Campagna Referendum acqua
Ai Circoli, al Direttivo di Legambiente Lazio
Care amiche, cari amici,
il 24 Aprile prenderà il via in tutta Italia la raccolta firme per proporre tre referendum contro la privatizzazione dell'acqua. Come sapete, anche Legambiente parteciperà alla raccolta promossa dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua e da un ampio comitato promotore per fermare il business dell'oro blu, per contrastare il recente Decreto che ha reso obbligatoria la dismissione delle quote pubbliche nelle società di gestione della preziosa risorsa (la quota in mano ai privati dovrà crescere fino al 40% entro il 2011, al 60% entro il 2013 e al 70% entro il 2015).
Senz'acqua è impossibile vivere, allora per dirla con uno slogan semplice ma efficace “l'acqua è un diritto, non una merce!” e come tale va gestito. In questi anni abbiamo sperimentato anche nel Lazio la fallimentare gestione privata del servizio idrico, in situazioni dove la maggioranza rimaneva pubblica, hanno sempre prevalso le logiche della ricerca di profitto, ci si è trovati di fronte a consistenti aumenti delle tariffe, addirittura alla sospensione dell'erogazione dell'acqua, con scarsi o nulli miglioramenti della qualità della risorsa e del servizio, anzi con piani e progetti continuamente disattesi, rimandati nel tempo. In provincia di Latina, non appena la multinazionale francese Veolia è stata coinvolta nella gestione dell’acqua, i costi per i cittadini sono aumentati anche del 300 per cento; per Frosinone, l'arrivo di Acea Ato 5 non ha risolto la mancanza di acqua a Sora e nella Valle del Liri né la pessima qualità della depurazione. Le captazioni delle sorgenti dell’Aniene o le folli idee di vendita di quelle del Peschiera a Rieti hanno anche evidenziato un concreto rischio di uso privatistico del bene.
Ecco i dati: le perdite di rete ancora oggi rimangono al 55% a Latina, al 54% a Rieti, al 48% a Frosinone e al 25% a Roma, mentre i consumi hanno sfondato i 236 litri per abitante al giorno nella Capitale, i 226 a Viterbo e i 164 a Rieti (Ecosistema urbano). Nel Lazio il 21% degli scarichi civili non è allacciato alla rete fognaria, mentre il 29,5% non è sottoposto a depurazione. Il controllo pubblico è stato molto molto debole: le conferenze delle Province e dei Sindaci spesso si sono limitate ad approvare i bilanci piuttosto che a verificare queste situazioni piuttosto che a pianificare; le consulte dei cittadini non sono ancora nemmeno tutte istituite, il garante regionale del servizio ha lavorato bene ma è stato messo poco in condizione di incidere. Insomma, il pubblico non riesce a controllare il privato nella fornitura dei servizi idrici, cosa che diventerà impossibile quando i privati dovranno rispondere alla logica internazionale delle multinazionali.
Un primo effetto del Decreto potrebbe essere la privatizzazione di ACEA: senza attendere le scadenze del Decreto, la maggioranza del Consiglio comunale capitolino ha già approvato una mozione con la quale prevede in sostanza la cessione del 21% delle quote comunali.
In questi anni, è stato evidente che investimenti sbagliati hanno gravi conseguenze sul cittadino che ne paga i costi, come è successo proprio ad ACEA con l'avventura sbagliata nella telefonia, che ha provocato bilanci passivi. Di fatto in questo modo si privatizzano gli utili e si socializzano gli oneri, con la manutenzione delle reti e la perdita che rimangono a carico del pubblico, visto che proprio in questi anni la Regione ha stanziato ben 350 milioni di Euro con il piano di tutela delle acque.
ACEA dà da bere ai romani oltre 309 milioni di metri cubi di acqua potabile ogni anno, nella sola Capitale e nel Lazio Centrale, attraverso l’Ato 2, raggiunge circa 3,5 milioni abitanti, per un totale di 500mila utenze, con un'estensione delle reti di 10mila chilometri e 6mila chilometri di fognatura. Un patrimonio immenso, un valore che non si può e non si deve perdere.
Bisogna riconoscere allora con fatti concreti che l'acqua è un bene comune che appartiene a tutti, il problema è quello dell’accesso universale al bene, un diritto fondamentale e inalienabile, che va garantito sempre e comunque. L'abitudine allo spreco e la noncuranza ci fanno spesso perdere di vista la necessità di proteggere questa risorsa, con aree del pianeta in cui la carenza dell'acqua pulita rappresenta un'emergenza gravissima. La dotazione minima di acqua per vivere è di circa 50 litri al giorno, a Roma ne consumiamo mediamente 236 come già detto, mentre un africano fortunato di una regione subsahariana ne consuma meno di 20. Nel mondo più di 1 miliardo di persone, oggi, non ha accesso all'acqua e 2,6 miliardi mancano di servizi sanitari. Siamo anche in un contesto in cui i cambiamenti climatici stanno già riducendo le riserve di acqua potabile, mentre anche la diminuzione della portata dei fiumi e delle precipitazioni nell'area mediterranea, favorisce i processi di desertificazione, assottigliando le riserve di acqua potabile.
Vista la posta in gioco, dobbiamo credere con forza in questa scommessa, impegnarci nella raccolta delle firme e nella campagna, cercando di cogliere l'occasione anche per rivitalizzare l'importante strumento di democrazia che è il referendum, spesso spuntato dall'astensionismo invocato dai “comitati del no”. Dal 24 Aprile, per tre mesi, vi chiediamo di fare questa una campagna, che può coinvolgere i cittadini su un tema importante e strategico. In questi giorni si stanno definendo comitati locali nei Comuni del Lazio e nei Municipi di Roma, che fanno riferimento ad una segreteria regionale e al coordinamento romano per l'acqua pubblica, che si riuniscono periodicamente e vedono una nostra costante partecipazione, spesso anche a livello territoriale. Sul sito www.acquabenecomune.org trovate tutti i dettagli organizzativi (testo quesiti, questione certificazione firme, ecc). Vi chiediamo, quindi di segnalare la vostra disponibilità a Roberto Scacchi (presso la sede regionale, email legambiente.scacchi@legambientelazio.it) che segue la campagna per Legambiente Lazio e di fare riferimento a lui per qualsiasi questione. Per dare forza e visibilità all'azione di Legambiente Lazio vi chiediamo di segnalarci luoghi e orari di raccolta firme per poterli comunicare (sito, newsletter, comunicati...), di tenerci informati dell'andamento della raccolta, di riconsegnare le firme raccolte al regionale.
Buon lavoro a tutti, cari saluti,
Roma, 13 Aprile 2010
Cristiana Avenali Lorenzo Parlati
Direttrice Regionale Presidente Regionale
I QUESITI (dal sito www.acquabenecomune.org)
Quesito Numero 1.
http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article7197
Fermare la privatizzazione dell’acqua (Abrogazione dell’art.23 bis L. 133/08)
Il primo quesito che verrà sottoposto a referendum abrogativo riguarda l’art. 23 bis (dodici commi) della Legge n. 133/2008, relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica. Al netto delle deroghe successivamente introdotte, la norma disciplina l’affidamento della gestione del servizio idrico, del servizio raccolta e smaltimento rifiuti e del trasporto pubblico locale. Essa stabilisce come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico l’affidamento a soggetti privati attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40%. La gestione attraverso SpA a totale capitale pubblico viene permessa solo in regime di deroga, per situazioni eccezionali che, a causa di caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfoligiche del contesto territoriale di riferimento, non permettono un efficace e utile ricorso al mercato. Deroga che deve essere supportata da un’adeguata analisi di mercato e sottoposta al parere dell’Antitrust.
Con questa norma, dando per salvaguardate le attuali gestioni già affidate a soggetti privati o a società miste, si vuole mettere definitivamente sul mercato le gestioni dei 64 ATO (su 92) che o non hanno ancora proceduto ad affidamento, o hanno affidato la gestione del servizio idrico a società a totale capitale pubblico.
Queste ultime infatti cesseranno improrogabilmente entro il dicembre 2011, o potranno continuare alla sola condizione di trasformarsi in società miste, con capitale privato al 40%. La norma inoltre disciplina le società miste collocate in Borsa, le quali per poter mantenere l’affidamento del servizio dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro il dicembre 2015.
Quesito Numero 2.
http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article7198
Aprire la strada della ripubblicizzazione (Abrogazione dell’art. 150 del D.lgs 152/06)
L’articolo sottoposto ad abrogazione disciplina come uniche forme societarie possibili per l’affidamento del servizio idrico integrato, le Società per Azioni. Obiettivi: qualificare il percorso referendario come relativo al tema dell’acqua; intervenire sul problema della gestione, attraverso forme societarie idonee a svolgere una funzione sociale e di preminente interesse generale. L'abrogazione non provocherebbe automaticamente cambiamenti per quella parte di popolazione che già oggi e da tempo ha visto il proprio servizio idrico integrato affidato a società a capitale interamente privato o a società a capitale misto pubblico-privato.
Quesito Numero 3.
http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article7199
Eliminare i profitti dal bene comune acqua (Abrogazione dell’art. 154 del D.lgs 152/06)
Si tratta in questo caso di abrogare poche parole, che consentono al gestore di fare profitti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio. Con un effetto per i cittadini di doppia vessazione, poiché da una parte viene mercificato il bene comune acqua, dall’altra gli utenti vengono obbligati a garantire il profitto al soggetto gestore.
ECOSISTEMA URBANO 2010 DI LEGAMBIENTE
I DATI PER LE ACQUE NEI CAPOLUOGHI
CITTA’
Indicatori
RIETI
ROMA
LATINA
VITERBO
FROSINONE
Consumi idrici
164,0
(51)
236,1
(100)
159,1
(37)
226,4
(98)
161,8
(42)
% Perdite di rete
54%
(87)
25%
(29)
55%
(89)
12%
(6)
48%
(82)
Depurazione
100%
(1)
97%
(31)
80%
(80)
95%
(38)
78%
(84)
Legenda: Consumi idrici: consumo procapite sull’erogato (l/ab/gg); %Perdite di Rete: % di acqua non consumata/totale acqua immessa in rete; Depurazione: % di abbattimento del carico civile (% abitanti allacciati (per gg. funzionamento) * efficienza depurazione (CODusc/CODingr). Tra parentesi è riportata, sotto il valore di ogni singolo parametro, la posizione nella classifica generale nazionale per quel singolo indicatore.
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LIBRALATO: 昭和20年後半のころシャンソン歌手リュッシェンヌ・デュリールが唄ったのを聞き大好きになった歌だ。思わず今再開できて感激!!
RispondiEliminaこんなよい歌が隠れてしまってはもったいない。今時の若者の下手な歌など聞く気にもならぬ。ありがとう!!うれしかった