mercoledì 24 febbraio 2016

Immagini del lago Maracaibo, Venezuela. A causa dell'inquinamento petrolifero, il lago va verso una lenta

Immagini del lago Maracaibo, Venezuela. A causa dell'inquinamento petrolifero, il lago va verso una lenta,... http://dorsogna.blogspot.it/2011/09/il-lago-maracaibo-venezuela.html

Il lago Maracaibo, Venezuela








Il lago Maracaibo in Venezuela e' una baia collegata al mare da uno piccolo stretto. Dentro il lago c'e' il nostro eroe - il petrolio - che viene qui estratto dal 1914 dalla Shell prima e ora dal governo del Venezuela tramite la compagnia PDVSA, la Petroleos de Venezuela.

In questa baia sono successi un po tutti i disastri ambientali possibili collegati al petrolio, scoppi, subsidenza, monnezza tossica, pesci avvelenati.

Ce n'e' per tutti i gusti.




Nel 1964 la petroliera Esso Maracaibo si e' scontrata con un ponte costruito lungo lo stretto, causando il crollo del ponte e la morte di sette persone.

I riversamenti dalle petroliere, dai tubi corrotti sono frequenti, eccone uno del 2010, che il governo chaimo' di "impatto moderato". Ci furono morie di pesci, la macchia di petrolio si estese per varie decine di chilometri. Ce ne sono diversi ogni mese secondo questo rapporto venezuelano. 

L'area e' soggetta a fortissima subsidenza a causa delle grandi quantita' di petrolio estratte dal sottosuolo. In totale il terreno si e' abbassato in media di circa 5 metri, rispetto a cento anni fa, e continua ad affondare di circa 5-20 centimetri all'anno a seconda delle localita'.

La calata del terreno e' stata cosi' pronunciata che il governo centrale ha dovuto costruire una diga di contenimento, ma molti considerano la diga stessa un "disastro a venire" visto che la diga stessa cala di 7cm l'anno.

L'area e' sismica e se dovessero esserci terremoti, si teme che la popolazione possa essere sommersa dalle acque.

Sulle rive del lago sorgono diversi complessi petrolchimici che riversano nel mare un po di tutto, incluso composti azotati, o a base di fosforo, mercurio e fenoli.

Nel lago sono frequenti i riversamenti accidentali di rifiuti petroliferi, e l'uso di dispersanti chimici per diluirili.

Dal 2004 il lago e' anche coperto da una densa alga che non si sa come togliere, e che cresce in maniera portentosa. L'alga spesso concentra metalli pesanti dovuti all'inquinamento - anche petrolifero - e batteri incluso quello del colera.

Nessuno sa da dove venga quest'alga, ma fra le cause probabili, proprio i dispersanti del petrolio usati in grandi quantita' e le sue componenti a base di fosfati, che fungono da fertilizzanti.

L'alga che si chiama Lemna o anche lenticchia di mare e' detrimentale al lago perche' consuma molto ossigeno, rubandolo ai pesci, che soffocano. La lemna impedisce anche alle barche di uscire al largo.

Cosi' i pescatori soffrono, perche' diventa sempre piu' difficile pescare, e quel poco pesce che si cattura e' spesso saturo di petrolio.

Ecco allora la testimonianza di Kender Ochoa, pescatore, attivista della zona che vorrebbe pescare pesci, ma che invece pesca petrolio e lemna. La gente protesta,
e come da copione, nessuno ascolta.

La pesca e' quasi scomparsa in alcune localita'.
Manca dell'altro a questo lago?

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La traduzione e' di Guido Pietroluongo:

E' un nuovo giorno di pesca per Kender Ochoa e invece di pescare gamberetti o pesce, ritrova nelle sue reti lenticchie di mare, petrolio e rifiuti. Non è l'unico, al suo fianco ci sono i suoi colleghi che invece di contare il pescato si ritrovano a contare contenitori neri e rami verdi che gli ha offerto la costa di Capitán Chico.

Questa situazione li ha spinti ad alzare la voce in Avenida El Milagro, all'altezza di Plaza El Angel, ieri alle ore 7.00. La loro indignazione non è aggressiva, di fatti sono consapevoli che attraverso le minacce non giungeranno ad una soluzione per i 2200 malcapitati.

La comunità di Puntica de Piedra si è unita alla manifestazione intralciando il traffico della zona.

Sonia Vargas, casalinga, ha cercato di incoraggiare i vicini e di indagare sulla questione. Ha raccolto gomme e bottiglie di plastica piene di greggio per verificare le dichiarazioni di Ochoa. "Siamo stanchi di non ricevere risposte alle nostre richieste. Le famiglie dipendono dalla pesca tradizionale".

Sono cinque miglia improduttive che danno solo lenticchie di mare e oro nero. Questo non va bene per i lavoratori artigianali, perciò hanno ricordato a PDVSA, Insopesca e all'Istituto per la Conservazione del Lago di Maracaibo le promesse fatte tre mesi fa, un mese dopo il ristagno di petrolio e lemna.

In quell'occasione ispezionarono le sponde dell'estuario, raccolsero dei campioni, parlarono con la comunità e promisero di tornare in 5/10 giorni, però fino alle 10:20 di ieri non si sono fatti sentire.

“La produzione si è abbassata quasi del 100%, chiaramente nessuno vuole comprare specie contaminate.”

Ochoa, che è il portavoce dei pescatori della zona, pensa costantemente di coinvolgere un gruppo di volontari per ripulire il Lago, però riflettendo sul fatto che questa non dovrebbe essere una sua responsabilità ha abbandonato l'idea.

Preferisce lasciare il lavoro nelle mani delle istituzioni nazionali e regionali.

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