giovedì 20 novembre 2014

Scandalo discarica, depositate le motivazioni dal Riesame Il peculato svanito di Indeco e Green Holding

I giudici: mancano gli elementi costitutivi del reato
Secondo i giudici del Tribunale
del Riesame di Roma che
hanno «riscritto» un nuovo
capitolo sullo scandalo della discarica
di Borgo Montello, non sussistono
i gravi indizi di colpevolezza per
gli indagati arrestati dalla Squadra
Mobile per la bonifica del sito. Il
reato di peculato, contestato nell’or -
dinanza di custodia cautelare firmata
dal gip del Tribunale di Latina
Giuseppe Cario su richiesta del pubblico
ministero Luigia Spinelli, è
stato messo all’angolo dai magistra
ti romani e la decisione di rimettere
in libertà, senza alcun obbligo gli
indagati, poggia le basi sugli elementi
costitutivi del reato.
«A seguito dell’annullamento da
parte del Tribunale del Riesame di
Roma dell’ordinanza che aveva disposto
l’arresto ai domiciliari, tra
gli altri di Vincenzo Cimini, Ernesto
D’Aprano e Stefano Lazzari -
comunica la Green Holding spa -
sono state rese note le motivazioni
poste alla base della stessa ordinanza
di liberazione. Le suddette motivazioni
- spiegano dai vertici della
società milanese - annullano l’ordi -
nanza impugnata per mancanza degli
indizi di colpevolezza e sono
fondate sulla insussistenza degli
elementi costitutivi del delitto di
peculato contestato. Il Tribunale
del Riesame di Roma infatti, non
ha ravvisato alcun reato nelle condotte
prese in considerazione dalla
Procura di Latina. Il Gruppo Green
Holding prende atto con soddisfazione
delle menzionate motivazioni,
che confermano la bontà e la
correttezza del proprio operato»,
conclude la spa in una nota.
Le indagini portate a termine dagli
agenti della Squadra Mobile di
Latina, coordinati dal vicequestore
aggiunto Tommaso Niglio e seguite
in prima persona dal Questore
Giuseppe De Matteis, si erano concentrate
anche sulla destinazione
finale di una montagna di soldi,
oltre 34 milioni di euro finiti in
Lussemburgo.
Agli arresti domiciliari era finito
Ernesto D’Aprano, 48enne residente
a Latina, presidente del consiglio
di amministrazione della Indeco
e poi Stefano Lazzari, bresciano
di 51 anni, e Antonio
Romei, milanese di 58 anni, entrambi
consiglieri di amministrazione
della Indeco. La stessa misura
cautelare era stata applicata anche
a Vincenzo Cimini, 47 anni,
originario di Sabaudia ma residente
a Milano e consigliere di amministrazione
della Green Holding
spa e poi anche la misura restrittiva
era stata emessa anche a Paolo
Titta, bergamasco di 47 anni amministratore
di fatto della Green Holding
spa. Andrea Grossi, milanese
di 32 anni, è il figlio di Giuseppe.
Quest’ultimo indagato invece ha
scelto direttamente la strada della
Cassazione.
IL QUOTIDIANO - Mercoledì 19 Novembre 2014

8 Latina

Nessun commento: