In tanti mi hanno fatto e si fanno la fatidica domanda: cosa cambia nella questione delle centrali elettriche dopo lo scioglimento del consiglio regionale?
La situazione e le procedure complesse per arrivare ad approvare dei progetti di centrali elettriche, con la normativa attuale straordinaria, per favorire la realizzazione delle centrali stesse, spesso in contrasto con altre norme e procedure, o al di fuori della stessa legislazione, in difformità palese dalla programmazione territoriale ed energetica, rende difficile ogni previsione.
Come tutte le iniziative, d’altronde, in contrasto alle norme vigenti.
Finora, comunque, la Regione Lazio ha avuto un ruolo quasi inesistente, contrariamente alle competenze in materia, sulle procedure.
Sulla centrale a biomasse ha emesso un parere che più che tecnico e politico, se non è una dimostrazione di ignoranza (riportando alcuni comuni inesistenti che non hanno inviate al critiche al progetto), o di satira è certamente superficiale e sbagliato.
Nel merito della centrale a turbogas la Regione è intervenuta solo nella riunione della conferenza unificata presso il Ministero dello sviluppo Economico del 9 aprile, per esprimere la contrarietà, ricordando i vari atti (gli unici finora emessi) tutti negativi per il progetto in analisi e per tutte le centrali a turbogas in genere.
Poi, addirittura, il 2 ottobre scorso ha inviato una nota formale, al Ministero dell’ambiente, chiedendo tempo ulteriore per esaminare il progetto e si suoi atti che in Regione sembrano mai arrivati, ma anticipando il parere negativo, stante non solo la mancata dimostrazione della rispondenza del progetto alla normativa e alle previsioni e programmazione emanate, ma addirittura non sarebbero state nemmeno richieste le autorizzazioni e i pareri competenti.
Sul piano energetico regionale che, guarda caso, doveva essere discusso e approvato proprio ieri, con le dimissioni del presidente regionale che sono arrivate giuste giuste ad evitare quello che doveva essere il primo atto del consiglio regionale, giova ricordare che lo stesso esiste, è vigente dal 2001 (da prima della presentazione dei progetti delle centrali), non prevede la realizzazione delle centrali di Pontinia.
Rimangono le eventuali convocazioni che dovrebbero arrivare per:
- revisione della VIA-VAS (presso il Ministero dell’ambiente) per la centrale a turbogas con il decreto del 5-12-5, sulla cui revisione la Regione ha già elencato le lacune;
- conferenza unificata per l’autorizzazione a costruire (presso il ministero dello sviluppo economico) della centrale a turbogas, che, stando a quanto dichiarato da un rappresentante del MISE il 3 settembre scorso, non verrà riconvocata se prima non viene dipanata della VIA. In questa sede la Regione dovrebbe esprimere l’eventuale intesa forte.
- conferenza unificata per il progetto della centrale a biomasse.
Sono ancora aperti poi i ricorsi al TAR della ditta proponente la centrale a turbogas, al Capo dello Stato del comune di Pontinia e della provincia di Latina contro il decreto AIA del 30/5/2009.
E’ quindi ipotizzabile che vista la mole di osservazione e ricorsi prodotta proprio dal comune di Pontinia e dalla provincia di Latina, anche senza l’apporto della Regione Lazio (ammesso che dopo le dimissioni di Marrazzo la Regione decida di non intervenire, ma non si comprenderebbero i motivi) l’approvazione delle centrali sia abbastanza problematica.
E, come abbiamo visto, il piano regionale energetico già esiste, ma non è l’unico ostacolo da superare per chi vorrebbe costruire una centrale elettrica, nel rispetto della normativa vigente e della programmazione territoriale, senza contare il parere contrario di tutte le amministrazioni e gli enti locali.
Intanto il tavolo tecnico del comune di Pontinia continua il suo lavoro in vista dei prossimi appuntamenti, l’unico già calendarizzato è quello del TAR del 19/11 per discutere il ricorso della società proponente la centrale a turbogas.
La difesa di Davide contro Golia continua.
Pontinia 29 ottobre 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
LIBRALATO ALLE PROSSIME COMUNALI PER CHI DOBBIAMO VOTARE? PER TOMBOLILLO, NO?
RispondiEliminaZECCA IMPAZZITA
perchè si ricandida?
RispondiEliminaIo penso che il dott. Tombolillo dovrebbe tagliare tutti quei rami secchi che ha intorno. Una schiera di lecchini che, come dice Libralato, non aiuta il sindaco a risolvere i problemi della città. Si fanno sono i loro interessi e si fanno forti coi voti di Tombolillo. L'unico che da buoni consigli è Libralato. Purtroppo nessuno lo ascolta.
RispondiEliminaMarta
Ringrazio la Signora Marta dell'intervento e della considerazione. Chi si batte per gli ideali ha sempre la strada in salita.
RispondiEliminacerto che si ricandida! con quel gruzzoletto di 5 milioni d'euro accantonati causa dissesto, dissesteo che tu sostieni non esserci, alle prossime elezioni ci sarà l'assalto alla diligenza senza esclusione di colpi, se non ha avuto il coraggio di passare la mano alle scorse elezioni figuriamoci alle prossime!
RispondiEliminaa libralà e falla finita de raccontà favolette pe regazzini.
Anche in tribunale l'ho sostenuto che non c'è il dissesto. Se ci sarà l'assalto alla diligenza e se si ricandida Tombolillo non lo so, nè oggi mi interessa. Ho altre idee.
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