Sogin
ha consegnato la relazione, da lunedì caccia al sito idoneo tra i 23
esistenti
La
prima centrale nucleare
ad
entrare in funzione in
Italia
potrebbe essere davvero
l’ultima
a chiudere, nel
senso
che è uno dei possibili
«cimiteri»
per seppellire in
eterno
(300 anni e oltre equivalgono
in
questo caso a
sempre)
i rifiuti nucleari a
bassa
intensità anche delle
altre
centrali sparse nel Paese
e
chiuse dopo il referendum.
L’Italia
in questo momento
ha
l’obbligo e la necessità
di
realizzare il
deposito,
operazione affidata
a
Sogin che insieme
all’Ispra
deve anche scegliere
il
sito più idoneo tenendo
conto
di una serie di condizioni
previste
nel documento
consegnato
due giorni fa al
Ministero
e su cui adesso si
lavorerà.
La relazione doveva,
appunto,
essere deposita
entro
il 3 gennaio 2015 per
rientrare
nei tempi stabiliti
per
l’attivazione concreta
del
deposito, fissata a sua
volta
per il 2022. L’area di
Borgo
Sabotino per adesso
ospita
il deposito locale temporaneo
di
scorie. Praticamente
parte
da domani il
confronto
sui siti effettivi
possibili.
PASSATO
PROSSIMO
AD
APRILE SCORSO
IL
SOPRALLUOGO
DELLE
COMMISSIONI
PARLAMENTARI
ATTIVITÀ
PRODUTTIVE
E
AMBIENTE
DETTAGLI
IL
COSTO FINALE
DELLA
STRUTTURA
POTRÀ
VARIARE
TRA
1,2 E 2,5 MILIARDI
DI
EURO
il quotidiano di Latina 4 gennaio 2015
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