AMBIENTE: STUDIO, ZONE UMIDE MINORI ITALIANE A RISCHIO
(ANSA) - ROMA, 2 FEB - Dagli stagni alle saline, fino alle foci fluviali e alle vasche per l'itticoltorua. L'universo delle cosiddette zone umide ''minori'', classificate cosi' solo a causa della loro estensione e non per la loro rilevanza ambientale, e' molto vario. A lanciare un Sos per queste aree e' un recente studio commissionato dal ministero dell'Ambiente alla Link Campus University of Malta, dove dall'analisi di 305 zone umide minori naturali e artificiali censite in cinque regioni campione, rappresentative a livello nazionale (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lazio, Sardegna e Sicilia) emerge una situazione di minaccia alla loro sopravvivenza sia da parte di fattori di tipo naturale sia dall'impatto delle attivita' umane. ''Le zone umide minori presentano caratteri di estrema fragilita', essendo frammentate e disperse sul territorio nazionale, mentre le zone umide 'maggiori' risultano sotto gli occhi di tutti e in gran parte protette da norme di tutela'' spiega nella sua sintesi il direttore scientifico della ricerca, Raniero Massoli-Novelli, esperto in materia ed ex docente dell'Universita' dell'Aquila. La ricerca ha elaborato un indice di vulnerabilita', dove l' indice medio e' risultato piuttosto basso per tutte le regioni campione, considerando valori da 1 (minima vulnerabilita') a 5 (rischio estremo di degrado o sparizione dell'ambiente umido valutato). Il focus ha valutato 12.332 ettari di territorio di zone umide minori, con una estensione media per singola zona umida di 40, 4 ettari. Le regioni piu' minacciate per lo studio sono risultate Sicilia e Sardegna, che segnano un indice di vulnerabilita' di 3,3, seguite dal 2,9 del Friuli Venezia Giulia, dal 2,7 del Lazio e dal 2,4 per il Veneto. Singolari i casi di Friuli Venezia Giulia e Veneto, dove accanto alle zone umide naturali residue di grande valore naturalistico e paesaggistico, negli ultimi decenni si e' verificato il fenomeno di aree artificiali che si sono popolate di una grande varieta' di specie vegetali e animali, come cave di torba, ghiaia o di argilla dismesse. In generale, l'attivita' di ricerca ha poi individuato alcune specie particolarmente a rischio a causa della grave situazione di conservazione di queste aree umide minori, habitat ideali per alcune specie di uccelli, anfibi e piante. Tra gli uccelli che soffrono del degrado di queste zone si segnalano: Beccaccino, Frullino, Croccolone, Marangone minore, Gallina prataiola e Pollo sultano. Mentre specie come Rana dalmatina, Tritone alpestre, Temporaria, Salamandrina dagli occhiali e Ululone dal ventre giallo, risultano gli anfibi piu' a rischio. (ANSA). Y62-GU
02/02/2009 09:18
© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati
per approfondire
http://www.wwf.it/client/ricerca.aspx?root=19075&parent=1979&content=1
Nessun commento:
Posta un commento