martedì 1 maggio 2018

rifiuti La situazione generale della provincia di Latina

Doc. XXIII
                                                                                                            N. 32

COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI
 E SU ILLECITI AMBIENTALI AD ESSE CORRELATI

 Relazione sul ciclo dei rifiuti di Roma Capitale e fenomeni illeciti nel territorio del Lazio
(Relatrici: Sen. Paola Nugnes, Sen. Laura Puppato)

 Approvata dalla Commissione nella seduta del 20 dicembre 2017

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Comunicata alle Presidenze il 20 dicembre 2017
ai sensi dell’articolo 1, comma 2, della legge 7 gennaio 2014, n. 1


LATINA (pag. 340)

La situazione generale della provincia di Latina è stata efficacemente rappresentata dal prefetto di Latina nella sua ampia nota del 20 febbraio 2017[1] - integrata dalla sua audizione del 21 febbraio 2017 – della quale è utile riportare passaggi testuali:
“Nell'ultimo censimento generale del 2011 la provincia di Latina ha fatto registrare una popolazione di 544.732 abitanti, con un incremento, rispetto al precedente censimento del 2001, pari a più del 10 per cento. La vocazione agricola del territorio pontino fa registrare una massiccia presenza di cittadini stranieri dediti al lavoro stagionale in agricoltura. Gli stranieri regolari presenti, 48.230 al 1° gennaio 2016 con un incremento di 2481 unità rispetto all'anno precedente, costituiscono circa l’8,4 per cento del totale della popolazione residente, che alla stessa data ha fatto registrare 574.226 abitanti. E' da evidenziare che, nel periodo che va da maggio ad ottobre, si registra un consistente aumento della popolazione che raggiunge picchi di circa 2.500.000 persone […].
In tale contesto, il vigente Piano regionale di gestione dei rifiuti prevede che ogni Ambito Territoriale Ottimale (ATO)[2] nel quale è suddiviso il territorio sia autosufficiente per il trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati (Trattamento Meccanico Biologico-TMB) e per lo stoccaggio permanente in discarica dei rifiuti che residuano dagli impianti stessi. Le frazioni di rifiuti raccolte separatamente per caratteristiche merceologiche, sono destinate ad essere conferite ad impianti dedicati afferenti al libero mercato.”
Rispetto alla pianificazione regionale, il compendio attualmente dispone del solo impianto di trattamento meccanico biologico di rifiuti urbani (TMB) e speciali, con produzione di CDR con linea separata di smaltimento di rifiuti liquidi, della RIDA Ambiente S.r.l. nel comune di Aprilia, in quanto quello della Ecoambiente di Borgo Montello non è stato realizzato; gli invasi delle due discariche per rifiuti speciali non pericolosi in località Borgo Montello, una della società IND.ECO S.r.l. e l’altra della società Ecoambiente, partecipata dal comune di Latina, hanno ormai esaurito la loro capacità ricettiva: vi sono quattro impianti per il compostaggio delle frazioni organiche, due ad Aprilia, uno a Pontinia ed uno a Sabaudia, in quanto quello della Ecoambiente di Borgo Montello non è stato realizzato.
“Nel 2015 la RIDA Ambiente aveva rappresentato alla regione Lazio la difficoltà di sostenere lo stoccaggio temporaneo dei sovvalli dei comuni serviti, per cui aveva richiesto di poterli conferire fuori regione nelle more del citato ampliamento. La regione, in più circostanze, nonostante le richieste della R.I.D.A. Ambiente aveva stabilito il divieto di smaltimento fuori Regione. Conseguentemente la predetta società impugnava i provvedimento ostativi regionali proponendo ricorso al T.A.R. del Lazio, il quale con sentenza n. 2902/2016 del 07.03.2016 accoglieva il gravame e ordinava alla regione di individuare, entro il termine di 180 gg. dal deposito della decisione, la "rete integrata ed adeguata" di discariche tale da garantire l'obiettivo dell'autosufficienza regionale "in condizioni di parità e non discriminazione nonché di compatibilità economica con la vigente disciplina regionale tariffaria e con i valori indicati in tal senso da vigente piano regionale dei rifiuti".
Poiché la regione Lazio non ottemperava a quanto disposto dalla predetta sentenza, la RIDA Ambiente provvedeva di sua iniziativa al conferimento dei sovvalli presso le sottonotate discariche:
anno 2016:
Civitella Paganico (GR) t. 4.508,02;
Cisa S.p.A. di Massafra (TA) t. 20.945,66;
Belvedere di Peccioli (PI) t. 41.395,40;
Lazio Ambiente di Colleferro (RM) t. 95.440,48;
nel periodo intercorso tra il 1° gennaio 2017 ed il 31 gennaio 2017:
Cisa Spa di Massafra t. 522,37;
Belvedere di Peccioli t. 2076,38;
Lazio Ambiente di Colleferro t. 4.477,96.”

RIDA Ambiente gestisce un TBM sito in Campoverde (Aprilia), autorizzato al trattamento di 409.200 tonnellate annue di rifiuti; serve l'ATO di Latina, l'ATO di Colleferro e ha dato supporto anche a Roma Capitale dopo l’incendio dell’impianto di Pontina Ambiente. La complessa situazione dell’azienda, anche in relazione a diversi contenziosi, è stata illustrata alla Commissione in occasione dell’audizione di Fabio Altissimi, amministratore unico, il 12 ottobre 2016.
Secondo i dati forniti alla prefettura dalla Guardia di finanza, il volume d'affari sviluppato dal sistema di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani è pari a circa 400.000.000 di euro; mentre la quantità di rifiuti prodotti in provincia nel 2015 è stata pari a 286.464,356 tonnellate, delle quali circa il 36 per cento entra nel circuito della raccolta differenziata.
Rilevano anche alcune importanti criticità aziendali:
“Particolare attenzione riveste la situazione della ‘Latina Ambiente’, di cui il tribunale di Latina il 7 dicembre 2016 ha dichiarato il fallimento, con autorizzazione alla continuazione dell'esercizio provvisorio. Il comune, pertanto, ha prorogato l'affidamento dei servizi di igiene urbana ed igiene edilizia, a favore della Latina Ambiente, nei medesimi termini di cui agli accordi vigenti (già in scadenza il 31 dicembre 2016), fino alla data del 31 marzo 2017. Nel frattempo sono stati predisposti, a cura del Settore Ambiente del comune, tutti gli atti idonei all'espletamento della gara ad evidenza pubblica per l'affidamento del servizio a soggetto concessionario. Tuttavia l’amministrazione, con deliberazione del Consiglio comunale n. 38 dell’11 novembre 2016, ha espresso l’indirizzo in merito alla costituzione di una società in house per la gestione dei servizi di igiene urbana e, con decreto sindacale n. 158821 del 16.11.2016, ha conferito l’incarico del progetto di studio della fattibilità, della realizzazione e della gestione del progetto de quo con contestuale istituzione di una unità tecnica di progetto.
Anche per la Cisterna Ambiente S.p.A., società mista, per il 51 per cento del comune e per il 49 per cento dell'AMA e della CNS, dal 2001 incaricata di provvedere alla gestione del servizio di raccolta dei rifiuti urbani, si profila la cessazione, in considerazione della decisione assunta dal Consiglio comunale di Cisterna nel 2015 di mettere la società in liquidazione”.
La provincia di Latina si palesa particolarmente sensibile ai fenomeni illeciti nel campo del ciclo dei rifiuti, come il citato documento conferma:
“La provincia di Latina, sta assumendo, negli ultimi anni, un ruolo sempre più significativo in ordine ad alcune criticità di carattere ambientale, data anche la sua posizione geografica, tra i territori della provincia di Roma e la regione Campania.
Le forze di polizia pongono sotto attento esame, periodicamente, aziende che svolgono attività di rottamazione, di veicoli e parti di essi; alcuni di questi controlli sono sfociati in denunce all'Autorità giudiziaria per reati ambientali, in particolare per gestione illecita di rifiuti, ex articolo 256 del decreto legislativo n. 152 del 2006 (testo unico ambientale). In diverse occasioni, a partire in particolare dal 2016, numerosi controlli che hanno condotto a segnalazioni all'A.G., sono confluiti nel cosiddetto sistema delle prescrizioni, ovverossia la procedura […] introdotta con la Legge n. 68/2015 in materia di delitti contro l'ambiente.
Un altro settore, nel campo dei rifiuti, che vede una capillare attenzione da parte delle forze di polizia impegnate nella tutela ambientale, è quello dello smaltimento/trattamento di rifiuti solidi urbani, e soprattutto il cd. compost, risultato della bio-ossidazione e dell'umificazione di materie organiche.
Le aziende che operano in tale settore non sono particolarmente numerose in provincia. Per alcune di esse sono state riscontrate notevoli criticità nel trattamento dei rifiuti organici; si sono svolte numerose attività di controllo sia di carattere investigativo, sia con reiterati accessi alle aziende, collaborazioni con Enti terzi, quali ARPA, e unità di supporto specialistiche nelle indagini scientifiche. Attualmente è incardinato, oltre ad altri procedimenti penali presso la procura di Latina, anche un procedimento penale, presso la Direzione distrettuale antimafia di Roma, con ipotesi di reato di attività organizzata di traffico illecito di rifiuti disciplinato dall'articolo 260 decreto legislativo n. 152 del 2006 (p.p. 3940/2014).
Nel gennaio [2017] la D.D.A. di Roma ha ipotizzato un traffico organizzato di rifiuti in cui sarebbero coinvolte diverse aziende di trattamento, che conferivano rifiuti pericolosi in una discarica di Frosinone nella quale potevano invece essere smaltiti solo rifiuti non pericolosi. Le investigazioni, supportate da una cospicua attività tecnica, hanno coinvolto aziende operanti nelle province di Frosinone, Roma e Latina. In questa provincia le aziende coinvolte sono state la Centro Servizi Ambientali (CSA) S.r.l. di Castelforte e la Refecta S.r.l. di Cisterna di Latina, entrambe operanti nel trattamento dei rifiuti, le quali, nel biennio 2014-15, avrebbero conferito ad una azienda di Frosinone significativi quantitativi di rifiuti pericolosi declassificandoli in non pericolosi, con la complicità di diversi laboratori di analisi chimica.
Anche nell'attività di recupero di rifiuti si assiste al proliferare di aziende che operano in regime di cd. procedura semplificata (articoli 214-216 decreto legislativo n. 152 del 2006). Al riguardo le forze di polizia hanno evidenziato che, sulla base di diversi monitoraggi e successive ricognizioni, sono emerse, per questa tipologia di aziende, diffuse criticità sotto il profilo dell’osservanza delle disposizioni ambientali. In particolare si assiste ad un significativo incremento sul territorio provinciale di aziende che trattano i rifiuti, o che hanno chiesto le autorizzazioni di rito per impiantarne di nuove, talvolta con capacità di lavorazione superiori alle attuali esigenze della provincia, segno evidente che il territorio viene individuato, a torto o a ragione, potenzialmente caratterizzato da possibili sviluppi in questo specifico settore.
Nel territorio provinciale insistono altresì aziende che trattano rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). Le attività di controllo hanno riguardato sia i soggetti che, nell’ambito della raccolta e trasporto di tali rifiuti, non rispettano la normativa di settore, con contestazioni di gestione illecita oltre che di numerose fattispecie di violazioni amministrative (specie i distributori al dettaglio, anche comunque importanti centri di elettronica di rilevanza nazionale) sia una ricognizione dei centri di raccolta comunali, i quali, spesso attraverso le aziende municipalizzate, effettuano la raccolta di rifiuti elettrici ed elettronici domestici, sia dai privati che dalle ditte, per poi destinarle a recupero o smaltimento, attraverso convenzioni con sistemi collettivi (cd. consorzi).
Altro fenomeno segnalato dalle forze di polizia di tutela ambientale è quello relativo al traffico illecito di rifiuti transfrontaliero.
In particolare, in molti casi intermediari o aziende, spesso riconducibili a brokers di nazionalità estera, per eludere gli adempimenti necessari a dimostrare la tracciabilità del rifiuto e i conseguenti controlli ambientali, attestano che lo stesso sia un bene usato, destinato all'esportazione in paesi in via di sviluppo. Al riguardo, è stata intensificata la collaborazione con l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, per eventuali transiti di carichi sospetti dal porto di Gaeta”[3].
Le polizia giudiziarie stanno altresì conducendo indagini che traggono origine da episodi qualificabili come intimidatori di operatori del settore[4].
Dal canto suo, il Questore di Latina, nella audizione del 21 febbraio 2017, aggiungeva che "bisogna capire che l'area del nord della provincia, quella che si sviluppa tra Borgo San Michele e soprattutto Borgo Montello, ha una vocazione storica per l'interramento dei rifiuti. L'area si chiama ‘Le ferriere’ perché fin dal XVII secolo c'era un'attività di escavazione, quindi sono vere e proprie cave (la località che oggi si chiama Borgo Montello era la vecchia conca) per estrarre il ferro; con il passare dei secoli si sono formate delle conche naturali, delle cave che sembravano quasi invitare chi volesse fare affari. C'è anche una situazione geologica particolare: quest'area appartiene ad un'area di terra emersa dove per secoli intorno c'era la palude, che è un terreno che ha forti infiltrazioni di falde acquifere, quindi poco si presta allo stoccaggio dei rifiuti. Tenete presente che, essendo palude, era disabitata, mentre questa è l'unica area emersa ed è destinata alla produzione vinicola. Gli interessi della camorra nella zona sono essenzialmente dovuti ad alcune dichiarazioni che abbiamo riscontrato nell'attività di polizia giudiziaria dovuta a collaboratori di giustizia del clan dei Casalesi".[5]
Sotto il profilo più specificamente giudiziario, il procuratore della Repubblica di Latina, Andrea De Gasperis, nella audizione del 21 febbraio 2017, oltre alla vicenda della discarica di Borgo Montello, ha evidenziato la presenza di alcune discariche abusive risalenti nel tempo e in fase di bonifica, precisando che "praticamente la maggioranza dei reati ambientali sono reati «di ordinaria contravvenzione», di ordinaria amministrazione, che si definiscono in via amministrativa, perché i responsabili risanano […] Vicende di pubblica amministrazione e inquinamento non ce ne sono". (pag. 344)




[1] Doc. n. 1753/1-2; si veda anche, con riferimento ad alcune indagini citate nella nota, quanto dettagliato dal comando legione carabinieri Lazio del 25 gennaio 2017 (Doc. n. 1691/1); nel Doc. n. 2290/1 la prefettura di Latina offre un quadro ampio delle attività di prevenzione e polizia.
[2] Il sub-ATO di Latina comprende il territorio di 28 dei 33 comuni della provincia e 2 della Provincia di Roma: Aprilia, Bassiano, Campodimele, Castelforte, Cisterna di Latina, Cori, Fondi, Formia, Itri, Latina, Lenola, Maenza, Monte San Biagio, Norma, Pontinia, Ponza, Priverno, Prossedi, Roccagorga, Rocca Massima, Roccasecca dei Volsci, Sabaudia, San Felice Circeo, Sermoneta, Sezze, Sonnino, Sperlonga, Terracina, Ventotene, Anzio (RM), Nettuno(RM). I restanti Comuni della Provincia, ovvero Gaeta, Minturno, Santi Cosma e Damiano, Castelforte, Spigno Saturnia, sono invece compresi nel sub-ATO di Frosinone, nel cui ambito rientra anche l'impianto di Trattamento meccanico dei rifiuti della “Centro Servizi Ambientali s.r.l.” di Castelforte.

[3] Le forze di polizia territoriali e la Capitaneria di Porto nel biennio 2015-2016 hanno effettuato, complessivamente, 2079 controlli. Le comunicazioni di notizie di reato sono state nello stesso periodo 150 e le sanzioni amministrative 103. L'ARPA Lazio ha eseguito, nel biennio, 212 controlli, di cui 193 ai depuratori e 19 ad aziende che svolgono attività di trattamento/smaltimento dei rifiuti.
[4] Su questi episodi v. § 7.6
[5] Dei problemi storici della discarica di Borgo Montello e degli interessi manifestati dalla criminalità organizzata si tratterà nel § 7

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