venerdì 20 febbraio 2015

Salva-Ilva, decreto convertito con fiducia (e proteste)

IL GOVERNO incassa la fiducia sul maxi-emendamento al disegno di legge di conversione del decreto Salva-Ilva. Il via libera è arrivato con 151 voti favorevoli e 114 contrari, numeri sufficienti per avere la maggioranza, ma lontani da quota 161 che rappresenta la maggioranza assoluta del Senato, inclusi i senatori a vita. L’oppo - sizione è subito insorta. La pentastellata Paola Nugnes: "Altro che Salva-Ilva questo è un decreto salva-banche, i primi a essere salvaguardati sono gli istituti bancari con i loro crediti." Le banche, infatti in questi anni hanno sostenuto con diverse linee di credito l’Ilva. Finora l’esposizione delle banche (Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banco Popolare) dovrebbe aggirarsi intorno ai 2 miliardi. L’ultimo prestito, di 260 milioni, è stato deciso nei giorni scorsi. I crediti delle banche godono però della pre-deducibilità. Per Paolo Arrigoni (Lega) il decreto, con l’inter - vento pubblico nell’Ilva, "suggella una nuova via italiana al socialismo". Per tutte le opposizioni poi il film sull'Ilva e su Taranto "continua a non vedere il dramma ambientale e sanitario della comunità tarantina - dice Stefano di Sel - Non è stato spezzato il gioco della torre fra salute e lavoro il fatto quotidiano 20 febbraio 2015

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