venerdì 24 gennaio 2014

Corsa alla conquista delle aziende che producono nell'area dop roghi e minacce dai biomassisti di Farneto Maenza e Priverno

Il Lazio meridionale nella sfera d'interessi delle famiglie campane dell'agroalimentare L’opzione sulla filiera Corsa alla conquista delle aziende che producono nell'area dop L’ULTIMO INCENDIO DOLOSO NELLA VALEL DI FARNETO SI È REGISTRATO MENO DI UNA SETTIMANA FA LE INDAGINI SONO TUTTORA IN CORSO C’è poco da stare allegri se dopo un anno aspetti ancora che il latte che hai prodotto - anticipando costi e rischi - ti venga pagato. E’ quanto accade tra gli allevatori di bufale di questa zona. Ma loro, dopo aver subito per un pò di anni, si sono decisi ed hanno cercato d’incontrare più aziende campane, disposte a «lavorare» il latte delle loro bufale, ed a pagarlo con puntualità. Così dopo l’i n t e r r eg n o dei fratelli Mandara, cui aveva aperto il passo l’azienda Onorati, quel ciclo, durato poco più di un anno e mezzo, intorno al 2008 si è interrotto per le note vicende che hanno colpito quest’azienda. Loro da quel punto in poi si sono attrezzati ed hanno iniziato a cercare nuovi conferitori. Alcuni facendo qualche passo in avanti, altri tornando indietro. Così che oggi su quel lembo di terra lavorano cinque aziende campane che ritirano il latte, i cui nomi balzati all’onore delle cronache, sono quelli dei Mandara, Garofalo, Galvi, Spinosa ed ora anche quello di Roberto Battaglia. L’u om o che fece arrestare nella sua azienda il cugino del boss casertano Sandokan, Luigi Schiavone, mentre incassava 140mila euro di pizzo da suo padre. Anche qui, qualcuno di loro dichiara di avere difficoltà economiche e quindi di non riuscire a saldare le fatture prima dei 120/150 giorni, perchè lo Stato non restituisce i crediti IVA. Ora smatellare aziende che da quattro generazioni vivono grazie alla loro unica attività, non è certo cosa semplice, così che un’a re a strettamente agricola, di punto in bianco non può diventare altro. Dovrebbe coltivare la sua vocazione. Di certo qui c’è qualcuno che ha pestato i piedi a qualcun’altro. E non è chiaro se di mezzo ci sia il latte, il fotovoltaico, o l’impianto di biogas. O se tutte queste cose messe insieme - costituendo una filiera econcomica di pregio - siano già oggetto d’inte - resse. Un’idea «soffiata» in tempi di magra, potrebbe aver impensierito chi aveva in animo di riprodurre o meglio, di anticipare, ciò che altri hanno promosso e reso tangibile? Ora su questo piano si scontra la contrarietà all’impianto di biogas. Una contestazione che seppur legittima, mette fuori strada chi dovrebbe comprendere e risolvere il caso. Le aziende messe in ginocchio da un incendio sono già fuori gioco. Ora la paura assilla chi durante la notte è costretto a fare le ronde nel timore di nuovi raid incendiari. Roghi improvvisi che si propagano e distruggono anni di sacrifici. La vita inchiodata senza domeniche e festivi, pioggia o sole. Mentre dall’altra parte non ci sono nemmeno più compagnie di assicurazione pronte a stipulare polizze per la salvaguardia di fienili, il cui valore di merce, oscilla tra i 50 ed i 100 mila euro. E una buona azione, vista con occhio vigile. La sfiducia che inizia a diffondersi tra chi non si è mai sentito accettato in un territorio, ed oggi con «le bufale» cerca di arricchirsi, a dispetto di chi fuori da questo contesto di gerarchie e sudditanze, non avrebbe altre chances. Latina Editoriale Oggi 24 gennaio 2014

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