sabato 25 luglio 2015

Emiliano (a proposito di Ilva Taranto): “Ora l’impresa e il governo sanno che non possono violare le leggi”

in tribunale l'impegno “La Puglia è parte civile: voglio che chi è stato danneggiato sia risarcito” Nuovo fronte I governatori delle aree adriatiche e ioniche: “Basta trivelle in mare o referendum sullo Sblocca Italia Non è imbarazzato, Michele Emiliano, nel dover gestire il processo all’Ilva in cui il suo predecessore sulla poltrona di presidente della Puglia, Nichi Vendola, è imputato assieme ai vertici dell’azienda e ai funzionari della regione: “La Regione Puglia si è costituita parte civile e seguirà il processo con grande attenzione. Io, personalmente, seguirò l’evoluzione dell’i s t ru t t o r i a dibattimentale e impartirò le direttive di mia competenza all’Avvocatura Regionale”. NON SI TRATTA, spiega l’ex magistrato, di “far condannare gli imputati”, ma di “conosce - re e accertare in giudizio la verità ottenendo tutti i risarcimenti per tutti coloro che hanno subìto un danno ingiusto”. Un atto dovuto a tutti i tarantini “che con pacatezza e senso di giustizia non hanno smesso di cercare verità e giustizia”. Non vuole sbottonarsi Michele Emiliano, che pure ha sempre detto di non escludere nemmeno la chiusura d el l’impianto di Taranto, ma una cosa la dice: “La Procura ha riaffermato il principio che non esistono aziende, politici o governi tanto potenti da poter violare impunemente le leggi, neppure per esigenze strategiche della produzione nazionale o per esigenze occupazionali”. Tesi che risalta ancor più visto che ieri il governatore pugliese si trovava a Termoli (Campobasso) per una riunione coi suoi omologhi delle regioni adriatiche e ioniche del centro-sud (Abruzzo, Molise, Marche, Basilicata, Calabria e Puglia, assente l’Emilia Romagna guidata dal renziano Stefano Bonaccini) contro le autorizzazioni che il governo si appresta a rilasciare per trivellare in mare alla ricerca di idrocarburi (petrolio, etc). IL DECRETO c o s id d e tt o “Sblocca Italia”, infatti, ha stabilito che le attività di “prospe - zione”dei fondali da parte delle società petrolifere sono “strategiche” (come il Tav Torino-Lione e gli inceneritori): dunque urgenti, indifferibili e, soprattutto, fuori dal controllo di Regioni ed enti locali. Da giugno, il ministero dell’Am - biente ha emanato almeno 13 decreti di compatibilità ambientale (Via) che danno il via libera ad altrettanti progetti di trivellazione dell’A d ri a t ic o (da Rimini a Termoli, dal Gargano al Salento), ma la cosa - ovviamente - riguarda tutto il Paese, terra o mare che sia. “Chiediamo che il governo, prima di prendere decisioni così impattanti, attivi un sistema di consultazione delle regioni anche quando utilizza lo Sblocca Italia. Se questo dialogo non dovesse partire valuteremo l’opportunità di partecipare alla raccolta delle firme per l’abrogazione dello Sblocca Italia”. In realtà, l’a rt ic ol o 75 della Costituzione prevede che per convocare un referendum basti anche il voto unanime di 5 consigli regionali. Come che sia, mercoledì prossimo è previsto un incontro tra i governatori e l’esecutivo sul tema: “L’obiettivo è trovare un accordo e vogliamo riuscirci dialogando con il governo”. Ma sulle trivelle resta il no. MA. PA. © RIPRODUZIONE RISERVATA il fatto quotidiano 25 luglio 2015

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