martedì 1 dicembre 2015

MIRACOLI Il preside: “Mai tolti i crocifissi: non c’erano. Così come il concerto: non era previsto” Natale a Rozzano, notizia falsa Ma per Salvini&Co. fa lo stesso

Poveri bambini La Gelmini ha intonato “Tu scendi dalle ste l le”, La Russa ha portato il Tricolore
 ANTONELLO CAPORALE P er fortuna qualcuno ha avuto pietà dei bambini dell’istituto Garofani di Rozzano, hinterland milanese, e li ha sottratti alla vista di Mariastella Gelmini che ai cancelli intonava, per di più in coppia con la vivace parlamentare arcorina Licia Ronzulli, Tu scendi dalle stelle. Hanno avuto misericordia e non li hanno fatti entrare in contatto con Matteo Salvini, ieri incerottato in un fantastico giubbotto plurimarche, detentore di un presepe e anche di una ruspa giocattolo, giunto in città per salvare la scuola dal jihad o –in alternativa – raderla al suolo come i russi fanno con quelle di Raqqa. E – fortunatissimi bimbi –hanno anche potuto sottrarsi al tricolore che Ignazio La Russa ha personalmente deciso di trasportare davanti all’istituto per imporre al preside i colori e i valori d el l’italianità. Vorremmo dire che i bambini, anime innocenti, ieri hanno avuto un’u lt i m a fortuna: quella di non vedere i genitori trasformati in scimmie urlanti, che hanno incidentalmente preso – data la fede e l’ansia da prestazione – a male parole i loro fratelli cristiani dissidenti, prima di inveire sull’arabo che si nascondeva tra di loro. “Tu sei arabo?”, ha chiesto una mamma a uno spettatore di quel teatro dell’assurdo. “No, sono italiano”. E lei: “Allora fatti i cazzi tuoi e non rompere i coglioni”. Il papà del ragazzo: “Mi dici cosa ha fatto mio figlio?”. Lei, la devotissima mamma: “Non lo so e non mi frega, ma non ci deve rompere i coglioni”. A ROZZANO ieri si è misurata la distanza che separa l’apparenza dalla realtà, il vero dal falso. L’ul - timo stadio della fabbrica delle notizie ha avuto per protagonista il professor Marco Parma, reo di aver vietato la celebrazione del Natale, di aver fatto togliere i crocifissi dalle aule e umiliato la religione cattolica annullando il concertino nell’istituto che dirige. Troppo prelibato il boccone per Matteo Salvini il quale è stato convocato da un gruppo di genitori: “Urgentemente c’è bisogno di Salvini, deve venire qui”, ha detto uno di loro una settimana fa, appena la notizia è stata fabbricata. Nessuno, nei giorni scorsi, si è curato di domandare al preside se i crocifissi li avesse davvero tolti, il concertino annullato, e il Natale svenduto ai fanatici del terrore. Non l’hanno fatto i politici ma nemmeno i giornalisti che anzi hanno propalato (e con qualche compiacimento) il tondo falso di Rozzano. Cosicché ieri il professor Parma ha stilato in un linguaggio freddo ma inappuntabile, la sequela di sfondoni. “Non è mai stato tolto un crocifisso perché la scuola non ne ha mai avuti alle pareti. Mai è stato annullato il concertino di Natale perché mai è stato organizzato. L’unico diniego che ho opposto riguarda la richiesta di due mamme che avrebbero voluto entrare a scuola nell’inter - vallo mensa per insegnare canti religiosi ai bambini cristiani: cosa che continuo a considerare inopportuna”. IL PROFESSOR Parma, che pare un uomo mite e ragionevole, ha mostrato in un comunicato insieme asettico e perfido la carneficina di verità che si è fatta, il banchetto del falso al quale hanno preso parte tutti. Il premier Renzi, che ha dichiarato la pena di veder patire “l’identità”, il Movimento 5 Stelle che ha preso le distanze dal preside, a maggior ragione perché p re c e de n te m e nt e candidato come sindaco della città. Anche il presidente dei vescovi italiani ha preso posizione. Figurarsi la Lega, Forza Italia e quel che resta del mondo. Tutti ieri a portare presepi e preghiere. “Il nostro primo impegno sarà quello di rimettere i crocifissi in quelle aule”, ha dichiarato l’incredibile assessore regionale alla Scuola Valentina Aprea. Nessuno invece che si fosse accorto dei bagni di quella scuola non hanno porte, le pareti mancano di intonaci e a mensa fanno irruzione sia i bambini che qualche furbo topastro. Il preside ha rimesso opportunamente il proprio mandato al Provveditore. Salvini, dopo lo show contro gli anti Cristo, se l’è presa con i topi, dunque ha accusato Renzi. Le mamme si sono divise e parecchio insultate, la Gelmini, finito il canto, è tornata in Parlamento. I giornalisti hanno riempito i taccuini e salutato. Cosicché, quando l’atrio è tornato libero, anche i bambini sono usciti. Non si sono accorti quasi di nulla. © RIPRODUZIONE RISERVATA il fatto quotidiano 1 dicembre 2015

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