sabato 24 agosto 2013

Fermare l’asta della tenuta di Suvignano confiscata alla mafia

La decisione di rimettere sul mercato la tenuta di Suvignano a Monteroni d’Arbia (Siena), la più grande azienda agricola del centro Italia confiscata alla mafia grazie alle indagini di Giovanni Falcone risalenti al 1983 è un fallimento che lo Stato non può e non deve permettersi. Il messaggio che un atto del genere consegna ai cittadini è che il potere criminale è più forte dello Stato stesso che lo aveva sconfitto. È invece urgente che lo Stato si faccia garante della difesa della legalità e del messaggio che ogni confisca porta con sé: il bene sottratto alle mafie può e deve essere gestito e garantito in nome del suo riuso sociale, come sancisce il cardine della legge Rognoni-La Torre. Chiediamo un intervento urgente del Governo e del Ministro dell’Interno affinché si fermino le operazioni di vendita e si impianti un piano di recupero di un’azienda di più di 713 ettari, che in questi anni l’impegno di movimenti e associazioni come Libera, Arci, Terra Futura ha salvaguardato e riconsegnato alla dignità del territorio. Lo Stato non può permettersi di soccombere in una battaglia di legalità, di civiltà e di cultura. Tiziana Silvestri – Responsabile Giustizia Azione Civile http://www.azionecivile.net/?p=1265

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