sabato 22 novembre 2014

“GARA IRREGOLARE”, CANTONE BLOCCA L’AUTOSTRADA PER LATINA

L’ANTICORRUZIONE: IL BANDO DA 2,7 MILIARDI “VIOLA IL CODICE DEI CONTRATTI”
ASFALTO SCIVOLOSO
L’Autorità accusa l’Anas
di non aver aperto l’asta
ai piccoli, favorendo le
solite grandi imprese.
Sistema che può favorire
il pagamento di mazzette 
Non ha fatto in
tempo a posare il
calice con cui
aveva brindato
alla nomina di amministratore
delegato delle Autostrade
del Lazio, società mista
Anas e Regione, che Ugo Dibennardo,
l’astro nascente
dell’azienda pubblica delle
strade, si è visto piovere sulla
testa non una, ma una serie di
tegole. La prima: l’Autorità
anticorruzione (Anac) guidata
dal magistrato Raffaele
Cantone gli ha comunicato
per lettera che non è per niente
regolare la gara per l’a s s egnazione
dei lavori della futura
Roma-Latina, 100 chilometri
di autostrada più 86 di
strade secondarie, grande
opera del costo preventivato
di 2 miliardi e 700 milioni di
euro.
Le offerte per la gara dovevano
essere presentate entro
mezzogiorno di giovedì prossimo,
e - questa è la seconda
tegola - perché l’Anas, bloccata
in corsa, si ritrova spiazzata,
anche se conta di trovare
una via d’uscita all’u l t imo
tuffo. A questo scopo ha
chiesto un’audizione per
mercoledì all’Anticorruzione
sperando di trovare argomenti
tali da modificare o addolcire
il giudizio dell’a u t orità
di Cantone. Che è duro e
perentorio: “La gara in corso
viola i principi del Codice dei
contratti in materia di concorrenza
e non discriminazione,
contravviene al principio
introdotto dalla legge
che invita a favorire la partecipazione
delle piccole e
medie imprese alle grandi
opere”.
L’ANTICORRUZIONE ha tra i
suoi compiti anche quello
della vigilanza sugli appalti e
ha accolto in pieno i rilievi
espressi dalle associazioni dei
costruttori, l’Ance di Paolo
Buzzetti, più la sezione territoriale
romana, l’Acer. E questa
è la terza tegola per Dibennardo
e soprattutto per la
sua Anas perché l’opposizio -
ne a spada sguainata delle associazioni
degli imprenditori
dell’asfalto e del mattone contro
il sistema delle gare per i
grandi lavori autostradali è
indice di un importante cambio
di rotta. Una novità da cui
si intuisce che, complice forse
anche la crisi spaventosa del
settore, stanno vistosamente
vacillando vecchi e rocciosi
equilibri fin qui sempre favorevoli
alle grandissime imprese.
Le aziende normali, cioè le
medio grandi, le medie e infine
le piccole, guardano con
sempre maggiore insofferenza
alla cupola dell’Agi (Associazione
grandi imprese), e
non ci stanno più a fare la parte
delle parenti povere, costrette
nel migliore dei casi a
un posto in ultima fila al banchetto
delle grandi opere
Anas, con i posti migliori
sempre riservati ai general
contractor, beneficiari del sistema
introdotto nel 2001
dalla berlusconiana legge
Obiettivo. Spesso anticamera
di mazzette e corruzione. E si
ribellano queste aziende medie
e piccole, ricorrendo perfino
alle carte bollate. La vicenda
della Roma-Latina dimostra
che non stanno ululando
alla luna, trovando
orecchie pronte ad ascoltare
le loro ragioni.
Per l’autostrada laziale erano
in corsa i soliti nomi noti delle
grandi opere, da Pizzarotti ad
Astaldi a Salini. I costruttori
dell’Ance e dell’Acer avevano
sostenuto che con la gara organizzata
a quel modo venivano
di fatto ignorate le norme
di revisione degli appalti
introdotte nel 2011 e poi integrate
nei due anni successivi.
In base a queste nuove
regole le grandi opere devono
essere suddivise, dove possibile,
in tanti lotti funzionali,
in modo da consentire alle
piccole e medie imprese di
poter concorrere all’assegna -
zione dei lavori senza la preventiva
certezza di essere
scartate perché inadeguate
non avendo le spalle sufficientemente
larghe. Secondo
le organizzazioni dei costruttori
anche la Roma-Latina
poteva benissimo essere suddivisa
in lotti minori perché ci
sarebbero state le condizioni
sia tecniche sia economiche
per farlo. E invece la società
Autostrade Lazio ha seguito
la solita strada favorevole ai
general contractor. I quali
nella generalità dei casi, ottenuto
l’appalto poi materialmente
affidano i lavori alle
imprese piccole e medie, trattando
però con esse da una
posizione di forza e riuscendo
a prenderle per il collo sia con
i prezzi sia da un punto di vista
finanziario.
L’ANTICORRUZIONE dimo -
stra di aver capito l’andazzo.
Scrive l’autorità diretta da
Cantone: “Nel bando non solo
non si prevede per la realizzazione
delle tre tratte
A12-Roma Tor de Cenci, Roma
Tor de Cenci-Latina, bretella
Cisterna-Valmontone la
suddivisione in lotti dell’ope -
ra, ma malgrado il finanziamento
sia sufficiente solo per
una tratta, si mette in gara
l’intero intervento, così effettuando
la selezione dei concorrenti
su importi molto
maggiori (2.787 milioni di euro)”.
Relegando così le imprese
medie e piccole al solito
cantuccio di Cenerentole.


Pag. 9 Il fatto quotidiano 22 novembre 2014

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