L'autentica delle firme, ovvero come mantenere la casta politica
Costituzione Italiana - Art. 49: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”
La nostra Costituzione garantisce a tutti i cittadini il diritto a partecipare alle elezioni per scegliere i propri rappresentanti nelle istituzioni, elezioni in cui teoricamente tutti i raggruppamenti dovrebbero concorrere con le stesse condizioni di partenza (la Costituzione parla in realtà di “partiti”, anche se il termine col tempo ha acquisito un significato più specifico). Pochi conoscono però le procedure per presentare una lista elettorale, di solito soltanto gli “addetti ai lavori”, cioè i cosiddetti politici (e spesso neanche loro), oppure quei pochi coraggiosi che hanno affrontato le lunghe e complicate trafile burocratiche necessarie per esercitare un diritto costituzionale.
Per presentare una lista elettorale è necessario, tra le altre cose, ottenere la sottoscrizione di un numero minimo di cittadini, per garantire che la lista abbia un minimo di rappresentatività. Fin qui tutto bene. Salvo dover constatare che l'obbligo delle firme non è previsto in tutti i paesi europei e che in Italia il numero di firme è decisamente alto (per le elezioni europee del 2009, ad esempio, il numero di firme necessario per presentarsi in tutta la Germania era quasi lo stesso della sola Valle d'Aosta in Italia...). Ma andiamo avanti.
Perchè le firme dei sottoscrittori siano valide devono essere autenticate da un funzionario statale, per evitare che si verifichino irregolarità. Anche qui il meccanismo è teoricamente corretto, anche se i più accorti noteranno un rischio enorme: l'aumento della burocrazia, uno dei peggiori nemici del cittadino comune (non è peraltro chiaro per quale motivo non si possa applicare qui l'autocertificazione, uno dei pochi provvedimenti legislativi degli ultimi anni che hanno portato a una reale semplificazione amministrativa). Ed è proprio l'obbligo dell'autentica lo strumento con cui l'attuale casta politica riesce a trasformare un principio teoricamente giusto in un meccanismo perverso che impedisce di fatto ai cittadini di esercitare un loro legittimo diritto.
Ma chi sono questi autenticatori?
Le figure tradizionalmente addette ad autenticare le firme sono i cancellieri, che sono tenuti a convalidare gratuitamente le firme dei sottoscrittori che si rechino negli uffici comunali addetti. Ma anche i partiti più grandi e strutturati incontrerebbero grosse difficoltà a trascinare migliaia di persone negli uffici comunali, tra i meandri della burocrazia italiana. Il cancelliere è quindi autorizzato ad autenticare le firme anche al di fuori del proprio ufficio, ma in questo caso può chiedere un compenso, sotto forma di rimborso spese: è chiaro che così sono decisamente favoriti i soggetti politici dotati di congrue risorse economiche (e qui vengono naturalmente in mente i tanto discussi rimborsi elettorali...).
Soprassedendo su un'altra tipologia di autenticatori, i notai, categoria decisamente elitaria ed economicamente ancora meno accessibile del cancelliere, l'altra figura abilitata all'autentica delle firme sono i consiglieri eletti. Se i cancellieri sono comunque in qualche modo legati ai quadri politici, perchè da essi dipendenti in quanto funzionari statali, a maggior ragione i consiglieri sono diretta emanazione dei partiti al governo. In pratica le liste già rappresentate nelle istituzioni sono immensamente facilitate nella raccolta delle firme rispetto alle nuove formazioni politiche. Non c'è maggiore ingiustizia, direbbe don Lorenzo Milani, di fare parti uguali tra persone disuguali... L'autentica delle firme finisce per essere di fatto uno strumento (uno dei tanti, ad essere precisi) per sbarrare le porte a qualsiasi novità politica. In altre parole per mantenere la casta, con tutti i suoi privilegi. In altre parole, per non cambiare nulla.
Ma il trucco non finisce qui. I partiti sono ormai tanto lontani dai cittadini comuni, tanto incancreniti nei loro clientelismi, tanto malvisti dalla gente comune che avrebbero comunque difficoltà a reperire le firme necessarie, nonostante tutti i privilegi di cui godono. Puntualmente, pochi giorni prima della scadenza della presentazione delle liste, i governanti fanno passare delle leggi che esentano dalla raccolta delle firme tutti i partiti già rappresentati nelle istituzioni. Proprio così. Chi avrebbe i mezzi politici ed economici (per non parlare dei mezzi di comunicazione) si autoesenta dalla raccolta delle firme, lasciando la difficile incombenza soltanto ai “nuovi”. Chi c'è c'è, chi non c'è non deve entrare. E' stato già fatto per le ultime elezioni europee. L'aveva già fatto anche la giunta Storace per le regionali del 2005. La proposta, puntuale come un orologio, è da poco arrivata in consiglio regionale da parte di una maggioranza almeno teoricamente opposta a quella di cinque anni fa. Non c'è dubbio che la proposta riceverà l'approvazione bipartisan delle due coalizioni, più preoccupate di contrastare eventuali “infiltrazioni”, che non a contrastarsi a vicenda. Quando si tratta di mantenere la casta politica non esiste destra, né sinistra (né tantomeno il centro).
Noi della Rete dei Cittadini ci appelliamo al senso civico (se ne hanno ancora) dei singoli consiglieri regionali perchè denuncino pubblicamente questa ennesima violazione di un diritto costituzionale. La legge è uguale per tutti, anche per la casta.
Sergio Mazzanti
Rete dei Cittadini – Per il bene comune
qui trovate tutti i comuni dove potete firmare... un semplice gesto per la democrazia..
in allegato un articolo sula questione firme e come la Casta mantiene il potere limitando i diritti garantiti dalla costituzione a chi è fuori dal sistema ed indipendente..
http://maps.google.com/maps?hl=it&source=hp&q=rete%20dei%20cittadini&lr=&um=1&ie=UTF-8&sa=N&tab=wl
perchè a pontinia chi comanda da 20 anni il parroco?
RispondiEliminala casta c'è anche qui giorgio e tu l'alimenti forse involontariamente chissà, fatto stà che la filiera della salute funziona meglio di quella agroalimentare!
anch'io voglio sapere di chi sono quei terreni dove sorgeranno laghi di pannelli solari, dai su facci godere dicendoci nomi e cognomi, se ti esponi come ambientalista, la tua vita è pubblica ormai, tra blog e giornali e sport, sei un uomo pubblico assumiti le responsabilità di chiarire fino in fondo le tue teorie ecologiste, ho intuito perchè rimbalzi la risposta con la signora/e Anophele, è probabile che i proprietari siano scomodi e vicini a chi conosci bene.
nella bella fattoria ia ia oooo
Non ho la più pallida idea di quanti progetti siano stati presentati né chi sono i proprietari
RispondiEliminaa Pontinia c'è' la casta dei politici: Pedretti, Tombolillo, Sperlonga, Novelli, Belli...sono in Comune da 20 anni. E chi li caccia piu'? Hanno contruito una fitta rete di relazioni...non c'è rinnovamento, non ci sono idee nuove, c'è appiattimento verso il basso, ripicca per beghe politiche passate. Ci vorrebbero persone nuove e capaci. Gente giovane e volenterosa. Ma gli interessi sono talmente elevati che non ti lasciano avvicinare. libralato ne sa qualcosa visto che da oltre 20 anni è tenuto ai margini della vita politica cittadina. Giusetamente persone così danno fastidio a destra come a sinistra. Tutti ti vogliono strumentalizzare..Evelina Toson
RispondiEliminaForse è vero il contrario. Quando sono usciti i verdi il PCI (Torelli, tra questi) mi invitava alle riunioni del direttivo e dei consiglieri prima del consiglio comunali. In pratica la loro teoria era tu lavori e poi ci pensiamo noi. Però mi hanno proposto di entrare nel loro partito. Idem una buona fetta di democristiani. Ma avevo un difetto. A tutti dicevo quello che pensavo, cioè di una classe politica e di un modo di intenderla arretrato e non al passo coi tempi. Poi è arrivata la destra e il centro sinistra all’opposizione mi ha chiesto aiuto (dopo che fino a qualche mese prima mi avevano attaccato e querelato). Da lì è nato il progetto popolare. Se mi fosse interessato potevo diventare consigliere e assessore, almeno entrare nelle commissioni. Ma ho sempre detto che se sono capace oggi lo ero anche prima. Quindi se ho delle capacità vado bene per qualsiasi colore. Se invece non sono capace non lo divento con la tessera. Poi nel 98 mi hanno riproposto di candidarmi, come nel 2003. nel 2006 uno dei componenti della lista mi aveva chiesto di candidarmi, la motivazione era semplice: “la gente di vede come una persona seria, capace, che cerca di rispettare regole, valori, principi ed etica. Se ti candidi con noi è come se tu mettessi il simbolo di garanzia”. Non so se sono ai margini della politica, sicuro non sono dentro gli interessi
RispondiEliminaBravo ma tu sai bene che altri che sono dentro hanno forti, fortissimi interessi di parte. C'è anche qualche assessore...povero Tombolillo che figura che gli fanno fare...Tombolillo dovrebbe recidere i rami secchi altrimenti altro che Turbogas...lòe contraddizioni vengono a galla...eccome se vengono a galla..
RispondiEliminaSalvatore Pintus
Ma Torelli non sta cò AN? Ti volevano candidare cò AN?
RispondiEliminaKikko
C’è un Torelli in consiglio comunale per generazione (Angelo, padre di Maurizio e nonno di Paolo) è stato consigliere comunale con la democrazia cristiana. Maurizio è stato vice sindaco del partito comunista, oltre che segretario, consigliere e soprattutto è stato colui che ha voluto Tombolillo in lista con lui. E che poi (lui segretario e consigliere uscente) ci ha preso una bella sonata….
RispondiEliminaQuindi è un grande Torelli, ha scoperto Tombolillo salvatore della Patria che porta voti, medico sempre disponibile, furbissimo politicante...
RispondiEliminaNo Tombolillo è stato scoperto da Pippo Baudo
RispondiElimina