POLITICA condividi . Il direttore Don Antonio Sciortino parla di "emergenza morale"
Il settimanale cattolico era intervenuto anche sul caso Noemi
Famiglia Cristiana contro il premier
"Indifendibile, ora parli la Chiesa"
Il direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino
ROMA - "E' stato superato il limite della decenza". Scrive così il direttore del settimanale Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino rispondendo alle lettere dei lettori e definendo "indifendibile" il comportamento del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. La Chiesa italiana, continua Sciortino "non può ignorare l'emergenza morale" di fronte allo scandalo-escort. "Non si può far finta che non stia succedendo nulla, i cristiani (come dimostrano le lettere dei nostri lettori) sono frastornati da questo clima di decadimento morale, attendono dalla Chiesa una valutazione etica meno disincantata".
Don Antonio Sciortino è duro anche nei confronti di chi pensa "di barattare la morale con promesse di leggi favorevoli alla Chiesa: è il classico piatto di lenticchie da respingere al mittente. La Chiesa non può abdicare alla sua missione, nessuno pensi di allettarla con promesse o ricattarla con minacce perchè non intervenga e taccia". E critica il comportamento "gaudente e libertino" di chi considera le donne come "merce" di cui "si potrebbe averne quantitativi gratis". "Che esempio si dà alle giovani generazioni?" chiede don Sciortino.
Già nelle scorse settimane Famiglia Cristiana era intervenuta sulle vicende del presidente del Consiglio. Sempre don Antonio Sciortino, in un editoriale di fine maggio, aveva esortato il premier a dire la verità sui suoi rapporti con Noemi Letizia, parlando di "incongruenze e contraddizioni". E il settimanale cattolico a gennaio aveva lanciato anche un attacco a tutto tondo contro un governo accusato di vivere "fuori dalla realtà. "Siamo un paese incredibile, metà fiaba e metà incubo" si legge nell'articolo, che ritraeva un Silvio Berlusconi preoccupato più dai sondaggi per la cessione di Kakà e del passaggio di Fiorello a Sky che dalle sfide della crisi economica.
Da Daniela Santanchè, leader del Movimento per l'Italia, la prima risposta all'attacco del settimanale cattolico: "'Chi e' senza peccato scagli la prima pietra, ma evidentemente Famiglia Cristiana, nel suo distruttivo e sistematico disegno contro le istituzioni italiane non ricorda l'imperativo evangelico". La Santanchè invita Silvio Berlusconi a non preoccuparsi assolutamente delle posizioni del settimanale perchè "Famiglia Cristiana rappresenta solo un gruppetto eversivo all'interno della Chiesa".
(23 giugno 2009) www.repubblica.it
Spero che a Pontinia si possa costruire una vera sinistra riformista attenta ai problemi, della legalità, dell'agricoltura del turismo e del commercio.
RispondiEliminaP.C.
Che significa riformista? Per il resto sono d'accordo.
RispondiEliminaIl riformismo costituisce l’estremo opposto del socialismo rivoluzionario. Che cosa differenzia le due posizioni? La rivoluzione non è una semplice sommossa. Non bastano le barricate a fare una rivoluzione. Ciò che costituisce la rivoluzione è l’intenzione di cambiare in modo totale un ordine politico e sociale esistente. Il presupposto della rivoluzione è la condizione che l’ordinamento sociale da rivoluzionare sia del tutto irrecuperabile. Il riformismo ritiene che l’ordinamento esistente sia valido, pur necessitando di correzioni e modifiche. La scelta tra rivoluzione o riforma ha diviso storicamente la Sinistra. La Socialdemocrazia ritiene che si possa migliorare e perfezionare l’ordinamento liberaldemocratico, mentre la Sinistra comunista ritiene che esso debba essere abbattuto per costruire un nuovo modello di società. Il riformismo socialdemocratico ha voluto l’istruzione laica a spese dello Stato, l’assistenza sanitaria, la cassa malattia. Ma le riforme, sebbene definiscano il programma delle Socialdemocrazie, non sono state portate avanti soltanto da queste. Tra le riforme sociali più radicali e avanzate in Europa si devono ricordare quelle varate dal cancelliere tedesco Otto von Bismarck (Biagio De Giovanni).
RispondiEliminaEcco, io auspico questo cambiamento anche a Pontinia. Credo che Pontinia possa essere riformata ossia migliorata. Credo che per fare questo sia sbagliato affidarsi alla figura del capo carismatico. Il capo carismatico è colui che salva e provvede. E' giunto il momento di costruire una classe dirigente capace di amministrare e riformare Pontinia.
Grazie
PC
Spesso i riformisti vengono confusi con i restauratori, i tradizionalisti. Il problema, spesso, non sono sigle e definizioni, ma le persone con i loro interessi che fanno fallire i migliori progetti. Come si costruisce una classe dirigente? Sicuramente non partendo da certi personaggi.
RispondiEliminaConcordo. Credo che sia giunto il momento di impegnarsi fattivamente per costruire questa nuova classe dirigente: capace, pragmatica, seria, competente. Io stesso ho voglia di impegnarmi attivamente in politica per dare il mio contributo costruttivo.
RispondiEliminaPC