venerdì 26 dicembre 2025

Perché l’Italia continua a rimanere indietro sul trasporto pubblico — e cosa bisogna fare adesso, dall'articolo di Marco Talluri ambiente e non solo

 tratto da https://ambientenonsolo.com/perche-litalia-continua-a-rimanere-indietro-sul-trasporto-pubblico-e-cosa-bisogna-fare-adesso/


Perché l’Italia continua a rimanere indietro sul trasporto pubblico — e cosa bisogna fare adesso

Il nuovo rapporto Mind the Gap pubblicato da Clean Cities Campaign fotografa con chiarezza la situazione del Trasporto Pubblico Locale (TPL) in Italia: un divario strutturale con l’Europa, radicato in anni di sottofinanziamento e scelte politiche miopi. Un gap che non è più possibile ignorare, perché ostacola la transizione ecologica, peggiora la qualità dell’aria, accentua le disuguaglianze sociali e mette a rischio la coesione territoriale del Paese.

Un Paese costruito sull’auto privata

Il rapporto ricorda che l’Italia resta uno dei Paesi con il tasso di motorizzazione più elevato al mondo. Nei capoluoghi metropolitani, tra il 2022 e il 2023, il numero di auto ogni 1.000 abitanti è cresciuto ovunque: +15 a Catania, +14 a Reggio Calabria, +9 a Milano e Messina, +8 a Roma, Napoli e Bari.

In un Paese dove 20 delle 30 città più inquinate d’Europa si trovano in Italia (tra cui Vicenza, Padova, Brescia, Milano, Verona, Torino), l’assenza di alternative all’auto non è un problema di comfort: è un’emergenza sanitaria. La scarsa diffusione di mezzi elettrici privati e l’altissima densità automobilistica contribuiscono a livelli cronici di NO₂ e PM₁₀ che superano ovunque le nuove soglie OMS.

L’offerta di TPL: lontanissima dagli standard europei


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