La qualità dell’aria, le emissioni e le malattie dell’apparato respiratorio
Durante la conferenza dei servizi per esaminare il progetto delle biomasse di Pontinia nessuno ha contestato i dati scientifici esposti dal Sindaco di Pontinia in merito alla malattie dell’apparato respiratorio.
Dati allarmanti e preoccupanti che evidenziano allarme e necessità di interventi che non abbiamo sentito né durante la conferenza, né dopo.
E’ normale? Non mi pare. Stesso campanello di allarme arrivava 5 anni fa dagli studi allegati alla valutazione di impatto ambientale per la centrale a turbogas, sempre di Pontinia, che evidenziavano emissioni inquinanti, nel territorio di Pontinia, ben oltre la soglia di legge.
Soglia che, come ci è stato spiegato durante la stessa conferenza dei servizi da parte degli esperti, consente di inquinare al di sotto della “soglia di legge”.
In un paese normale ci saremmo aspettati che l’opposizione (se esiste a Pontinia, in provincia di Latina, in Italia) avesse chiesto le idonee misure a tutela e salvaguardia della salute.
Le malattie gravi, i tumori sono stati già accertati, esistono, ma non spetterebbe agli enti pubblici preposti prevenirli?
O semplicemente avanzare qualche iniziativa, idea, proposta legittima in tal senso?
Uno degli esperti intervenuti alla conferenza dei servizi, che pure aveva dato parere favorevole, ha affermato che avrebbe messo delle prescrizioni per ridurre la soglia di inquinamento e quindi dei danni certi alla salute umana ad un margine di sicurezza maggiore.
Quali sono queste prescrizioni, questi interventi?
Dato che si stava analizzando un progetto che nessuno può garantire che venga approvato o meno, ma che, sicuramente, non può essere imputato della situazione seria dichiarata, perché non si analizzano le cause che hanno portato a percentuali di malattie al di sopra della norma?
E a ridurre l’inquinamento?
Intanto arriva dall’Europa l’ennesima sanzione all’Italia in materia ambientale, (secondo una nota dell’Ansa,) proprio sulla qualità dell’aria. L’UE ha inviato una lettera di diffida per non aver ancora rispettato i limiti in vigore dal 2005 sulla presenza di particelle sottili nell'aria responsabili dello smog; ed un secondo ammonimento, dopo il quale c'e' solo il deferimento alla Corte Ue, sulle autorizzazioni per controllare le emissioni degli impianti industriali. La guerra all'inquinamento e' ormai, per le ripercussioni sulla salute e per il suo impatto socio-economico, un obiettivo trasversale nelle politiche europee. Le particelle inquinanti trasportate dall'aria - le cosiddette PM10 - sono emesse dagli impianti industriali, dal traffico, dal riscaldamento domestico, e possono provocare asma, problemi cardiovascolari, cancro al polmone e morte prematura.
Mal comune mezzo gaudio?
Pontinia 30 gennaio 2009 Ecologia e territorio Libralato Giorgio
INQUINAMENTO: ITALIA NEL MIRINO UE PER QUALITA' ARIA
(ANSA) - BRUXELLES - Lotta senza quartiere per migliorare la qualita' dell'aria in Europa. Bruxelles non ha esitato a lanciare una raffica di procedure di infrazione in campo ambientale a 16 partner europei: solo all'Italia, ha inviato una lettera di diffida per non aver ancora rispettato i limiti in vigore dal 2005 sulla presenza di particelle sottili nell'aria responsabili dello smog; ed un secondo ammonimento, dopo il quale c'e' solo il deferimento alla Corte Ue, sulle autorizzazioni per controllare le emissioni degli impianti industriali. La guerra all'inquinamento e' ormai, per le ripercussioni sulla salute e per il suo impatto socio-economico, un obiettivo trasversale nelle politiche europee. Le particelle inquinanti trasportate dall'aria - le cosiddette PM10 - sono emesse dagli impianti industriali, dal traffico, dal riscaldamento domestico, e possono provocare asma, problemi cardiovascolari, cancro al polmone e morte prematura. Attualmente il superamento dei valori limite in vigore nell'Ue dal primo gennaio 2005, riguardano 83 milioni di persone e 132 zone istituite al fine di controllare la qualita' dell'aria. Su questo fronte, nel mirino di Bruxelles sono finite oltre all'Italia, Germania, Regno Unito, Svezia, Polonia, Portogallo, Spagna, Slovenia, Estonia e Cipro.
Per la Commissione europea quindi nessun ritardo e' piu' accettabile in quanto - ha ricordato il commissario europeo all'ambiente Stavros Dimas - una nuova direttiva per un piu' forte impegno a migliorare la qualita' dell'aria e' gia' stata approvata dagli Stati membri nell'aprile scorso. L'accordo - che pone obiettivi fino al 2020 - fissa livelli di concentrazione vincolanti per le micro-particelle (PM2,5) considerate tra gli inquinanti piu' pericolosi per la salute insieme alle particelle piu' grosse (PM10), gia' regolamentate. Dimas ha deciso di intervenire anche su 10 stati membri - tra cui l'Italia - che ''non hanno rilasciato o rinnovato le autorizzazioni agli impianti industriali'': complessivamente 4.000 siti nell'Ue. Per questo, una prima lettera di diffida e' stata inviata a Danimarca e Irlanda (non a Malta come inizialmente indicato dalla Commissione europea), mentre Italia, Belgio, Bulgaria, Grecia, Olanda, Portogallo, Slovenia e Spagna hanno ricevuto un secondo e ultimo richiamo ufficiale. Se non si adeguano in tempi relativamente brevi, rischiano di finire sul banco degli imputati alla Corte di giustizia europea. (ANSA).
29/01/2009 17:16
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Lecce contro
RispondiEliminacentrale biomasse
LECCE - Il portavoce del centrosinistra a Palazzo Carafa dà man forte al centrodestra. Antonio Rotundo «boccia» il progetto per l’impianto a biomasse, sottolineando di condividere la posizione del sindaco Paolo Perrone; e rilancia la richiesta del vice sindaco Adriana Poli Bortone a Paride De Masi (autore del progetto) di ritirare la diffida al consiglio comunale.
Quando mancano ventiquattr’ore alla seduta consiliare convocata per dare il via libera al progetto di Italgest, comincia a delinearsi più chiaramente qualche posizione in Consiglio. Così, Rotundo - anche per sfuggire a quello che egli stesso ritiene sia stato un comportamento non del tutto lineare da parte di un centrosinistra diviso - tiene a far sapere di essere affianco al sindaco nella difesa degli interessi della città.
Lo stesso fa il consigliere del Centro moderato Wojtek Pankiewicz, il quale ritiene che la centrale proposta da Italgest sia «inutile e dannosa» ed evidenzia - affondando il coltello nella piaga - che l’eventuale approvazione del progetto, domani, in Consiglio, potrebbe avvenire «come sussurra qualcuno, grazie ai voti del Partito democratico». «Se così, malauguratamente dovesse accadere - dice - mi farò immediatamente promotore di un referendum abrogativo».
Gioca d’anticipo, invece, Forza Italia. Il partito del ministro Raffaele Fitto, infatti, ritiene che debba essere data la parola ai cittadini prim’ancora che all’Amministrazione comunale. «Come si fa a pensare che quaranta consiglieri comunali siano sufficienti ad assumersi una responsabilità così grande?» si chiede il coordinatore cittadino Antonio Pellegrino. «Occorrerebbe che su tematiche e questioni fondamentali per il vivere civico la rappresentanza facesse un passo indietro, privilegiando l’ascolto diretto della voce della comunità» aggiunge Pellegrino, ritenendo che una vicenda come questa possa risolversi «solo nel dialogo e nel dibattito pubblico, rifuggendo la tentazione di decisioni affrettate, superficiali e, soprattutto, prese lontano dal cuore della cittadinanza».
Intanto, si diceva, anche Rotundo vuol fare chiarezza sulla sua posizione e dice a chiare lettere che «quell’impianto alle porte della città è incompatibile con Lecce città d’arte e di cultura, con un modello di sviluppo che, valorizzando l’ambiente, il paesaggio, i beni culturali e architettonici, ha puntato le sue carte sullo sviluppo turistico quale volano strategico della sua crescita». Il leader dell’opposizione dice di concordare «pienamente con il giudizio che ha dato Perrone», secondo il quale «questa centrale non serve alla nostra città e sarebbe un grave errore farla». «Penso sia del tutto sbagliato anche il sito prescelto - aggiunge - a ridosso di aggregati urbani. La scelta pregiudica, tra l’altro, anche una eventuale espansione urbanistica lungo quella direttrice». Inoltre, per Rotundo, «sarebbe molto saggio se, come suggerito anche da Poli Bortone, Paride De Masi, che conosco come persona capace ed imprenditore lungimirante, ritirasse la diffida contro il consiglio comunale. Si allenterebbe, così, il clima pesante e di forte tensione che si respira in città e a Palazzo Carafa e si potrebbe pensare di dare il tempo necessario alla massima assemblea cittadina di decidere senza la pistola alla tempia».
Rotundo tiene ad evidenziare che questo suo orientamento non cambierà, e prescinde dalle posizioni cui perverranno i partiti (dunque, anche il suo). «Prima di tutto vengono gli interessi della città», sostiene.
Ieri sera, intanto, la pioggia non ha fermato la protesta contro la centrale a biomasse Italgest. Anzi, la veglia popolare organizzata ieri sera in piazza Sant'Oronzo dalle associazioni ambientaliste si è svolta come da programma. «Veglia bagnata, veglia fortunata», ha commentato qualcuno. Ma questo si saprà solo domani, quando il consiglio comunale di Lecce deciderà se dare o meno il via libera alla realizzazione della centrale a oli vegetali “Heliantos 1” da 25 megawatt, che dovrebbe sorgere alle porte della città, sulla via per Novoli.
«La molla per questa centrale a biomasse è stato il forte interesse economico privato di un imprenditore e le royalties al Comune, nessuna pubblica utilità», ha spiegato a gran voce ieri l’avvocato Sondra Pranzo, portavoce delle associazioni e dei comitati contro l’impianto. Poi ha aggiunto: «Abbiamo il diritto di conoscere quali saranno i consiglieri comunali che si assumeranno la responsabilità di votare a favore di uno scempio ambientale. Ecco perché chiediamo che durante il Consiglio si faccia ricorso al voto palese, uninominale, con indicazione delle motivazioni politiche e del gruppo di appartenenza di ciascun consigliere che voterà pro o contro il progetto di una centrale che da due camini alti 30 metri farà uscire ogni ora 12 chili di polveri sottili».
Il fronte del “no” ha portato in piazza striscioni, volantini e video informativi. E a sostenere le “ragioni del dissenso” c'erano medici (oltre 60 professionisti della Sanità salentina hanno sottoscritto un appello contro le biomasse), esperti del settore delle energie rinnovabili, artisti (Nando Popu dei Sud Sound System e il pianista salentino Andrea Padova), amministratori e il vicario provinciale dei Frati minori francescani, padre Ettore Marangio. In prima linea, il consigliere comunale Wojtek Pankiewicz del Centro Moderato, che ha ribadito: «La centrale a biomasse è inutile e dannosa per la nostra città d’arte a forte vocazione turistica e perché la Puglia produce già il doppio dell’energia che consuma». Anche l’oncologo Giuseppe Serravezza ha sottolineato: «L'emergenza ambientale e sanitaria che vive oggi il Salento non può giustificare scelte irresponsabili da parte dei nostri politici».
PC
Grazie del commento. In quasi tutte le regioni italiane vi è un'opposizione seria e concreta alle biomasse. nessuno se ne chiede il motivo?
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