sabato 24 agosto 2013

«Sequestrate l'area della discarica» In Procura l'offensiva dei residenti

Nell'esposto i dubbi sulle autorizzazioni alla società Ecofer. Polemica sui manifesti contro Zingaretti e Marino rimossi ROMA - Contestano la rimozione dei manifesti anti-discarica, annunciano un corteo e accompagnano la denuncia in procura con un comunicato durissimo: «Chiediamo ai magistrati di disporre i provvedimenti più opportuni, anche volti al sequestro cautelare dell'area. Così come vuole la legge a tutela della salute pubblica, dell'ambiente e del paesaggio». Così dichiara Carla Canale, avvocato del coordinamento «No Discariche No Inceneritori» che ieri ha presentato l'esposto ai magistrati di piazzale Clodio - sarà il pm Alberto Pioletti a indagare - e che ora annuncia ulteriori iniziative di protesta. Un passo indietro. Ai primi di agosto il commissario all'emergenza rifiuti, Goffredo Sottile, annuncia l'accordo sul sito che dovrebbe supplire, per un paio di anni, alla chiusura imminente di Malagrotta. La nuova possibile discarica è a Falcognana (Ardeatina) a sei chilometri dal Raccordo Anulare. Di proprietà della Ecofer, l'impianto tratta già i rifiuti speciali. Il ministro all'Ambiente, Andrea Orlando, chiede al prefetto informazioni supplementari sulla proprietà. I residenti (e, fra loro, l'ex ministro Renato Brunetta) scendono in campo contro questa decisione. Nel frattempo i finanzieri del comando provinciale, incaricati da Giuseppe Pecoraro scoprono che il 59% della Ecofer è di una fiduciaria schermata. Il centrodestra, già in pressing, presenta un'interrogazione: dietro Ecofer si nasconderebbero capitali mafiosi. Affiora il nome del narcotrafficante calabrese Nicola Femia. Occorre un supplemento di verifiche, forse lunedì si saprà di più. Intanto l'esposto in procura solleva dubbi sulle autorizzazioni ottenute dalla Ecofer per operare: «L'autorizzazione originaria, contenuta del Decreto n. 28 del 4.4.2003, prevedeva delle prescrizioni vincolanti per la società Ecofer Ambiente s.r.l. e che costituiscono condizioni essenziali per il rilascio della detta autorizzazione. Ove le stesse non fossero state ottemperante infatti, l'autorizzazione in esame sarebbe viziata e così tutte quelle conseguenti». La zona sarebbe incompatibile con un impianto per il trattamento dei rifiuti organici. Le caratteristiche agricole della zona, le strade malmesse, i vincoli archeologici sono tutti argomenti a favore dell'opposizione. La tensione fra residenti e amministrazione è altissima. «Ci silenziano perfino quando esprimiamo democraticamente le nostre opinioni. Siamo in regime totalitario» dicono dal coordinamento dopo la rimozione degli striscioni contro Ignazio Marino e Nicola Zingaretti. La polizia municipale è costretta a precisare. Nessuna censura assicurano: «Facciamo periodicamente accertamenti e verifiche contro i manifesti abusivi, soprattutto nel periodo elettorale». 24 agosto 2013 | 10:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_agosto_24/falcognana-residenti-procura-2222738247685.shtml

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