sabato 26 gennaio 2013

acqua, aumento 28% arsenico e norme Ue caos a Latina e nel Lazio

Nuove tariffe e rispetto delle norme Ue, caos in tutto il Lazio Ancora polemica sul costo dell’acqua In provincia di Latina l’oro blu è rincarato del 28% in cinque anni UN rischio concreto, nient’af - fato lontano dalla realtà: si tratta del temuto aumento delle tariffe idriche, contro il quale è stata indetta una man i f e s t a z i o n e che oggi sfilerà da Fontana di Trevi alla sede r o m a n a d e l l ’ A e e g , l’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Ed è proprio questo ente al centro delle polemiche, in quanto non c’è affatto chiarezza sui parametri da seguire per la ridefinizione delle tariffe. Per eff e t t o d e l l a spending review, infatti, la vecchia Aato - Autorità ambito territoriale ottimale - è infatti decaduta alla fine del 2012, e una delibera Aeeg dello scorso 28 dicembre ha dato il via alla modalità ‘tran - sitoria’ di calcolo delle tariffe, valida per tutto il 2013. Diversi gestori laziali - fra cui Acqualatina - attendono dunque di sapere come andranno ritoccate le bollette. Secondo un’indagine di Cittadinanzattiva (citata in un corposo articolo di «Corriere.it»), peraltro, nell’ul ti mo quinquennio i cittadini laziali hanno subito un’autentica stangata: le bollette sono aumentate mediamente del 19%, con il dato pontino che, sebbene inferiore dal 53 record del Viterbese, si attesa a un preoccupante +28. Sembrano dunque vani gli effetti del referendum del 2011, fra cui - soprattutto - l’elimina - zione di quel 7% di margine di guadagno per i privati. Dai dati emerge inoltre che gli impianti di depurazione, le fognature e gli acquedotti coprono solo una piccola parte del fabbisogno nazionale. Gli enti preposti alla gestione del servizio idrico, poi, non sembrano passarsela meglio: la stessa Aato è sotto organico e il suo budget risulta piuttosto limitato; condizioni non certo adeguate a compiti gravosi e incombenti come la definizione delle nuove tariffe. Alla confusione sull’ammontare di queste ultime, poi, si aggiunge la questione potabilità: in molte zone della Regione l’acqua non presenta i requisiti minimi richiesti dall’Ue, e in tali casi la legge imporrebbe il dimezzamento delle tariffe. (che però è ben lungi dall’essere applicato). L’ufficio del Garante del servizio idrico integrato, dal canto suo, va giù duro: il 1° febbraio arriverà un rapporto semestrale che, aggiornando la mappa dell’inquinamento delle acque laziali, dividerà i viziosi dai virtuosi - tra l’altro - in base al rispetto del limite europeo di 10 microgrammi di arsenico per ogni litro di oro blu che sgorga dai rubinetti. Ma poiché la situazione appare già critica, la Pisana è intervenuta stanziando 40 milioni di euro. E il grosso del lavoro riguarderà - oltre ai Castelli Romani - proprio il nostro territorio. Luca Bellardini http://www.latina-oggi.it/read.php?hash=1bc08aec3a87cde57e71a6cae609f5c1

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