Finalmente lo scorso anno, su iniziativa del Parco Nazionale del Circeo, è iniziata, dopo decenni di evidente tollerata appropriazione privata, la restituzione di una parte di una delle spiagge più belle d’Italia (quella di Sabaudia e del Parco stesso) alla gente che ne aveva subito lo scippo.
Continuare con questa azione vorrebbe dire, sicuramente, favorire il turismo, gli operatori del settore, l’economia locale invece in continua recessione.
Ma pare che il governo nazionale, come si legge nel comunicato che segue, voglia invece regredire ulteriormente continuando a togliere alla comunità per darlo a pochi, aumentando le spese per i cittadini e di conseguenza speculatori ed aziende private.
E’ strano osservare come anche questa iniziativa passi sotto il silenzio dell’informazione, probabilmente tollerato dalle amministrazioni locali che invece, per dovere istituzionale, dovrebbero stare dalla parte dell’interesse pubblico.
O forse semplicemente gli enti locali ignorano l’ennesima tegola che sta per calare sul turismo, sui diritti pubblici, sull’economia della nostra provincia che continua a perdere non solo posti di lavoro, ma anche opportunità.
Qualche speranza di inversione di tendenza c’è se gli annunciati candidati assessori regionali all’ambiente sapranno mantenere quanto promesso.
Cioè restituire il ciclo dell’acqua e il diritto a questa necessaria risorsa alla gente, ai cittadini riconoscendone il valore e togliendolo alla speculazione dei privati e di aziende tanto contestate.
Oppure, appunto, mantenere vincoli sui beni che l’intero mondo ci invidia preservandoli dalla speculazione di pochi, dalla navigazione a motore, come qualcuno vorrebbe attuare con il regolamento sul lago di Sabaudia, contrario alle leggi e alle norme in materia.
Ma forse il silenzio sulla speculazione della spiaggia è complice della speculazione che potrebbe arrivare dall’approvazione del regolamento sul Lago di Sabaudia, altro argomento sul quale pare essere sceso il silenzio.
Eppure il regolamento sul Lago dovrebbe essere approvato la prossima settimana.
Mancata informazione come occhio che non vede e cuore che non duole?
Pontinia 21 febbraio 2010 Ecologia e Territorio Giorgio Libralato
SPIAGGE. BONELLI: E' 'SPIAGGIOPOLI', GOVERNO LE RUBA AD ITALIANI 19 febbraio 2010
DEFINITIVAMENTE PRIVATIZZATE A PREZZI RIDICOLI. DENUNCIATO A UE.
(DIRE) Roma, 19 feb. - "Le spiagge italiane sono state definitivamente privatizzate, o meglio, rubate agli italiani". Lo denuncia il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, sottolineando che "il decreto 'Milleproroghe' approvato alcuni giorni fa prevede una norma che elude la direttiva Bolkestein per le spiagge italiane". Il che significa che "la vera e propria monarchia che ha gestito fino ad oggi le spiagge italiane continuera' a gestirle in assoluta assenza di bandi o gare pubbliche e a costi irrisori". Infatti, continua Bonelli, "le concessioni delle spiagge italiane continueranno ad essere date a trattativa privata in assenza di bandi pubblici e a costi irrisori".
La norma approvata, spiega il presidente dei Verdi, prevede il differimento dell'applicazione di questa direttiva fino al 2015, dando, nei prossimi cinque anni, "la facolta' alle Regioni e ai Comuni, in questi cinque anni, di rinnovare le concessioni demaniali per altri 20 anni sempre ai soliti noti".
Per Bonelli "e' importante ricordare che, ad oggi, il costo di una concessione e' un regalo ai privati: un metro quadrato costa infatti da 0,40 a 0,60 centesimi di euro per metro quadro l'anno". E lo Stato "incassa dalle concessioni demaniali ogni anno meno di 90 milioni di euro, a fronte di un fatturato di oltre due miliardi euro l'anno". Per Bonelli tutto questo e' "un vero insulto per l'Italia, che fatica ad arrivare alla fine del mese" e fa sapere che "su questo abbiamo inviato un esposto all'Unione europea".
13:58 19-02-10 www.verdi.it
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