sabato 15 giugno 2013

Terni, centrale a biomasse e inceneritore: ambientalisti e Movimento 5 Stelle all’attacco interrogazione parlamentare

14 giugno 2013 Ultimo aggiornamento alle 16:48 Interrogazione parlamentare contro la prima e iniziative per «una nuova raccolta ‘porta a porta’» contro il secondo http://www.umbria24.it/terni-centrale-a-biomasse-e-inceneritore-ambientalisti-e-movimento-5-stelle-allattacco/183111.html di Re.Te. La centrale a biomasse, in costruzione nei pressi di Arrone, è oggetto di un’interrogazione parlamentare presentata dal senatore Stefano Lucidi, del Movimento 5 Stelle, nella quale si chiede al ministro dell’ambiente di valutarne l’impatto – sul territorio, sull’ambiente e sulla salute pubblica – in un luogo, quello della zona del parco fluviale della Valnerina e della Cascata delle Marmore, candidato per l’inclusione nel patrimonio mondiale Unesco. Il regolamento Nell’interrogazione si sottolinea che «il regolamento regionale, che prevedeva un raggio di 70 chilometri per approvvigionamento dei combustibili, è stato fatto decadere al fine di far rientrare fra i requisiti utili al funzionamento della centrale a biomasse anche i combustibili non locali». E che «la Regione, con due delibere postume, ha di fatto modificato il regolamento, eliminando il limite delle importazioni e favorendo l’autorizzazione data dalla Provincia di Terni alla ditta Espandy, che non utilizzerà combustibile locale per far funzionare la centrale biomasse, bensì combustibili provenienti addirittura dalla Polonia». Danni gravi Per il M5S, quindi, «la provenienza non locale degli olii/biomasse comporterebbe la decadenza della pubblica utilità, in quanto le fonti non manterrebbero più la caratteristica di rinnovabili, implicando nel trasporto da lunga distanza un’emissione di Co2 tale da rendere inutile il bilancio della sostenibilità». Producendo, anzi «un gravissimo danno per l’economia locale, sia per quanto riguarda la vocazione agricola del territorio, sia per le ricadute fortemente negative che si avrebbero nell’ambito del turismo, sia per l’impatto ambientale». Inceneritore Altro fronte aperto è quello relativo alla riaccensione dell’inceneritore di Acea: «Da più di un mese il consiglio della circoscrizionale nord ha votato un atto di indirizzo contrario – dice Fabio Neri, portavoce del comitato ‘No inceneritori’, nel quale si chiede l’estensione del ‘porta a porta’ a tutto il territorio di sua competenza e per il biomonitoraggio, data la collocazione in aree a massima e media ricaduta delle polveri del polo di incenerimento di Maratta». Ma non è successo poi molto. ‘Porta a porta’ Ora, è la richiesta, «è necessaria l’apertura di un tavolo pubblico con Asm e assessorato all’ambiente per verificare tempi e modalità della raccolta nel territorio di borgo Rivo. Tavolo necessario poiché l’attuale sistema di raccolta è organizzato molto male e, del resto, i risultati della differenziata nella città, che non arrivano al 40%, sono la logica conseguenza di questa situazione». Per Neri «è chiaro, ormai, che dovremo essere noi cittadini a costruire ed imporre dal basso una nuova raccolta ‘porta a porta’ che coinvolga direttamente le persone in circuiti virtuosi e contemporaneamente agiremo con il coordinamento umbro di comitati a livello regionale per la modifica del piano di gestione dei rifiuti. Dobbiamo sottrarre potenziale combustibile all’inceneritore, chiudere col ciclo integrato dei rifiuti e andare verso il riciclo-riuso-riduzione-compostaggio». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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