giovedì 20 novembre 2014

Latina crisi politica Le mani sulle coop del verde La polizia sequestra documenti e posta elettronica nelle sedi di 7 aziende sociali

L’inchiesta della Procura sugli affidamenti diretti per la manutenzione dei parchi e giardini

Oltre una decina di indagati per un’ipotesi di concorso in estorsione
I FATTI
IERI IL BLITZ
DELLA MOBILE
ACQUISITE
LE DETERMINE
DI AFFIDAMENTI
DIRETTI
DI ALESSANDRO PANIGUTTI
La polizia ha bussato ieri
nelle sedi di alcune cooperative
sociali del capoluogo
per sequestrare documenti e
acquisire in copia la posta elettronica
in entrata e in arrivo sui
personal computer aziendali.
Un’iniziativa disposta dai sostituti
procuratori Luigia Spinelli e
Cristina Pigozzo nell’a mbito
dell’inchiesta che nel settembre
scorso aveva portato in Comune
gli uomini del Questore Giuseppe
De Matteis per acquisire una
montagna di determine relative ad
affidamenti diretti di lavori di manutenzione
del verde pubblico.
L’ipotesi di reato è quella di concorso
in estorsione e riguarda oltre
dieci indagati, e tra questi,
inevitabilmente, anche gli amministratori
delle cooperative, almeno
sette, che ieri hanno subito i
sequestri. Sotto la lente degli uouopermesso
al Comune di distribuire
appalti per oltre un milione e
mezzo di euro per la sola cura e
manutenzione del verde; oltre
cento affidamenti diretti che hanno
riguardano non più di una
decina di cooperative sociali e
piccole aziende, sempre le stesse.
Ma al di là dell’aspetto squisitamente
amministrativo, che pone
la questione della legittimità formale
del ricorso agli affidamenti
diretti «spacchettando» un servizio
che in realtà, essendo unico,
meriterebbe una gara d’appalto
unica, in ballo c’è un’ipotesi di
reato che prelude ad un più ampio
e delicato spettro investigativo.
La configurazione dell’estorsione
presuppone infatti che gli inquirenti
abbiano quantomeno tra le
mani una serie di solidi indizi per
ritenere che qualcuno possa aver
tentato di forzare la mano all’am -
ministrazione per poter ottenere e
gestire una somma complessiva
così importante come quella destinata
al settore del verde pubblico.
E c’è un ulteriore tassello che
potrebbe rimandare all’acquisi -
zione dei dati della posta elettronica
delle sette cooperative «visitate
» ieri dalla polizia: quando nel
settembre scorso gli investigatori
si erano presentati in Piazza del
Popolo, avevano chiesto anche la
documentazione relativa alla gara
da 520 mila euro indetta da Latina
Ambiente per l’esternalizzazione
del servizio di riassetto urbano,
quello che vede impegnati dipendenti
delle cooperative per ripulire
dai rifiuti lasciati in terra le aree
limitrofe ai cassonetti. A quella
gara avevano risposto in due, ma
con un’offerta identica che aveva
indotto Latina Ambiente a sospendere
tutto e procedere con
una nuova gara. Ma inutilmente,
perché anche al secondo bando le
offerte pervenute erano identiche
tra loro. Il sospetto è che in realtà
le cooperative agissero in «regime
di solidarietà» piuttosto che
ciascuna per proprio conto. E anche
sul sistema di gestione complessiva
delle cooperative sociali
gli inquirenti nutrono quantomeno
delle perplessità.
mini del vicequestore Tommaso
Niglio e dei due sostituti che
coordinano le indagini c’è il sistema
imperante al Comune di Latina
dell’affidamento diretto di servizi
con pretesto della massima
urgenza, che consente alle amministrazioni
pubbliche di appaltare
lavori e servizi sotto la soglia dei
40.000 euro senza dover ricorrere
a gare e bandi pubblici. Un sistema
che nel corso del 2013 ha
Dal 2010 al 2013 i costi sostenuti dal
Comune di Latina per la gestione e
manutenzione del verde pubblico sono
addirittura quadruplicati passando da
382.000 euro a 1 milione 261.000 euro
all’anno. Beneficiari, le cooperative.
LA RICOSTRUZIONE
L’affidamento diretto dei lavori sotto il
tetto dei 40.000 euro, quasi sempre giustificato
dalla somma urgenza, avviene utilizzando
un articolo di legge che dà agli enti
pubblici la facoltà di suddividere gli interventi
in piccoli lotti. Ma non alle coop.
Nei provvedimenti di affidamento, si dà per
scontato che la determina valga come contratto,
ma anche questa sarebbe una palese
forzatura, perché anche nel caso dell’affi -
damento diretto (che non è un contratto) va
stipulata una regolare convenzione.
IL QUOTIDIANO - Mercoledì 19 Novembre 2014

Latina 9

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