venerdì 8 luglio 2011

io padrone di Sabaudia? faccio solo del bene

di ATTILIO BOLZONI
"Io il padrone della città?
Macché, faccio solo del bene"

Ex venditore di cocomeri, ex carabiniere, ex sorvegliato speciale, Salvatore Di Maio accetta di parlare nella piazza dei portici, cuore di Sabaudia e ispiratrice dei quadri di De Chirico. "Riuscirò a provare che tutte le accuse che mi muovono sono infondate"SABAUDIA - Dicono che quest’uomo è il padrone della città. Dicono che quest’uomo ha portato qui la Camorra. Dicono che quest’uomo ha portato qui la paura. Nome: Salvatore. Cognome: Di Maio. Età: 64 anni. Luogo di nascita: Castello di Cisterna, provincia di Napoli. Residenza: Sabaudia, dal 1968. Eccolo qui il nuovo signore di Sabaudia, la città costruita dal Duce in appena 265 giorni e poi scelta come rifugio esclusivo per le estati. Alte dune di sabbia, un altro mare a neanche cento chilometri da Roma. Eccolo qui davanti a noi Salvatore Di Maio, ex venditore di cocomeri, ex carabiniere, ex sorvegliato speciale, ex giocatore di poker arrivato una quarantina di anni fa da un paesino della Campania per impossessarsi di una terra che era di nessuno. Lentamente avanza nella bella piazza dei portici fra i caffè dove un tempo sedevano Pasolini e Moravia, in mezzo all’architettura che ha ispirato De Chirico, negli angoli dove si incontravano Bertolucci e Antonioni, Dacia Maraini, Elsa Morante, Mario Schifano. Adesso è lui che ha conquistato la piazza dei portici e molto altro ancora, adesso è Salvatore Di Maio il volto della nuova Sabaudia.

Ha due figli maschi e una figlia femmina, Rosa, che ha fatto eleggere al consiglio comunale. E’ sotto processo per riciclaggio, accusato di avere ripulito e investito i soldi dei boss Cava di Avellino. Aspetta per il 10 di luglio il verdetto del suo processo ed è sicuro di farcela un’altra volta: "Riuscirò a provare che è tutto infondato, sarò assolto sicuramente: quando io ero già pieno di soldi quei Cava non avevano nemmeno una pecora". E’ il più ricco di tutti. Il bilancio del Comune di Sabaudia sfiora i 29 milioni di euro ma a Salvatore Di Maio hanno già sequestrato beni per 32 milioni di euro. Ventisei immobili, 34 appezzamenti di terreno, 7 negozi, 19 stalle e scuderie, 7 automobili, quote di numerose società intestate a familiari e a prestanome. Hanno messo i sigilli anche a un grande caseggiato che lui ha avuto in affitto fin dagli anni Novanta dalla Regione Lazio, 775 metri quadri che affacciano sulla piazza dei portici. Il signore di Sabaudia ha massacrato il palazzo con opere abusive, l’ha illegalmente sub affittato, nell’edificio storico ha sistemato pasticcerie e ottiche, profumerie, gelaterie, un bar e un ristorante. Ha allungato le mani sul Comune. Ha protezioni nella burocrazia regionale. E’ infilato nel sistema delle aste giudiziarie. Dicono che le sue offerte non si possono mai rifiutare. E’ padrone di tutto Salvatore Di Maio, in una Sabaudia che fa finta di niente.

La città è nata nel 1934, subito dopo la bonifica dell’Agro Pontino voluta dal fascismo. Protetta dal Parco del Circeo, nonostante il suo nome – in onore di casa Savoia – Mussolini la preferì subito al capoluogo Littoria, oggi Latina, che spesso visitava e sceglieva per le sue adunate o le celebrazioni della "battaglia del grano".

Linee rette, forme pure, travertini bianchi, Sabaudia è stata popolata come le altre città della bonifica da coloni veneti, friulani e anche ferraresi. Si sono insediati lì e hanno lavorato duro per più di mezzo secolo nei poderi dell’Opera nazionale combattenti. Ma oggi non si parla più veneto o friulano o romagnolo nei campi intorno a Sabaudia e per le sue vie. Dietro le dune dove sono nascoste le ville di stilisti e produttori cinematografici, attrici e famosi imprenditori, oggi si parla napoletano.
http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/07/07/news/nella_terra_di_mezzo-18693694/?inchiesta=%2Fit%2Frepubblica%2Frep-it%2F2011%2F07%2F07%2Fnews%2Fil_sacco_di_sabaudia-18687400%2F

07 luglio 2011© Riproduzione riservata

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