tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-1-novembre-2024/
IL CENTRO MIGRANTI IN ALBANIA. POLEMICHE SULLE SPESE PER AGENTI E CARABINIERI: 9 MILIONI ALL’ANNO PER ALLOGGI IN RESORT. LA PENITENZIARIA POLEMIZZA: “NOI INVECE RESTIAMO NEI PREFABBRICATI”. Portare i migranti dall’Italia in Albania costa, e non poco. Poliziotti e carabinieri – circa 300 – impegnati in quel servizio saranno ospitati in strutture alberghiere a Shengjin e Gjider per una spesa complessiva che sfiora i 9 milioni di euro all’anno (8.897.200). Il protocollo, che affida il servizio per un anno, è stato approvato il 5 agosto scorso e il costo giornaliero per ogni singolo agente è di 80 euro. L’appalto è stato vinto dalla società Rafaelo Resort che mette a disposizione resort a quattro stelle con piscine e strutture ricreative. Un appalto che ha suscitato la reazione dei sindacati della polizia penitenziaria. Il segretario generale della Uilpa, Gennarino De Fazio scrive che “la società contraente metterà a disposizione degli operatori due alberghi con spiaggia privata, centro benessere, piscine e ristorante. Tutto questo mentre il Ministero della Giustizia, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria continua a tenere gli appartenenti alla Polizia penitenziaria impiegati nella gestione del penitenziario a Gjadër in strutture prefabbricate, in camera multipla, senza gli arredi più elementari”. Sul Fatto di domani leggerete gli altri particolari su questa vicenda che appare come l’ennesimo passo falso nell’operazione Albania sponsorizzata dal governo Meloni e bocciata dalla magistratura. GIALLOROSA, A OGNUNO IL SUO DISSIDIO: IL PD E LA GRANA DE LUCA, I 5STELLE E L’ETERNA TENTAZIONE DI NON PARTECIPARE. Mancano due settimane al voto in Emilia Romagna e in Umbria, ma le acque all’interno del fu campo largo di centrosinistra sono più agitate che mai. E non solo per i rapporti tra dem e Movimento: oggi abbiamo raccontato di come i primi, un po’ per curiosità un po’ per sfottò, si aggirino tra i corridoi dei Palazzi chiedendo ai colleghi pentastellati “quindi, che fate?”. I 5Stelle coltivano l’ipotesi di uno smarcamento, dopo i deludenti risultati liguri, e pensano all’assemblea costituente del 23 e 24 novembre a Roma. Conte ha spesso ripetuto che la sua leadership era e rimane in discussione e non è escluso che voglia mettere sul piatto una nuova votazione, dopo quella del 2021. Oggi è arrivata una nuova stilettata di Grillo, ormai senza freni: “Anche persone che pensiamo siano vere sono false”, ha scritto sul suo blog. Il Pd, dal canto suo, non se la passa molto meglio a causa della grana De Luca: il 5 novembre il governatore campano potrebbe avere la maggioranza per posticipare gli effetti della legge sui due mandati e candidarsi per il terzo. Dal Nazareno, con la segretaria Schlein in testa, ribadiscono che se passasse una decisione del genere la spaccatura sarebbe totale. Sul giornale di domani seguiremo le discussioni interne ai due partiti senza pace. MEDIO ORIENTE, ISRAELE IN LIBANO BOMBARDA TIRO E LA VALLE DELLA BEKAA. L’IRAN MINACCIA DI AUMENTARE LA GITTATA DEI SUOI MISSILI BALISTICI E RILANCIA SULL’ATOMICA. Nel sud del Libano continua la pressione dell’esercito israeliano, che vuole privare Hezbollah, il partito armato filo Iran, della sua capacità di lanciare missili sul nord della Stato ebraico. Anche la zona di Baalbek è oggetto di raid; secondo il ministero della Salute libanese, le vittime sono almeno 24. Le tensioni con l’Iran stesso non si placano. Dopo il bombardamento israeliano, come risposta a quello di Teheran avvenuto l’1 ottobre, le autorità sciite minacciano una risposta senza pari per annichilire lo Stato ebraico. Inoltre Kamal Kharrazi, consigliere del leader supremo iraniano, ha dichiarato all’emittente Al-Mayadeen che Teheran probabilmente aumenterà la gittata dei suoi missili balistici, e ha indicato che la dottrina nucleare potrebbe cambiare, se la nazione si trovasse di fronte a una minaccia esistenziale. Ufficialmente, Teheran non ha una bomba atomica, ma sostiene di poterla produrre. Sul Fatto di domani leggerete le ultime notizie sul conflitto con la situazione a Gaza, dove Hamas ha rifiutato una tregua temporanea rilanciando sulla necessità di una conclusione definitiva, sollecitando il ritiro di Israele dalla Striscia. Per l’Onu la crisi, in quella parte di Medio Oriente, ha dimensioni “apocalittiche”. LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE Spagna, si allunga la lista dei morti per l’ondata di maltempo: 205 vittime. Sono oltre 200 le vittime a causa dell’alluvione, soprattutto nella zona di Valencia (202). A questi si aggiungono altri tre morti nelle regioni di Castilla-La Mancha e in Andalusia per un totale di 205 vittime. Proseguono i saccheggi e le polemiche per l’allerta arrivata con molto ritardo. La polizia ha arrestato 14 persone perchè depredavano tra le macerie delle case semidistrutte. Stati Uniti, si vota il 4 per il nuovo presidente: in 60 milioni hanno già espresso la preferenza. Oltre 60 milioni di elettori hanno già espresso il loro voto anticipatamente nelle elezioni americane, inviandolo via posta. Donald Trump, il candidato repubblicano, in apparenza sembra favorito rispetto alla vice presidente uscente Kamala Harris (democratica). Oggi però si è registrata una ennesima polemica proprio in casa dei conservatori: Trump ha attaccato la collega di partito Liz Cheney definendola “molto stupida” e un “falco della guerra”. Roma, cornicione si stacca da una chiesa in via del Corso: un ferito. In via del Corso poteva scapparci il morto ma per fortuna è andata bene. Un pezzo di cornicione è caduto dalla chiesa di San Giacomo, ferendo alla gamba un passante. La vittima, 51 anni, è stata portata in ospedale, al San Pietro, ma in codice verde. L’episodio è avvenuto stamane alle 10, quando via del Corso era già piena di turisti. OGGI LA NEWSLETTER IL FATTO INTERNAZIONALE Cento giorni di autonomia alimentare: Parigi studia un piano per far fronte a una catastrofe naturale come un’alluvionedi Luana De Micco In caso di catastrofe naturale, come un’esondazione della Senna (come per esempio quella epocale del 1910), che comporterebbe il blocco delle strade e dei treni, isolando la città, Parigi avrebbe un’“autonomia alimentare” da cinque a sette giorni al massimo, potrebbe cioè soddisfare il fabbisogno alimentare dei suoi abitanti per meno di una settimana, a causa di capacità di stoccaggio insufficienti. Mentre il sud-est della Spagna è devastato dall’alluvione, lo studio inedito dell’Apur, il Laboratorio parigino di pianificazione urbana, il primo di questo tipo in Francia, pubblicato in settimana, sembra oggi spaventosamente attuale. |
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