lunedì 1 dicembre 2014

Dagli esposti dei cittadini emergono inquietanti retroscena sull’attività del pollificio di Borgo Bainsizza «Veleni usati come concime»

Il comitato Amici del Borgo: la pollina trattata chimicamente finisce nelle aziende agricole
LA SITUAZIONE
L’AZIENDA AVICOLA
DA ALCUNI ANNI
PORTA AVANTI
UN ALLEVAMENTO
INTENSIVO
CON OLTRE 90MILA
GALLINE DA UOVA
DI ANDREA RANALDI
Il pollificio di Borgo Bainsizza
è una bomba ecologica
che mette in pericolo la salute
di tutti, non solo quella di chi,
ogni giorno, è costretto a respirarne
gli odori nauseabondi. Lo
sostiene il comitato spontaneo
«Amici del Borgo» che, negli
ultimi anni, ha presentato una
serie di esposti alle autorità competenti.
Veri e propri report che
hanno spinto la Procura a procedere
con il sequestro dello stabilimento
di produzione delle uova.
Il rischio più grande riguarda
l’utilizzo che viene fatto della
pollina, gli escrementi delle galline
che vengono trattati chimicamente
con veleni che li rendono
innocui dal punto di vista igienico
sanitario. «Chiediamo la verifica
e l’analisi della pollina che in
questi giorni è prelevata tramite
trattori e diretta verso luoghi che
sarebbe opportuno verificare - si
legge nell’esposto presentato i
primi di novembre a vari enti, tra
i quali la Procura - In un caso
abbiamo seguito un trattore fino
in via Alta a Borgo Sabotino.
Sarebbe opportuno verificare
l’utilizzo che si fa della pollina e
se lo stato della stessa è conforme
».
Stando alle informazioni acquisite,
infatti, la pollina trattata chimicamente
sarebbe stata ceduta
alle aziende agricole che la utilizzano
come letame, di fatto avvelenando
i prodotti ortofrutticoli
che poi finiscono sulle nostre
tavole.
Altrettanto grave è il rischio di
inquinamento per le falde acquifere
della zona circostante al pollificio.
«Nonostante gli esposti
effettuati in precedenza - si legge
ancora nell’esposto - nessuno ha
proceduto ad effettuare semplici
analisi su campioni di acqua sia
del pozzo dal quale ci si si approvvigiona
per il consumo alimentare
degli animali allevati, sia
nei canali perimetrali l’area su
cui insiste il pollificio e che non
appare autorizzata alle immissioni
di acque reflue né, tantomeno,
caratterizzata da idonei sistemi di
raccolta e smaltimento delle acque.
Nessuno ha, inoltre, provveduto
a prelevare un campione di
terreno per la verifica della presenza
di inquinanti. Nei giorni
scorsi è stato visto in azione un
escavatore realizzare uno scavo
tra il primo ed il secondo capannone
lato strada. Sarebbe opportuno
effettuare un sopralluogo
con lo scopo di verificare se autorizzato
ed il motivo della sua
realizzazione».
I cattivi odori emanati dall’alle -
vamento intensivo delle galline,
quindi, sono solo uno dei problemi,
ma a riguardo le questioni in
ballo sono diverse. «Si ricorda
che una recente sentenza, la numero
2219/14 del Tribunale di
Latina - segnala il comitato - ha
determinato la condanna dell’im -
pianto di trattamento rifiuti della
Sep di Pontinia al pagamento dei
danni causati delle emissioni
odorigene moleste. Tali disagi sono
stati ampiamente segnalati sia
alla polizia locale che al nucleo
mobile dei carabinieri di Latina
(4/11/2014 ore 19.30)».
E pensare che per quarant’anni i
cittadini di Borgo Bainsizza sono
riusciti a convivere con l’azienda
avicola senza i problemi di oggi.
Perché ora l’impianto viene utilizzato
per l’allevamento intensivo
e i capannoni presenti su un
suolo di cinque ettari arrivano ad
ospitare oltre novantamila capi.
«La recente notizia della decisione
di sopprimere d’ufficio una
gallina in territorio comunale
perché allevata ad una distanza
inferiore di 50 metri dalla prima
casa a seguito dell’applicazione
del regolamento comunale di Latina
- osservano ancora i cittadini
- ci consente di chiedere la verifica
delle distanze dalle abitazioni
oltre alla regolarità e alla compatibilità
di un allevamento per
galline ovaiole intensivo, ovvero
superiore alle 39mila unità, su
terreno agricolo e non industriale,
in un nucleo abitato con distanze
ridottissime dalle abitazioni, con
locali a destinazione d’uso differente
da quello in essere e, soprattutto
se è possibile e lecito allevare
animali in presenza di eternit
».
Una battaglia senza sconti quella
portata avanti dal comitato
Amici del Borgo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
IL QUOTIDIANO - Domenica 30 Novembre 2014

Latina 13

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