sabato 3 gennaio 2015

dopo gli scandali, arresti e sequestri nella discarica di Borgo Montello: il futuro incerto di Ecoambiente, a Brù mo che famo?

Il 12 gennaio convocata la riunione con Arpa, Asl e Regione Lazio. Il tentativo di sbloccare l’Aia
Il futuro incerto di Ecoambiente
Dopo i licenziamenti il Comune cerca di superare il gap sulla bonifica. Ma forse non basta
Gli annunciati licenziamenti
di Ecoambiente
soffiano sul
fuoco già acceso delle polemiche
legate alla gestio
gestione
degli invasi della discaeica
e del ciclo dei rifiuti in
generale. Come si sa
Ecoambiente è partecipata
da Latina Ambiente e dal
gruppo Cerroni. Sia la prima
che il secondo hanno
avuto guai, ma la decisione
di avviare le procedure per
licenziare undici dipendenti
viene motivata dai
vertici di Ecoambiente con
i ritardi, forse la impossibilità,
di costruire l’impianto
di trattamento meccanico
biologico che la società
aveva progettato di realizzare
proprio a Montello.
Ecoambiente gestiva invasi
per lo stoccaggio indifferenziato
dei rifiuti, ma da
quando questa attività è
stata vietata dall’Ue può
accogliere solo materiale
pre trattato proveniente da
altri impianti; se ne costruisce
uno suo potrà affiancare
l’attività di trattamento
dei rifiuti indifferenziati
all’i nva s o .
Rebus Aia
Per costruire l’impiante però
serve l’Aia (autorizzazione)
della Regione Lazio che ancora
non arriva, perché sono
stati riscontrati in conferenza
di servizi problemi sulla bonifica
dei siti gestiti in precedenza
nella discarica e sul
capping che doveva isolare le
falde. Ostacolo finora non superato.
Ma il 31 dicembre il
Comune di Latina ha convocato
una nuova riunione tecnica
(per il 12 gennaio) dedicata
proprio «alle attività di
bonifica dell’area di Borgo
Montello»; sono stati invitati
anche Regione Lazio, Provincia,
Asl e Arpa oltre che
Ecoambiente e l’altro gestore
degli invasi, Indeco srl.
Bonifica coi buchi
Obiettivo dichiarato «la valutazione
congiunta delle attività
di bonifica e messa in
sicurezza operativa in corso».
Lo scoglio da superare è dunque
la bonifica più che l’Aia
perché quest’ultima è legata
al completamento della bonifica.
E tutto sembrava filare
per il verso giusto fin quando
non è arrivata la perizia tecnica
del consulente del Tribunale
per il processo (a Ecoambiente)
sull’inquin amento
delle falde. Questa perizia denuncia
chiaramente ciò che
l’Arpa e la Asl non avevano
«notato», ossia l’inadeguatez -
za delle operazioni di bonifica
fatte sinora. Solo alla luce di
questa perizia la Regiona Lazio,
che pure a sua volta non
si era accorta di ciò che accadeva
a Borgo Montello, ha
bloccato la procedura
dell’Aia e, di conseguenza, il
via libera alla costruzione
del l’impianto di tmb. C’è
dell’altro sullo sfondo di questa
vicenda ambientale ed è la
sorte della Latina Ambiente,
società detenuta a maggioranza
dal Comune di Latina che,
a sua volta, controlla Ecoambiente.
Destino comune
E dunque il destino finanziario
di questi tre soci è indissolubilmente
legato. Si sa che il
progetto della maggioranza
del Comune di Latina è quello
di trasformare Latina Ambiente
spa in una municipalizzata,
nonostante i divieti che
pure sussistono, circa la creazione
di nuove company pubbliche
in Italia, visti i risultati
di quelli esistenti. L’ultima
ricapitalizzazione della Latina
Ambiente risale a poco più
di un anno fa, come ricorda in
una nota il consigliere comunale
Enzo De Amicis, Operazione
che si rese necessaria
per coprire un deficit di 1,4
milioni di euro; la rivalutazione
fu pari a 1,2 milioni di
euro. Allora nessuno si preoccupava
ancora della mancata
autorizzazione del’impianto
di tmb di Ecoambiente, che
pure non era stato rilasciato
dalla Regione ma era solo in
itinere.
Ricapitalizzazione inutile
Come fu possibile non accorgersi
già lo scorso anno che la
sola ricapitalizzazione non
sarebbe stata sufficiente a salvare
la rete delle due società
che stanno dietro il servizio
dei rifiuti di Latina e che
«gravano» sul bilancio
d el l ’ente, una direttamente
l’altra per via indiretta? Oggi,
a un anno di distanza, anche
De Amicis parla di «azzardo
contabile fatto nel novembre
del 2013 con la delibera del
consiglio comunale sulla ricapitalizzazione
» perché, «bisognava
capire che l’a t t iv i t à
della società non poteva consentire
la rivalutazione del valore
della quota societaria»
proprio perché già si sapeva
che senza l’impianto di tmb
l’attività della partecipata
Ecoambiente si sarebbe drasticamente
ridotta al solo conferimento
di materiale trattato
da altri impianti. Troppo poco
per andare avanti. Ma ciò che
aggrava la posizione del Comune
per la verità è altro: in
questi mesi si è sempre detto
che nessuno avrebbe voluto
mai altri rifiuti a Montello se
non quelli provenienti dalla
provincia di Latina.
L’iter dei rifiuti
Ma per far sopravvivere
Ecoambiente ed evitare i licenziamenti
già avviati è «necessario
» far arrivare altri rifiuti,
quelli che dovranno alimentare
l’impianto tmb che
ora tutti ritengono indispensabile.
E non si sa quali delle
due versioni sia più valida, se
la prima di diniego a rifiuti
provenienti da fuori provincia,
o la seconda sulla volontà
di un impianto che proprio
quei rifiuti dovrà trattare.
IL QUOTIDIANO - Venerdì 2 Gennaio 2015

Latina 7

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