mercoledì 3 dicembre 2025

Qualità dell’aria: vent’anni di progressi in Francia, ma dal 2030 arrivano limiti molto più severi. L’ADEME avvia il cantiere della transizione. E in Italia? dall'articolo di Marco Talluri ambiente e non solo

 tratto da https://ambientenonsolo.com/qualita-dellaria-ventanni-di-progressi-in-francia-ma-dal-2030-arrivano-limiti-molto-piu-severi-lademe-avvia-il-cantiere-della-transizione-e-in-italia/

Qualità dell’aria: vent’anni di progressi in Francia, ma dal 2030 arrivano limiti molto più severi. L’ADEME avvia il cantiere della transizione. E in Italia?

Negli ultimi vent’anni la Francia ha registrato un miglioramento netto della qualità dell’aria: meno emissioni, meno superamenti dei limiti, politiche più efficaci. Ma una nuova soglia si avvicina rapidamente. Dal 1° gennaio 2030, infatti, entreranno in vigore valori limite molto più stringenti per biossido di azoto (NO₂), particolato fine (PM₂,₅) e PM₁₀, secondo la direttiva europea 2024 sulla qualità dell’aria. Per molti territori francesi, oggi in regola, il rischio è di tornare in situazione di superamento. Per questo l’ADEME (Agenzia francese per la transizione ecologica) sta accompagnando fin d’ora le collettività locali in un percorso di preparazione senza precedenti.

2030: limiti dimezzati (e oltre). Una rivoluzione per le politiche dell’aria

«I nuovi valori limite saranno ridotti della metà o anche due terzi, a seconda del tipo di inquinante», spiega Nadine Dueso, responsabile Qualità dell’aria dell’ADEME.
La revisione porta le soglie europee molto più vicine alle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, anche se il pieno allineamento è previsto nel periodo 2030–2050.

Dopo due decenni in cui la Francia ha registrato progressi continui – grazie alle norme europee sui veicoli, ai Piani di protezione dell’aria, alle Zone a basse emissioni (ZFE), ai fondi per il rinnovo degli impianti a biomassa e ai programmi di mobilità sostenibile – la nuova direttiva ribalta nuovamente il quadro: i livelli di concentrazione da rispettare, in molte aree, saranno più bassi delle condizioni attuali.

Con un’eccezione: l’ozono, che non mostra miglioramenti e rimane un problema strutturale legato al cambiamento climatico.


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