ceneri e nanoparticelle in giro per l’agro pontino?
La giunta di destra dell’amministrazione provinciale di Latina vuole fortemente l’inceneritore e l’ubicazione probabile è nel consorzio industriale di Mazzocchio nel comune di Pontinia.
Tutti abbiamo imparato che si tratta di una tecnologia superata che nemmeno negli USA nessuno installa più da anni e i danni che gli stessi inceneritori hanno prodotto e producono nel mondo come in Italia.
E’ caduta anche l’ipocrisia su quello che era l’inceneritore modello di Brescia che è stato oggetto dell’ennesima infrazione comunitaria in materia di ambiente, come della causa consueta di diossina e quindi danni alla salute e all’agricoltura.
Che l’inceneritore non sia la risposta alla gestione dei rifiuti lo sanno anche i bambini, così come che esistono metodi e modi che consentono di risparmiare soldi, materie prime, energia, ridurre l’inquinamento ed aumentare i posti di lavoro.
Le soluzioni ci sono, basta copiare ed avere la buona volontà di stare dalla parte dei cittadini e non delle aziende o dello speculatore di turno.
Tre giorni fa l’ennesima conferma di questo fallimento annunciato, con l’intervento in Aula alla Camera il sottosegretario Guido Bertolaso ''Abbiamo fatto bandi di gara per due volte per il termovalorizzatore di Acerra e per due volte la gara e' andata deserta perche' non ci si poteva avvalere dei contributi Cip6. Se noi non consentiamo questo le prossime gare andranno deserte e allora possiamo prendere il decreto e metterlo nel cassetto''.
Questo conferma, ma non ce n’era bisogno, che gli inceneritori non sono economici che alla comunità costano molto di più di quello che danno, cioè il 35% dell’energia che consumano.
Non bisogna essere ragionieri a pensare che se consumo 100 e produco 35 è meglio che cambio mestiere.
Poi l’ennesima valutazione negativa di impatto ambientale sull’inceneritore di Albano che comunque avrà incidenza nella parte nord della nostra provincia.
Anche qui non occorre essere degli esperti per capire che se un progetto analogo venisse realizzato nell’area industriale di Mazzocchio produrrebbe effetti devastanti alla salute, all’agricoltura, all’economia dell’intero agro Pontino e dei comuni collinari.
Per questo motivo inizierà una raccolta di firme per chiedere al comune di Pontinia di impugnare la delibera dell’amministrazione provinciale per il bando della chiusura del ciclo.
Pontinia 22giugno 2008 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
RIFIUTI: CAMERA; BERTOLASO, SENZA CIP6 DL VA NEL CASSETTO
(ANSA) - ROMA, 19 GIU - ''Abbiamo fatto bandi di gara per due volte per il termovalorizzatore di Acerra e per due volte la gara e' andata deserta perche' non ci si poteva avvalere dei contributi Cip6. Se noi non consentiamo questo le prossime gare andranno deserte e allora possiamo prendere il decreto e metterlo nel cassetto''. Lo ha detto in Aula alla Camera il sottosegretario Guido Bertolaso parlando a nome del governo e chiedendo il via libera all'estensione del contributo europeo ai termovalorizzatori, come proposto con un emendamento del Pd. La proposta di modifica e' stata, poi, votata all'unanimita' dall'Assemblea di Montecitorio.(ANSA). KTV 19/06/2008 17:35
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CENERI E NANOPARTICELLE IN GIRO PER I CASTELLI ROMANI
redazione
[21/06/2008 12.19.51]
Un altro studio conferma le conclusioni negative delle due precedenti Valutazioni d’impatto ambientale, e demolisce l’inceneritore voluto nel Lazio dalla giunta regionale di Marrazzo & C.
Domenica 15 giugno si è tenuta la Conferenza del Prof. Montanari direttamente nella zona di Roncigliano, a pochi metri dal luogo dove Cerroni & Marrazzo vogliono costruire l’inceneritore più grande del mondo.
L’oratorio della parrocchia di Roncigliano non è riuscito a contenere l’eccezionale partecipazione: la maggior parte dei cittadini ha seguito l’incontro dall’esterno del locale.
Assenti, come al solito, Sindaci, Assessori e Consiglieri Comunali.Il Prof. Montanari ha illustrato le sue teorie alla Camera dei Lord, ma non avuto l’opportunità di spiegare ai Sindaci dei Castelli Romani i pericolosi effetti dell’incenerimento sull’aria, sull’acqua, sui terreni, sulle colture, sulla salute degli animali e delle persone, sulle modificazioni del DNA.
Il Prof. Montanari, nelle tre ore di intervento, ha esposto le sue scoperte in tema di nanoparticelle e i devastanti danni che queste possono portare in termini sanitari.
“L’incenerimento è la tecnica più pericolosa per trattare i rifiuti”.
Il Prof. Montanari ha spiegato che, in un processo di incenerimento, maggiore è la temperatura cui vengono bruciati i rifiuti, minore è la diossina prodotta, ma maggiore è la quantità di nanoparticelle emesse.
Bruciare una tonnellata di rifiuti ci regala:Una tonnellata di fumi,300 kg di ceneri “solide” inerti (rifiuti speciali da smaltire in discarica),30 kg di ceneri volanti,25 kg di gesso,650 kg di acqua di scarico.
Fonte: GreenpeaceL’aria non sarà più la stessa!!!
Il Prof. Montanari ha sostenuto che i fumi prodotti dall’inceneritore, carichi di nanoparticelle e di diossina, si spargeranno nell’aria per decine di chilometri, contaminando tutta l’area dei Castelli Romani. Molto pericoloso è anche l’utilizzo del carbone.
Con riferimento alla qualità dell’aria, la VIA (Valutazione Impatto Ambientale) della Regione Lazio afferma che “il Comune di Albano è incluso nell’elenco che individua i Comuni nei quali i valori degli inquinanti (PM10) sono superiori ai limiti previsti e per i quali devono essere proposti dei piani di azione”.
In merito all’utilizzo nella combustione del carbon coke, la VIA della Provincia di Roma sembra essere stata scritta dal Prof. Montanari: “Le temperature raggiunte sono soprattutto conseguenti all’utilizzo del carbon coke per il quale lo studio di impatto non prevede misure di attenzione sia per quanto riguarda lo stoccaggio che il trattamento delle emissioni. Tale materiale produce grandi quantità di polveri, invece stranamente assenti nelle emissioni del gassificatore proposto. Problemi analoghi riguardano l’anidride solforosa ed eventuali sostanze radioattive, tipiche del coke”.
Il terreno non sarà più quello di prima!!!
L’inceneritore di Roncigliano è un ecomostro in grado di trattare 227mila tonnellate di rifiuti all’anno, che emette nell’aria nanoparticelle, diossine, ossido di carbonio e di azoto, anitride solforosa.
Le diossine degradano dopo decenni, si accumuleranno nel territorio circostante, sull’erba, sulle olive, sulle viti delle zone a D.O.C. Colli Albani e arriveranno a noi.
Il Prof. Montanari ha ricordato che tutte le colture di Vienna, a causa della presenza di un inceneritore, hanno perso la denominazione DOC.
Confermata, quindi, la VIA della Regione che afferma: “l’intorno è caratterizzato da colture di vite che per effetto delle variazioni meteorologiche verrebbero soggette a trasformazioni della qualità dell’umidità e delle pioggie, che in combinazione con le emissioni dell’impianto, comprometterebbero la qualità del raccolto”.
A rischio sono, quindi, i prodotti tipici dei Castelli Romani, in particolare i vini DOC dei Castelli.
In pratica, Marrazzo con l’inceneritore vuole distruggere l’80% dei vini DOC della Regione Lazio.
In merito, sempre la VIA della Regione Lazio che afferma: “l’intervento proposto ricade in un’area destinata dal vigente PRG di Albano a zona agricola, mentre ai fini della classificazione paesistica di cui al PTP n. 9 - Ambito Territoriale dei Castelli Romani la zona risulta Zona 3 - Zone agricole con rilevante valore paesistico ed ambientale”.
A conferma, anche la VIA della Provincia di Roma sottolinea che “per quanto riguarda l’ubicazione dell’impianto , quest’ultima risulterebbe interessare un’area così detta AGRICOLA DI PREGIO”.
Gli effetti devastanti sulla salute pubblica!!!
Il Prof. Montanari ha nuovamente sfidato il Prof. Veronesi a un confronto pubblico sugli effetti degli inceneritori sulla salute.
Decine di studi confermano ormai la correlazione tra presenza di inceneritori sul territorio e aumento delle malattie cancerogene.
Il Prof. Montanari ha ricordato che l’ultima ricerca, resa pubblica il 3 aprile 2008 dall’istituto statale di sorveglianza sanitaria francese, afferma che nelle popolazioni che vivono in prossimità di impianti di incenerimento dei rifiuti è stato riscontrato un aumento dei casi di cancro dal 6 al 23 per cento.
L’inceneritore ci ruberà anche l’acqua!!!
Bruciare 227 mila tonnellate di rifiuti ci regalerà:
227 mila tonnellate di fumi68 mila tonnellate di ceneri “solide” inerti (rifiuti speciali da smaltire in discarica)6.810 tonnellate di ceneri volanti5.675 tonnellate di gesso148 mila tonnellate di acqua di scarico
(Fonte: elaborazione su dati Greenpeace)
L’inceneritore ha bisogno di acqua, di tanta acqua.
In merito agli aspetti idrogeologici la VIA della Regione Lazio puntualizza che:
“L’opera ricade nell’ambito delle Aree Critiche come perimetrate ai sensi dell’art. 5 LR 1 dicembre 2000, n. 30”;“Il progetto, prevedendo un approvvigionamento idrico da un nuovo pozzo nonché l’impermeabilizzazione di un’ampia superficie determina un aggravio dell’emungimento della risorsa idrica e un’alterazione di ricarica della falda con una diminuzione dell’infiltrazione efficace”.
In merito agli aspetti idrogeologici la VIA della Provincia di Roma afferma che:
“Per quanto riguarda l’utilizzo di acqua, ne risulterebbe un consumo totale di 450 tonnellate al giorno (ndr: 164.250 tonnellate di acqua l’anno) in contrapposizione a quanto previsto dalle norme sulle AREE CRITICHE che vietano ogni possibile nuova captazione (l’area in questione è un’area critica)”.
“D’altro canto è ben nota la carenza idrica della zona, dove le acque per uso idropotabile presentano numerosi problemi sia qualitativi che quantitativi”.
“Alcuni studi recenti portati avanti dall’Università di Roma 3 indicherebbero i prelievi di Cecchina, Pavona, Pomezia, ecc., quali principali responsabili dell’abbassamento della falda idrica dei castelli con dirette implicazioni sull’annoso problema dell’abbassamento del livello delle acque del Lago di Castelgandolfo”.
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