martedì 26 novembre 2024

Il Fatto di domani. Medio Oriente, tregua in Libano tra Israele e Hezbollah, l'annuncio alle 22. M5S e modifiche allo statuto, gli iscritti rivoteranno da giovedì a domenica dopo la richiesta di Grillo. Conte parla di "sabotaggio"

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-26-novembre-2024/

La giornata in cinque minuti

MEDIO ORIENTE, TREGUA IN LIBANO TRA ISRAELE E HEZBOLLAH: L’ANNUNCIO È ATTESO PER LE 22. BORRELL (UE) SUL MANDATO D’ARRESTO PER NETANYAHU: “L’EUROPA LO DEVE ESEGUIRE”. La tregua in Libano tra Israele e Hezbollah sembra vicina, ma ci sono ancora nodi da sciogliere. L’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell a margine del G7 a Fiuggi ha fornito alcuni dettagli, l’accordo prevede la partecipazione di Francia e Stati Uniti: “I libanesi hanno accettato, hanno chiesto alla Francia di farne parte e la Francia vuole aiutare, ma questo è uno dei punti ancora mancanti, perché Israele non vuole che i francesi ne facciano parte, c’è un veto”. Borrell ha anche toccato il tema dell’ordine di arresto emesso nei giorni scorsi dalla Corte penale internazionale nei confronti del primo ministro israeliano Netanyahu, del suo ex ministro della Difesa, Gallant, e di uno dei capi militari di Hamas, Mohammed Deif, sebbene Israele sia convinta di averlo già eliminato. “Gli europei devono seguire e applicare le decisioni della Corte penale internazionale: non è qualcosa che si può scegliere quando è contro Putin, e rimanere in silenzio quando la Corte è contro Netanyahu”. A proposito di Netanyahu, la commissione civile che ha indagato sul massacro del 7 ottobre, firmato da Hamas, ha messo nero su bianco: “Il premier israeliano ha una responsabilità personale nel fallimento della risposta a Hamas durante l’attacco e il massacro del 7 ottobre 2023”. Sul Fatto di domani leggerete le ultime novità sul conflitto in Medio Oriente – oggi sono stati dieci i raid israeliani su Beirut – e sulla possibile tregua in Libano. Il New York Times scrive che Hezbollah ha avuto il via libera dalla guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei. L’annuncio ufficiale della tregua è atteso stasera alle 22 e dovrebbe essere operativa da domani alle 9.


GUERRA RUSSIA-UCRAINA, IL VERTICE NATO SUL NUOVO MISSILE DI MOSCA CHE HA COLPITO DNIPRO: “TENTATIVO DI INTIMIDIRE CHI SOSTIENE KIEV”. RUTTE: “DOBBIAMO FARE DI PIÙ PER CAMBIARE LA TRAETTORIA DEL CONFLITTO”. Kiev ha bisogno di sistemi di difesa adeguati alle nuove minacce russe, dopo l’annuncio del Cremlino che ha confermato il lancio di un missile balistico Orechnik in via sperimentale, prendendo di mira Dnipro. Lo stesso presidente Putin ha dato il via alla produzione in serie del missile, affermando che “è impossibile intercettarlo”. A Bruxelles, al vertice Nato richiesto dal presidente ucraino Zelensky, si è parlato di questo. In una nota, l’Alleanza sottolinea che “l’attacco, che ha preso di mira Dnipro, è visto come un altro tentativo da parte della Russia di terrorizzare la popolazione civile ucraina e di intimidire coloro che sostengono l’Ucraina nel difendersi dall’aggressione illegale e non provocata della Russia”. Il sostegno a Kiev, come ha ribadito in mattinata il segretario generale dell’Alleanza Rutte, non si discute: “Dobbiamo fare di più per cambiare la traiettoria del conflitto, dobbiamo fornire difese aeree critiche e mantenere gli impegni presi al vertice di Washington”. La guerra a colpi di missili è quanto mai attuale. Il ministero della Difesa di Mosca ha detto che le forze ucraine hanno lanciato altri due attacchi con missili americani Atacms contro la regione russa di Kursk, il 23 e il 25 novembre, usando in totale 13 razzi; il ministero ha anche anticipato che sta preparando una risposta a questo attacco. Ad andarci di mezzo come accade da quasi tre anni sono i civili; quattro di loro, secondo fonti filorusse, sono stati uccisi, e sette sono rimasti feriti nel Donbass, dopo che bombe di mortaio hanno centrato un bus a Novaya Kakhovka. Sul Fatto di domani leggerete i particolari del vertice Nato e un reportage dall’Ucraina.


M5S, IL VOTO DEGLI ISCRITTI SI RIPETERÀ DA GIOVEDÌ A DOMENICA. CONTE: “IL SIMBOLO È DEL MOVIMENTO, NON DI GRILLO”. Come in un déjà vu dell’Assemblea costituente, la base pentastellata tornerà ad esprimersi tra due giorni. Del resto Giuseppe Conte – intervistato oggi sul Fatto Quotidiano – aveva annunciato di voler fare presto, dopo che Grillo aveva chiesto la riapertura delle urne. Lo scorso fine settimana si è chiusa a Roma, Palazzo dei congressi, la kermesse a 5 stelle che aveva sancito il parricidio, con l’abolizione del ruolo del garante. Tempo 24 ore e si torna alla casella di partenza, come al gioco dell’oca. Ieri il fondatore si è appellato alla norma che concede di tornare al voto dopo una modifica dello statuto. La regola – “feudale”, secondo Conte – prevede che la richiesta sia legittima entro 5 giorni dal primo verdetto. Ma è solo la fase 1 della reazione dell’Elevato. A sentire il “pretoriano” Danilo Toninelli o il suo commercialista Enrico Maria Nadasi – nonché cofondatore dell’Associazione Movimento 5 Stelle 2013 – Grillo farà una causa legale per impedire a Giuseppe Conte l’uso del simbolo. Ma in attesa del voto, il duello tra i due resta congelato. Alla trasmissione radiofonica “Il rosso e il nero”, l’ex premier si dice tranquillo: “Il simbolo appartiene al M5s, non è di Grillo e nemmeno di Conte. Grillo è obbligato anche contrattualmente a non contestarlo”. Sulla ripetizione del voto degli iscritti con la speranza dell’astensionismo per far saltare il quorum, Conte accusa Grillo di “sabotaggio”, dopo aver “sempre evocato la democrazia”. E avvisa il Pd: “Non saremo una costola dem, rimarremo un movimento che si batte per cose concrete, potremo fare accordi sulla base di un programma preciso”. Sul Fatto di domani un approfondimento sul M5s in vista del bis alle urne.


LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE

Banco Bpm alza le barricate contro l’offerta di Unicredit: “Operazione ostile con rischi per l’occupazione”. Dopo l’Offerta pubblica di scambio (Ops) giunta da Andrea Orcel, stamattina si è riunito il Consiglio di amministrazione dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna. L’Ops “non riflette in alcun modo la redditività e l’ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti di Banco Bpm”, ha affermato il cda di banco Bpm. Che ribadisce come l’offerta non sia stata sollecitata e il valore potenziale della banca sia “ulteriormente rafforzato dalle operazioni straordinarie recentemente annunciate”. Poco prima che iniziasse la riunione del consiglio, Mauro Paoloni, uno dei membri, aveva risposto “Si” alla domanda se l’offerta Unicredit fosse ostile.

Eredità Agnelli, perquisizioni nello studio dell’avvocato Grande Stevens. Sequestrati documenti sulla fiduciaria di famiglia. La Guardia di Finanza, su ordine della procura di Torino e nell’ambito dell’inchiesta sull’eredità Agnelli, ha perquisito ieri lo studio torinese dell’avvocato Franzo Grande Stevens, a lungo legale di fiducia e consigliere di Gianni Agnelli. Sequestrati numerosi documenti relativa alla fiduciaria Gabriel, gestita da Grande Stevens per conto della famiglia Agnelli. La nuova ipotesi di reato – oltre alla dichiarazione fraudolenta e la truffa ai danni dello Stato – è falso ideologico sulla “Declaratoria relativa alla composizione e struttura della Dicembre società semplice”.

Milano, notte di tensione per la morte del 19enne Ramy Elgaml: roghi e petardi contro la polizia, un giovane fermato. Per la seconda sera consecutiva, nel quartiere periferico di Corvetto, una folla di giovanissimi ha dato vita a proteste, incendi e atti di vandalismo. La miccia che ha acceso la protesta è stata la morte di Ramy Elgaml, in un incidente stradale nella notte fra sabato e domenica, mentre fuggiva in scooter inseguito dai carabinieri. Ieri notte la polizia ha arrestato un 21enne montenegrino, per “lancio di petardi, getto di oggetti e resistenza a pubblico ufficiale”. Il giovane, che ha partecipato alle proteste insieme ad altre decine di ragazzi, è stato portato a San Vittore in attesa dell’interrogatorio di convalida.

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