venerdì 24 luglio 2015

INCHIESTA DI SAVONA La centrale che ha ucciso La pista dei magistrati: “Una società per svuotare le casse di Tirreno Power” (Vado Ligure Sorgenia Legambiente)

UNA SOCIETÀ per “sv u o t a re ” le casse di Tirreno Power con “f i n te co n s u l e n ze ”. È il dubbio dei pm di Savona, che indagando sull’i n q u i n a m e n to di Vado Ligure hanno puntato su alcuni colloqui tra Andrea Mangoni (all’epoca nel cda di Sorgenia e Tirreno Power), Massimiliano Salvi e la loro collaboratrice Roberta Neri (non indagata). Scrivono i pm: “Bisogna comprendere se i tre soci si stiano accordando al fine di svuotare di capitali Tirreno Power mediante finte consulenze che giustificherebbero contabilmente il passaggio del denaro dalle casse di Tirreno Power a quelle dei soci della Manesa srl”. Cioè Mangoni, Salvi e Neri (ciascuno ha il 20 per cento delle quote). Nessuno è stato ancora indagato per questo episodio che resta un filone del tutto secondario dell’inchiesta savonese. Ma sono passaggi che rischiano di creare un caso: Mangoni infatti è uno dei top manager più noti. Ha occupato poltrone di primissimo piano appunto in Sorgenia e Tirreno Power (per questo è indagato nell’inchiesta sulla centrale a carbone). Molto apprezzato dal centrosinistra ha guidato Acea (società del gas e dell’acqua di Roma) per poi approdare in Fincantieri. Mangoni, come testimoniano le intercettazioni, aveva contatti stretti con figure di primo piano del centrosinistra, a cominciare dal sottosegretario Claudio De Vincenti che afferma: “Tengo moltissimo alla tua amicizia” il fatto quotidiano 24 luglio 2015

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