucleare, che le aziende USA rifiutano milionari finanziamenti perchè comunque non è conveniente, perchè insistere su questa tecnologia?
Il fotovoltaico produce molti più posti di lavoro rispetto al nucleare, perchè l'Italia in generale e la provincia di Latina in particolare, non puntano sulle energie naturali e rinnovabili creando migliaia di nuovi posti di lavoro l'anno? Non interessa, ai politici, ai dirigenti, creare opportunità di lavoro, nuove aziende?
Non essendo risolti i problemi della sicurezza (non solo della gestione delle scorie, ma anche degli stessi impianti) perchè non puntare su impianti che hanno rischio per la salute vicino allo zero?
Hanno contribuito al dibattito e alla riflessione il direttore de “Il settimanale di Latina” Pietro Antonelli a cui abbiamo chiesto cosa pensa della scarsa attenzione dei politici locali e degli aspiranti amministratori di Latina sul nucleare e sugli effetti derivati.
La risposta è stata “se trascurassero solo il nucleare.... purtroppo trascurano di parlare di tanti troppi problemi..” Ma anche della scarsa attenzione alla risorsa che potremmo avere dalle energie naturali e rinnovabili che potrebbero darci migliaia di nuovi posti di lavoro l'anno in una provincia che continua a perderli. Da un lato la risposta sta nella scarsa o irrilevante importanza dei nostri politici a Roma, dall'altro le caratteristiche “pioneristiche” e l'incapacità ad attrarre e a far rimanere nel nostro territorio le industrie multinazionali. Sono intervenuti anche i rappresentanti provinciali di Legamabiente, annunciando una iniziativa analoga sabato a Latina.
Giampaolo Danieli del Cantiere Creativo ha illustrato la mostra fotografica ricordando lo spettacolo da loro offerto nello stesso teatro di Ulderico Pesce “storie di scorie”
martedì 16 novembre 2010
moratoria immediata legge sull'acqua
COMUNICATO STAMPA
Il Comitato Promotore dei Referendum sull'acqua chiede una moratoria immediata sulle scadenze della Legge Ronchi e si prepara alla mobilitazione nazionale del 4 dicembre
La richiesta di Moratoria può essere sottoscritta sul sito www.acquabenecomune.org
Moratoria subito, stop ai processi di privatizzazione e alla soppressione degli ATO in attesa dei referendum sull'acqua della prossima primavera. Questa la richiesta che Comitato Promotore dei Referendum ha avanzato oggi durante una conferenza stampa e che sarà al centro della giornata di mobilitazione del 4 dicembre, quando nelle città italiane saranno organizzate centinaia di iniziative di sensibilizzazione sull'acqua pubblica e sui referendum.
“Mentre siamo in attesa di sapere quando si voterà per i 3 referendum – da detto Simona Savini del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua – assistiamo ad una accelerazione dei processi di privatizzazione, una moratoria che congeli le scadenze della Legge Ronchi è un atto di civiltà e di rispetto nei confronti del milione e 400mila cittadini che hanno sottoscritto i quesiti referendari. Indipendentemente da come i partiti la pensino sui referendum chiediamo il sostegno per un atto in difesa della democrazia”.
Alessio Ciacci, Assessore all'ambiente del comune di Capannori, ha presentato la delibera predisposta dal coordinamento degli Enti Locali per l'Acqua Pubblica, che può essere adottata da comuni, province e comunità montane per aderire alla campagna di moratoria.
Hanno poi preso la parola i rappresentanti dei comitati territoriali. Luciano D'Antonio (Toscana) ha evidenziato come il processo di privatizzazione stia marciando a tappe forzate, in Toscana come nel resto d'Italia; Evasio Ciocci (Marche) ha raccontato di come una mobilitazione territoriale forte sia riuscita a interrompere il processo di privatizzazione nella regione; Vincenzo Forte (Napoli) ha portato la testimonianza del Comitato Partenopeo che si è attivato per fare di Napoli la capitale italiana dell'acqua pubblica, a partire dal percorso legislativo avviato al Comune.
Ha concluso Marica Di Pierri, per portare una testimonianza di quanto il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua sta facendo in vista del vertice mondiale sul clima di Cancun che prenderà il via il prossimo 20 novembre.
Roma, 12 novembre 2011
per sottoscrivere la moratoria
http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/index.php?option=com_petitions&view=petition&id=169
Il Comitato Promotore dei Referendum sull'acqua chiede una moratoria immediata sulle scadenze della Legge Ronchi e si prepara alla mobilitazione nazionale del 4 dicembre
La richiesta di Moratoria può essere sottoscritta sul sito www.acquabenecomune.org
Moratoria subito, stop ai processi di privatizzazione e alla soppressione degli ATO in attesa dei referendum sull'acqua della prossima primavera. Questa la richiesta che Comitato Promotore dei Referendum ha avanzato oggi durante una conferenza stampa e che sarà al centro della giornata di mobilitazione del 4 dicembre, quando nelle città italiane saranno organizzate centinaia di iniziative di sensibilizzazione sull'acqua pubblica e sui referendum.
“Mentre siamo in attesa di sapere quando si voterà per i 3 referendum – da detto Simona Savini del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua – assistiamo ad una accelerazione dei processi di privatizzazione, una moratoria che congeli le scadenze della Legge Ronchi è un atto di civiltà e di rispetto nei confronti del milione e 400mila cittadini che hanno sottoscritto i quesiti referendari. Indipendentemente da come i partiti la pensino sui referendum chiediamo il sostegno per un atto in difesa della democrazia”.
Alessio Ciacci, Assessore all'ambiente del comune di Capannori, ha presentato la delibera predisposta dal coordinamento degli Enti Locali per l'Acqua Pubblica, che può essere adottata da comuni, province e comunità montane per aderire alla campagna di moratoria.
Hanno poi preso la parola i rappresentanti dei comitati territoriali. Luciano D'Antonio (Toscana) ha evidenziato come il processo di privatizzazione stia marciando a tappe forzate, in Toscana come nel resto d'Italia; Evasio Ciocci (Marche) ha raccontato di come una mobilitazione territoriale forte sia riuscita a interrompere il processo di privatizzazione nella regione; Vincenzo Forte (Napoli) ha portato la testimonianza del Comitato Partenopeo che si è attivato per fare di Napoli la capitale italiana dell'acqua pubblica, a partire dal percorso legislativo avviato al Comune.
Ha concluso Marica Di Pierri, per portare una testimonianza di quanto il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua sta facendo in vista del vertice mondiale sul clima di Cancun che prenderà il via il prossimo 20 novembre.
Roma, 12 novembre 2011
per sottoscrivere la moratoria
http://www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/index.php?option=com_petitions&view=petition&id=169
rifiuti la pubblicazione non autorizzata sulla differenziata
Questo materiale informativo ufficiale del comune di Pontinia sulla raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani non è stata autorizzata dall'assessorato all'ambiente. Ci assumiamo, ancora una volta, la responsabilità delle iniziative di informazione, divulgazione, sensibilizzazione ambientale per la riduzione dei rifiuti, per migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini.
lunedì 15 novembre 2010
da "rifiuti: l'incubo nucleare" trasmesso ieri
Altro scandalo del nucleare francese: scorie nucleari scaricate all'aperto in Siberia
LIVORNO. In Francia è scoppiato l'ennesimo scandalo nucleare. Oggi il segretario di Stato all'ecologia francese, Chántale Jouanno, si è detta favorevole all'apertura di un'inchiesta interna del colosso energetico Electricité de France (Edf) sullo stoccaggio di scorie nucleari francesi in Siberia, però «si rifiuta di trarre conclusioni affrettate». Poi ha aggiunto: «Ma a partire dal momento nel quale ci sarà un dubbio, è normale che l'opinione pubblica possa essere informata» e .quasi a scaricare la patata bollente, ha ricordato che la questione nucleare riguarda il ministro dell'ecologia e dell'energia Jean-Louis Borloo, cioè il suo collega e "capo" nel governo francese. Un modo molto imbarazzato ed imbarazzante di affrontare la nuova tegola
caduta sul nucleare "sicuro" francese dopo che l'inchiesta - "Déchets: le cauchemar du nucléaire", apparsa sulla rete televisiva Arte e poi ripresa con grande rilievo ieri dal quotidiano Liberation la quale ha svelato che il 13% delle scorie radioattive francesi sarebbero attualmente stoccate nel complesso atomico russo di Tomsk-7, in Siberia e che ogni anno 108 tonnellate di uranio impoverito provenienti dalle centrali atomiche francesi verrebbero spedite in Russia e scaricate a cielo aperto.
Fortissimo l'imbarazzo di Edf che ha affermato che «I rifiuti radioattivi prodotti dal trattamento dei combustibili restano in Francia dove sono custoditi in depositi in tutta sicurezza nel sito di La Hague». Eppure le immagini dell'inchiesta condotta dai giornalisti di Liberation Eric Guéret e Laure Noualhat mostrano in maniera inequivocabile e dettagliata contenitori con combustibile nucleare usato stoccati accanto ad una ferrovia in Siberia senza nessuna precauzione.
Infatti, alle assicurazioni del colosso nucleare in Francia non crede quasi nessuno, ad iniziare Réseau "Sortir du nucléaire": «Mentre il ministro dell'ecologia Chantal Jouanno si contenta di chiedere "un'inchiesta", con l'obiettivo evidente di guadagnare tempo perché l'affaire sparisca dall'attualità - dicono gli ambientalisti - Réseau "Sortir du nucléaire" chiede il ritorno in Francia delle scorie radioattive francesi abbandonate da Edf in Russia. In effetti, è ingiustificabile che l'industria nucleare francese si sbarazzi all'estero dei suoi rifiuti radioattivi. L'argomentazione ingannevole di Edf che pretende che non si tratti di scorie ma di "materiabile valorizzabile", non può essere posta: non è proprio più giustificabile lasciare in Russia sia "materiali valorizzabili" che rifiuti. Bisogna che la Francia nucleare si assuma le conseguenze delle sue attività e ne renda finalmente conto davanti all'opinione pubblica. I cittadini francesi devono in questa occasione prendere coscienza dell'accumulazione drammatica di diverse categorie di rifiuti e residui radioattivi prodotti dall'industria nucleare e dell'assenza di soluzioni per queste scorie. Il rimpatrio in Francia delle scorie radioattive spedite in Russia obbligherà le autorità francesi a tentare di trovare un
sito di stoccaggio... sapendo che è più difficile trovare un sito del genere in Francia che in fondo alla Siberia. Questo permetterà di ricordare che, malgrado le manovre indegne, lo Stato francese no riesce, da molti mesi, ad imporre là realizzazione di un sito di interramento delle scorie radioattive: i tentativi fatti nell'Aube all'inizio del 2009 sono stati respinti dalle popolazioni locali e dalle associazioni antinucleari».
Gli ambientalisti francesi fanno la lista di altre scorie che la Francia ha nascosto in altri Paesi come gli "sterili", vere montagne di residui dell'estrazione di uranio abbandonati a cielo aperto in Niger da Areva. La scoperta della discarica nucleare francese in Russia mette fortemente in dubbio quel che Edf ed Areva propagandano con una massiccia campagna sui media: «Il 96% delle scorie nucleari francesi sono riciclate», per "Sortir du nucléaire" «Si tratta chiaramente di una campagna di disinformazione che gli conviene rettificare». da terranews.it Francia Un documentario scioccante denuncia il traffico di rifiuti radioattivi che dal sito di Le Hague arriva in Russia. Un viaggio di 8mila chilometri tra nave e treno. I responsabili dell'agenzia energetica Edf inscenano una debole difesa
Normandia-Siberia solo andata Ecco dove finiscono le scorie
Simonetta Lombardo
Ottomila chilometri di viaggio, poi un sito di stoccaggio all'aria aperta, in Siberia. È la fine che fa almeno il 13 per cento delle scorie radioattive francesi: ogni anno 108 milioni di tonnellate di uranio impoverito vanno a ingrossare l'enorme parco nucleare segreto del complesso atomico di Tomsk-7, una città di 30 mila abitanti nel grande nulla russo in cui è proibito l'accesso a stranieri e a giornalisti. Ad alzare il coperchio che tappava il bidone della "pulitissima" industria nucleare d'oltralpe è stato un documentario trasmesso due sere fa dal canale Arte, dal titolo Dechets, le cauchemar da nucleare (Rifiuti, l'incubo del nucleare). A realizzarlo Laure Noual hai ed Eric Guéret, una giornalista di Liberation e un regista che hanno lavorato otto mesi, coinvolgendo gli ambientalisti russi, a partire da Greenpeace, sulle tracce delle scorie. Hanno trovato riscontri raccolto ammissioni da parte della grande industria atomica francese, Areva, e dall'Edf, l'ente elettrico nazionale. Colti con le mani nel sacco, i responsabili del traffico hanno riconosciuto in prima serata che il flusso di uranio e plutonio esiste, ma hanno tentato di sostenere la tesi che si tratta di una sorta di regalo della grandeur nucleare francese agli amici russi. Dall'impianto di stoccaggio e ritrattamento di La Hague, infatti, esce un materiale che secondo Areva potrebbe essere lavorato e trasformato in Mox, il carburante che in futuro finirà nelle previste centrali italiane. Peccato che solo un 10 per cento dei rifiuti trasferiti in Siberia diventi di nuovo riutilizzabile: il restante 90 per cento è stoccato senza nessuna sicurezza in fusti all'aria aperta, come mostrano le foto e le riprese da satellite. Il traffico, che dura dalla metà degli anni Novanta, si svolge prima in
nave e poi in treno: lungo gli ottomila chilometri che separano prima la Manica da San Pietroburgo e poi la antica capitale russa dalla Siberia, senza nessuna particolare misura di sicurezza. I rifiuti nucleari si nascondono, quindi, sotto il tappeto, ma lontano dagli occhi della società ce li produce. Stiamo parlando di una delle maggiori potenze del nucleare civile mondiale e delle due aziende con cui il governo Berlusco-
ni ha stretto gli accordi per il ri-awio del nucleare a casa nostra. Ma Areva e Edf non sembrano far meglio di tanti trafficanti di casa nostra. Ieri è stato avvistato nel mare di Calabria un relitto che - secondo la cartina della società creata dall'imprenditore Giorgio Comerio per l'affondamento programmato delle scorie radioattive - potrebbe essere quello della Mikigan, la nave affondata nell'ottobre del 1986 con un ca-
rico protetto da granulato di marmo, ossia da uno schermante delle radiazioni atomiche. Quello che i francesi fanno con maggiore sfoggio di mezzi andando a nascondere le scorie in Siberia, il malaffare italiano fa più semplicemente nel mare di casa nostra. Vuoi vedere che il nostro nucleare diventa più conveniente di quello di Parigi?
http://www.beveraedintorni.com/lettere-deliranti/archivio-2009/1380-scorie-nucleari-della-francese-edf-in-siberia-a-cielo-aperto.html
LIVORNO. In Francia è scoppiato l'ennesimo scandalo nucleare. Oggi il segretario di Stato all'ecologia francese, Chántale Jouanno, si è detta favorevole all'apertura di un'inchiesta interna del colosso energetico Electricité de France (Edf) sullo stoccaggio di scorie nucleari francesi in Siberia, però «si rifiuta di trarre conclusioni affrettate». Poi ha aggiunto: «Ma a partire dal momento nel quale ci sarà un dubbio, è normale che l'opinione pubblica possa essere informata» e .quasi a scaricare la patata bollente, ha ricordato che la questione nucleare riguarda il ministro dell'ecologia e dell'energia Jean-Louis Borloo, cioè il suo collega e "capo" nel governo francese. Un modo molto imbarazzato ed imbarazzante di affrontare la nuova tegola
caduta sul nucleare "sicuro" francese dopo che l'inchiesta - "Déchets: le cauchemar du nucléaire", apparsa sulla rete televisiva Arte e poi ripresa con grande rilievo ieri dal quotidiano Liberation la quale ha svelato che il 13% delle scorie radioattive francesi sarebbero attualmente stoccate nel complesso atomico russo di Tomsk-7, in Siberia e che ogni anno 108 tonnellate di uranio impoverito provenienti dalle centrali atomiche francesi verrebbero spedite in Russia e scaricate a cielo aperto.
Fortissimo l'imbarazzo di Edf che ha affermato che «I rifiuti radioattivi prodotti dal trattamento dei combustibili restano in Francia dove sono custoditi in depositi in tutta sicurezza nel sito di La Hague». Eppure le immagini dell'inchiesta condotta dai giornalisti di Liberation Eric Guéret e Laure Noualhat mostrano in maniera inequivocabile e dettagliata contenitori con combustibile nucleare usato stoccati accanto ad una ferrovia in Siberia senza nessuna precauzione.
Infatti, alle assicurazioni del colosso nucleare in Francia non crede quasi nessuno, ad iniziare Réseau "Sortir du nucléaire": «Mentre il ministro dell'ecologia Chantal Jouanno si contenta di chiedere "un'inchiesta", con l'obiettivo evidente di guadagnare tempo perché l'affaire sparisca dall'attualità - dicono gli ambientalisti - Réseau "Sortir du nucléaire" chiede il ritorno in Francia delle scorie radioattive francesi abbandonate da Edf in Russia. In effetti, è ingiustificabile che l'industria nucleare francese si sbarazzi all'estero dei suoi rifiuti radioattivi. L'argomentazione ingannevole di Edf che pretende che non si tratti di scorie ma di "materiabile valorizzabile", non può essere posta: non è proprio più giustificabile lasciare in Russia sia "materiali valorizzabili" che rifiuti. Bisogna che la Francia nucleare si assuma le conseguenze delle sue attività e ne renda finalmente conto davanti all'opinione pubblica. I cittadini francesi devono in questa occasione prendere coscienza dell'accumulazione drammatica di diverse categorie di rifiuti e residui radioattivi prodotti dall'industria nucleare e dell'assenza di soluzioni per queste scorie. Il rimpatrio in Francia delle scorie radioattive spedite in Russia obbligherà le autorità francesi a tentare di trovare un
sito di stoccaggio... sapendo che è più difficile trovare un sito del genere in Francia che in fondo alla Siberia. Questo permetterà di ricordare che, malgrado le manovre indegne, lo Stato francese no riesce, da molti mesi, ad imporre là realizzazione di un sito di interramento delle scorie radioattive: i tentativi fatti nell'Aube all'inizio del 2009 sono stati respinti dalle popolazioni locali e dalle associazioni antinucleari».
Gli ambientalisti francesi fanno la lista di altre scorie che la Francia ha nascosto in altri Paesi come gli "sterili", vere montagne di residui dell'estrazione di uranio abbandonati a cielo aperto in Niger da Areva. La scoperta della discarica nucleare francese in Russia mette fortemente in dubbio quel che Edf ed Areva propagandano con una massiccia campagna sui media: «Il 96% delle scorie nucleari francesi sono riciclate», per "Sortir du nucléaire" «Si tratta chiaramente di una campagna di disinformazione che gli conviene rettificare». da terranews.it Francia Un documentario scioccante denuncia il traffico di rifiuti radioattivi che dal sito di Le Hague arriva in Russia. Un viaggio di 8mila chilometri tra nave e treno. I responsabili dell'agenzia energetica Edf inscenano una debole difesa
Normandia-Siberia solo andata Ecco dove finiscono le scorie
Simonetta Lombardo
Ottomila chilometri di viaggio, poi un sito di stoccaggio all'aria aperta, in Siberia. È la fine che fa almeno il 13 per cento delle scorie radioattive francesi: ogni anno 108 milioni di tonnellate di uranio impoverito vanno a ingrossare l'enorme parco nucleare segreto del complesso atomico di Tomsk-7, una città di 30 mila abitanti nel grande nulla russo in cui è proibito l'accesso a stranieri e a giornalisti. Ad alzare il coperchio che tappava il bidone della "pulitissima" industria nucleare d'oltralpe è stato un documentario trasmesso due sere fa dal canale Arte, dal titolo Dechets, le cauchemar da nucleare (Rifiuti, l'incubo del nucleare). A realizzarlo Laure Noual hai ed Eric Guéret, una giornalista di Liberation e un regista che hanno lavorato otto mesi, coinvolgendo gli ambientalisti russi, a partire da Greenpeace, sulle tracce delle scorie. Hanno trovato riscontri raccolto ammissioni da parte della grande industria atomica francese, Areva, e dall'Edf, l'ente elettrico nazionale. Colti con le mani nel sacco, i responsabili del traffico hanno riconosciuto in prima serata che il flusso di uranio e plutonio esiste, ma hanno tentato di sostenere la tesi che si tratta di una sorta di regalo della grandeur nucleare francese agli amici russi. Dall'impianto di stoccaggio e ritrattamento di La Hague, infatti, esce un materiale che secondo Areva potrebbe essere lavorato e trasformato in Mox, il carburante che in futuro finirà nelle previste centrali italiane. Peccato che solo un 10 per cento dei rifiuti trasferiti in Siberia diventi di nuovo riutilizzabile: il restante 90 per cento è stoccato senza nessuna sicurezza in fusti all'aria aperta, come mostrano le foto e le riprese da satellite. Il traffico, che dura dalla metà degli anni Novanta, si svolge prima in
nave e poi in treno: lungo gli ottomila chilometri che separano prima la Manica da San Pietroburgo e poi la antica capitale russa dalla Siberia, senza nessuna particolare misura di sicurezza. I rifiuti nucleari si nascondono, quindi, sotto il tappeto, ma lontano dagli occhi della società ce li produce. Stiamo parlando di una delle maggiori potenze del nucleare civile mondiale e delle due aziende con cui il governo Berlusco-
ni ha stretto gli accordi per il ri-awio del nucleare a casa nostra. Ma Areva e Edf non sembrano far meglio di tanti trafficanti di casa nostra. Ieri è stato avvistato nel mare di Calabria un relitto che - secondo la cartina della società creata dall'imprenditore Giorgio Comerio per l'affondamento programmato delle scorie radioattive - potrebbe essere quello della Mikigan, la nave affondata nell'ottobre del 1986 con un ca-
rico protetto da granulato di marmo, ossia da uno schermante delle radiazioni atomiche. Quello che i francesi fanno con maggiore sfoggio di mezzi andando a nascondere le scorie in Siberia, il malaffare italiano fa più semplicemente nel mare di casa nostra. Vuoi vedere che il nostro nucleare diventa più conveniente di quello di Parigi?
http://www.beveraedintorni.com/lettere-deliranti/archivio-2009/1380-scorie-nucleari-della-francese-edf-in-siberia-a-cielo-aperto.html
il pianeta verde e la decrescita felice
Continua domenica 21 il cinedocuforum creativo grazie al contributo artistico del Cantiere Creativo di Pontinia con la proiezione:
"Il pianeta verde - le belle verte" di Corinne Serrau alle ore 18,00 sempre nel Teatro Fellini in Piazza Indipendenza a Pontinia.
Segue la Decrescita Felice - Transition Town e il dibattito sul tema proposto.
La commedia "il pianeta verde" è sempre di attualità vista la settimana europea della riduzione dei rifiuti che termina appunto domenica (vedere nota Ansa al termine).
Negli intenti degli ideatori del cineforum c'era la proposta di collaborare con il comune di Pontinia per la sensibilizzazione in materia di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, eliminazione delle buste di plastica non biodegradabili, iniziative volontarie di bonifica di alcune zone da riqualificare di Pontinia.
Ma anche aderire nel nostro comune alla festa degli alberi, alla richiesta di contributi per finanziare gli impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici (è scaduto il 3. bando in proposito e non sappiamo se il comune ha aderito non avendo risposto), ad adeguare il regolamento edilizio per l'energia naturale e rinnovabile come previsto dalle disattese leggi nazionale e regionale in materia, alla modifica del regolamento sul fotovoltaico in zona agricola perdendo 200 ha di terreno fertile.
Venerdi 26 alle ore 20.30 la proiezione di "Gomorra" il film di Matteo Garrone
a seguire reading letterario e la performance elettro - rock dei Gaimer 422
al termine il dibattito sul tema proposto.
Il pianeta verde
Un film di Coline Serreau. Con Vincent Lindon, Philippine Leroy-Beaulieu, Coline Serreau, Marion Cotillard, James Thierree.
«continua Samuel Tasinaje, Claire Keim, Catherine Samie, Paul Crauchet, Didier Flamand, Michel Lagueyrie, Patrick Timsit, Denis Podalydès, Francis Perrin, Yolande Moreau, Alain Stern, Jacques Poitrenaud, Lorella Cravotta, Jean-Michel Dagory, Alexis Pivot, Martine Borg, Emmanuelle Bataille, Johanna Missaoui, Laurent Soulet, Catherine Rouchon Titolo originale La belle verte. Commedia, durata 99 min. - Francia 1996.
Trama
Sul Pianeta verde vivono esseri umani talmente evoluti ed avanzati da aver completamente eliminato l'uso degli oggetti, in modo da concentrare saggezza, forza ed energia nello sviluppo del corpo e della mente. Una volta l'anno gli abitanti fanno il giro degli altri pianeti ma nessuno vuole recarsi sulla Terra considerata troppo arretrata. Finalmente si offre Mila, donna matura vedova con due figli, che sospetta di essere frutto della unione del padre con una terrestre. Mila, che vive in un contesto ecologico avanzato, arriva nel traffico di Parigi all'ora di punta e subisce un forte shock.
L'adattamento è arduo, dal cibo ai comportamenti al modo di esprimersi, e Mila cerca di risolvere le situazioni difficili facendo ricorso all'influsso della sua mente. Molti rimangono coinvolti, politici che dicono la verità, calciatori che ballano il valzer nello stadio, barboni e poliziotti che seminano un orto, e Mila fa arrivare
sulla Terra anche i figli più grandi. Qui si innamorano di due ragazze con cui la madre era entrata in contatto, e le convincono a seguirli sul Pianeta Verde, dove inizia per tutti una nuova vita.
Decrescita felice
http://cantiere-creativ.blogspot.com/2010/08/nuovo-appuntamento-con-la-decrescita.html
http://cantiere-creativ.blogspot.com/2010/05/2-incontro-della-decrescita-felice.html
http://cantiere-creativ.blogspot.com/2010/04/incontro-introduttivo-sulla-decrescita.html
Settimana Ue rifiuti, obiettivo ridurre spazzatura Raddoppiata produzione in Europa in ultimi 40 anni 15 novembre, 10:02
In Europa è emergenza spazzatura: negli ultimi 40 anni il peso dell'immondizia prodotta dalle famiglie è raddoppiato e continua a crescere in maniera costante. Basti pensare che ogni cittadino dell'Ue in media produce mezza tonnellata di rifiuti l'anno. Da qui il lancio della "Settimana europea per la riduzione dei rifiuti", che si terrà dal 20 al 28 novembre in 22 paesi dell'Ue, ma anche in Brasile e
Repubblica Dominicana, per promuovere e incoraggiare iniziative per prevenire il problema: modificare comportamenti sbagliati e diminuire così la produzione di immondizia.
Nell'edizione dell'anno scorso, sono state oltre 2.670 le iniziative a favore della campagna europea, in 14 paesi, in cui l'Italia ha brillato per la partecipazione, dopo la Francia. Cinque i fronti di azione per il 2010: il primo si intitola "troppa immondizia" e punta a far conoscere l'impatto ambientale ed economico della crescita della produzione dei rifiuti. "Produrre meglio" invece cerca di incoraggiare le imprese a prendere misure concrete per tagliare la quantità di rifiuti durante la loro attività, mentre "Consumare meglio" prevede attività di informazione rivolte ai consumatori.
"Lunga vita ai prodotti" cerca di promuovere il riuso, mentre "Meno rifiuti gettati via" mette in evidenza le diverse soluzioni per diminuire la quantità di immondizia che finisce nel cestino. Una dritta è semplice: controllare sempre la data di scadenza dei prodotti. La novità dell'edizione di quest'anno della campagna Ue
contro l'eccesso di immondizia sarà il "BatucaMob", che in Italia è stato ribattezzato "NoTrashMob".
L'idea è quella di creare gruppi di persone, che la mattina di sabato 20 novembre si riuniscano in un luogo pubblico, per suonare strumenti a percussione improvvisati, dai cassonetti della differenziata ai cestini dell'ufficio. Il tutto sulla scia della Batucada, un tipo di musica della tradizione brasiliana, per scatenare il pubblico e allo stesso tempo far arrivare il messaggio della Settimana europea.
© Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati
"Il pianeta verde - le belle verte" di Corinne Serrau alle ore 18,00 sempre nel Teatro Fellini in Piazza Indipendenza a Pontinia.
Segue la Decrescita Felice - Transition Town e il dibattito sul tema proposto.
La commedia "il pianeta verde" è sempre di attualità vista la settimana europea della riduzione dei rifiuti che termina appunto domenica (vedere nota Ansa al termine).
Negli intenti degli ideatori del cineforum c'era la proposta di collaborare con il comune di Pontinia per la sensibilizzazione in materia di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, eliminazione delle buste di plastica non biodegradabili, iniziative volontarie di bonifica di alcune zone da riqualificare di Pontinia.
Ma anche aderire nel nostro comune alla festa degli alberi, alla richiesta di contributi per finanziare gli impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici (è scaduto il 3. bando in proposito e non sappiamo se il comune ha aderito non avendo risposto), ad adeguare il regolamento edilizio per l'energia naturale e rinnovabile come previsto dalle disattese leggi nazionale e regionale in materia, alla modifica del regolamento sul fotovoltaico in zona agricola perdendo 200 ha di terreno fertile.
Venerdi 26 alle ore 20.30 la proiezione di "Gomorra" il film di Matteo Garrone
a seguire reading letterario e la performance elettro - rock dei Gaimer 422
al termine il dibattito sul tema proposto.
Il pianeta verde
Un film di Coline Serreau. Con Vincent Lindon, Philippine Leroy-Beaulieu, Coline Serreau, Marion Cotillard, James Thierree.
«continua Samuel Tasinaje, Claire Keim, Catherine Samie, Paul Crauchet, Didier Flamand, Michel Lagueyrie, Patrick Timsit, Denis Podalydès, Francis Perrin, Yolande Moreau, Alain Stern, Jacques Poitrenaud, Lorella Cravotta, Jean-Michel Dagory, Alexis Pivot, Martine Borg, Emmanuelle Bataille, Johanna Missaoui, Laurent Soulet, Catherine Rouchon Titolo originale La belle verte. Commedia, durata 99 min. - Francia 1996.
Trama
Sul Pianeta verde vivono esseri umani talmente evoluti ed avanzati da aver completamente eliminato l'uso degli oggetti, in modo da concentrare saggezza, forza ed energia nello sviluppo del corpo e della mente. Una volta l'anno gli abitanti fanno il giro degli altri pianeti ma nessuno vuole recarsi sulla Terra considerata troppo arretrata. Finalmente si offre Mila, donna matura vedova con due figli, che sospetta di essere frutto della unione del padre con una terrestre. Mila, che vive in un contesto ecologico avanzato, arriva nel traffico di Parigi all'ora di punta e subisce un forte shock.
L'adattamento è arduo, dal cibo ai comportamenti al modo di esprimersi, e Mila cerca di risolvere le situazioni difficili facendo ricorso all'influsso della sua mente. Molti rimangono coinvolti, politici che dicono la verità, calciatori che ballano il valzer nello stadio, barboni e poliziotti che seminano un orto, e Mila fa arrivare
sulla Terra anche i figli più grandi. Qui si innamorano di due ragazze con cui la madre era entrata in contatto, e le convincono a seguirli sul Pianeta Verde, dove inizia per tutti una nuova vita.
Decrescita felice
http://cantiere-creativ.blogspot.com/2010/08/nuovo-appuntamento-con-la-decrescita.html
http://cantiere-creativ.blogspot.com/2010/05/2-incontro-della-decrescita-felice.html
http://cantiere-creativ.blogspot.com/2010/04/incontro-introduttivo-sulla-decrescita.html
Settimana Ue rifiuti, obiettivo ridurre spazzatura Raddoppiata produzione in Europa in ultimi 40 anni 15 novembre, 10:02
In Europa è emergenza spazzatura: negli ultimi 40 anni il peso dell'immondizia prodotta dalle famiglie è raddoppiato e continua a crescere in maniera costante. Basti pensare che ogni cittadino dell'Ue in media produce mezza tonnellata di rifiuti l'anno. Da qui il lancio della "Settimana europea per la riduzione dei rifiuti", che si terrà dal 20 al 28 novembre in 22 paesi dell'Ue, ma anche in Brasile e
Repubblica Dominicana, per promuovere e incoraggiare iniziative per prevenire il problema: modificare comportamenti sbagliati e diminuire così la produzione di immondizia.
Nell'edizione dell'anno scorso, sono state oltre 2.670 le iniziative a favore della campagna europea, in 14 paesi, in cui l'Italia ha brillato per la partecipazione, dopo la Francia. Cinque i fronti di azione per il 2010: il primo si intitola "troppa immondizia" e punta a far conoscere l'impatto ambientale ed economico della crescita della produzione dei rifiuti. "Produrre meglio" invece cerca di incoraggiare le imprese a prendere misure concrete per tagliare la quantità di rifiuti durante la loro attività, mentre "Consumare meglio" prevede attività di informazione rivolte ai consumatori.
"Lunga vita ai prodotti" cerca di promuovere il riuso, mentre "Meno rifiuti gettati via" mette in evidenza le diverse soluzioni per diminuire la quantità di immondizia che finisce nel cestino. Una dritta è semplice: controllare sempre la data di scadenza dei prodotti. La novità dell'edizione di quest'anno della campagna Ue
contro l'eccesso di immondizia sarà il "BatucaMob", che in Italia è stato ribattezzato "NoTrashMob".
L'idea è quella di creare gruppi di persone, che la mattina di sabato 20 novembre si riuniscano in un luogo pubblico, per suonare strumenti a percussione improvvisati, dai cassonetti della differenziata ai cestini dell'ufficio. Il tutto sulla scia della Batucada, un tipo di musica della tradizione brasiliana, per scatenare il pubblico e allo stesso tempo far arrivare il messaggio della Settimana europea.
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si rivede il Pontinia che prevale a Cingoli, pallamano femminile
Lunedì 15 Novembre 2010 http://carta.ilmessaggero.it/view.php?data=20101115&ediz=05_LATINA&npag=47&file=C_1917.xml&type=STANDARD
A Cingoli (Macerata) la Cassa Rurale Pontinia trova il riscatto e i primi punti in campionato. Dopo le due sconfitte d’avvio torneo le gialloblù sfoderano il carattere e regolano a domicilio 30-23 (pt 14-13) le marchigiane. «Alle ragazze l’avevo detto: era l’ultima spiaggia per non rimanere staccate dalla vetta - rivela con sollievo il tecnico Antonio Trani - finalmente sono riuscite a sbloccarsi e a giocare davvero bene. C’è ancora da lavorare in attacco, dove commettiamo molti errori in fase di tiro. Ma questa vittoria ci dà morale per migliorare».
Primo tempo equilibrato, con la Cassa Rurale quasi sempre davanti in una lotta punto a punto. Le pontine non sfruttano a dovere alcuni contropiedi e il Cingoli resta attaccato alla gara, chiudendo la prima frazione con una rete di svantaggio. Le padroni di casa trovano il pareggio nell’azione iniziale della ripresa e restano in gara fino al 18’ (21-21). Poi il portiere della Cassa Rurale Selene Franceschini, rientrata dopo una squalifica, tira giù la saracinesca neutralizzando due rigori e compiendo parate decisive. Il Pontinia, trascinata in attacco dalla solita Serena Colasante, mette allora a segno un parziale di 9-2 e chiude i conti.
Nulla da fare, invece, per la Tiger Fondi che perde pesantemente per 32-21 (pt 19-10) con la capolista Sassari. Le tigrotte erano consapevoli di incontrare una compagine forte e determinata a fare risultato. Ma non si sono demoralizzate e hanno cercato di arginare il punteggio. Il primo tempo comunque si è chiuso con le isolane in vantaggio di 9 reti. Nella ripresa mister Manojlovic ha incitato dalla panchina le ragazze ad osare di più. Alla fine però hanno dovuto cedere alla supremazia del Sassari. «Voglio fare i complimenti – dichiara l’allenatore Manojlovic – alle ragazze sarde. Ma voglio esprimere stima e ammirazione per le mie ragazze che hanno dato tutto per poter portare a casa un risultato utile».
Ch. Cap. e F. Carn.
RIPRODUZIONE RISERVATA
A Cingoli (Macerata) la Cassa Rurale Pontinia trova il riscatto e i primi punti in campionato. Dopo le due sconfitte d’avvio torneo le gialloblù sfoderano il carattere e regolano a domicilio 30-23 (pt 14-13) le marchigiane. «Alle ragazze l’avevo detto: era l’ultima spiaggia per non rimanere staccate dalla vetta - rivela con sollievo il tecnico Antonio Trani - finalmente sono riuscite a sbloccarsi e a giocare davvero bene. C’è ancora da lavorare in attacco, dove commettiamo molti errori in fase di tiro. Ma questa vittoria ci dà morale per migliorare».
Primo tempo equilibrato, con la Cassa Rurale quasi sempre davanti in una lotta punto a punto. Le pontine non sfruttano a dovere alcuni contropiedi e il Cingoli resta attaccato alla gara, chiudendo la prima frazione con una rete di svantaggio. Le padroni di casa trovano il pareggio nell’azione iniziale della ripresa e restano in gara fino al 18’ (21-21). Poi il portiere della Cassa Rurale Selene Franceschini, rientrata dopo una squalifica, tira giù la saracinesca neutralizzando due rigori e compiendo parate decisive. Il Pontinia, trascinata in attacco dalla solita Serena Colasante, mette allora a segno un parziale di 9-2 e chiude i conti.
Nulla da fare, invece, per la Tiger Fondi che perde pesantemente per 32-21 (pt 19-10) con la capolista Sassari. Le tigrotte erano consapevoli di incontrare una compagine forte e determinata a fare risultato. Ma non si sono demoralizzate e hanno cercato di arginare il punteggio. Il primo tempo comunque si è chiuso con le isolane in vantaggio di 9 reti. Nella ripresa mister Manojlovic ha incitato dalla panchina le ragazze ad osare di più. Alla fine però hanno dovuto cedere alla supremazia del Sassari. «Voglio fare i complimenti – dichiara l’allenatore Manojlovic – alle ragazze sarde. Ma voglio esprimere stima e ammirazione per le mie ragazze che hanno dato tutto per poter portare a casa un risultato utile».
Ch. Cap. e F. Carn.
RIPRODUZIONE RISERVATA
venerdì 12 novembre 2010
cineforum, incubo nucleare
Domenica 14 sempre alle ore 18, con il Cantiere Creativo, al Teatro
comunale Fellini di Pontinia, con “Rifiuti: l'incubo nucleare” film di
Eric Gueret (http://www.quival.it/ecologia/190-rifiuti-lincubo-del-nucleare.html
), il ricordo dei 3 referendum del 1987
(http://www.zonanucleare.com/questione_scorie_italia/referendum_nucleare_1987.htm)
che hanno abrogato il nucleare, la mostra fotografica “nucleare,
ambiente ed energia”e la video proiezione dei punti salienti
dell'incontro con il Professor Yuri Bandazhevsky a Pontinia, l'11
settembre ( http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=1595).
Sarà distribuito il video dell'incontro con Bandazhevsky a Pontinia.
Ci saranno anche, come consuetudine, ospiti ed esperti sia
dell'argomento, sia della comunicazione, giornalisti che ci offriranno
spunti di riflessione e dibattito, dopo il gradimento di domenica
scorsa.
Proseguirà la raccolta di firme per la proposta di legge in favore
delle energie naturali e rinnovabili, sarà esposta la bandiera per le
energie naturali e rinnovabili, contro il nucleare con la tuta bianca
e il simbolo del no al nucleare.
comunale Fellini di Pontinia, con “Rifiuti: l'incubo nucleare” film di
Eric Gueret (http://www.quival.it/ecologia/190-rifiuti-lincubo-del-nucleare.html
), il ricordo dei 3 referendum del 1987
(http://www.zonanucleare.com/questione_scorie_italia/referendum_nucleare_1987.htm)
che hanno abrogato il nucleare, la mostra fotografica “nucleare,
ambiente ed energia”e la video proiezione dei punti salienti
dell'incontro con il Professor Yuri Bandazhevsky a Pontinia, l'11
settembre ( http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=1595).
Sarà distribuito il video dell'incontro con Bandazhevsky a Pontinia.
Ci saranno anche, come consuetudine, ospiti ed esperti sia
dell'argomento, sia della comunicazione, giornalisti che ci offriranno
spunti di riflessione e dibattito, dopo il gradimento di domenica
scorsa.
Proseguirà la raccolta di firme per la proposta di legge in favore
delle energie naturali e rinnovabili, sarà esposta la bandiera per le
energie naturali e rinnovabili, contro il nucleare con la tuta bianca
e il simbolo del no al nucleare.
domenica torna l'isola ecologica per rifiuti ingombranti
Domenica ritorna l'importante iniziativa dell'isola ecologia nel parcheggio della Asl dell'assessorato all'ambiente e della Trasco a Pontinia per consegnare tutti i rifiuti ingombranti gratuitamente.
Intanto nella discarica della Migliara 49 sono stati rimossi tutti i rifiuti ingombranti (http://pontiniaecologia.blogspot.com/2010/10/continua-il-deposito-di-rifiuti-sulla.html ) tranne i pneumatici ed i resti dei rifiuti bruciati.
Anche dalla Sorgente di Fontana di Muro, dopo la prima bonifica volontaria del 30/10/2010 ( http://pontiniaecologia.blogspot.com/2010/10/cosa-abbiamo-trovato-fontana-di-muro.html) (http://pontiniaecologia.blogspot.com/2010/10/la-prima-parte-della-bonifica-di.html ) e la conseguente rimozione da parte degli Enti competenti dei rifiuti speciali rimasti (copertoni e altro) sembra tornata alla situazione di normalità (http://pontiniaecologia.blogspot.com/2010/10/fontana-di-muro-dopo-la-prima-bonifica.html).
Una normalità evidenziata anche dalla ripresa giornaliera del lavaggio della verdura dentro il laghetto della sorgente.
Difatti come si vede dalla fotografia allegata i lavoratori ammassano le cassette di plastica colorata dentro l'acqua accatastandole dentro l'acqua una sull'altra.
Probabilmente proprio gli operatori che lavano giornalmente le verdure dentro la sorgente potrebbero essere incaricati da Comune, Provincia, Azienda Usl, Arpa, Consorzio di Bonifica, Regione Lazio a verificare che non vengano prodotti inquinamenti dentro l'acqua e che non vengano nuovamente abbandonati rifiuti.
Borgo Pasubio, arriva la Provincia e .... piove. La rotonda?
Borgo Pasubio all'incrocio arriva il personale della Provincia di Latina (funzionari, topografi, tecnici, operatori) ed arriva un forte acquazzzone...
Scherzi a parte (ma la pioggia è arrivata davvero quando i tecnici verso le 12 erano all'opera) dopo 5 anni di annunci, progetti, manifesti nei quali AN si attribuiva il merito della messa in sicurezza dell'incrocio, con la realizzazione della rotatoria, dell'opera d'arte nessuna traccia, ma almeno è stata adeguata la segnaletica stradale di avvertimento per un incrocio particolarmente pericoloso.
An (dicono le cronache) non esiste più e non sappiamo se il progetto della messa in sicurezza con la rotatoria di Borgo Pasubio se la passi bene (speriamo meglio di An).
Chissà forse la presenza dei topografi potrebbe far sperare che il progetto della rotatoria esista ancora almeno nelle buone intenzioni.
Nell'attesa della rotatoria dei sogni diverse, comunque, rimangono le opere che potrebbero (anzi dovrebbero) essere realizzate per migliorare la sicurezza (senza meriti, questo dovrebbe essere un dovere) stradale.
Intanto eliminare le buche e ripristinare il manto stradale che proprio nel tratto tra il Sisto (confine con il comune di Sabaudia per chi arriva dalla SR 148 Pontina) arriva a Borgo Pasubio percorrendo la Migliara 47.
Difatti piccoli dossi, tagli dell'asfalto, buche, collegamento tra pezzi di asfalto di epoche e finiture diverse, sotto il passaggio dei mezzi pesanti (deviati dai continui lavori sulle strade regionali, con i divieti per i mezzi pesanti oscurati) creano vibrazioni, rumori, assestamenti vari e altri fenomeni fastidiosi verso le abitazioni sulla Migliara 47.
La situazione non è diversa a Casal (che l'Astral ha ribattezzato Castel) Traiano il cui doppio incrocio pericoloso anziché essere messo in sicurezza (con l'altra rotatoria promessa da 5 anni) verrà reso più pericoloso dal semaforo.
Chi è il genio autore di questa pensata? che speriamo venga annullata, altrimenti oltre agli incidenti, ci saranno ulteriori ingorghi, ritardi, confusione di cui faremmo a meno (una volta tanto visto tutto quello che ogni giorno occorre subire).
Speriamo che al posto dei geni arrivi una persona normale che faccia installare almeno una illuminazione pubblica stradale adeguata alla pericolosità in quanto i 3 lampioni presenti non sono certo sufficienti.
Giorgio Libralato