domenica 2 dicembre 2007

turbogas Pontinia 2

Il progetto, come si rileva dal decreto di valutazione di impatto ambientale approvato il 5 dicembre 2005 dai Ministri dell’ambiente e della tutela del Territorio dell’epoca (AN Altero Matteoli) e dal Ministro per i beni e le attività culturali dell’epoca (UDC Rocco Bottiglione) contiene numerose lacune ed imprecisioni, come si rileva dalle 23 prescrizioni.
Nell’accordo tra il Ministero dell’ambiente e l’Apat, con scheda sintetica del 19 aprile 2007, vengono rilevati una serie di mancanze, errori ed imprecisioni da far ritenere il decreto di VIA del 5 dicembre 2005 perlomeno rilasciato in modo superficiale.
Come sappiamo con la procedura IPPC-AIA si è riaperta anche la valutazione di impatto ambientale, che contiene diversi errori, oltre a quelli rilevati da Ministero dell’ambiente e dell’Apat tutt’ora non evidenziati.
Come si legge nel sito del Ministero dell’Ambiente, mentre l’istruttoria per la procedura IPPC-AIA sarebbe conclusa, nessun intervento risulta dei commissari locali (Comune, Provincia, Regione), guarda caso di tutti gli enti territoriali competenti e tutti dichiaratasi contrari.
torniamo alla documentazione tecnica
Si dichiarano non disponibili le misure di mitigazione. Viene richiesto l'approfondimento della zonizzazione acustica ambientale, con lo stato attuale della zonizzazione acustica comunale. Da approfondire inoltre lo schema a blocchi perché manca la quantificazione dei flussi di materia ed
energia in ingresso ed uscita. Assente il consumo di materie prime in quanto non sono indicati gli oli lubrificanti, gli additivi per togliere l'ossigeno nell'acqua in caldaia, le sostanze acidi/basi/complessati/tensioattivi utilizzate per il lavaggio delle apparecchiature caldaia. Il consumo di risorse idriche è da approfondire. Difatti nela scheda B è detto che l'acqua è fornita dall'ATO 4 per i vari consumi, mentre nella scheda D.7 c'è un diagramma a blocchi con un pozzo di prelievo. Sulla produzione di energia c'è informazione parziale. Da approfondire i combustibili utilizzati, le emissioni in atmosfera di tipo convogliato. Viene richiesto il chiarimento sugli scarichi idrici. Assenti le notizie su emissioni in acqua e produzione di rifiuti, l'area di stoccaggio rifiuti, le aree di stoccaggio di materie prime prodotti intermedi, la planimetria dell'approvvigionamento di distribuzione idrica, delle aree di stoccaggio di materie e rifiuti, la quantificazione dell'impatto acustico, l'analisi di rischio per la proposta impiantistica per la quale si chiede l'autorizzazione. Da approfondire la relazione tecnica di processi produttivi, l'identificazione e quantificazione effetti e confronti con SQA per gli inquinanti in aria e acqua. Addirittura assente il piano di monitoraggio.

Diversi sono i richiami ulteriori al gestore, come se quelli sopra riportati fossero di poco conto:
- si richiede un'opportuna valutazione di tutte le sostanze classificate "pericolose" ai sensi della normativa ambientale vigente;
- qualsivoglia metodo analitico non è in grado di determinare la presenza della sostanza negli scarichi;
- le emissioni di PM 10 e PM 2,5 anche in relazione a possibili effetti cumulativi;
- manca lo studio di impatto ambientale in formato elettronico;
- non è stato evidenziato l'impatto termico del condensatore ad aria forzata sull'ambiente circostante.
- La documentazione nella modulistica fornita dal gestore è risultata spesso non coerente.

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