sabato 20 dicembre 2014

COME TI PRIVATIZZO IL MINISTERO L’AMBIENTE IN OUTSOURCING alla Sogesid compiti fondamentali per almeno tre anni

ESTERNALIZZANDO. Il ministro Galletti ha pronto un accordo che assegna
alla Sogesid compiti fondamentali per almeno tre anni: “È colpa dei tagli”
UN LUNGO ERRORE
La Spa del Tesoro –piena
di “parenti di” e consulenti –
gestisce le bonifiche da tempo:
risultati zero, molte inchieste.
L’ad Staderini: “Il nostro ruolo
cambierà: sarà meno invasivo”
di Marco Palombi
Si può privatizzare
un ministero?
Teoricamente
no,
nella pratica sì, eccome.
Quello dell’Ambiente,
per dire, è in via di esternalizzazione:
il governo,
come ha spiegato la sottosegretario
Silvia Velo
rispondendo a Massimo
De Rosa (M5S), si appresta
a firmare un accordo
pluriennale rinnovabili
che affida quasi
molte competenze del
ministero alla Sogesid ,
spa del Tesoro.
In principio fu l’acqua,
poi le bonifiche e altro
Sogesid fu creata nel
1994 per la gestione dei
bacini idrici al Sud. Con
la Finanziaria 2007 di
Prodi divenne una società
in house del ministero
dell’Ambiente formalizzando
una situazione
di fatto: già da
qualche anno, infatti, si
occupava pure di bonifiche.
Oggi Sogesid gestisce
- tra molte altre
cose - gli interventi nei
Sin (Siti di interesse nazionale)
in tutta Italia:
da Taranto a Brescia-
Caffaro, dai siti
campani alla laguna di
Venezia fino ai laghi di
Mantova. Interventi che
generano un flusso di
appalti che sta attorno ai
200 milioni di euro l’an -
no. I risultati sono sotto
gli occhi di tutti: i Sin inquinati
sono ancora inquinati
e in molti non è
conclusa neanche la fase
di progettazione.
Il potere alla Spa,
al ministero i tagli
La convenzione quadro
che il governo vuole firmare
con Sogesid potrebbe
alla fine aumentare
il peso della società
del Tesoro dentro quel
che resta del ministero
dell’Ambiente: dagli interventi
contro il dissesto
idrogeologico - su
cui Matteo Renzi vuole
investire 9 miliardi in
sette anni - ai rifiuti, dal
lavoro sulle infrastrutture
al Cipe fino al contrasto
dei cambiamenti
climatici su cui l’Ue
punterà l’attenzione (e i
fondi) in futuro. Sogesid
sarà la testa e il ministero
poco altro. Per il governo
la colpa è dei tagli:
Si consideri - ha detto la
sottosegretario Velo alla
Camera - che a fronte di
una pianta organica determinata
in 945 unità
nel 2008, l’attuale dotazione
di 600 unità rideterminata
nel 2013 non
risulta neanche coperta”.
E non ci sono professionalità
adeguate:
non sono mai stati indetti
i concorsi. Così, è la
conclusione, “il ministero
non potrebbe svolgere
le sue funzioni”. In
attesa che i dipendenti
aumentino di 230 unità,
come proposto dal ministro
Gian Luca Galletti,
si appalta all’esterno il
lavoro “per il tempo
strettamente necessario”.
Cioè tre anni al minimo.
Sostiene De Rosa:
Il meccanismo di assegnazione
di appalti e subappalti
continuerà a
essere poco trasparente
e le bonifiche a non farsi.
Non c’è Paese al mondo
in cui le funzioni di un
ministero – mentre lo si
depotenzia – vengano
appaltate a una spa. Si
esternalizzano competenze
che dovrebbero
restare in capo allo Stato
per dare poltrone e consulenze”.
Parenti e consulenti:
una torta da 16 milioni
Per il futuro si vedrà, ma
di sicuro il giudizio del
deputato del Movimento
5 Stelle ha un suo fondamento
nel passato. La
Sogesid a fine 2013 aveva
137 dipendenti, un
fatturato complessivo di
quasi 24 milioni e costi
per la stessa cifra: 8,7 milioni
se ne andavano per
il personale (tra cui abbondano
parenti e amici
di almeno un paio di ex
ministri nonché di funzionari
e sindacalisti dei
dicasteri di Ambiente e
Tesoro) e circa altri 8
milioni per consulenti e
collaboratori (circa 400
incarichi).
Pessime referenze
e guai coi Pm
Torniamo al dicembre
2012. Proprio a partire
da dipendenti e consulenti,
la commissione
d’inchiesta sui rifiuti
diede una pessima immagine
di Sogesid: essendo
formalmente privata
potrebbe sottrarsi
ai vincoli e alle procedure
delle leggi di contabilità
dello Stato, nonché
assumere personale
bypassando le procedure
concorsuali”; “scarsa
trasparenza viene ravvisata
anche nelle modalità
di assunzione del personale
dipendente”. Il
resto è ancora peggio: il
lavoro nel Sin di Pioltello
appaltato “allo studio di
Claudio Tedesi, indagato
nella vicenda di Santa
Giulia”. Oppure “la pluralità
di incarichi, suscettibili
di conflitto di
interessi, affidati a Luigi
Pelaggi ”, capo segreteria
del ministro Prestigiacomo
nominato da
Sogesid ovunque (e pure
lui indagato per Pioltello).
E ancora: per individuare
la nuova discarica
di Roma Sogesid,
a sua volta incaricata
dal prefetto Pecoraro,
al termine di una procedura
ristretta chiusa
in tre giorni lavorativi”,
ha affidato il compito allo
studio Tenoin di Napoli”
che aveva lavorato
alla discarica di Chiaiano,
ora chiusa per disastro
ambientale”. Sfortunata
- ma si potrebbero
citare anche altri casi
- la collaborazione con
Gianfranco Mascazzini,
già direttore generale
del ministero, divenuto
consulente Sogesid dopo
la pensione: anche lui
è finito in diverse inchieste
sulle bonifiche.
Il manager d’area:
Vedrete, cambierà”
Il cda, invece, è stato rinnovato
da poco, ad agosto:
ha tre membri nominati
dai ministeri di
Economia, Ambiente e
Infrastrutture. Il presidente
e ad è l’ingegner
Marco Staderini, 68enne
manager di area Udc,
partito in cui milita il
ministro dell’Ambiente
Galletti. “Io ho lavorato
30 anni nel privato e solo
dopo ho fatto un esperienza
in Rai indicato
dall’Udc: vorrei essere
giudicato dai risultati”,
spiega al Fatto . Quanto al
rapporto col ministero,
dice, “dopo la firma
cambierà: nei prossimi
tre anni forniremo solo
assistenza tecnica, e ne
abbiamo la competenza,
e non più persone. Sarà
un supporto non invasivo
alla decisione politica
e per tutti gli appalti saranno
indette gare”.

il fatto quotidiano 17 dicembre 2014

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