mercoledì 17 dicembre 2014

arresti Indeco e Green Holding Dopo la decisione del Riesame ricorso in Cassazione Scandalo della discarica, la Procura rilancia n on è finita qui.

 La Procura
di Latina e il pubblico
ministero Luigia
Spinelli, titolare del faiscolo,
rilanciano. Il magistrato inquirente
sullo scandalo della
bonifica della discarica di
Borgo Montello torna alla carica.

Quasi un mese fa un’in -
chiesta bis aveva portato ad
arresti e poi a scarcerazioni
disposte dal Tribunale del
Riesame di Roma. Adesso
una volta lette le motivazioni
del provvedimento dei giudici
romani il sostituto procuratore
andrà in Cassazione.
Non sono mancate le sorprese
nelle pieghe dell’inchiesta dopo
che il Tribunale delle Libertà ha
annullato la misura cautelare
degli arresti domiciliari nei
confronti dei vertici di Indeco e
della Green Holding, colpiti da
un’ordinanza di custodia cautelare
emessa dal gip del Tribunale
di Latina Giuseppe Cario
sulla scorta degli elementi raccolti
dalla Squadra Mobile che
hanno aperto la strada al pm e al
gip per la contestazione della
frode e poi della truffa. Sono
accuse che però si sono fermate
davanti al «muro» del Riesame
che sembra aver rimesso tutto
in discussione, la Procura però
non molla la presa e andrà fino
in fondo.
Non è il primo ricorso in Cassazione
sul caso Indeco-Green
Holding, è la seconda volta che
la Procura si appella alla Suprema
Corte.Quello che si sta delineando
è un vero e proprio
botta e risposta su due binari
che per certi versi sembrano
paralleli: sia quello del peculato
che a metà ottobre aveva portato
ai primi arresti che appunto
quello della truffa che un mese
dopo aveva riservato nuovi risvolti
e nuove ipotesi di reato
sconfessate però proprio dal
Riesame.
Ai domiciliari e con il relativo
braccialetto elettronico erano
finiti Ernesto D’Aprano e poi
Paola e Simona Grossi, il fratello
Andrea Grossi, general manager
della Green Holding, la
madre Marina Cremonesi, vedova
del «Re delle Bonifiche in
Lombardia» e poi Paolo Titta e
Vincenzo Cimini che rivestono
il ruolo di presidente del Cda
della Indeco e che sono anche i
componenti del Cda della
Green Holding.
Le sette ordinanze di custodia
cautelare erano state emesse nei
confronti dei vertici della spa di
Milano, di cui fa parte la Indeco,
la società che gestisce la
discarica di Borgo Montello.
I reati contestati nella corposa
ordinanza di custodia cautelare
erano anche quelli di falso ideologico
e truffa aggravata nei
confronti dei Comuni della provincia
di Latina che hanno conferito
i rifiuti nella discarica
Indeco. Gli inquirenti hanno
tratteggiato il modus operandi
degli indagati messo in piedi
dal management della Green
Holding con gli amministratori
della Alfa Alfa, una società
riconducibile alla famiglia
Grossi, per indurre la Regione
Lazio a stabilire una tariffa
d’ingresso dei rifiuti in discarica
sbagliata, grazie a dei costi
per il noleggio di mezzi per
smaltire i rifiuti che erano stati
sovrastimati, come avevano allegato
gli investigatori nelle informative
di reato. Secondo
l’accusa i Comuni hanno pagato
molto di più di quanto avrebbero
dovuto e di conseguenza le
bollette sono dunque risultate
più alte anche per gli stessi
utenti.
Alla resa dei conti dunque sia
il primo che il secondo atto di
«Evergeen» così era stata ribattezzata
l’operazione finirà davanti
alla Corte di Cassazione.
IL QUOTIDIANO - Mercoledì 17 Dicembre 2014

10 Latina

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