giovedì 5 novembre 2015

Da domani quattro giorni di arringhe prima del verdetto sull’opera in Valsusa Torino, il Tav a processo (di popolo)

La sentenza
potrebbe
portare
a un’assoluzione,
una
condanna,
ma anche
a una
violazione
dei diritti
È invitata
la difesa
LIVIO
PEPINO FERRUCCIO SANSA
Un processo al Tav. Con l’a ccusa,
la difesa (se si presenterà).
E un verdetto finale. Sarà
celebrato domani a Torino dal
Tribunale Permanente dei Popoli.
Tutto aperto al pubblico,
un’occasione rara per capire le
ragioni di chi è contrario alla
grande opera e magari anche di
chi la difende.
L’APPUNTAMENTO è fissato
presso la “Fabbrica delle E” del
Gruppo Abele, mentre per la
sentenza finale ci si troverà domenica
ad Almese nella sede del
Teatro Magnetto. I quattro
giorni di incontri seguiranno il
ritmo di un vero e proprio processo:
la requisitoria dell’accu -
sa, le deduzioni della difesa
(sperando che si presenti); poi i
testimoni delle parti. E infine la
corte che si ritira in camera di
consiglio e decide. Il ricorso è
stato presentato da diversi comuni
della valle e dal Controsservatorio
Val Susa. Oggetto,
appunto, il Tav della Valsusa.
“La sentenza potrebbe portare a
un’assoluzione, una condanna,
ma anche a una dichiarazione di
violazione dei diritti”, spiega il
magistrato Livio Pepino che a
Torino rappresenterà l’accusa.
Una decisione che avrà un peso
essenzialmente sull’opini one
pubblica. Il Tpp infatti è un Tribunale
di opinione. Indipendente.
È nato nel 1979 per occuparsi
delle violenze commesse
dalle dittature in America Latina,
ma ha negli anni ampliato le
sue competenze. Ecco così la
sessione sull’estrazione del carbone
in Canada, sui rischi del
fracking, poi su grandi opere
progettate in Germania, Olanda
e Spagna.
FA PARTE DEL TRIBUNALE una
rete internazionale di esperti in
discipline giuridiche, economiche,
socio-politiche. Il loro
compito è mettere a confronto le
tesi dell’accusa e quelle della difesa.
Come è successo
in alcune sessioni,
dove multinazionali
e governi hanno
mandato i loro avvocati
a partecipare.
Ma il timore è che a
Torino lo Stato, gli
enti locali e le imprese
coinvolte nella
realizzazione del
Tav decidano di
snobbare la sessione:
“Finora la segreteria
del Tribunale non è stata
ancora contattata dalla difesa.
Sarebbe un vero peccato, perché
per i cittadini sarebbe
un’occasione persa per mettere
a confronto i due punti di vista
sul progetto”, spiega Pepino. Il
Tav –cioè la nuova Torino-Lione
–è una linea ferroviaria della
lunghezza complessiva di 235
chilometri. Correrà tra Francia
e Italia. Indicato inizialmente
come treno ad alta velocità, è poi
stato definito piuttosto ad alta
capacità. Voluto fortissimamente
dai governi
(soprattutto quello italiano)
e dalle imprese,
il Tav invece
ha diviso l’opinione
pubblica. I punti critici:
l’impatto ambientale,
la presenza
di amianto, i costi
reali dell’opera (che
ormai sarebbero lievitati
intorno ai 14
miliardi), fino alla
sua effettiva utilità.
Non bastava la linea attuale, magari
con lavori di adeguamento?
TANTE DOMANDE. Un bisogno
di informarsi e di vedere confrontate
le opposte posizioni. La
sessione del Tribunale Permanente
dei Popoli a Torino sarebbe
una grande occasione. C’è ancora
tempo. La giornata di sabato
7 novembre è stata riservata
anche alla difesa. Verrà qualcuno?
© RIPRODUZIONE RISERVATA il fatto quotidiano 4 novembre 2015

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