martedì 18 febbraio 2014

Maenza e Priverno biogas a Farneto L’imprenditore Luigi Migliori ed il suo ruolo nella public company Internova spa

Il maneggio di Angelo Perfili fa registrare il quinto rogo nella valle di Farneto L’allarme corre su Facebook MINA PICONE Sviare le indagini? Insinuare il sospetto che gli autori del quinto incendio a Maenza siano persone diverse? Oppure che cos’altro ancora bisogna leggere ancora nell’attentato al maneggio «Mariposa» di Angelo Perfili di domenica sera? Incalzano questi interrogativi - da domenica notte a oggi nella mente di molti tra quelli che hanno assistito alla scena delle fiamme capaci di inghiottire in dieciventi minuti trecento balle di fieno. In tanti sono arrivati, avvertiti da…fa c e book con incredibile tempestività. La prima fiammella dell’incendio è stata rilevata dalle telecamere, installate nel maneggio, alle 20.43. La notizia è stata immessa nella rete alle 21.18 con tanto di foto. Ieri mattina, abbiamo raggiunto a telefono Luigi Migliore, che risiede nel nord d’Italia, legale rappresentante ed amministratore di tre delle aziende coinvolte negli ultimi due mesi che hanno un’unica e comune sede legale in Lucca. Al quinto rogo della valle dell’Amaseno si tratta di precisazioni irrinunciabili come quella che vede a capo di tutto una società holding di partecipazioni, la «Internova Spa», una vera e forse unica pubblic company esistente in Italia. I suoi azionisti sono oltre 4.800 soggetti privati distribuiti in tutta Italia; nessuno detiene oltre l’1,5% dell’intero capitale sociale; non vi è nessun gruppo o famiglia che la controlla. Ogni triennio si elegge democraticamente nel corso di specifiche assemblee, l’organo amministrativo, il collegio sindacale ed il revisore dei conti. La «Internova Spa» controlla il 67% della Nova Power Srl (Nova da Internova e Power da energia). La Nova Power srl è la società che nel corso del 2010 e 2011 ha realizzato ben nove impianti fotovoltaici per una potenza totale di 758 Kw, sui tetti di alcune aziende di Farneto, di cui una parte sul territorio di Maenza ed una parte su quello di Priverno. Il maneggio di Angelo Perfili, imparentato con Luigi Migliore, aveva impiantato fotovoltaici a modesto voltaggio - precisa Migliore. Il danno economico, subito domenica notte, si aggira sui dodicimila euro, decisamente meno rilevante rispetto alle quattro altre aziende devastate dalla furia degli incendi dolosi negli ultimi due mesi. Il suo significato, però, è molto più complesso. Si allunga la catena dei roghi; si potenzia la paura; si destabilizza tutto l’assetto aziendale che, con i fotovoltaici e il biogas, poteva significare progresso e invece è diventato regresso. Ci si chiede, a questo punto, se la politica aziendale di integrazione nel territorio perseguita dalla «Nova Power» e dalla «Signorino » abbia avuto il suo effetto. «La nostra società –dice Migliore – non intende e non ha mai inteso massimizzare il profitto. Magari si sarebbe potuto locare un unico grande appezzamento di terreno e realizzare un unico grande impianto fotovoltaico a tutto vantaggio in termini di costi, tempi di realizzazione e tempi di ritorno dell’in - vestimento. Se si fosse seguita, tuttavia, la mera linea speculativa, si sarebbe venuti certamente a contrasto con gli interessi degli allevatori locali che non avrebbero potuto competere a canoni di locazione assolutamente fuori mercato rispetto alle valutazioni a fini agricoli. Questa è l’enorme differenza tra investitori e speculatori. Un passo indietro per capire. Nel 2012, terminati gli investimenti fotovoltaici Migliore comincia ad accarezzare l’idea di realizzare una piccola centrale biogas, di potenza tarata alle potenzialità delle sole aziende agricole locali (299 Kw), che potesse, da un lato, risolvere l’enorme problema del corretto smaltimento dei reflui zootecnici e, dall’altra, garantire un giusto ritorno economico, agli investitori che si sarebbero fatto carico del costo di realizzazione. Dopo aver visitato almeno 20 centrali biogas al fine di verificare concretamente il tipo di impatto ambientale in particolare in termini di rumore ed odori prodotti, dopo aver avuto molteplici incontri con esperti, costruttori, progettisti, nel mese di aprile del 2013 si costituì l’«Azienda Agricola Signorino ss» con connesso avvio della prevista procedura autorizzativa. «Avrei preferito – an - nota Migliore - che le aziende locali, potenziali conferitrici di letame, potessero partecipare al capitale sociale dell’«AA Signorino>, purtroppo l’at - tuale situazione finanziaria non consentiva loro poter mettere a disposizione le necessarie e congrue risorse>. Ma quanto costa un impianto di biogas? «Posso affermare senza ombra di smentita che un impianto biogas da 299 Kw di potenza ha un costo di mercato che si aggira intorno ad 1,8 milioni di euro, quella che stiamo realizzando avrà un costo di 2,2 milioni oltre Iva perché ho voluto che venisse utilizzata la migliore tecnologia, i migliori fornitori e previsto ogni dispositivo atto ad aumentare la tutela della salute dei residenti e del territorio anche se tali migliorie non sono obbligatori per legge. Mi riferisco alla copertura della seconda vasca che contiene il digestato, al recupero dei gas residuali ed infine al postcombustore (quasi unico in Italia) che provvede ad eliminare ogni residuale gas metano. Sono stati ordinati degli appositi carri con vasche in acciaio inox ed a chiusura ermetica che garantiscano il corretto trasporto dei letami/liquami dalle aziende alle centrali senza possibilità che possano essere impropriamente disperdersi lungo il tragitto». I lavori hanno subito una stasi, ma riprenderanno presto. Latina Editoriale Oggi 18 febbraio 2014

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