venerdì 8 luglio 2011

Sabaudia, ville disabitate, la pista dei soldi riciclati

di ATTILIO BOLZONI
Ville disabitate, piscine vuote
il paesaggio è già Campania

Un centro commerciale dopo l'altro, un negozio che apre e uno che chiude, magazzini deserti, discariche a due passi dai palazzi del centro. Il degrado della città pontina è molto evidente. E, accanto, il Parco nazionale del Circeo è a sua volta sotto assedioRaccontano che andava in giro con addosso un cappotto di pelliccia da 50 milioni di lire e sfrecciava sulla litoranea su una Maserati Royal color petrolio. E’ stato il primo emigrante di lusso Salvatore Di Maio, poi sono arrivati gli altri in questa città del Basso Lazio. Calabresi, siciliani, campani. Come quel Biagio Cava, considerato un boss di Quindici e soprattutto il portatore di denaro del nuovo padrone di Sabaudia. Il suo nome e quello di sua figlia sono citati anche in due delle 1100 pagine dell’ultima relazione della Procura nazionale antimafia: "Il provvedimento di sequestro anticipato dei suoi beni muove dal presupposto che il Di Maio sia uno dei prestanome del clan Cava ed evidenzia come lo stesso sia dedito ad usura, turbativa d’asta, estorsioni in collegamento con esponenti della criminalità organizzata. Particolare attenzione ha destato il fatto che la figlia di Di Maio sia consigliere comunale...".

Un anno fa Di Maio era stato indagato anche per associazione mafiosa, poi quell’accusa è scivolata via. Da quel momento, lui si difende attaccando: "Le forze dell’ordine si vogliono inventare il camorrista Di Maio, sono 28 anni che indagano su di me: quanto tempo ci vuole per capire se sono una persona perbene o un camorrista o un infamone?". E poi: "Io da Sabaudia non me ne vado e mia figlia non si leva dalla politica, perché deve sistemare Sabaudia, Rosa sarà quella che metterà la vera legalità in questa città".

Eletta con quasi 300 voti nella lista "Popolari Liberali", anche Rosa è sotto indagine per riciclaggio. Un pubblico ministero ha chiesto contro di lei una condanna a cinque anni di reclusione. Consigliera e imputata, Rosa e i suoi fratelli – Andrea e Francesco – possiedono il trenta per cento dei beni sequestrati al padre. Dice Rosa: "Per me tutta questa storia è un incubo ma cammino a testa alta: qui a Sabaudia non ci sono infiltrazioni mafiose".

Però tira una gran brutta aria a Sabaudia. C’è anche chi vorrebbe lo scioglimento del Comune. Ma dopo l’esperienza di Fondi, il paese vicino per il quale per ben due volte un prefetto della Repubblica – Bruno Frattasi – aveva chiesto inutilmente di "chiudere" il Comune, sembra difficile che qualcosa cambi presto anche qui. Per sciogliere il Comune di Fondi c’era perfino il parere favorevole del ministro degli Interni Roberto Maroni, ma più di lui – evidentemente – ha potuto qualcun altro. Vicinissima e lontanissima da Roma, quella che Pasolini aveva descritto come la città "a misura d’uomo", Sabaudia è diventata l’ultima frontiera della Circeo Connection.

Siamo in provincia di Latina o in provincia di Caserta? E’ la piazza di Sabaudia o una piazza di Corleone di tanto tempo fa? Inoltrandoci per le sue strade e ascoltando i silenzi della sua gente non sappiamo dove siamo finiti. Il paesaggio urbano è una continuità di quello che sta più giù, nel Casertano, paesi come Casal di Principe, Villa Literno, Mondragone. Un centro commerciale dopo l’altro, un negozio che apre e un negozio che chiude, palazzi abbandonati, villette disabitate, piscine vuote d’acqua e piene di avanzi, cancelli arrugginiti, discariche a due passi dalla piazza dei portici, magazzini deserti, una fila di pizzerie napoletane e rivendite di bufale casertane.

07 luglio 2011© Riproduzione riservata
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