martedì 3 settembre 2013

provincia Latina caos rifiuti Una volta a Colfelice per il trattamento non rientrano più a «casa» Smaltimento in trasferta La metà dei rifiuti della provincia finiscono in Ciociaria

DI PIERFEDERICO PERNARELLA Q uando chiediamo all’assessore all’a mbiente di un piccolo ma illustre Comune dove conferisce i rifiuti il proprio ente, l’am - ministratore a botta sicura risponde: «A Borgo Montello», intendendo la discarica della «Indeco». Deve essersi perso più di qualche puntata l’asses - sore in questione. Proviamo a spiegargli dell’obbligo del pretrattamento imposto dall’Unio - ne Europea, della «Rida» di Aprilia, della informativa della Polizia Provinciale che ha pizzicato dodici Comuni, compreso il suo, a conferire i rifiuti indifferenziati in discarica senza trattamento nonostante i divieti di legge. Niente, l’assesso - re sembra cadere dalle nuvole. Un caso sui generis ma comunque indicativo della confusione totale in cui è piombata la provincia di Latina nella gestione del ciclo dei rifiuti. Un ciclo impazzito determinato dalla totale incapacità di programmazione da parte delle giunte, di destra e sinistra, che si sono succedute alla guida della Regione. Ecco allora che la seconda provincia più popolosa del Lazio si vede costretta a inviare oltre «confine» una parte dei rifiuti, quel surplus, circa 120 mila tonnellate all’anno, che la «Rida» di Aprilia non può e non riesce a trattare. Tale surplus finisce a Colfelice, in Ciociaria, e là resta senza fare più ritorno a casa. Era tutto scritto nero su bianco da tempo ma la Regione non ha mosso un dito per prevenire l’emergenza. I risultati sono stati disastrosi. Per circa un anno diversi Comuni, dodici per l’esattezza, hanno continuato a conferire i rifiuti in discarica senza trattamento. Una volta portata alla luce le irregolarità, con l’i n f o r m a t iva della Polizia provinciale spedita in Procura, per forza di cose si è dovuta trovare una soluzione. La sola che poteva essere messa in campo: l’impi anto «Saf » di Colfelice, l’unico più vicino abilitato al trattamento sia della frazione secca che di quella umida. Un viaggio di sola andata. Quel quel che rimane del trattamento, infatti, ALCUNI COMUNI HANNO AVVIATO VERIFICHE PER STABILIRE LA CONGRUITÀ DELL’IMPORTO I DATI SONO TONNELLATE CHE LA «RIDA» NON PUÒ E NON RIESCE A TRATTARE I rifiuti in eccedenza 120 mila LA POLIZIA PROVINCIA HA INVIATO UNA INFORMATIVA ALLA PROCURA I Comuni fuorilegge 12 LA TARIFFA PAGATA PER IL TRATTAMENTO A COLFELICE Costo smaltimento per tonnellata 120 € EMERGENZA ANNUNCIATA IL SURPLUS NON TRATTABILE NEL TERRITORIO PONTINO, PARI A 120 MILA TONNELLATE L’ANNO, ERA NOTO DA TEMPO MA LA REGIONE LAZIO È RIMASTA A GUARDARE resta sempre in Ciociaria. Una volta portati i rifiuti nell’im - pianto di trattamento, quest’ul - timo, per legge, diventa il nuovo produttore, per cui sullo stesso ricadono le responsabilità dello smaltimento finale. Che avviene nella discarica di servizio individuata per q ue l l’impianto. Dunque, nel caso di Colfelice, in Ciociaria. In qualche modo una sconfitta per una provincia che non ha mai nascosto, giustamente, l’ambizione di gestire in proprio l’intero ciclo dei rifiuti. Ambizione che si è dovuta arrendere alla realtà dei fatti, non senza paradossi: la provincia di Latina è infatti sì costretta ad esportare una parte dei propri rifiuti ma allo stesso tempo continua a vedere esaurire la capienza delle proprie discariche. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Latina Oggi 3 settembre 2013

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